"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

SFUEI DAL FRIÛL LIBAR. ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 11.46 DI MERCOLEDI' 15 APRILE.

IL NOSTRO GIORNALE E' COMPLETAMENTE GRATUITO. MA CHI VUOLE PUO' SOSTENERCI CON UNA DONAZIONE

Notizie del giorno e l'archivio completo cronologico del giornale

sabato 21 marzo 2009

PILLOLE FRIULANE (ma anche triestine)



18:31 - calcio: triestina-parma 0-3
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Parma batte Triestina 3-0 (1-0). Reti: nel pt 2' Budel; nel st 23' Vantaggiato, 45' Mariga.(ANSA). YT2

16:22 - calcio: udinese; marino, fuori chi non pensa a campionato
(ANSA) - UDINE, 21 MAR - ''Se qualcuno dei miei pensa che a questo punto il campionato non ci interessa fa bene a dirmelo e io non mi faccio scrupoli a escluderlo dalla formazione''. E' stato chiaro Pasquale Marino, al termine del lavoro di rifinitura che l'Udinese ha sostenuto stamani nel ritiro di Genova. Contro i rossoblu di Gasperini domani andra' dunque un'Udinese decisa a tutto, vogliosa di continuare a rimanere sulla cresta dell'onda dopo aver superato lo Zenit ed essere approdata ai quarti di finale di Coppa Uefa. ''La verita' - ha chiarito il tecnico dei bianconeri - e' che il nostro obiettivo rimane sempre il settimo posto, al di la' di quello che alla fine potrebbe significare tale traguardo''. (ANSA). YVP

12:41 - fanno tre truffe in due giorni in fvg, arrestati
(ANSA) - GORIZIA, 21 MAR - Accusate di aver compiuto tre truffe in due giorni in negozi del Friuli venezia Giulia, due persone sono state arrestate dalla Polizia a Gorizia. Si tratta di F.D.P., di 31 anni, e G.P., di 37, entrambi di origine campana. Secondo l'accusa, hanno acquistato oggetti di elettronica (per un valore compleessivo di 3.400 euro) in negozi di Gorizia, Pordenone e Torreano di Martignacco (Udine), accendendo prestiti con documenti falsi. Parte del materiale acquistato e' stato recuperato dalla Polizia, intervenuta su richiesta del commerciante di Gorizia. (ANSA). DF

12:10 - lavoro: fvg; tasso disoccupazione 2008 sale a 4,3%
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Nel 2008 il tasso di disoccupazione in Friuli Venezia Giulia e' salito al 4,3% rispetto al 3,4% del 2007. Il livello e' superiore a quello del Nordest (3,4%) e inferiore a quello medio nazionale (6,7%). Lo si rileva dai dati Istat resi noti stamani dall'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, secondo i quali nell'ultimo biennio in Friuli Venezia Giulia il tasso di disoccupazione femminile e' passato dal 4,8% al 6,4% mentre quello maschile dal 2,5% al 2,7%. Sempre nel 2008, l'offerta di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) e' aumentata di 4.000 unita' rispetto al 2007 (+0,8%, a 545mila unita'), con un incremento inferiore a quello nazionale (+1,5%) e a quello del Nord Est (+1,8%). Stabile e' rimasta l'occupazione (522mila unita'; -0,1%, pari a 562 unita'), mentre vi sono stati incrementi sia a livello nazionale (+0,8%), sia nel Nordest (+1,5%). (ANSA). DF/MST

11:47 - strade: fvg; al via 12 cantieri anas per 11,5 mln
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - L'Anas, sulla base di un accordo con la Regione Friuli Venezia Giulia, aprira' nel corso della prossima settimana 12 nuovi cantieri di ammodernamento della rete stradale nelle province di Udine e Pordenone, per un valore di 11,5 milioni di euro. Lo rendono noto il capo Compartimento Anas Friuli Venezia Giulia, Cesare Salice, e l'assessore regionale alla Viabilita' e Trasporti del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. Lunedi' saranno aperti i primi cantieri, in Carnia. Gli interventi saranno realizzati nei comuni di Arta Terme, Forni di Sotto, Villa Santina, Enemonzo, Fagagna, Sequals, Maniago, Azzano Decimo, Paluzza, San Canzian d'Isonzo e Barcis. (ANSA). DF

09:45 - furti in casa con proprietari nel sonno, arresti in friuli
(ANSA) - SACILE (PORDENONE), 21 MAR - Tre cittadini albanesi sono stati arrestati dai Carabinieri di Aviano e Sacile (Pordenone) con l'accusa di aver fatto una serie di furti in abitazioni di notte, mentre i proprietari dormivano in casa. Nel corso dell'operazione, sono state recuperate una dozzina di autovetture di grossa cilindrata e una notevole quantita' di refurtiva per un valore di oltre 450 mila euro. Secondo gli investigatori, i tre potrebbero essere i responsabili di circa trenta furti in provincia di Pordenone e di altri furti in provincia di Treviso e in Lombardia, in modo particolare ad Abbiategrasso e Corbetta (Milano), dove e' stata scoperta parte della refurtiva ed era stata organizzata la base logistica. (ANSA). YT8-DF

09:38 - oggi in friuli venezia giulia
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Avvenimenti in programma per oggi, sabato 21 marzo, in Friuli Venezia Giulia: 1) TRIESTE - Stadio Rocco - ore 16.Calcio: serie B; Triestina-Parma. 2) TARVISIO (UD) - Scuola di sci - ore 11.Incontro con assessore regionale, Federica Seganti, su tema della sicurezza sulle piste da sci. 3) PORDENONE - Comincia 15/a edizione di Dedica. Alle 11.30, incontro stampa con Paul Auster (piazza della Motta). 4) TRIESTE - Stazione Marittima - ore 11.Presentazione del programma per il concorso ''Miss Trieste 2009''. 5) TRIESTE - Via del Pane Bianco 96 - ore 10.Conferenza stampa Comitato Nosmog ''Ferriera di Servola e inquinamento ambientale''. 6) TRIESTE - Caffe' San Marco - ore 11.Conferenza stampa Comitato Triestino contro il piano-Gelmini. 7) TRIESTE - Piazzale Canestrini - ore 12.Presentazione primo archivio della memoria collettiva ''Dal manicomio alla salute dei territori''. 8) TRIESTE - Chiesa padri Capuccini di Montuzza - ore 18.Messa solenne per la pace tra i popoli nel ricordo di Carlo I d'Austria. 9) TRIESTE - Caffe' degli Specchi - ore 11.30.Incontro con Roberto Cosolini (PD) su ''Tra il diritto alla musica e il diritto a dormire... Tra Cittavecchia e Tripcovich...'' 10) UDINE - V. Mazzini 6 - ore 11.30.Inaugurazione nuova sede della lista Innovare con Honsell. 11) UDINE - Via Manin 15 - ore 10.30 Seminario ''Le frontiere della vita - dopo Eluana: la soglia della morte e la solidarieta' umana''. E' prevista partecipazione di Gianluigi Gigli, prof. di neurologia alla facolta' di medicina e chirurgia di Udine. 12) UDINE - Fiera - ore 9.Prima edizione di MatchingDay, una giornata dedicata alle aziende che cercano partner per i loro progetti di sviluppo,organizzata dalla Confartigianato. 13) UDINE - Via Treppo 5/b - ore 18.Convegno ''Nuove frontiere per le persone con disabilita':convenzione Onu, ICF e Scale SIS''. 14) UDINE - V. Palladio 8 - ore 10.Cerimonia donazione all'Universita' da parte del comune di Forni Avoltri di una scultura di Edi Carrer. 15) ARIIS DI RIVIGNANO (UD) - ore 14.30 Inaugurazione nuovo acquario delle specie di acqua dolce. 16) BERTIOLO (UD) - ore 9.30.Assemblea annuale regione delle Pro Loco. 17) BUTTRIO (UD) - Davanti magazzino comunale - ore 7.30.''Giornata ecologica'', raduno delle associazioni per ripulire il paese. 18) SEDEGLIANO (UD) - Sede Istituto Ladin Furlna - ore 15.30.Presentazione versione in lingua friulana della collana ''Imparalibri'' della Pimpa di Altan. 19) PORDENONE - Provincia - ore 18.Per ''Pordenone Pensa'', incontro con Renato Farina. 20) PIANCAVALLO (PN) - Comincia 5/a edizione dei Campionati provinciali goriziani transfrontalieri di sci. 21) STARANZANO (GO) - Biblioteca Statale - ore 17.30.Assemblea soci Legambiente.(ANSA). DF

PILLOLE FRIULANE (ma anche triestine)



18:31 - calcio: triestina-parma 0-3
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Parma batte Triestina 3-0 (1-0). Reti: nel pt 2' Budel; nel st 23' Vantaggiato, 45' Mariga.(ANSA). YT2

16:22 - calcio: udinese; marino, fuori chi non pensa a campionato
(ANSA) - UDINE, 21 MAR - ''Se qualcuno dei miei pensa che a questo punto il campionato non ci interessa fa bene a dirmelo e io non mi faccio scrupoli a escluderlo dalla formazione''. E' stato chiaro Pasquale Marino, al termine del lavoro di rifinitura che l'Udinese ha sostenuto stamani nel ritiro di Genova. Contro i rossoblu di Gasperini domani andra' dunque un'Udinese decisa a tutto, vogliosa di continuare a rimanere sulla cresta dell'onda dopo aver superato lo Zenit ed essere approdata ai quarti di finale di Coppa Uefa. ''La verita' - ha chiarito il tecnico dei bianconeri - e' che il nostro obiettivo rimane sempre il settimo posto, al di la' di quello che alla fine potrebbe significare tale traguardo''. (ANSA). YVP

12:41 - fanno tre truffe in due giorni in fvg, arrestati
(ANSA) - GORIZIA, 21 MAR - Accusate di aver compiuto tre truffe in due giorni in negozi del Friuli venezia Giulia, due persone sono state arrestate dalla Polizia a Gorizia. Si tratta di F.D.P., di 31 anni, e G.P., di 37, entrambi di origine campana. Secondo l'accusa, hanno acquistato oggetti di elettronica (per un valore compleessivo di 3.400 euro) in negozi di Gorizia, Pordenone e Torreano di Martignacco (Udine), accendendo prestiti con documenti falsi. Parte del materiale acquistato e' stato recuperato dalla Polizia, intervenuta su richiesta del commerciante di Gorizia. (ANSA). DF

12:10 - lavoro: fvg; tasso disoccupazione 2008 sale a 4,3%
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Nel 2008 il tasso di disoccupazione in Friuli Venezia Giulia e' salito al 4,3% rispetto al 3,4% del 2007. Il livello e' superiore a quello del Nordest (3,4%) e inferiore a quello medio nazionale (6,7%). Lo si rileva dai dati Istat resi noti stamani dall'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, secondo i quali nell'ultimo biennio in Friuli Venezia Giulia il tasso di disoccupazione femminile e' passato dal 4,8% al 6,4% mentre quello maschile dal 2,5% al 2,7%. Sempre nel 2008, l'offerta di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) e' aumentata di 4.000 unita' rispetto al 2007 (+0,8%, a 545mila unita'), con un incremento inferiore a quello nazionale (+1,5%) e a quello del Nord Est (+1,8%). Stabile e' rimasta l'occupazione (522mila unita'; -0,1%, pari a 562 unita'), mentre vi sono stati incrementi sia a livello nazionale (+0,8%), sia nel Nordest (+1,5%). (ANSA). DF/MST

11:47 - strade: fvg; al via 12 cantieri anas per 11,5 mln
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - L'Anas, sulla base di un accordo con la Regione Friuli Venezia Giulia, aprira' nel corso della prossima settimana 12 nuovi cantieri di ammodernamento della rete stradale nelle province di Udine e Pordenone, per un valore di 11,5 milioni di euro. Lo rendono noto il capo Compartimento Anas Friuli Venezia Giulia, Cesare Salice, e l'assessore regionale alla Viabilita' e Trasporti del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. Lunedi' saranno aperti i primi cantieri, in Carnia. Gli interventi saranno realizzati nei comuni di Arta Terme, Forni di Sotto, Villa Santina, Enemonzo, Fagagna, Sequals, Maniago, Azzano Decimo, Paluzza, San Canzian d'Isonzo e Barcis. (ANSA). DF

