"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

SFUEI DAL FRIÛL LIBAR. ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 11.46 DI MERCOLEDI' 15 APRILE.

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venerdì 10 aprile 2009

CNA FORMA ESPERTI DEL FOTOVOLTAICO - CORSO A UDINE A MAGGIO


FORMARE ESPERTI DEL FOTOVOLTAICO
Un percorso formativo per gli artigiani su come installare e effettuare la manutenzione di un impianto fotovoltaico

Sono sempre più richiesti, in un’edilizia orientata verso il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili, gli artigiani competenti e specializzati nel settore del fotovoltaico. CNA Udine, il 12 e 13 maggio, organizza a Udine un percorso formativo ad hoc per la formazione di “esperti” nell’installazione e nella manutenzione dei pannelli fotovoltaici.. Il corso fornirà ai partecipanti (adesioni entro il 6 maggio) una conoscenza approfondita su aspetti tecnici e normativi; avrà una durata totale di 6 ore suddivise in due sessioni e si svolgerà dalle ore 17 alle ore 20 nella sede di via Verona 28/1. Ai corsisti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Durante la prima giornata, dopo un’introduzione generale sulle fonti rinnovabili, si affronteranno gli aspetti tecnici e normativi del fotovoltaico (radiazione solare e l’effetto fotovoltaico, componenti dell’impianto fotovoltaico, collegamenti, criteri di progettazione, ecc.); la seconda giornata tratterà di classificazione (tipologie di impianti fotovoltaici, impianti connessi in rete e non, impianti fissi o ad inseguimento), ed incentivazione (conto energia, contributo in conto capitale, detrazione fiscale, premio energia). A chiusura corso seguiranno delle esercitazioni, con esempi di progettazione e realizzazione di impianti con potenza nominale 3, 20, 75 kWp, e di un impianto fotovoltaico per accedere al premio del Conto Energia.
Informazioni presso segreteria organizzativa: CNA Udine - tel.0432/616916.

CNA FORMA ESPERTI DEL FOTOVOLTAICO - CORSO A UDINE A MAGGIO


FORMARE ESPERTI DEL FOTOVOLTAICO
Un percorso formativo per gli artigiani su come installare e effettuare la manutenzione di un impianto fotovoltaico

Sono sempre più richiesti, in un’edilizia orientata verso il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili, gli artigiani competenti e specializzati nel settore del fotovoltaico. CNA Udine, il 12 e 13 maggio, organizza a Udine un percorso formativo ad hoc per la formazione di “esperti” nell’installazione e nella manutenzione dei pannelli fotovoltaici.. Il corso fornirà ai partecipanti (adesioni entro il 6 maggio) una conoscenza approfondita su aspetti tecnici e normativi; avrà una durata totale di 6 ore suddivise in due sessioni e si svolgerà dalle ore 17 alle ore 20 nella sede di via Verona 28/1. Ai corsisti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Durante la prima giornata, dopo un’introduzione generale sulle fonti rinnovabili, si affronteranno gli aspetti tecnici e normativi del fotovoltaico (radiazione solare e l’effetto fotovoltaico, componenti dell’impianto fotovoltaico, collegamenti, criteri di progettazione, ecc.); la seconda giornata tratterà di classificazione (tipologie di impianti fotovoltaici, impianti connessi in rete e non, impianti fissi o ad inseguimento), ed incentivazione (conto energia, contributo in conto capitale, detrazione fiscale, premio energia). A chiusura corso seguiranno delle esercitazioni, con esempi di progettazione e realizzazione di impianti con potenza nominale 3, 20, 75 kWp, e di un impianto fotovoltaico per accedere al premio del Conto Energia.
Informazioni presso segreteria organizzativa: CNA Udine - tel.0432/616916.