09:45 - furti in casa con proprietari nel sonno, arresti in friuli
(ANSA) - SACILE (PORDENONE), 21 MAR - Tre cittadini albanesi sono stati arrestati dai Carabinieri di Aviano e Sacile (Pordenone) con l'accusa di aver fatto una serie di furti in abitazioni di notte, mentre i proprietari dormivano in casa. Nel corso dell'operazione, sono state recuperate una dozzina di autovetture di grossa cilindrata e una notevole quantita' di refurtiva per un valore di oltre 450 mila euro. Secondo gli investigatori, i tre potrebbero essere i responsabili di circa trenta furti in provincia di Pordenone e di altri furti in provincia di Treviso e in Lombardia, in modo particolare ad Abbiategrasso e Corbetta (Milano), dove e' stata scoperta parte della refurtiva ed era stata organizzata la base logistica. (ANSA). YT8-DF

09:38 - oggi in friuli venezia giulia
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Avvenimenti in programma per oggi, sabato 21 marzo, in Friuli Venezia Giulia: 1) TRIESTE - Stadio Rocco - ore 16.Calcio: serie B; Triestina-Parma. 2) TARVISIO (UD) - Scuola di sci - ore 11.Incontro con assessore regionale, Federica Seganti, su tema della sicurezza sulle piste da sci. 3) PORDENONE - Comincia 15/a edizione di Dedica. Alle 11.30, incontro stampa con Paul Auster (piazza della Motta). 4) TRIESTE - Stazione Marittima - ore 11.Presentazione del programma per il concorso ''Miss Trieste 2009''. 5) TRIESTE - Via del Pane Bianco 96 - ore 10.Conferenza stampa Comitato Nosmog ''Ferriera di Servola e inquinamento ambientale''. 6) TRIESTE - Caffe' San Marco - ore 11.Conferenza stampa Comitato Triestino contro il piano-Gelmini. 7) TRIESTE - Piazzale Canestrini - ore 12.Presentazione primo archivio della memoria collettiva ''Dal manicomio alla salute dei territori''. 8) TRIESTE - Chiesa padri Capuccini di Montuzza - ore 18.Messa solenne per la pace tra i popoli nel ricordo di Carlo I d'Austria. 9) TRIESTE - Caffe' degli Specchi - ore 11.30.Incontro con Roberto Cosolini (PD) su ''Tra il diritto alla musica e il diritto a dormire... Tra Cittavecchia e Tripcovich...'' 10) UDINE - V. Mazzini 6 - ore 11.30.Inaugurazione nuova sede della lista Innovare con Honsell. 11) UDINE - Via Manin 15 - ore 10.30 Seminario ''Le frontiere della vita - dopo Eluana: la soglia della morte e la solidarieta' umana''. E' prevista partecipazione di Gianluigi Gigli, prof. di neurologia alla facolta' di medicina e chirurgia di Udine. 12) UDINE - Fiera - ore 9.Prima edizione di MatchingDay, una giornata dedicata alle aziende che cercano partner per i loro progetti di sviluppo,organizzata dalla Confartigianato. 13) UDINE - Via Treppo 5/b - ore 18.Convegno ''Nuove frontiere per le persone con disabilita':convenzione Onu, ICF e Scale SIS''. 14) UDINE - V. Palladio 8 - ore 10.Cerimonia donazione all'Universita' da parte del comune di Forni Avoltri di una scultura di Edi Carrer. 15) ARIIS DI RIVIGNANO (UD) - ore 14.30 Inaugurazione nuovo acquario delle specie di acqua dolce. 16) BERTIOLO (UD) - ore 9.30.Assemblea annuale regione delle Pro Loco. 17) BUTTRIO (UD) - Davanti magazzino comunale - ore 7.30.''Giornata ecologica'', raduno delle associazioni per ripulire il paese. 18) SEDEGLIANO (UD) - Sede Istituto Ladin Furlna - ore 15.30.Presentazione versione in lingua friulana della collana ''Imparalibri'' della Pimpa di Altan. 19) PORDENONE - Provincia - ore 18.Per ''Pordenone Pensa'', incontro con Renato Farina. 20) PIANCAVALLO (PN) - Comincia 5/a edizione dei Campionati provinciali goriziani transfrontalieri di sci. 21) STARANZANO (GO) - Biblioteca Statale - ore 17.30.Assemblea soci Legambiente.(ANSA). DF

PILLOLE FRIULANE (ma anche triestine)



18:31 - calcio: triestina-parma 0-3
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Parma batte Triestina 3-0 (1-0). Reti: nel pt 2' Budel; nel st 23' Vantaggiato, 45' Mariga.(ANSA). YT2

16:22 - calcio: udinese; marino, fuori chi non pensa a campionato
(ANSA) - UDINE, 21 MAR - ''Se qualcuno dei miei pensa che a questo punto il campionato non ci interessa fa bene a dirmelo e io non mi faccio scrupoli a escluderlo dalla formazione''. E' stato chiaro Pasquale Marino, al termine del lavoro di rifinitura che l'Udinese ha sostenuto stamani nel ritiro di Genova. Contro i rossoblu di Gasperini domani andra' dunque un'Udinese decisa a tutto, vogliosa di continuare a rimanere sulla cresta dell'onda dopo aver superato lo Zenit ed essere approdata ai quarti di finale di Coppa Uefa. ''La verita' - ha chiarito il tecnico dei bianconeri - e' che il nostro obiettivo rimane sempre il settimo posto, al di la' di quello che alla fine potrebbe significare tale traguardo''. (ANSA). YVP

12:41 - fanno tre truffe in due giorni in fvg, arrestati
(ANSA) - GORIZIA, 21 MAR - Accusate di aver compiuto tre truffe in due giorni in negozi del Friuli venezia Giulia, due persone sono state arrestate dalla Polizia a Gorizia. Si tratta di F.D.P., di 31 anni, e G.P., di 37, entrambi di origine campana. Secondo l'accusa, hanno acquistato oggetti di elettronica (per un valore compleessivo di 3.400 euro) in negozi di Gorizia, Pordenone e Torreano di Martignacco (Udine), accendendo prestiti con documenti falsi. Parte del materiale acquistato e' stato recuperato dalla Polizia, intervenuta su richiesta del commerciante di Gorizia. (ANSA). DF

12:10 - lavoro: fvg; tasso disoccupazione 2008 sale a 4,3%
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Nel 2008 il tasso di disoccupazione in Friuli Venezia Giulia e' salito al 4,3% rispetto al 3,4% del 2007. Il livello e' superiore a quello del Nordest (3,4%) e inferiore a quello medio nazionale (6,7%). Lo si rileva dai dati Istat resi noti stamani dall'assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, secondo i quali nell'ultimo biennio in Friuli Venezia Giulia il tasso di disoccupazione femminile e' passato dal 4,8% al 6,4% mentre quello maschile dal 2,5% al 2,7%. Sempre nel 2008, l'offerta di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) e' aumentata di 4.000 unita' rispetto al 2007 (+0,8%, a 545mila unita'), con un incremento inferiore a quello nazionale (+1,5%) e a quello del Nord Est (+1,8%). Stabile e' rimasta l'occupazione (522mila unita'; -0,1%, pari a 562 unita'), mentre vi sono stati incrementi sia a livello nazionale (+0,8%), sia nel Nordest (+1,5%). (ANSA). DF/MST

11:47 - strade: fvg; al via 12 cantieri anas per 11,5 mln
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - L'Anas, sulla base di un accordo con la Regione Friuli Venezia Giulia, aprira' nel corso della prossima settimana 12 nuovi cantieri di ammodernamento della rete stradale nelle province di Udine e Pordenone, per un valore di 11,5 milioni di euro. Lo rendono noto il capo Compartimento Anas Friuli Venezia Giulia, Cesare Salice, e l'assessore regionale alla Viabilita' e Trasporti del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. Lunedi' saranno aperti i primi cantieri, in Carnia. Gli interventi saranno realizzati nei comuni di Arta Terme, Forni di Sotto, Villa Santina, Enemonzo, Fagagna, Sequals, Maniago, Azzano Decimo, Paluzza, San Canzian d'Isonzo e Barcis. (ANSA). DF

09:45 - furti in casa con proprietari nel sonno, arresti in friuli
(ANSA) - SACILE (PORDENONE), 21 MAR - Tre cittadini albanesi sono stati arrestati dai Carabinieri di Aviano e Sacile (Pordenone) con l'accusa di aver fatto una serie di furti in abitazioni di notte, mentre i proprietari dormivano in casa. Nel corso dell'operazione, sono state recuperate una dozzina di autovetture di grossa cilindrata e una notevole quantita' di refurtiva per un valore di oltre 450 mila euro. Secondo gli investigatori, i tre potrebbero essere i responsabili di circa trenta furti in provincia di Pordenone e di altri furti in provincia di Treviso e in Lombardia, in modo particolare ad Abbiategrasso e Corbetta (Milano), dove e' stata scoperta parte della refurtiva ed era stata organizzata la base logistica. (ANSA). YT8-DF

09:38 - oggi in friuli venezia giulia
(ANSA) - TRIESTE, 21 MAR - Avvenimenti in programma per oggi, sabato 21 marzo, in Friuli Venezia Giulia: 1) TRIESTE - Stadio Rocco - ore 16.Calcio: serie B; Triestina-Parma. 2) TARVISIO (UD) - Scuola di sci - ore 11.Incontro con assessore regionale, Federica Seganti, su tema della sicurezza sulle piste da sci. 3) PORDENONE - Comincia 15/a edizione di Dedica. Alle 11.30, incontro stampa con Paul Auster (piazza della Motta). 4) TRIESTE - Stazione Marittima - ore 11.Presentazione del programma per il concorso ''Miss Trieste 2009''. 5) TRIESTE - Via del Pane Bianco 96 - ore 10.Conferenza stampa Comitato Nosmog ''Ferriera di Servola e inquinamento ambientale''. 6) TRIESTE - Caffe' San Marco - ore 11.Conferenza stampa Comitato Triestino contro il piano-Gelmini. 7) TRIESTE - Piazzale Canestrini - ore 12.Presentazione primo archivio della memoria collettiva ''Dal manicomio alla salute dei territori''. 8) TRIESTE - Chiesa padri Capuccini di Montuzza - ore 18.Messa solenne per la pace tra i popoli nel ricordo di Carlo I d'Austria. 9) TRIESTE - Caffe' degli Specchi - ore 11.30.Incontro con Roberto Cosolini (PD) su ''Tra il diritto alla musica e il diritto a dormire... Tra Cittavecchia e Tripcovich...'' 10) UDINE - V. Mazzini 6 - ore 11.30.Inaugurazione nuova sede della lista Innovare con Honsell. 11) UDINE - Via Manin 15 - ore 10.30 Seminario ''Le frontiere della vita - dopo Eluana: la soglia della morte e la solidarieta' umana''. E' prevista partecipazione di Gianluigi Gigli, prof. di neurologia alla facolta' di medicina e chirurgia di Udine. 12) UDINE - Fiera - ore 9.Prima edizione di MatchingDay, una giornata dedicata alle aziende che cercano partner per i loro progetti di sviluppo,organizzata dalla Confartigianato. 13) UDINE - Via Treppo 5/b - ore 18.Convegno ''Nuove frontiere per le persone con disabilita':convenzione Onu, ICF e Scale SIS''. 14) UDINE - V. Palladio 8 - ore 10.Cerimonia donazione all'Universita' da parte del comune di Forni Avoltri di una scultura di Edi Carrer. 15) ARIIS DI RIVIGNANO (UD) - ore 14.30 Inaugurazione nuovo acquario delle specie di acqua dolce. 16) BERTIOLO (UD) - ore 9.30.Assemblea annuale regione delle Pro Loco. 17) BUTTRIO (UD) - Davanti magazzino comunale - ore 7.30.''Giornata ecologica'', raduno delle associazioni per ripulire il paese. 18) SEDEGLIANO (UD) - Sede Istituto Ladin Furlna - ore 15.30.Presentazione versione in lingua friulana della collana ''Imparalibri'' della Pimpa di Altan. 19) PORDENONE - Provincia - ore 18.Per ''Pordenone Pensa'', incontro con Renato Farina. 20) PIANCAVALLO (PN) - Comincia 5/a edizione dei Campionati provinciali goriziani transfrontalieri di sci. 21) STARANZANO (GO) - Biblioteca Statale - ore 17.30.Assemblea soci Legambiente.(ANSA). DF

RASSEGNA STAMPA: MESSAGGERO VENETO, IL GAZZETTINO, IL PICCOLO

Cominciamo con la prima pagina del Messaggero Veneto

===

Le promesse del ministro per lo Sviluppo economico negli incontri con i lavoratori e le istituzioni. Tondo: buono il piano operativo
Ok alle proposte anche dagli industriali
Soddisfatti i sindacati: bene l’approccio ma servono interventi concreti immediati
Crisi in Fvg, si muove il governo
Scajola in Friuli promette un tavolo nazionale per le emergenze Caffaro, Safilo e Ideal Standard «La Snia dovrà pagare di meno per la bonifica. Più credito all’azienda di occhiali»

UDINE. Safilo, Caffaro, Ideal Standard, Electrolux, Ferriera: i punti di crisi della realtà industraile del Fvg approdano a Roma e diventano nodi prioritari che il governo è chiamato a sciogliere. Lo ha promesso il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, ieri in visita alla nostra regione, accompagnato dal presidente, Renzo Tondo, e dalla giunta regionale.
Per Scajola quella di ieri è stata «una giornata dedicata al Friuli, regione che ha un’importanza nello scenario nazionale molto superiore al numero dei suoi abitanti». Con il presidente Tondo – ha aggiunto – abbiamo esaminato i vari problemi sul tappeto già nei giorni scorsi; oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo focalizzato l’attenzione sui settori in crisi e sui problemi energetici che devono essere risolti per garantire energia a costi competitivi. «Ho potuto verificare – ha aggiunto il ministro – che qui c’è un tessuto sostanzialmente sano con delle eccellenza nazionali e internazionali. Nei prossimi giorni affronteremo con un apposito “tavolo” il problema delle aziende maggiormente in crisi con una stretta collaborazione tra governo e Regione».Parlando della Safilo, Scajola ha assicurato che «il governo farà la sua parte». Il ministro ha ricordato che il Governo «ha approvato un piano di rilancio del settore della moda che prevede, nello specifico, il credito d'imposta sulla produzione di nuovi modelli e dei campionari. Per risolvere i problemi finanziari di Safilo - ha aggiunto - stiamo trattando con le banche per una rimodulazione del debito. Resta in piedi il problema del piano industriale. Su questo il Governo vigila e propone un tavolo assieme ad azienda, sindacati e Regione non per evitare la delocalizzazione e l'internazionalizzazione della società, ma per evitare ulteriori tagli di personale».Quanto alla Caffaro, per Scajola ci sono due fronti per risolvere i problemi: sul fronte dell’Avvocatura dello Stato e su quello del ministero dell’Ambiente. Scajola ha ricordato che la bonifica costa 1,2 miliardi e che «non si può pensare che la proprietà nuova della Snia possa essere ritenuta responsabile di un inquinamento che va indietro nei decenni. E’ giusto che paghi, ma è giusto che paghi il necessario. Se ci sono queste soluzioni, bisogna che ci sia da parte di Snia-Caffaro l’impegno alla ripresa dell’attività». Su Ideal standard, Scajola ha ricordato che di recente è passata a dei fondi americani . «Ci attiveremo come ministero – ha promesso – per riuscire a capire dagli Stati uniti quali intenzioni hanno sull’azienda; noi vogliamo preservare tutto il nostro sistema industriale».Infine, Scajola si è dichiarato favorevole al rigassificatiore annunciando che tutto potrebbe partire già dal prossimo anno, mentre per quanto riguarda il nucleare ha assicurato che «il govenro è pronto a sostenere una partnership italo-slovena per il raddoppio della centrale di Krsko».


Udine
L’assessore: i contributi scendono da 350 a 150 mila
Tagli anche per il Far East film festival
Azzerato il sostegno della Provincia e ridotto del 20% quello del Comune
La Regione dimezza i fondi a Friuli Doc

UDINE. La scure dei tagli si abbatte su Friuli Doc. E rischia di portare via più di metà dei finanziamenti regionali che da 350 mila euro potrebbero scendere fino a 150 mila. Ridimensionando inevitabilmente e in modo drastico la kermesse enogastronomica che per l’edizione 2009, la 15ª, sarà quasi sicuramente costretta a un ritorno al passato, quando le piazze cittadine non erano coperte. La Regione era infatti il primo sponsor della manifestazione e oltre a un contributo di 200 mila euro, l’anno scorso ha fornito anche attrezzature e logistica principalmente per la copertura delle piazze per un valore complessivo di 150 mila euro grazie a “Turismo Fvg”.


La lettera
GLI INNOCENTI E IL CARNEFICE di GIANFRANCO D’ARONCO BRUNO VIDAL e OTTORINO BURELLI

Signor sindaco Honsell, trascorso un secolo dalle famose 12 battaglie dell’Isonzo, è ora che ciascuno di noi mediti – sul piano della storia e al di là di sentimentalismi e strumentalizzazioni – sulle “inutili stragi” e su coloro che ne ebbero le maggiori responsabilità. È noto che l’effettivo comando supremo in guerra, tra il 24 maggio e Caporetto, non fu nelle mani né del re Vittorio Emanuele (battezzato più tardi “duce supremo”) né del presidente del consiglio Salandra e successivi. L’intera strategia del conflitto fu sempre in mano al generale Cadorna, sul quale l’Esecutivo non poté né volle intervenire. Quale il sistema del generale? «Io, con la mia volontà, con il mio pugno – ha detto di sé Cadorna il 7 novembre 1917 – ho creato e tenuto in mano questo organismo di esercito, di 3 milioni di uomini, fino a ieri». Nella realtà, tale metodo era quello illustrato tra gli altri alla Camera dall’onorevole Gortani, in seduta segreta il successivo 24 dicembre. Il quale denunciava testualmente «un regime di terrore» nell’esercito e uno Stato maggiore che considerava la guerra «come un mezzo per fare carriera» al prezzo di sanguinose battaglie. (L’anno prima, avendo collaborato a trasmettere a Cadorna un memoriale critico nei riguardi del Comando supremo, il deputato carnico, volontario in guerra, aveva dovuto scontare 90 giorni di arresto nel forte di Osoppo. Invece a Cesare Battisti, che alla vigilia della Strafe-Expedition aveva richiamato l’attenzione su determinati problemi, il generalissimo si era degnato di far rispondere che «il capo di S.M. dell’esercito non aveva bisogno dei consigli del tenente Battisti»).La strategia di Cadorna, come si sa, era quella dell’attacco frontale. Già in un libretto del 1905, ripubblicato nel 1915, aveva sostenuto l’efficacia dell’attacco corpo a corpo. «È indispensabile – scriveva – mantenere viva la fede nella sua riuscita e nella efficacia della baionetta, per infonderla nei gregari e trascinarli impavidi traverso la zona tempestata dai proiettili nemici, per conquistarvi il lauro della vittoria». Le perdite umane non erano gran che importanti. Che se a guerra iniziata ci fossero state titubanze tra i soldati, avrebbe provveduto ai necessari rimedi lo stesso comandante in capo: il che fece tempestivamente con circolari riguardanti coloro che si arrendessero o scappassero. Gli ordini, più volte ribaditi, erano di questo tenore: «Deve essere certo ogni soldato che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti e i vigliacchi . Ognuno deve sapere che chi tenti ignominiosamente di arrendersi o di retrocedere sarà raggiunto, prima che si infami, dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti e da quella dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia freddato da quello dell’ufficiale». Con lo stesso spirito – all’indomani della Strafexpedition sull’altopiano di Asiago nel maggio 1916 – Cadorna aveva ordinato al generale Lequio: «Faccia fucilare, se occorre, immediatamente e senza alcun procedimento, i colpevoli di così enormi scandali a qualunque grado appartengano». Dal canto suo l’altro generale Pecori Giraldi si era prontamente adeguato, facendo aprire il fuoco contro i nostri che stavano arrendendosi. Questo il suo ordine del giorno (luglio dello stesso anno): «I vili sono stati colpiti alle spalle dai nostri cannoni e altri vennero subito presi e fucilati nella schiena» per «l’infame contegno». Non diversamente, del resto, si comportarono i comandanti in capo dell’Intesa, a cominciare da Pétain. Ma questa non è un’attenuante.I sistemi di Cadorna (che, appena nominato capo di stato maggiore, si era affrettato ad acquistare un pacchetto di azioni dell’Ansaldo, colossale fornitrice alle forze armate di materiale bellico) erano all’opposto di quelli avversari. Nel manuale Ludendorff si leggeva che il soldato tedesco non si sarebbe più dovuto immolare dicendo a se stesso: «Qui devo stare e qui morirò», perché gli era concessa la iniziativa di muoversi entro una profonda zona difensiva: un bagaglio teorico ben diverso dai vetusti schemi nostrani. Cadorna aveva stabilito che i turni di trincea non dovessero superare un mese, «ritenendo per esperienza essere un limite che non conviene oltrepassare». Una bella differenza con il massimo di due giorni dei tedeschi.Anche a ciò sono imputabili i numerosi casi di indisciplina. Per esempio, in seno a un battaglione della brigata Napoli nell’ottobre 1916, vi fu un lancio di sassi contro un ufficiale. Provvedimento immediato da parte del comandante dell’XI corpo, il generale Cigliana. «Con azione energica e pronta – riferiva telegraficamente Cadorna al presidente del consiglio – di cui gli do ampia e incondizionata lode, ordinava che due soldati, estratti a sorte fra quelli maggiormente indiziati come colpevoli, venissero passati per le armi». Altri fatti analoghi presso un reggimento bersaglieri «vennero immediatamente repressi con fucilazione di sei soldati . Mentre segnalo ed approvo la giusta severità del comandante dell’XI corpo – continuava – ricordo che non vi è altro mezzo idoneo per reprimere reati collettivi che quello di fucilare immediatamente i maggiori colpevoli e, allorché accertamento identità personali dei responsabili non è possibile, rimane ai comandanti il diritto e il dovere di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte». Commento di uno storico: «La brigata Napoli aveva perso 3 mila uomini, di cui 96 ufficiali, nel giugno e nel luglio precedenti; perse altri mille 500 fra settembre e novembre; era quindi completamente stremata». Il numero dei fucilati nel 1915-1918 è praticamente impossibile da definire: che si sappia, va da un minimo di 750 in su, a parte le esecuzioni sommarie.Per il capo di stato maggiore non era il caso di risparmiare uomini, anzi «materiale umano». Questi gli ordini di Cadorna in un telegramma del 17 ottobre 1917 al generale Capello, nell’occasione della dodicesima battaglia sull’Isonzo: occorreva «sfruttare completamente tutto il materiale umano esistente nell’armata, compresi i numerosi inabili . Nessun battaglione deve essere sciolto anche se stremato di forze». Caporetto era in vista. Responsabili del disastro tutti, a cominciare dai «reparti della seconda armata, vilmente ritiratisi senza combattere o ignominiosamente arresisi al nemico»: tutti, fuorché il comandante in capo. Nella riunione di Peschiera del successivo 7 novembre, a colloquio con Pecori Giraldi, il generalissimo ormai destituito cercava consolazione per il disastro: »Ricordiamo soltanto che Lei e io qualche cosa in questi anni per salvare l’Italia abbiamo fatto». Peccato. E al generale Gatti: «In dieci giorni, io, l’idolo d’Italia e dell’Europa, si può dire, sono giunto al fondo della miseria... Combatto ancora contro il fato e contro gli uomini».Qualcosa di buono lo si deve anche a Cadorna, ripete qualcuno ancora oggi. Di sicuro sono i 600 mila morti, che vanno addebitati in primis a chi volle dichiarare la guerra e poi a chi la condusse con i metodi e i risultati sopra riassunti.I sacrifici maggiori, umani e materiali, per conquistare Trento e Trieste li sopportò il Friuli, cui toccò il non invidiabile primato di morti, feriti e orfani di guerra. Ci colpì da vicino, fra i tanti, un episodio particolarmente tragico. Nel luglio 1916 quattro alpini (tre carnici e uno di Maniago), vennero fucilati a Cercivento dopo un processo sommario «per rivolta armata», essendosi manifestati contrari a partecipare a un attacco, rivelatosi poi suicida. Esattamente un anno dopo furono tratti a sorte a Santa Maria la Longa, nella Bassa, sedici militari della brigata Catanzaro – siciliani, calabresi, lucani –: fucilati alla schiena. Reduci appena dal fronte, si erano rifiutati di ripartire per la Bainsizza.Illustre signor Sindaco, su Cadorna sono stati scritti libri su libri. Il suo culto è stato confermato da Mussolini nel 1924, quando il generale fu promosso maresciallo d’Italia. È da allora che si è consolidata la venerazione del piemontese. Gli ordini per gli assalti folli, le fucilazioni alle spalle, i processi immediati e le decimazioni sono ascrivibili anzitutto a lui.Nessuno pensa a celebrare processi postumi: tanto più che la stessa commissione d’inchiesta, istituita subito dopo Caporetto, terminati i lavori li rinchiuse in un armadio. “Parce sepultis” certo: anche a Cadorna. Ma oggi si tratta solo di porre finalmente termine a un equivoco: il perpetuarsi del riconoscimento a un personaggio, praticamente accomunato nell’immaginario collettivo agli innocenti, da lui stesso sacrificati.Una delle piazze del centro di Udine è dedicata a Cadorna. Chiediamo che quel nome venga tolto dalla città, battezzata un tempo con il penoso titolo di capitale della guerra. Si dedichi la piazza piuttosto alle vittime, delle quali 100 mila sono ammassate sotto i nostri occhi a Redipuglia e 25 mila a Udine.P.S. Al nipote di uno dei fucilati di Cercivento, che aveva chiesto al presidente della repubblica la riabilitazione “motu proprio” dello zio Gaetano S. Ortis, fu risposto negativamente, dato che a norma di legge «l’istanza deve essere presentata dall’interessato» (7.3.1992).