CNA FORMA ESPERTI DEL FOTOVOLTAICO - CORSO A UDINE A MAGGIO


FORMARE ESPERTI DEL FOTOVOLTAICO
Un percorso formativo per gli artigiani su come installare e effettuare la manutenzione di un impianto fotovoltaico

Sono sempre più richiesti, in un’edilizia orientata verso il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili, gli artigiani competenti e specializzati nel settore del fotovoltaico. CNA Udine, il 12 e 13 maggio, organizza a Udine un percorso formativo ad hoc per la formazione di “esperti” nell’installazione e nella manutenzione dei pannelli fotovoltaici.. Il corso fornirà ai partecipanti (adesioni entro il 6 maggio) una conoscenza approfondita su aspetti tecnici e normativi; avrà una durata totale di 6 ore suddivise in due sessioni e si svolgerà dalle ore 17 alle ore 20 nella sede di via Verona 28/1. Ai corsisti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Durante la prima giornata, dopo un’introduzione generale sulle fonti rinnovabili, si affronteranno gli aspetti tecnici e normativi del fotovoltaico (radiazione solare e l’effetto fotovoltaico, componenti dell’impianto fotovoltaico, collegamenti, criteri di progettazione, ecc.); la seconda giornata tratterà di classificazione (tipologie di impianti fotovoltaici, impianti connessi in rete e non, impianti fissi o ad inseguimento), ed incentivazione (conto energia, contributo in conto capitale, detrazione fiscale, premio energia). A chiusura corso seguiranno delle esercitazioni, con esempi di progettazione e realizzazione di impianti con potenza nominale 3, 20, 75 kWp, e di un impianto fotovoltaico per accedere al premio del Conto Energia.
Informazioni presso segreteria organizzativa: CNA Udine - tel.0432/616916.

14 APRILE, PARTE MISSIONE UNIVERSITA' DI UDINE IN ABRUZZO


Martedì 14 luglio al via la missione dell’Università friulana
ABRUZZO: PARTE IL PRIMO TEAM DI ESPERTI
DELL’ATENEO DI UDINE NELLE ZONE TERREMOTATE
Verificheranno l’agibilità di scuole ed edifici pubblici

Udine, 10 aprile 2009 – Partirà martedì 14 aprile alle 4 alla volta dell’Abruzzo la prima delle due squadre di esperti attivate dall’Università di Udine per intervenire, in collaborazione con la Protezione civile, nelle zone colpite dal sisma. Il primo a recarsi sul posto sarà il gruppo di ingegneri strutturisti del dipartimento di Ingegneria civile e architettura coordinato dal professor Gaetano Russo. Il loro compito sarà quello di verificare l’agibilità delle costruzioni, in particolare scuole ed edifici pubblici, a L’Aquila e provincia.
Il team di Russo fa parte del consorzio interuniversitario ReLUIS (Rete di laboratori universitari in ingegneria sismica) già al lavoro nelle zone disastrate e chiamato a collaborare presso l’Unità di crisi del dipartimento della Protezione civile nazionale. «Gli ingegneri strutturisti del nostro Ateneo e i colleghi della rete ReLUIS – sottolinea Gaetano Russo – hanno il delicato compito di effettuare la verifica di stabilità delle costruzioni, in particolare delle scuole, assumendosi in proprio la responsabilità di dichiarare agibile o meno l’edificio ispezionato».
Il primo gruppo che partirà per L’Aquila è composto dai docenti, dottorandi e collaboratori di ricerca Stefano Sorace, Elena Frattolin, Andrea Cortesia, Denis Mitri e Raffaele Venir. Ad essi daranno il cambio nei prossimi giorni altri docenti ed esperti del dipartimento, fra i quali Gaetano Russo, Alessandra Gubana, Paolo Angeli e Fabio Fadi.
La seconda squadra di esperti predisposta dall’Ateneo friulano è pronta a partire non appena la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia richiederà il suo intervento. Il gruppo, un decina di docenti e tecnici del dipartimento di Georisorse e territorio coordinati da Stefano Grimaz, fa parte del progetto “Assess” di valutazione del rischio sismico finanziato dalla Direzione regionale della Protezione civile e coordinato dall’Università udinese.

14 APRILE, PARTE MISSIONE UNIVERSITA' DI UDINE IN ABRUZZO


Martedì 14 luglio al via la missione dell’Università friulana
ABRUZZO: PARTE IL PRIMO TEAM DI ESPERTI
DELL’ATENEO DI UDINE NELLE ZONE TERREMOTATE
Verificheranno l’agibilità di scuole ed edifici pubblici