Match d’andata a Brema
Marino: «Sono forti ma noi siamo pronti»
Uefa, l’Udinese ritrova il Werder C’è la Champions da vendicare

ROMA. Ancora Werder Brema. Sorteggio non proprio fortunato quello che ha riservato all’Udinese, nei quarti di coppa Uefa, la formazione di Schaaf, che per la terza volta in questa stagione si troverà sulla strada di un’italiana. Il Werder ha già affrontato l’Inter in Champions (1-1 a San Siro e 2-1 in Germania) e il Milan nei sedicesimi di Uefa (1-1 a Brema e 2-2 al Meazza) e adesso riaffronterà la formazione friulana, già sfidata nel 2005, nel gruppo C della massima competizione europea: in Italia finì 1-1 con autorete di Felipe e pari di Di Natale; al ritorno il Werder trionfò 4-3 con reti di Klose, Baumann e Micoud (2) che cancellarono l’incredibile rimonta dei bianconeri, riusciti a risalire da 0-3 a 3-3 con tre reti (doppietta di Di Natale e autogol di Schulz) in sei minuti.


POSITIVI AL TEST DEL DNA
Stupro della Caffarella arrestati altri 2 romeni Uno catturato a Trieste

di CARLO ROSSO
ROMA. Questa volta il Dna non ha tradito gli investigatori che da più di un mese davano la caccia agli autori dello stupro di san Valentino. I test sui due nuovi sospetti hanno confermato la piena compatibilità con le tracce biologiche rinvenute sui vestiti della 14enne violentata alla Caffarella.
In carcere sono finiti altri due romeni. Si tratta di Ionut Jean Alexandru, 18 anni, soprannominato “il Moro” e Oltean Gavrila, 27 anni. Nei prossimi cinque giorni i due verranno interrogati dal gip di Roma Guglielmo Muntoni, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare emesse dal pm Vincenzo Barba, ma intanto le loro fotografie sono state mostrate alla ragazzina di 14 anni e al fidanzatino che li hanno riconosciuti. Il gip Guglielmo Muntoni scrive: «Alla luce delle prove acquisite risulta provato con certezza che gli autori materiali dei reati riportati in epigrafe sono i due indagati i quali hanno programmato una serie di rapine in danno di adolescenti nei parchi di quella zona di Roma e il 14 febbraio scorso hanno ritenuto di procedere anche alla disgustosa e davvero criminale violenza sessuale aggravata, commessa in danno della giovanissima vittima».Dopo l’errore compiuto con l’arresto di Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz, alla fine gli inquirenti hanno imboccato la pista giusta. Il risultato è arrivato alla fine di una complessa indagine che ha preso l’avvio da una serie di rapine messe a segno nei parchi Scott, Caffarella e in quello di via Lemonia. Rapine con in comune lo stesso modus operandi: due uomini armati di bastone che dalle loro vittime pretendevano i cellulari e le scarpe. Gli inquirenti hanno passato al setaccio una lista di persone protagoniste dei furti e abituali frequentatori dei parchi finiti nel mirino. Ma è dai cellulari dei due ragazzi vittime dello stupro di San Valentino che è venuta la traccia decisiva. Alcuni giorni fa i due cellulari si sono improvvisamente riaccesi mettendo in moto gli investigatori. Che hanno ricostruito come almeno uno dei due telefonini sia stata venduto in un mercatino che si tene nei pressi della stazione Termini. Il passaggio successivo è stato l’individuazione del ricettatore, un rumeno che abita, come Aionut e Gravilia, in un campo situato all’interno dell’ex Fiera di Roma. «Non abbiamo mai interessato le vittime in questa indagine – ha spiegato il capo della squadra mobile di Roma Vincenzo Rizzi – per evitare elementi che andassero oltre la valenza oggettiva del Dna». In ogni caso «i due giovani hanno riconosciuto i due romeni», ha proseguito il dirigente sottolineando che «al momento comunque non ci sono elementi per parlare di un rapporto tra i primi due arrestati e i due nuovi fermati». Sia Racs che Loyos restano comunque ancora in carcere, il primo perché accusato di un altro stupro compiuto in un’altra periferia romana, il secondo perché accusato di calunnia e autocalunnia.


LE OPERE ESPOSTE
POLIFONIA DI EMOZIONI di LICIO DAMIANI

L’antologica di Zigaina - Opere 1942/2009, a villa Manin è un vortice che travolge il visitatore, lo calamita verso un finale magmatico, ribollente. Le 130 opere esposte compongono un crogiolo denso di momenti esistenziali, di transustanziazioni alchemiche. Il ritmo possente, sostenuto da un’impulsiva drammaticità, da un quasi fisico pathos intriso di misteriose assonanze, di pulsioni della memoria, ricorda le polifoniche Passioni di Bach. Zigaina esplora il variare e sublimarsi delle immagini, ne interpreta i contenuti più riposti, le venature più intime. L’appassionante analisi psicanalitica sfocia in un vigoroso afflato di meditazione civile. C’è qualcosa di medievale, di gotico, nell’evidenza con la quale il maestro crea le sue visionarie icone per un transito.Queste visioni si dissolvono l’una nell’altra portando a esiti sempre nuovi e imprevedibili.L’attacco della mostra, con la suite di nature morte del 1942, è arioso. Apre il lungo percorso sinfonico un piccolo olio su faesite, Il girasole, già velato da presagi di tragedia. Attorno alla corolla dorata si dispone la danza macabra di barattoli di latta, pere, foglie secche. Il tono cromatico è bruno terroso, come di un lume che si spegne in un mondo ferito. Solcano il cielo scure nubi tempestose. E con i Girasoli degli anni Duemila la mostra si conclude: un saettare, uno stracciarsi di drappi verde muschio come brandelli di vita orlati di gialli lampeggiamenti estivi, percorsi da folgori, iridescenze, diagrammi luminosi, contorni di fucili che paiono insegne al neon, parvenze di figure, rami divelti, fraseggi monchi di canneti, sgocciolii di pigmenti. Tutto campito su piani azzurro cielo e su manti neri di nubi. Relitti trascinati via dal vento della storia.Entro questi due punti estremi si focalizzano gli altri nuclei di un’ardente ispirazione. Tra i dipinti del 1947 ricordiamo il Volto, un po’ alla Rouault, che prelude alle figure ovoidali del Concerto campestre, alla Crocifissione, all’Orto di Getsemani, intarsiate di richiami al Tintoretto e alla spirituale aggressività bizantina e romanica. Il 1948 è l’anno degli Uomini che uccidono cavalli, dei Bambini che giocano, dei Pescatori. Le labirintiche volute grafico-cromatiche sensibili, anche agli echi postcubisti della Pesca notturna ad Antibes di Picasso, paiono derivare dalle lance dei guerrieri e dai profili dei cavalli nel dipinto “immobile” di Paolo Uccello. Riaffioreranno nelle opere dei decenni successivi: negli intrichi di rami dei salici e dei pioppi, nei filari dei vigneti, nelle reti di fili di ferro, negli steccati, nei cancelli, nelle elitre degli insetti, nei fasci di luce e di energia “sparati” dalle astronavi e nei fili dell’alta tensione, nelle curve “anatomiche” dei paesaggi campestri, nelle ossessive anse cerebrali.Dal 1949 al 1955 gli epici capolavori di un neorealismo personalissimo con radici autobiografiche. Introducono le ormai famose Biciclette con le raggiere delle ruote e i parafanghi calcinati del periodo di guerra. Poi gli emotivi corali delle Assemblee di braccianti sul Cormôr affollati di contadini intabarrati in oscuri mantelli, sopra i quali avvampano rosse bandiere. Fa da perno la grande tela (metri 2,50 per 3,30) della Galleria d’arte moderna di Udine, esposta alla Biennale del 1952. In tessiture di azzurro straniato, di verde teso di malachite, così lisce e compatte da apparire fiabesche, una civile riflessione raccoglie in semicerchio potenti figure contadine inquartate da luci e ombre blu, violette, brune, rosate e dal grigio metallico di vanghe e falci. Voci notturne in un tempo sospeso di emotività e di lucida ragione convergono verso l’uniformità salina della fossa centrale. Un’altra Assemblea di braccianti (1954) dai colori vividi dispiega tra alberi e colline un adunarsi di genti, di carri, di vessilli e gruppi di cavalli alla resta e capannelli di donne, attorno all’arringatore in piedi su un carro, mentre in una delle prime versioni di Verso la laguna il luccichio di liquidi specchi sembra cingere i confini di un mondo misterioso, di una eliotiana “terra desolata”. Dei primi anni Sessanta sono le Ceppaie luminescenti o puntute, lo sfasciarsi di abnormi eroi capovolti nel Disgelo, i grotteschi ed espressionistici Generali fregiati di medaglie e patacche che anticipano i farseschi ritratti militari di Enrico Baj. Il Ciclo di Redipuglia e le Farfalle notturne raccontano con evanescenti splendori il binomio vita-morte. L’insetto gigantesco di Visitazione ricorda con levità cromatica le mostruose fantasie surreali dell’inglese Sutherland. Coraggioso piglio pittorico domina nelle vaste tele dedicate alla laguna, con oniriche fughe prospettiche di alberi e di solchi sotto cieli azzurri sui quali si stende la nube nera, come un velo dietro il quale, forse, si cela l’inquietante icona del Padre Edipo, del Padre Ariete, prima di apparire sospeso su zolle di terra nei cieli della memoria.