Udine, 10 aprile 2009 – Partirà martedì 14 aprile alle 4 alla volta dell’Abruzzo la prima delle due squadre di esperti attivate dall’Università di Udine per intervenire, in collaborazione con la Protezione civile, nelle zone colpite dal sisma. Il primo a recarsi sul posto sarà il gruppo di ingegneri strutturisti del dipartimento di Ingegneria civile e architettura coordinato dal professor Gaetano Russo. Il loro compito sarà quello di verificare l’agibilità delle costruzioni, in particolare scuole ed edifici pubblici, a L’Aquila e provincia.
Il team di Russo fa parte del consorzio interuniversitario ReLUIS (Rete di laboratori universitari in ingegneria sismica) già al lavoro nelle zone disastrate e chiamato a collaborare presso l’Unità di crisi del dipartimento della Protezione civile nazionale. «Gli ingegneri strutturisti del nostro Ateneo e i colleghi della rete ReLUIS – sottolinea Gaetano Russo – hanno il delicato compito di effettuare la verifica di stabilità delle costruzioni, in particolare delle scuole, assumendosi in proprio la responsabilità di dichiarare agibile o meno l’edificio ispezionato».
Il primo gruppo che partirà per L’Aquila è composto dai docenti, dottorandi e collaboratori di ricerca Stefano Sorace, Elena Frattolin, Andrea Cortesia, Denis Mitri e Raffaele Venir. Ad essi daranno il cambio nei prossimi giorni altri docenti ed esperti del dipartimento, fra i quali Gaetano Russo, Alessandra Gubana, Paolo Angeli e Fabio Fadi.
La seconda squadra di esperti predisposta dall’Ateneo friulano è pronta a partire non appena la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia richiederà il suo intervento. Il gruppo, un decina di docenti e tecnici del dipartimento di Georisorse e territorio coordinati da Stefano Grimaz, fa parte del progetto “Assess” di valutazione del rischio sismico finanziato dalla Direzione regionale della Protezione civile e coordinato dall’Università udinese.

14 APRILE, PARTE MISSIONE UNIVERSITA' DI UDINE IN ABRUZZO


Martedì 14 luglio al via la missione dell’Università friulana
ABRUZZO: PARTE IL PRIMO TEAM DI ESPERTI
DELL’ATENEO DI UDINE NELLE ZONE TERREMOTATE
Verificheranno l’agibilità di scuole ed edifici pubblici

Udine, 10 aprile 2009 – Partirà martedì 14 aprile alle 4 alla volta dell’Abruzzo la prima delle due squadre di esperti attivate dall’Università di Udine per intervenire, in collaborazione con la Protezione civile, nelle zone colpite dal sisma. Il primo a recarsi sul posto sarà il gruppo di ingegneri strutturisti del dipartimento di Ingegneria civile e architettura coordinato dal professor Gaetano Russo. Il loro compito sarà quello di verificare l’agibilità delle costruzioni, in particolare scuole ed edifici pubblici, a L’Aquila e provincia.
Il team di Russo fa parte del consorzio interuniversitario ReLUIS (Rete di laboratori universitari in ingegneria sismica) già al lavoro nelle zone disastrate e chiamato a collaborare presso l’Unità di crisi del dipartimento della Protezione civile nazionale. «Gli ingegneri strutturisti del nostro Ateneo e i colleghi della rete ReLUIS – sottolinea Gaetano Russo – hanno il delicato compito di effettuare la verifica di stabilità delle costruzioni, in particolare delle scuole, assumendosi in proprio la responsabilità di dichiarare agibile o meno l’edificio ispezionato».
Il primo gruppo che partirà per L’Aquila è composto dai docenti, dottorandi e collaboratori di ricerca Stefano Sorace, Elena Frattolin, Andrea Cortesia, Denis Mitri e Raffaele Venir. Ad essi daranno il cambio nei prossimi giorni altri docenti ed esperti del dipartimento, fra i quali Gaetano Russo, Alessandra Gubana, Paolo Angeli e Fabio Fadi.
La seconda squadra di esperti predisposta dall’Ateneo friulano è pronta a partire non appena la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia richiederà il suo intervento. Il gruppo, un decina di docenti e tecnici del dipartimento di Georisorse e territorio coordinati da Stefano Grimaz, fa parte del progetto “Assess” di valutazione del rischio sismico finanziato dalla Direzione regionale della Protezione civile e coordinato dall’Università udinese.