APPELLO ALL’IRAN
LA SVOLTA DI OBAMA DI RENZO GUOLO

Con un gesto senza precedenti, Obama si rivolge direttamente all’Iran. Una scelta meditata: la Casa Bianca vuole concentrare il suo sguardo sulla regione Afpak, preda di continue fibrillazioni, riducendo rapidamente l’impegno in Mesopotamia. Per farlo ha bisogno che si verifichi una condizione.Che Teheran non eserciti la sua azione di influenza in Afghanistan e consenta una transizione morbida in Iraq. È il gravoso lascito costituito dalla nemesi delle guerre di Bush che, liberando l’Iran dalla pressione delle potenze laterali ostili, l’Iraq di Saddam e l’Emirato del Mullah Omar, ha ridato alla potenza farsi una centralità impensata. Obama offre uno scambio politico a tutto campo: Teheran otterrà una partnership politica ed economica che cancelli divisioni che durano da decenni in cambio della non interferenza e di un serio confronto su temi spinosi come il nucleare e il ruolo di Hamas, Il terreno è scivoloso. Inquieta molti, nel mondo arabo alleato di Washington e in Israele, dove si profila un governo guidato dal tandem Netanyahu-Lieberman, assai ostile al regime degli ayatollah. Ma la nuova amministrazione Usa è consapevole che , durante il suo mandato, dovrà cogestire il mondo con alleanze o patti di neutralità regionali, riducendo la sovraesposizione strategica conseguenza dell’unilateralismo bushano. Obama promette così agli iraniani che nella definizione delle questioni aperte farà leva innanzi tutto sulla diplomazia, che non vi saranno minacce, ma rispetto reciproco. A Teheran il messaggio di Obama dovrebbe essere accolto positivamente. Almeno da quei gruppi di regime, come i pragmatici legati a Rafsanjani, che hanno sempre avuto come obiettivo il riconoscimento dell’Iran come potenza regionale, già guadagnato di fatto sul campo, e come partner economico internazionale, in particolare nel settore energetico. O come i conservatori realisti, ispirati dal presidente del Parlamento Larjijani e dal sindaco di Teheran Qalibaf, potenziali candidati presidenziali e interpreti di una linea di nazionalismo islamico che mira a salvaguardare il regime smorzando ogni fuga in avanti in politica estera. Oltre che dai riformisti, consapevoli che un clima di scontro con gli Stati Uniti avvantaggia, sempre e comunque, i duri e puri del regime. La svolta è stata commentata favorevolmente dal governo iraniano. Anche se gli uomini vicini ad Ahmadinejad hanno ricordato che gli Usa devono non solo riconoscere, ma riparare gli errori del passato. Sottolineatura che permette al presidente ex pasdaran, nell’imminenza di una campagna elettorale nella quale la mossa di Obama giocherà un ruolo rilevante, di mantenere un fronte aperto con l’America. L’attenuarsi della polemica contro il “Grande Satana” lo priverebbe di un argomento di mobilitazione. Come sempre, la parola decisiva spetta alla guida. Se Khamenei riterrà giunta l’ora di un nuovo presidente, capace di gestire rapporti meno conflittuali con gli Stati Uniti, il pendolo oscillerà in quella direzione. Probabilmente anche a questo obiettivo mirava l’audace messaggio di Obama, nell’intento di far aprire a Teheran il suo irrigidito pugno chiuso. Prospettiva non facile, che potrebbe infrangersi sullo scoglio del nucleare, ma che per la prima volta in trent’anni offre la chance di uno sbocco diverso da quello della guerra per interposti attori che Washington e Teheran hanno spesso combattuto in questi lunghi anni.


L’IMPRESA BIANCONERA
L’ONORE DELL’ITALIA di BRUNO PIZZUL

In uno dei notiziari radiofonici nazionali di venerdì mattina, un collega della Rai ha affermato che l’Udinese, qualificandosi per i quarti di finale di Coppa Uefa, ha scongiurato l’estinzione del calcio italiano in Europa. Frase a effetto, simpatica se si vuole, tale comunque da far intendere che l’impresa compiuta dalla squadra friulana giovedì in Russia alla fin fine assume importanza solo perché tutte le altre formazioni nostrane sono state cacciate fuori. L’Udinese, invece, ha tutti i diritti di inorgoglire per il valore intrinseco dell’impresa: affrontare ed eliminare i detentori del trofeo e della Supercoppa europea costituisce un risultato di assoluto rilievo per la squadra di Marino e ne va sottolineata la valenza tecnica. Anche perché lo Zenit San Pietroburgo, su un campo ai limiti della praticabilità, ha confermato di essere un ottimo complesso e – soprattutto nel primo tempo – ha reso dura la vita ai bianconeri, per l’occasione vestiti di giallo. Vero che alla squadra di Advocaat non è stato concesso un macroscopico rigore in avvio per il mani di D’Agostino vice-Handanovic, ma è anche vero che l’Udinese ha finito in crescendo e, alla resa dei conti, avrebbe ampiamente meritato di segnare almeno un gol. Chiara testimonianza di come la squadra, dopo gli stenti iniziali, abbia progressivamente acquisito fiducia e convinzione, tanto che lo stesso tecnico dello Zenit ha detto che i friulani possono arrivare alla finale di Istanbul.Comprensibile dunque la soddisfazione con la quale è stata accolta l’impresa, addirittura con qualche carosello per le strade cittadine: nulla di esagerato, ma il segno che l’Udinese è percepita come espressione positiva del territorio e della friulanità. Il sorteggio di ieri ha riservato all’Udinese un’avversaria quanto mai stimolante, quel Werder Brema già affrontato in una doppia sfida strappacoronarie in Champions e che in questa edizione ha fatto fuori nientemeno che il Milan. Aria di rivincita, dunque, in conto proprio e, tutto sommato, anche per conto del Milan che a questa Uefa, con esplicite e reiterate dichiarazioni, teneva moltissimo. Siccome la lingua batte dove il dente duole, pur nella grande gioia per il risultato positivo , Quagliarella si è fatto interprete di un comune sentire, la scarsa considerazione mediatica riservata all’Udinese. Logiche di mercato, ci si giustifica. Al proposito, comunque, il sempre attento e positivo patron Pozzo ha detto di essere maggiormente interessato a questioni più concrete, prima fra tutte la determinazione dei criteri con i quali verranno ripartiti i proventi televisivi. Particolare che fa intendere come all’Udinese si facciano le cose per bene, non solo per quello che la squadra mostra sul campo, ma anche per l’attenzione e l’oculatezza con le quali viene gestita la società. In ambito Uefa, il presidente Platini si sta battendo per un più severo controllo dei conti, sostenendo tra l’altro che i debiti dovrebbero esser appianati prima e non (quando avviene) al termine delle stagioni agonistiche o dei cicli delle stesse. Andasse in porto un simile progetto ne vedremmo delle belle e per l’Udinese potrebbero aprirsi prospettive straordinarie. Insomma, anche in momenti nei quali è giusto esultare per i risultati della squadra, val la pena di rendere il tutto ancor più gratificante con il doveroso riconoscimento del modo in cui la società procede in uno scenario calcistico, non solo italiano, strangolato da debiti e passività. Non è poco, c’è da esserne fieri.


Brucia il bosco, strade bloccate
L’incendio sta devastando una vasta area sul monte Verzegnis
Carnia
Le forze dell’ordine escludono il dolo. In arrivo i Canadair

VERZEGNIS. Due fronti che raggiungono i due chilometri, in mezzo ettari ed ettari di boschi in fiamme sul monte Verzegnis. La polizia esclude l’origine dolosa.

«Cadorna non merita l’onore di una piazza»
Appello di tre studiosi al sindaco: dedichiamola alle vittime della Grande guerra
Udine
Manifesto contro l’intitolazione al generale piemontese per i metodi usati nel conflitto

UDINE. Con una lettera appello al sindaco Honsell, Gianfranco D’Aronco, Ottorino Burelli e Bruno Vidal chiedono che Udine cancelli il nome del generale Cadorna al quale è dedicata una piazza in centro. «Si dedichi la piazza piuttosto alle vittime, delle quali 100 mila sono ammassate sotto i nostri occhi a Redipuglia e 25 mila a Udine». Secondo gli studiosi si tratta solo di porre termine a un equivoco: il perpetuarsi del riconoscimento a un personaggio praticamente accomunato nell’immaginario collettivo agli innocenti da lui sacrificati.


ERRORI E COLPI DI SCENA
GIUSTIZIA EMOTIVA di GIANFRANCO BETTIN

Questa volta, pare, il Dna è quello giusto. Dovrebbero essere loro, i due romeni arrestati ieri, i responsabili dello stupro della Caffarella. Questo fissa un punto certo nell’odiosa, torbida vicenda, nonostante i continui colpi di scena.Colpi di scena, controversie e sconcertanti sviluppi consigliano prudenza. Certo, la rettitudine e le qualità professionali in particolare del capo della Mobile romana Vittorio Rizzi garantiscono che le finalità dell’indagine siano orientate alla soluzione più trasparente e convincente. Lo stesso forte rilancio dell’inchiesta, dopo lo scacco subito con la prima clamorosa smentita del Dna, dimostra che la ricerca dei veri colpevoli non è mai cessata.Il punto aperto, tuttora, riguarda la sorte e il ruolo dei due arrestati della prima ora, “faccia da pugile” e “biondino”, come li hanno chiamati. Personaggi dei quali si sono subito impadroniti i media, l’opinione pubblica e anche quella folla un po’ forcaiola che ormai vediamo spesso scatenata verso i presunti colpevoli di reati odiosi, anche se quasi mai compare nel caso di colpevoli o presunti tali nostri connazionali. Com’è stato facile crederli colpevoli, quei due balordi. Com’è difficile credere adesso che non lo siano. Credere, addirittura, che non siano “geneticamente” colpevoli di qualcosa, come ha detto qualcuno, anche solo di essere nati forse, magari nel posto sbagliato, dal lato sbagliato della storia e della geografia.In realtà, la capacità di saper discernere lucidamente e freddamente nella folla dei sospetti i veri colpevoli è la prima garanzia di una vera giustizia. Nello stesso tempo, la capacità di rimediare agli errori o di far chiarezza sugli aspetti nebbiosi di un’indagine rappresenta la garanzia di un procedimento trasparente ed efficace. Sotto questo profilo, dunque, è decisivo, nel caso della Caffarella, stabilire che cosa ha davvero determinato la prima ammissione di colpa da parte del “biondino”. Perché, insomma, ha confessato (ragione per cui è ora recluso per auto-calunnia e per calunnia verso la polizia romena)? Copriva qualcuno, magari i due arrestati ieri, o è stato indotto se non costretto a farlo? Che cosa è successo nei giorni frenetici, nel clima rovente e polemico, subito dopo lo stupro? Di sicuro sappiamo che la tensione, l’incontrollato dilagare di sentimenti e opinioni estreme non aiutano nessuno. Solo il metodo, solo la sistematica azione di magistrati e forze dell’ordine, soprattutto se non si lasciano condizionare dall’esterno, sono in grado di far avanzare concretamente la giustizia. Sarà a questo rigore, a questa linea non emotiva che si dovrà infine il buon esito di questa indagine, se davvero i due rapinatori seriali e malviventi di plurale vocazione criminale presi ieri verranno infine dichiarati colpevoli dell’infame aggressione alla ragazzina e al suo fidanzatino che cercavano un San Valentino di tenerezza e hanno trovato e subìto un giorno di ferocia.


VILLA MANIN L’arte di Zigaina per fare cultura in Europa

Bondi inaugura la mostra e annuncia un vertice di ministri Ue a Passariano


UDINE
Bersagliata da sms, denuncia il fidanzato

GEMONA
Rinasce la banda ma mancano i soldi per gli strumenti

LATISANA
Travolta in bici muore a due mesi dall’incidente

CODROIPO
Troppi compiti? Il doposcuola si fa in parrocchia

===

Proseguiamo con la prima pagina de Il Gazzettino, edizione Friuli

===

Ieri la visita in Friuli dell’esponente del Governo. Da Tondo e sindacati valutazioni positive. Calligaris: «C’è unità d’intenti»
Safilo e Caffaro, Scajola prende impegni
Il ministro promette un tavolo nazionale per l’occhialeria, pressing sull’Avvocatura per il polo chimico

Udine Un tavolo nazionale sulla crisi della Safilo; per la Snia-Caffaro azione nei confronti dell’Avvocatura dello Stato e del ministero dell’Ambiente per l’inquinamento del sito; “l’interessamento del Governo” per Ideal Standard, società controllata ora da fondi americani. Sono le risposte che ieri a Udine ha dato il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, giunto in regione su invito del presidente Renzo Tondo, nel corso delle intense ore in cui ha incontrato istituzioni, categorie economiche, imprenditori e sindacati fin dal suo arrivo all’aeroporto di Ronchi da dove è ripartito in serata. Energia, credito, ammortizzatori e infrastrutture i temi al centro dei colloqui con gli imprenditori del Friuli Venezia Giulia, secondo i quali “con il ministro c’è unità d’intenti”, come ha sintetizzato il presidente di Confindustria regionale Alessandro Calligaris. «Soddisfatto» Tondo, per le «risposte operative date dal ministro in merito alle esigenze del tessuto economico regionale».