FESTIVAL JAZZ A GORIZIA "ERMI BOMBI"


I° FESTIVAL INTERNAZIONALE ERMI BOMBI
Gorizia, 7 – 12 maggio 2009
DALLE CENERI DI GORIZIA JAZZ NASCE A GORIZIA
IL PRIMO, VERO FESTIVAL JAZZ “ERMI BOMBI” IN PROGRAMMA A GORIZIA DAL 7 AL 12 MAGGIO, DEDICATO AL GRANDE PIANISTA JAZZ GORIZIANO ERMI BOMBI.
APERTURA MERCOLEDI’ 7 MAGGIO CON L' OMAGGIO AL MITICO LELIO LUTTAZZI, CHE INAUGURERA’ QUESTA STRAORDINARIA RASSEGNA INSIEME A UN ALTRO GRANDE DELLA NOSTRA REGIONE, GLAUCO VENIER

Tra il 1945 e il 1947 l’esercito Usa fece conoscere ai goriziani un genere musicale travolgente e gioioso, lo swing, ancora poco conosciuto nel nostro Paese. Il jazz e le note delle grandi orchestre di allora, quelle dello swing e dei classici divenuti evergreen, echeggiavano nei locali della città e attraverso le trasmissioni della stazione radio allestita dall’esercito americano.
Tra i musicisti statunitensi che animavano i programmi musicali dell’emittente, con memorabili concerti in presa diretta, soprattutto un artista ‘locale’ trovava posto nelle grandi ensamble d’oltre oceano. Era Erminio “Ermi” Bombi, pianista e interprete jazz dalla tecnica raffinata, autentico e straordinario autodidatta,.
Nesseuno è profeta in patria: forse per questo ma anche per una sua naturale propensione all'understatement questo artista è rimasto sconosciuto a molti. Ma chi ne sente le esecuzioni resta ammaliato dalla sua innata, lunare musicalità. Rimase a Gorizia, nonostante le tante offerte che gli piovvero dalle grandi etichette del jazz negli Stati Uniti. Il Festival sarà anche l'occasione per la presentazione, finalmente ufficiale, dell’unico Cd delle esecuzioni di Ermi Bombi, tratto da un’incisione del 1978: il Comune di Gorizia, dopo un attento lavoro di ‘pulitura’ e masterizzazione di quella registrazione, presenterà questa preziosa testimonianza di piano solo, un vero regalo per tutti gli appassionati e per il pubblico del festival.
E proprio al ricordo di questo protagonista di quella stupenda stagione musicale del secondo dopoguerra, il Comune di Gorizia attraverso l'assessorato al Parco Culturale ha voluto intitolare la rassegna jazz Goriziana “Festival internazionale jazz Ermi Bombi”. La prima edizione della rassegna, in programma dal 7 al 12 maggio prossimi nella cornice del Teatro comunale Giuseppe Verdi, sarà dedicata allo swing degli anni ’40, il genere musicale che si è imposto n tutto il mondo soprattutto grazie alla grande popolarità delle orchestre e a straordinari musicisti come Benny Goodman e Artie Shaw.
Di tutto rilievo il programma del festival che riserverà al pubblico regionale, e non solo, presenze d’eccezione e interpreti che hanno infuocato i teatri e il pubblico di tutto il mondo. “saranno sei giorni ricchi di sorprese di livello mondiale” – assicura l'assessore Antonio Devetag , che ha stilato il programma anche con l'aiuto dei direttori artistici del Mittefest, di cui è presidente- “grandissimi nomi e spettacolo assicurato, ma anche grande jazz nei ristoranti e nei locali di Gorizia, in abbinamento alla mostra sui costumi dei grandi film organizzata dalla Provincia e di quella sugli Annni'50 della fondazione Carigo.”
La serata d’apertura sarà inaugurata da Lelio Luttazzi. Musicista, compositore, autore, direttore d’orchestra, attore, presentatore televisivo: una carriera che non ha bisogno di presentazioni quella di Luttazzi, una vita all’insegna della grande musica che il festival Goriziano vuole omaggiare ricordando soprattutto i suoi esordi come grande autore e interprete swing degli anni ’40 e ’50. Luttazzi sarà affiancato da Glauco Venier – candidato al Grammy Awards 2009 - e il suo magnifico gruppo che eseguirà, tra l'altro, la sua composizione “Gorizia”. Dopo questo atteso evento di apertura il festival presenterà un susseguirsi di protagonista davvero d’eccezione, basti citare, tra tutti, quello che è ritenuto il più grande fiisarmonicista jazz di tutti i tempi, Richard Galliano. Ma il programma del festival sarà presentato alla stampa nel corso della prossima settimana rivelando così i contorni di una manifestazione all’insegna dei grandi nomi della scena internazionale, che si avvarrà anche di sponsor d'eccezione.