EURO-UDINESE
Coppa Uefa, ci tocca il Werder Brema E in estate super-torneo con il Barcellona
Klagenfurt già al lavoro per la sfida tra bianconeri e grandi club continentali

Udine Male, anzi bene: superare il Werder Brema, il prossimo avversario dei bianconeri nei quarti di finale della Coppa Uefa considerato alla stregua della compagine più forte tra quelle rimaste in lizza per il successo finale, potrebbe significare per l’Udinese trovarsi la strada pressoché spianata verso la finalissima di Istanbul. Del resto, qualsiasi altro avversario che il sorteggio di ieri a Nyon avesse assegnato alla squadra di Marino sarebbe stato ostico. A questo punto, come ha evidenziato Pasquale Marino – il livello delle otto contendenti è praticamente identico. Il Werder Brema, oltretutto, significa anche incasso cospicuo per la sfida di ritorno al “Friuli” in calendario il 16 aprile. Intanto ieri si è saputo che l’avventura europea dell’Udinese avrà un’appendice estiva: in Carinzia, come ha rivelato ieri al "Gazzettino" il governatore Dörfler, stanno preparando un torneo estivo con la partecipazione dei bianconeri e di alcune grandi del calcio internazionale, tra cui molto probabilmente il Barcellona.



Il calcio è un volano per far conoscere Udine
Ora non siamo più quelli "vicini a Venezia"
di Umberto Sarcinelli

La Wanderlust, la voglia di viaggiare, riporta l’Udinese a Brema. Allora fu Champions league, il 9 aprile sarà quarto di finale di Coppa Uefa. Due traguardi egualmente storici. Questo è impreziosito dal fatto che i bianconeri sono l’unica squadra italiana che ancora compete in Europa. Gli occhi di tutti i connazionali calciofili sono puntati a nordest. Certo non disinteressati, perché più avanti va l’Udinese più punti porta nel ranking Uefa, mantenendo all’Italia le quattro partecipanti alla Champions. E fra queste l’Udinese non nasconde l’ambizione di poterci ritornare ancora. L’impresa di San Pietroburgo ha reso felici tutti i tifosi friulani, che hanno festeggiato con caroselli in centro, ma per Udine assume un valore di immagine e promozione incommensurabile. La capitale del Friuli potrebbe benissimo essere un sobborgo o un quartiere di Brema, Marsiglia, Manchester, Parigi, Amburgo, Donetz e Kiev, tali sono le differenze di dimensioni, popolazione e risorse economiche che possono vantare queste città. Eppure la squadra di Udine è considerata la trentaquattresima più forte del mondo. Parliamo ancora di miracolo? Udine non è più “near to Venice”, nei pressi di Venezia. E’ la città dell’Udinese e dei suoi campioni. E’ un marchio di qualità. Si comincia a vederla collocata laddove è il suo ruolo naturale: baricentrica nella nuova Europa. Per questo i successi nelle coppe internazionali sono importanti per tutto il tessuto economico e sociale del Friuli. Udine-Udinese è un brand vincente. I bianconeri tornano a Brema, una delle squadre forse più forti tra le otto finaliste. Se passano affronteranno la qualificata tra Amburgo e Manchester City. Una sfida esaltante: si diventa veramente grandi sconfiggendo i grandi. Ultima annotazione: in questa fase della Coppa Uefa, con tutte le telecamere puntate addosso non sarebbe male che spuntasse, fra una striscia bianca e una nera, l’aquila gialla del Friuli.


IL CASO
Cacciatore assolto, ma perde armi e riserva

Moggio Udinese (c.a.) Ha dimostrato di aver abbattuto il camoscio nella zona consentita e ha chiuso il processo con un’assoluzione. Ma per Dino Faleschini, 56 anni, di Moggio Udinese, la vicenda non è affatto chiusa. La contestazione della Forestale gli ha fatto perdere il porto d’armi, ha dovuto disfarsi dei fucili, è stato espulso dalla sua Riserva di caccia e ha subìto un procedimento disciplinare finito con una sospensione di sei anni. Per poter tornare a cacciare deve ora sperare nel Tar. La vicenda risale al dicembre 2006. Al limitare dell’area naturale Val Alba, alle 8 di mattina Faleschini incontra alcuni cacciatori. «Hanno sparato in zona proibita», gli dicono. Più tardi l’uomo va a dare un’occhiata facendosi accompagnare dall’amico Gianpietro Tomat, 39 anni, anche lui di Moggio. S’imbatte in un camoscio claudicante, crede che sia quello ferito in area protetta quella stessa mattina e, siccome gli è stato assegnato un capo giovane come quello che ha la possibilità di abbattere, lo uccide. Il camoscio era in zona cacciabile. Faleschini se lo carica nello zaino e rientra scendendo lungo il sentiero che costeggia l’area naturale Val Alba. Le guardie forestali, che avevano sentito il colpo, lo fermano e chiedono informazioni. Non gli contestano nulla, ma l’indomani tornano sul posto e in un ghiaione, all’interno dell’area protetta, trovano tracce di sangue. Le collegano al camoscio abbattuto da Faleschini e lo denunciano assieme a Tomat per aver violato la legge 394 sui parchi. «Al processo - rileva l’avvocato Paolo Viezzi per la difesa - è emerso che la forestale non ha mai rilevato l’effettiva posizione del cacciatore e del suo accompagnatore». Non è stato quindi dimostrato che il camoscio (peraltro claudicante perchè aveva la rogna e non perchè era stato ferito in precedenza) era in zona vietata alla caccia. «Faleschini - afferma il legale - è stato scagionato per le stesse ragioni che aveva fornito alle guardie che quel giorno lo avevano fermato». Il giudice del Tribunale di Tolmezzo, Giuliano Berardi, ha assolto entrambi gli imputati per non aver commesso il fatto, come aveva chiesto anche il pm Alessandra Burra.


Presidio senza i sindacati mentre Luci è fiducioso

Il presidio delle operaie Safilo ieri si è esteso anche al piazzale del palazzo della Regione di Udine: con la bandiera del Friuli in mano e uno striscione di sensibilizzazione, si sono ritrovate circa 50 dipendenti dello stabilimento di Martignacco. Nessuna tensione, ma anche nessuna bandiera delle sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil che non hanno appoggiato l’iniziativa delle operaie. Intanto Adriano Luci, presidente di Confindustria Udine, è intervenuto ieri per commentare le vicende della Bassa friulana: «Safilo di Precenicco e Caffaro di Torviscosa sono due casi diversi, anche se i risultati al momento sono uguali - ha detto - ora serve l’impegno di tutte le parti in causa per superare il momento, perchè già ora sono previsti dei progetti di nuovi insediamenti imprenditoriali nell’area che potrebbero portare a un riassorbimento del personale che ora rischia di trovarsi a casa».


Ieri Bondi era in Friuli per inaugurare a Villa Manin la grande mostra su Zigaina
Aquileia, arrivano i fondi
L’annuncio del ministro: 1,5 milioni per la Fondazione

Codroipo «Il Governo è molto attento alla realtà del Friuli Venezia Giulia e al suo patrimonio artistico e culturale»: lo ha detto ieri il ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi. Parlando a Villa Manin di Passariano di Codroipo, prima di inaugurare la mostra dedicata a Giuseppe Zigaina, nato 85 anni fa a Cervignano. Bondi ha reso noto che per Aquileia la società Arcus ha deliberato proprio lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per valorizzare la Fondazione per Aquileia e il suo Parco archeologico.


Dörfler a tutto campo:«Promozione turistica comune tra Friuli e Carinzia»

Klagenfurt Con la Carinzia il Friuli Venezia Giulia e il Nordest d’Italia in generale trovano porte sfondate. Il suo nuovo presidente, Gerhard Dörfler, raccoglie e rilancia l’eredità di Haider a cominciare proprio dai progetti condivisi con gli amici friulani e veneti. E lo fa a tutto campo: dalle infrastrutture al turismo, dal grande sport all’azione comune nei confronti della Slovenia. Per coinvolgerla nell’Euroregione su fondamenta di pari dignità.


CAMERA CON VISTA
Al momento del voto il relatore detta la linea: pollice verso o mano aperta, come ai tempi di Nerone

di Daniele Franz L’aspetto dell’aula di Montecitorio è noto. I resoconti giornalistici e televisivi l’hanno ormai consegnata alla nostra memoria visiva. Abbiamo avuto modo di vederla colma in ogni ordine di posti, ad esempio durante le sedute congiunte di Camera e Senato per l’elezione del Presidente della Repubblica, oppure vuota quasi completamente come avviene in occasione della illustrazione e delle risposte governative in occasione delle interrogazioni ed interpellanze. Quindi ci ricordiamo perfettamente che è sostanzialmente un anfiteatro con i banchi destinati ai Deputati che si sviluppano a “spicchi” in verticale. Di fronte a tali spicchi si possono osservare i banchi destinati al Governo i quali sono sovrastati dal banco di Presidenza. Forse però facciamo più difficoltà a ricordare che esattamente di fronte alla postazione governativa, vi è una struttura composta da dieci postazioni di voto e di forma semicircolare. Quella è una postazione particolare destinata a quello che viene chiamato “il comitato dei nove” e soprattutto al “relatore” del provvedimento. Già, ma chi sono questi deputati, quale la loro funzione e chi li indica? Ebbene la Camera dei Deputati organizza i propri lavori utilizzando 14 commissioni permanenti. A tali Commissioni permanenti vengono assegnati per omogeneità di materia i vari provvedimenti, siano essi di iniziativa governativa o parlamentare, che l’aula si accinge ad affrontare affinché diventino legge dello Stato. La commissione di merito quindi svolge un lavoro preliminare rispetto a quello che verrà successivamente svolto dall’Assemblea. Per semplificare il lavoro, il presidente della Commissione indica un Deputato che avrà il compito di coordinare il lavoro della Commissione, di interfacciarsi con il Governo e di riferire all’aula la posizione della Commissione. Questo Deputato prende il nome di relatore. Compito svolto in numerose occasioni anche dai parlamentari friulani. Ovviamente però i singoli gruppi parlamentari indicano anche i loro “privati” relatori che in Aula riportano le opinioni dei partiti e ne sostengono le posizioni politiche. Tali Deputati vengono indicati dai Presidenti dei gruppi o dai loro delegati. Tali Deputati tutti assieme prendono il nome di comitato dei nove. Essi oltretutto svolgono una funzione importante anche se visivamente discutibile. Indicano il voto ai loro colleghi con un gesto: pollice alto, voto favorevole, pollice verso voto contrario, mano aperta voto di astensione. Alla maniera di Nerone al Colosseo. Passano i tempi ma le simbologie restano.