FESTIVAL JAZZ A GORIZIA "ERMI BOMBI"


I° FESTIVAL INTERNAZIONALE ERMI BOMBI
Gorizia, 7 – 12 maggio 2009
DALLE CENERI DI GORIZIA JAZZ NASCE A GORIZIA
IL PRIMO, VERO FESTIVAL JAZZ “ERMI BOMBI” IN PROGRAMMA A GORIZIA DAL 7 AL 12 MAGGIO, DEDICATO AL GRANDE PIANISTA JAZZ GORIZIANO ERMI BOMBI.
APERTURA MERCOLEDI’ 7 MAGGIO CON L' OMAGGIO AL MITICO LELIO LUTTAZZI, CHE INAUGURERA’ QUESTA STRAORDINARIA RASSEGNA INSIEME A UN ALTRO GRANDE DELLA NOSTRA REGIONE, GLAUCO VENIER

Tra il 1945 e il 1947 l’esercito Usa fece conoscere ai goriziani un genere musicale travolgente e gioioso, lo swing, ancora poco conosciuto nel nostro Paese. Il jazz e le note delle grandi orchestre di allora, quelle dello swing e dei classici divenuti evergreen, echeggiavano nei locali della città e attraverso le trasmissioni della stazione radio allestita dall’esercito americano.
Tra i musicisti statunitensi che animavano i programmi musicali dell’emittente, con memorabili concerti in presa diretta, soprattutto un artista ‘locale’ trovava posto nelle grandi ensamble d’oltre oceano. Era Erminio “Ermi” Bombi, pianista e interprete jazz dalla tecnica raffinata, autentico e straordinario autodidatta,.
Nesseuno è profeta in patria: forse per questo ma anche per una sua naturale propensione all'understatement questo artista è rimasto sconosciuto a molti. Ma chi ne sente le esecuzioni resta ammaliato dalla sua innata, lunare musicalità. Rimase a Gorizia, nonostante le tante offerte che gli piovvero dalle grandi etichette del jazz negli Stati Uniti. Il Festival sarà anche l'occasione per la presentazione, finalmente ufficiale, dell’unico Cd delle esecuzioni di Ermi Bombi, tratto da un’incisione del 1978: il Comune di Gorizia, dopo un attento lavoro di ‘pulitura’ e masterizzazione di quella registrazione, presenterà questa preziosa testimonianza di piano solo, un vero regalo per tutti gli appassionati e per il pubblico del festival.
E proprio al ricordo di questo protagonista di quella stupenda stagione musicale del secondo dopoguerra, il Comune di Gorizia attraverso l'assessorato al Parco Culturale ha voluto intitolare la rassegna jazz Goriziana “Festival internazionale jazz Ermi Bombi”. La prima edizione della rassegna, in programma dal 7 al 12 maggio prossimi nella cornice del Teatro comunale Giuseppe Verdi, sarà dedicata allo swing degli anni ’40, il genere musicale che si è imposto n tutto il mondo soprattutto grazie alla grande popolarità delle orchestre e a straordinari musicisti come Benny Goodman e Artie Shaw.
Di tutto rilievo il programma del festival che riserverà al pubblico regionale, e non solo, presenze d’eccezione e interpreti che hanno infuocato i teatri e il pubblico di tutto il mondo. “saranno sei giorni ricchi di sorprese di livello mondiale” – assicura l'assessore Antonio Devetag , che ha stilato il programma anche con l'aiuto dei direttori artistici del Mittefest, di cui è presidente- “grandissimi nomi e spettacolo assicurato, ma anche grande jazz nei ristoranti e nei locali di Gorizia, in abbinamento alla mostra sui costumi dei grandi film organizzata dalla Provincia e di quella sugli Annni'50 della fondazione Carigo.”
La serata d’apertura sarà inaugurata da Lelio Luttazzi. Musicista, compositore, autore, direttore d’orchestra, attore, presentatore televisivo: una carriera che non ha bisogno di presentazioni quella di Luttazzi, una vita all’insegna della grande musica che il festival Goriziano vuole omaggiare ricordando soprattutto i suoi esordi come grande autore e interprete swing degli anni ’40 e ’50. Luttazzi sarà affiancato da Glauco Venier – candidato al Grammy Awards 2009 - e il suo magnifico gruppo che eseguirà, tra l'altro, la sua composizione “Gorizia”. Dopo questo atteso evento di apertura il festival presenterà un susseguirsi di protagonista davvero d’eccezione, basti citare, tra tutti, quello che è ritenuto il più grande fiisarmonicista jazz di tutti i tempi, Richard Galliano. Ma il programma del festival sarà presentato alla stampa nel corso della prossima settimana rivelando così i contorni di una manifestazione all’insegna dei grandi nomi della scena internazionale, che si avvarrà anche di sponsor d'eccezione.

FESTIVAL JAZZ A GORIZIA "ERMI BOMBI"


I° FESTIVAL INTERNAZIONALE ERMI BOMBI
Gorizia, 7 – 12 maggio 2009
DALLE CENERI DI GORIZIA JAZZ NASCE A GORIZIA
IL PRIMO, VERO FESTIVAL JAZZ “ERMI BOMBI” IN PROGRAMMA A GORIZIA DAL 7 AL 12 MAGGIO, DEDICATO AL GRANDE PIANISTA JAZZ GORIZIANO ERMI BOMBI.
APERTURA MERCOLEDI’ 7 MAGGIO CON L' OMAGGIO AL MITICO LELIO LUTTAZZI, CHE INAUGURERA’ QUESTA STRAORDINARIA RASSEGNA INSIEME A UN ALTRO GRANDE DELLA NOSTRA REGIONE, GLAUCO VENIER

Tra il 1945 e il 1947 l’esercito Usa fece conoscere ai goriziani un genere musicale travolgente e gioioso, lo swing, ancora poco conosciuto nel nostro Paese. Il jazz e le note delle grandi orchestre di allora, quelle dello swing e dei classici divenuti evergreen, echeggiavano nei locali della città e attraverso le trasmissioni della stazione radio allestita dall’esercito americano.
Tra i musicisti statunitensi che animavano i programmi musicali dell’emittente, con memorabili concerti in presa diretta, soprattutto un artista ‘locale’ trovava posto nelle grandi ensamble d’oltre oceano. Era Erminio “Ermi” Bombi, pianista e interprete jazz dalla tecnica raffinata, autentico e straordinario autodidatta,.
Nesseuno è profeta in patria: forse per questo ma anche per una sua naturale propensione all'understatement questo artista è rimasto sconosciuto a molti. Ma chi ne sente le esecuzioni resta ammaliato dalla sua innata, lunare musicalità. Rimase a Gorizia, nonostante le tante offerte che gli piovvero dalle grandi etichette del jazz negli Stati Uniti. Il Festival sarà anche l'occasione per la presentazione, finalmente ufficiale, dell’unico Cd delle esecuzioni di Ermi Bombi, tratto da un’incisione del 1978: il Comune di Gorizia, dopo un attento lavoro di ‘pulitura’ e masterizzazione di quella registrazione, presenterà questa preziosa testimonianza di piano solo, un vero regalo per tutti gli appassionati e per il pubblico del festival.
E proprio al ricordo di questo protagonista di quella stupenda stagione musicale del secondo dopoguerra, il Comune di Gorizia attraverso l'assessorato al Parco Culturale ha voluto intitolare la rassegna jazz Goriziana “Festival internazionale jazz Ermi Bombi”. La prima edizione della rassegna, in programma dal 7 al 12 maggio prossimi nella cornice del Teatro comunale Giuseppe Verdi, sarà dedicata allo swing degli anni ’40, il genere musicale che si è imposto n tutto il mondo soprattutto grazie alla grande popolarità delle orchestre e a straordinari musicisti come Benny Goodman e Artie Shaw.
Di tutto rilievo il programma del festival che riserverà al pubblico regionale, e non solo, presenze d’eccezione e interpreti che hanno infuocato i teatri e il pubblico di tutto il mondo. “saranno sei giorni ricchi di sorprese di livello mondiale” – assicura l'assessore Antonio Devetag , che ha stilato il programma anche con l'aiuto dei direttori artistici del Mittefest, di cui è presidente- “grandissimi nomi e spettacolo assicurato, ma anche grande jazz nei ristoranti e nei locali di Gorizia, in abbinamento alla mostra sui costumi dei grandi film organizzata dalla Provincia e di quella sugli Annni'50 della fondazione Carigo.”
La serata d’apertura sarà inaugurata da Lelio Luttazzi. Musicista, compositore, autore, direttore d’orchestra, attore, presentatore televisivo: una carriera che non ha bisogno di presentazioni quella di Luttazzi, una vita all’insegna della grande musica che il festival Goriziano vuole omaggiare ricordando soprattutto i suoi esordi come grande autore e interprete swing degli anni ’40 e ’50. Luttazzi sarà affiancato da Glauco Venier – candidato al Grammy Awards 2009 - e il suo magnifico gruppo che eseguirà, tra l'altro, la sua composizione “Gorizia”. Dopo questo atteso evento di apertura il festival presenterà un susseguirsi di protagonista davvero d’eccezione, basti citare, tra tutti, quello che è ritenuto il più grande fiisarmonicista jazz di tutti i tempi, Richard Galliano. Ma il programma del festival sarà presentato alla stampa nel corso della prossima settimana rivelando così i contorni di una manifestazione all’insegna dei grandi nomi della scena internazionale, che si avvarrà anche di sponsor d'eccezione.