LATISANA
Ad Aprilia il turismo studia come non perdere clienti

TAVAGNACCO
Le assenze calano del 77% ma i "comunali" si ribellano

ARTEGNA
Una consulta di bacino per salvare il fiume Ledra

===

Infine la prima pagina de Il Piccolo

===
IL RILANCIO DELL’EDILIZIA
Berlusconi: l’Europa vuole copiare il nostro piano casa
Mercoledì confronto con le Regioni venerdì il via libera di Palazzo Chigi

BRUXELLES L’Italia ha il Piano casa. «Ne ho parlato a cena e molti presidenti e capi di governo si sono detti interessati, si sono congratulati e hanno chiesto di vedere le norme. Lunedì spediremo il testo del disegno di legge e del decreto a tutte le ambasciate europee che così lo inoltreranno ai loro governi». Chi ha chiesto il provvedimento? «Il Portogallo - risponde Berlusconi - che ha un patrimonio immobiliare simile al nostro e fatto al 50% di villette mono e bifamiliari. Ma dopo cena molti altri si sono fatti avanti e mi hanno chiesto indicazioni». Il Portogallo forse dovrà aspettare lunedì 30 visto che il provvedimento andrà in Consiglio dei ministri venerdì prossimo.Berlusconi, poco dopo, spiega che prima di dare il via libera al decreto legge e al disegno di legge dovranno essere sentite le Regioni (incontro già programmato per mercoledì). Anticipa che si è tenuto presente l’aspetto ecologico. Gli aumenti di superficie e di cubatura, il «20% in caso di ampliamento e il 35% in caso di demolizione e ricostruzione, saranno permessi solo in presenza di interventi ecostenibili o di recupero energetico».Il messaggio che si manda al Paese, con il piano casa del governo, è quello di un condono preventivo. A questo giudizio, Vasco Errani, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, aggiunge un dubbio di costituzionalità: Berlusconi ha scelto la via rapida del decreto, mentre le Regioni hanno bisogno di tempo, trattandosi - dice la presidente della Regione Umbria Rita Lorenzetti - di «competenza concorrente». Ci vuole «rigore e serietà», perché si mette mano a poteri regionali e comunali.Il governo ha cominciato a mandare la propria bozza del piano casa alle Regioni, ma solo mercoledì ci sarà la riunione dei presidenti, dopo gli «annunci mediatici» (Lorenzetti) dei giorni scorsi.Il piano del governo ha una brutta udienza anche nelle forze di opposizione. Giovanna Melandri dice che il «fai da te» e il «piano verande» di Berlusconi si iscrivono nel primato italiano dei condoni. Tutto sarà più chiaro, dice Pierluigi Bersani, quando si passerà dall’attuale «poltiglia comunicativa» alle norme di legge. Ma intanto si può dire che aumentare del 20 per cento il volume degli immobili «sarebbe un inedito mondiale dei Paesi sviluppati». Anna Finocchiaro mette in dubbio il gradimento europeo di cui parla Berlusconi: dice con ironia che «si un po’ allargato», e si chiede cosa sappiano di più in Europa di quanto non sappiano i parlamentari italiani. Ermete Realacci paragona il piano a «una bufala mediatica».Antonio Di Pietro fa un parallelo con il «lodo Alfano» e spera che non diventi legale quello che è illegale. Si può anche rivedere la legge urbanistica, ma tutto va fatto secondo le regole del gioco. Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato, dice che da tutto viene una considerazione del Parlamento «prossima allo zero». Ai Verdi, la bozza Berlusconi «fa venire i brividi»; temono che il «condono preventivo» tocchi anche i centri storici delle città.Artigiani e piccole imprese di Mestre (Cgia) hanno già fatto una stima del piano di Berlusconi: dicono che il suo impatto economico dovrebbe essere di 79 miliardi di euro, spalmati in più anni. Nel calcolo ci sono gli ampliamenti delle case fino al 30 per cento e quelli consentiti fino al 20, rispetto all’attuale cubatura.


MINISTRO IN VISITA: PLAUSO DI INDUSTRIALI E SINDACATI. SAFILO CHIUDE IN FVG E APRE IN CINA
Aziende regionali in crisi, si muove il governo
Scajola: «Riunioni già convocate, subito le risposte. Ferriera da riconvertire». Ue: più aiuti all’Est

UDINE Le aziende del Fvg in crisi profonda diventano un caso nazionale. Il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, ieri in visita tra Ronchi e Udine, ha incontrato imprenditori, sindacati, categorie e amministratori locali. E si è impegnato affinché fin da martedì si apra un tavolo nazionale sulle vertenze Safilo (che sta per delocalizzare in Cina), Caffaro e Ideal Standard. Scajola ha ribadito il sì alla riconversione della Ferriera e al rigassificatore di Trieste. Intanto la Ue vara aiuti ai Paesi dell’Est.


CAMPAGNA DELLA GIUNTA TONDO CONTRO IL TABAGISMO
Scuole e ospedali, fumo vietato pure nei cortili
Il Fvg adotterà il «modello americano»: basta sigarette anche all’aperto

TRIESTE In Friuli Venezia Giulia scatta la caccia ai fumatori anche all’aperto. In particolare a quelli che lavorano e frequentano scuole, ospedali, ambulatori e presidi sanitari. Nelle linee d’indirizzo 2009-2011 sul tabagismo, già approvate in giunta, la Regione prende a modello gli Usa e impone di rendere «liberi da fumo» anche i cortili di scuole e strutture sanitarie.


OBAMA APRE A TEHERAN
STATI UNITI E IRAN LA GRANDE SVOLTA di LUCIO CARACCIOLO

La storica apertura di Obama «al popolo e ai leader della Repubblica islamica d’Iran» rovescia l’approccio degli Stati Uniti al Medio Oriente, così come si era consolidato sotto Bush. Il quale aveva inizialmente scommesso tutto sul «cambio di regime» nei Paesi dell’«asse del Male», appunto Iran e Siria, oltre alla Corea del Nord, da ottenere per effetto domino delle vittorie militari in Afghanistan e in Iraq. Fallita questa utopia, non aveva rinunciato all’obiettivo ma cambiato lo strumento, costruendo un fronte anti-iraniano che teneva insieme Israele e Paesi arabi sunniti. Oggi Obama cambia obiettivo e strumenti, in un colpo solo. Vediamo come, in quattro punti.Primo. Il riferimento alla «Repubblica islamica» significa che gli Usa non vogliono più rovesciare il regime rivoluzionario, ma modificarne il comportamento. Dato che i due Paesi non hanno relazioni diplomatiche dal 1980, è una decisione di fondamentale rilievo, che pone le basi di qualsiasi negoziato sulla premessa della pari dignità.Secondo. L’obiettivo è la reintegrazione dell’Iran a pieno titolo nel salotto buono della politica internazionale. Teheran ha «diritto» a questo. Esso gli deriva dalla «grande e celebrata cultura», dalla «grande civiltà» iraniana, in ultima analisi dalla «comune umanità che ci unisce», concetto quasi trascendentale. Ma questo implica la rinuncia iraniana al «terrore» e alle «armi» e l’assunzione delle responsabilità che spettano alle potenze.Terzo. L’unico strumento attraverso cui questo «nuovo inizio» può essere raggiunto è la diplomazia. Manca la minaccia di guerra cui Bush aveva sempre fatto riferimento, sia pure implicitamente. E si specifica che il negoziato deve essere a 360 gradi.Quarto. Il nucleare non viene nemmeno citato. Vuol dire che gli Usa accettano di fatto che l’Iran sia una potenza nucleare virtuale, come sta già diventando? Troppo presto per stabilirlo, ma parrebbe di sì.La ragione fondamentale che ha spinto Obama alla svolta è che la posizione ereditata da Bush è insostenibile. L’America deve voltare pagina, favorire la stabilizzazione (molto relativa) di Iraq e Afghanistan, riportare a casa il grosso dei soldati. La sua missione iniziale, com’era stata concepita da Bush, è infatti fallita. Siamo per ora alle parole. Vedremo quali fatti seguiranno. Soprattutto, vedremo fino a che punto l’Iran sarà disposto a rispondere all’offerta americana. E come reagiranno gli israeliani e gli arabi sunniti, che avevano scommesso sull’accerchiamento e sul soffocamento della potenza iraniana sotto la leadership americana.In ogni caso, il mazzo delle carte mediorientali è completamente rimescolato. Stanno per iniziare nuove partite, di cui l’Iran sarà comunque protagonista.


FONDI PER LE IMPRESE
POCHI SPICCIOLI di ANDREA RESTI

Molto si parla del «fondo di garanzia per le piccole e medie imprese» istituito dallo Stato nel 1996. Forte di un'iniezione di 1,3 miliardi freschi, dovrebbe ora aiutare le aziende a mantenere i prestiti bancari o ad acquisirne di nuovi.
Secondo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, questi 1,3 miliardi potrebbero tradursi in 60-70 miliardi di nuovi prestiti per le imprese.Il fondo di garanzia è alimentato con denari pubblici e gestito dal Mediocredito centrale. Non emette prestiti, ma solo garanzie. In altri termini: non denaro, ma promesse. Se una Pmi non rimborsa la banca, il fondo di garanzia interviene e paga. Mai più dell'80%, però, perché la banca deve comunque avere un incentivo a fare bene il proprio mestiere. Dunque finché le Pmi si comportano bene, il fondo non ha bisogno di sborsare denaro (...).Oltre alle banche, anche i Confidi, consorzi locali di garanzia fidi creati da associazioni di piccole imprese, di norma con sovvenzioni pubbliche, beneficiano del fondo di garanzia. In questo caso, si dice che il fondo emette una «controgaranzia»: in altri termini, il Confidi che ha garantito a una banca il credito verso una Pmi può a sua volta assicurarsi con il fondo per ottenere un risarcimento della sua perdita, se l'impresa fallisce.Se c'è la garanzia del fondo, le banche prestano più volentieri e praticano tassi più bassi. Perché lo fanno? Perché il fondo possiede una propria dotazione finanziaria, e dunque sa dove trovare i soldi nel momento in cui è chiamato a rispondere.È normale che, a fronte di una dotazione di 100 euro, il fondo garantisca prestiti per un ammontare molto maggiore. Pensandoci bene, fanno così anche le banche, che di norma hanno attività finanziarie pari a circa dodici volte i mezzi propri. Qual è il rapporto massimo tra dotazione e garanzie emesse? È una questione di credibilità. Se il fondo è molto bravo a selezionare le imprese a cui presta, allora può permettersi di operare con una «leva» anche sensibile. Se invece la qualità media delle Pmi garantite è scarsa o peggiora per effetto di una crisi, allora il fondo è meno credibile e il suo intervento è meno efficace.Dire che gli 1,3 miliardi di mezzi freschi promessi dal governo al fondo di garanzia «genereranno» nuove erogazioni per 70 miliardi significa ritenere che il fondo possa operare con una leva consistente. Ammettendo che i 70 miliardi siano garantiti dal fondo solo al 60%, fanno 42 miliardi di garanzie, cioè 32 euro di garanzie per ogni euro di mezzi freschi. Non pochi (...).È poi interessante osservare che, se sui 70 miliardi di nuovi crediti si verificasse un tasso di sofferenza pari a quello medio registrato in Italia a fine 2008 (2%), le nuove sofferenze finirebbero col mangiarsi, in un anno, l'intero aumento del fondo di dotazione. La leva adottata dal fondo dev'essere dunque credibile e sostenibile, ma vi è dell'altro. L'effetto del fondo appare incerto anche in termini di requisiti patrimoniali.Se le banche potessero considerare le garanzie del fondo come garanzie di Stato, il requisito minimo obbligatorio di capitale per i relativi prestiti scenderebbe a zero. Non male, considerato che il capitale delle grandi banche è eroso dalle perdite di borsa e raccoglierne di nuovo è sempre più difficile: sarebbe un grande incentivo a usare la garanzia del fondo e a erogare credito alle Pmi. Tuttavia, se lo Stato diventa illimitatamente responsabile delle garanzie erogate dal fondo, allora queste sono, a tutti gli effetti, nuovo debito pubblico.Se invece si assimila il fondo a un'entità statale, ma senza dare la formale certezza che la Repubblica, in caso di necessità, farà fronte a eventuali perdite, allora il requisito patrimoniale nullo non sarebbe giustificato, e la Banca d'Italia non potrebbe autorizzarlo (...).Peraltro, prima di pensare a eventuali interventi dello Stato che travalichino i limiti del fondo di dotazione, resterebbe da capire esattamente come verranno reperiti gli 1,3 miliardi da seppellire nel campo dei miracoli per trasformarli in 70 miliardi di crediti alle Pmi. Al riguardo la situazione non è chiara. Una possibilità è addirittura che una parte venga versata dalle banche, in particolare da quelle istituzioni creditizie che, nel prossimo futuro, richiederanno allo Stato di essere finanziate con i Tremonti bond. Dunque proprio a quelle banche che, per definizione, non se la passano benissimo verrà richiesto un obolo per finanziare un fondo che a sua volta, attraverso le garanzie, sosterrà le banche. Un vortice di soldi di carta da fare invidia a Bernie Madoff. Monetine, però, poche.Andrea Restiwww.lavoce.info


Rita Levi Montalcini tocca i cent’anni «Per le donne la strada resta in salita» di CRISTINA SERRA

Alla soglia del suo “primo secolo di vita” il Nobel Rita Levi Montalcini continua il suo impegno nel sociale e nella ricerca, e lotta per dar voce a donne senza voce. A leggere le (sparse) rughe che le solcano il volto verrebbe da pensare che la sua sia stata un’esistenza tranquilla, giocata di rimbalzo all’ombra di chi, scienziato come lei, sgomitava per attirare su di sé le luci della ribalta. Invece, arrivata a cent’anni, Rita Levi Montalcini non ha affatto l’aspetto di una donna che guarda la vita dall’angolo dei ricordi. Piuttosto, sembra una persona che la vita se la deve ancora giocare. Sarà per l’instancabile ginnastica cui sottopone il suo cervello o forse per un gradito, quanto meritato, dono di Natura; fatto sta che i suoi cent’anni glieli devi indovinare con un po’ di fantasia.Nata il 22 aprile 1909 assieme alla gemella Paola, apprezzata pittrice scomparsa nel 2000, Rita è sempre stata, delle due, quella con il carattere più grintoso, cosa che le è stata d’aiuto nei momenti duri della sua esistenza. «Nel mio passato ci sono senz’altro alcuni momenti difficili - dice perentoria quando le chiedo di tracciare un bilancio della sua carriera di donna-scienziato - ma in genere preferisco parlare del futuro, non di ciò che è ormai lontano». Lo faremo noi per lei, ricordando come la sua storia pubblica abbia avuto inizio, di fatto, negli anni Quaranta del secolo scorso: anni in cui era già duro essere donna, ancor più duro fare la scienziata. Costretta dalle leggi razziali del fascismo a rifugiarsi all’estero (in Belgio, nel 1938), Rita Levi Montalcini svolse le sue prime ricerche sul sistema nervoso in un laboratorio improvvisato, in camera da letto. Rientrata in Italia continuò a lavorare con mezzi di fortuna prima di trasferirsi, nel 1947, alla Washington University degli Stati Uniti, iniziando a percorrere quel cammino di intuizioni e scoperte che l’avrebbe portata a caratterizzare il fattore di crescita nervoso (Ngf), e di lì all’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina nel 1986. Professoressa Montalcini, quando ha intrapreso la carriera di scienziata aveva già degli obiettivi, una meta specifica o un’idea di come avrebbe potuto essere il suo percorso di ricerca?«A essere sinceri da giovane non intendevo fare la neuroscienziata. Da adolescente aspiravo piuttosto ad aiutare concretamente i più deboli tanto che avrei desiderato poter andare in Africa a curare i lebbrosi. Purtroppo la situazione politica dell’epoca ha fatto sì che il mio sogno non si sia mai realizzato. Forse è stato questo a far emergere la passione per le neuroscienze, assieme al fatto che ho avuto la fortuna di lavorare accanto a un eccezionale istologo e persona carissima, Giuseppe Levi, che mi ha guidata alla scoperta del sistema nervoso. Assieme a lui abbiamo sviluppato e successivamente perfezionato la tecnica che permette di coltivare in laboratorio cellule nervose, introducendola in Italia dove nessuno ancora la utilizzava».Dev’essere stato difficile riuscire a ritagliarsi un posto al sole in un’epoca in cui la scienza, forse più di oggi, era territorio di colleghi maschi...«Al contrario, non ho mai avuto difficoltà a lavorare con scienziati di sesso maschile, anzi ho molti ricordi legati a colleghi con cui ho avuto discussioni produttive e stimolanti: Stanley Cohen, Piero Angeletti e molti altri. Ho anche avuto il privilegio di incontrare, nel tempo, collaboratori eccellenti assai più giovani, per cui posso ben dire che molti dei miei studi sono il frutto di queste sinergie intellettuali».I suoi studi sull’Ngf rappresentano la base su cui poggiano tutt’ora le ricerche sul sistema nervoso sano e sulle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson. C’è qualche scoperta recente che non sarebbe stata possibile senza gli studi che lei ha compiuto per quasi sessant’anni?«L’aver capito che l’Ngf è un fattore chimico essenziale per lo sviluppo normale del sistema nervoso si è rivelato fondamentale. E ciò ha permesso in tempi recenti, grazie anche alle moderne tecniche di biologia molecolare, di approfondire il suo ruolo nelle malattie neurodegenerative. Due gruppi italiani, guidati da Pietro Calissano al Cnr e da Antonino Cattaneo all’Ebri, hanno dimostrato che in presenza di particolari difetti nel funzionamento dell’NGF si attiva un programma specifico di degenerazione neuronale, che è tipico dell’Alzheimer e che porta all’attivazione patologica di alcune proteine come la Beta-amiloide, il principale responsabile dell’Alzheimer».Dopo anni di ricerche in laboratorio lei si è impegnata nel sociale, istituendo assieme a sua sorella Paola la Fondazione Levi-Montalcini Onlus (1992) che, ad oggi, ha rilasciato ben 6500 borse di studio per promuovere la formazione e l’educazione di giovani donne. Perché questa scelta così specifica?«La Fondazione è stata creata anche per ricordare nostro padre, che non ha mai visto con particolare favore la mia decisione di dedicarmi alla ricerca piuttosto che mettere su famiglia. Accanto a ciò, tuttavia, c’è una motivazione ben precisa. Sono convinta che negare il diritto all’istruzione, in particolare a chi è di sesso femminile, rappresenti un grave torto nei confronti delle singole persone e un grave pericolo per la società in cui queste persone vivono. È sotto gli occhi di tutti il disequilibrio derivante dal fatto che l’accesso alle cariche e alle posizioni che contano è sbilanciato in favore del sesso maschile. Caratteristiche femminili quali la capacità di moderare i dissidi, di intervenire fattivamente in situazioni a rischio o critiche e la naturale tendenza a trovare punti di incontro, piuttosto che di scontro, andrebbero valorizzate, tanto più in un’epoca come la nostra dove valori che un tempo erano stabilizzanti per l’intera società vengono oggi calpestati e negati. L’istruzione potrebbe fare la differenza per molte donne. E di conseguenza per le comunità in cui vivono».Nel 2002 lei ha fondato l’Ebri (Istituto Europeo di Ricerche sul Cervello) di cui ora è presidente. Con quale obiettivo?«Credo che gli studi sul cervello rappresentino la via per capire la natura di malattie che diventeranno sempre più diffuse, in un futuro non lontano. E l’Ebri, con i suoi giovani ed entusiasti ricercatori, è impegnato a tempo pieno a coniugare la ricerca di base con nuove strategie di tipo terapeutico. Oggi disponiamo di tecnologie ad alta processività, che si integrano a vicenda e che possono affrontare una malattia da angolature diverse. Sfruttando le attuali conoscenze sui geni e sulle loro proteine – cioè genomica e proteomica – e integrandole con una visione più ampia degli organismi viventi, improntata sul funzionamento del sistema nervoso (quella che viene chiamata la systems neuroscience), riusciremo a tracciare un quadro sempre più preciso dell’organo più affascinante del corpo umano, il cervello».Che cosa pensa di sé, arrivata alla soglia dei cent’anni?«Mi sento molto bene, anche se so che la fine non è lontana; ma è giusto che sia così, perché è nell’ordine delle cose lasciare il posto a chi è più giovane e possiede energie ancora fresche. Tuttavia mi sento in forze. E ho intenzione di continuare le mie attività per i mesi a venire».


A Trieste uno stupratore della Caffarella
Romeno preso a Fernetti: fuggiva. Incastrato dal Dna e riconosciuto dalla vittima

TRIESTE Preso a Trieste uno degli stupratori del Parco della Caffarella. Si chiama Oltean Gravrila, 27 anni, maniscalco di nazionalità romena. Da mercoledì «il moro», così è soprannominato, è rinchiuso nel carcere del Coroneo. Lo hanno arrestato i carabinieri di Basovizza nel corso di un controllo vicino al valico di Fernetti. Stava fuggendo in Romania. Ieri Oltean Gravila è stato riconosciuto dalla ragazzina romana vittima della violenza sessuale di cui parla da quasi un mese tutta l’Italia. E l’esame del Dna effettuato in cella dagli agenti della Squadra mobile di Roma, ha dato esito positivo. L’altro arrestato per lo stupro, Alexandru Jean Ionut, 18 anni, pure romeno, era già detenuto nel carcere di Roma per una rapina.


Ubriaco, tampona e passa il volante alla moglie: indagati di CLAUDIO ERNÈ

Dal posto di guida il marito si è spostato su quello del passeggero. E la moglie, che gli stava accanto, ha compiuto il percorso inverso e ha impugnato il volante.Questo banale scambio di ruoli all’interno di una vettura, accaduto qualche sera fa all’estrema periferia della città, ha messo nei guai con la legge due coniugi triestini. I loro nomi sono iscritti sul registro degli indagati della Procura della Repubblica e la donna rischia pesantemente: in astratto anche più di due anni di carcere.Il fatto è che lo scambio di ruoli è avvenuto subito dopo che il marito, dopo aver alzato abbondantemente il gomito, aveva tamponato con violenza la vettura che lo precedeva. Vista la malaparata e la severità delle legge che inibisce l’uso del volante agli ubriachi, l’uomo ha cercato una scappatoia. Ha ingranato la retromarcia, è indietreggiato di una quarantina di metri verso una zona poco illuminata. Lì è avvenuto lo scambio. La moglie non aveva assaggiato nemmeno un sorso di vino e nelle previsioni del marito avrebbe superato senza danni l’inevitabile prova del ”palloncino” dopo avere ammesso la propria responsabilità nell’incidente. Al risarcimento del danno avrebbe pensato l’assicurazione.Solo che all’automobilista tamponato non sono sfuggite le contorsioni ginniche svoltesi all’interno della vettura investitrice. Quando gli uomini in divisa sono arrivati sul posto dell’incidente, il danneggiato ha spifferato tutto. Amore della verità? Rabbia per il contrattempo? Volontà punitiva?«Era lui che guidava, non lei. Ho visto che si sono scambiati di posto». La resistenza della donna a questa accusa è stata tanto appassionata quanto inutile. Lei si era scambiata di posto «per amore», ma il marito poco dopo ha dovuto soffiare nell’apparecchio: l’indice si è fermato molto in alto, ed è emerso un tasso alcolico di gran lunga superiore al limite di 0,5 grammi per litro di sangue. Ubriaco.L’auto è stata posta sotto sequestro e con grande probabilità sarà confiscata a beneficio dello Stato come accade in tutti i casi in cui il tasso alcolico di un automobilista è superiore ad 1,5. Il nome del marito è finito sul registro della Procura per guida in stato di ebbrezza, mentre la moglie rischia, come abbiamo detto, in astratto alcuni anni di carcere.Il pm Federico Frezza ha aperto un fascicolo. Due sono le possibilità: i giudici dovranno decidere se si tratta di un caso di favoreggiamento aggravato per aiutare il marito a eludere le indagini; o se al contrario può esser ipotizzata una più grave falsa dichiarazione all’autorità giudiziaria. Gli avvocati sono già all’opera ma al momento non sembrano esistere, almeno a Trieste, casi analoghi ai quali potersi rifare.


Quarti di Uefa, l’Udinese pesca il Werder Brema: ha eliminato il Milan

Il 3 maggio la Bavisela Il 1° una biciclettata sul percorso del Giro

Unione quasi al completo Oggi con il Parma è vietato perdere

DIVIDENDO IN CONTANTI E AZIONI PER 0,62 EURO
Generali, utile a picco: -70, 5 per cento

TRIESTE Le Generali si sentono «in una posizione forte per affrontare tempi difficili». Il gruppo triestino rivendica, nonostante la «peggiore crisi dalla Seconda guerra mondiale», una solidità patrimoniale «fra le più robuste del settore». Il cda ha approvato a Venezia i conti del gruppo. Generali ha registrato nel 2008 un utile di 861 milioni di euro, rispetto ai 2,92 miliardi dello scorso anno (-70,5%), in linea con le previsioni. Utile parte in contanti e parte in azioni per 0,67 euro (0,9 nel 2007). Nel comitato esecutivo entra il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone.

Il porto di Trieste arranca: traffici a -13,4%

Il caso
Lei rischia 2 anni per auto-calunnia

Scienza
Intervista al Nobel per la Medicina