LA IENA PIF ALL'ATENEO DI UDINE A PORDENONE



Giovedì 16 aprile alle 15 nell’aula S4 di via Prasecco
INCONTRO CON LA “IENA” PIF AL CENTRO POLIFUNZIONALE DI PORDENONE
Da “Le Iene” ed Mtv, Pierfrancesco Diliberto
incontra studenti e appassionati di produzione televisiva


Udine, 10 aprile 2009 – Incontro con la “iena” per gli studenti dell’ateneo di Udine a Pordenone. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, autore televisivo e volto noto dei programmi televisivi “Le Iene” (Italia 1) e “Il testimone” (Mtv), sarà al Centro polifunzionale di Pordenone giovedì 16 aprile alle 15, nell’aula S4 di via Prasecco 3/a. L’appuntamento, aperto a tutti gli interessati, è rivolto in particolare agli studenti e agli appassionati di produzione televisiva. Sarà condotto da Marco Rossitti, docente di storia e tecnica del cinema all’ateneo friulano e direttore artistico de “Le Voci dell’inchiesta”, manifestazione promossa dal 16 al 19 aprile da Cinemazero assieme all’università di Udine e di cui l’incontro con Pif costituisce uno degli eventi di apertura.
«Sarà possibile – anticipa Rossitti – capire chi è Pif, come lavora e soprattutto come realizza quelle sue inchieste televisive ironiche e scanzonate, che non per questo sono meno profonde». Pierfrancesco Diliberto, trentaseienne di origine palermitana, dal 2000 è nel team de “Le Iene”, prima come autore e poi come inviato. Nel 2007 diventa vj per il canale Mtv, su cui inizia a condurre “Il testimone”, programma che si propone di raccontare il mondo e le realtà nascosti dando voce a storie che spieghino la realtà italiana.
Dopo aver frequentato a Londra corsi di media practice, Diliberto inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo nel 1998, quando è al fianco di Franco Zeffirelli sul set di “Un tè con Mussolini”. Due anni dopo è assistente di Marco Tullio Giordana ne “I cento passi”. Sempre nel 2000 diventa autore televisivo vincendo un concorso di Mediaset, cui poco dopo segue il ruolo di autore di “Candid and video show” su Italia 1.

LA IENA PIF ALL'ATENEO DI UDINE A PORDENONE



Giovedì 16 aprile alle 15 nell’aula S4 di via Prasecco
INCONTRO CON LA “IENA” PIF AL CENTRO POLIFUNZIONALE DI PORDENONE
Da “Le Iene” ed Mtv, Pierfrancesco Diliberto
incontra studenti e appassionati di produzione televisiva


Udine, 10 aprile 2009 – Incontro con la “iena” per gli studenti dell’ateneo di Udine a Pordenone. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, autore televisivo e volto noto dei programmi televisivi “Le Iene” (Italia 1) e “Il testimone” (Mtv), sarà al Centro polifunzionale di Pordenone giovedì 16 aprile alle 15, nell’aula S4 di via Prasecco 3/a. L’appuntamento, aperto a tutti gli interessati, è rivolto in particolare agli studenti e agli appassionati di produzione televisiva. Sarà condotto da Marco Rossitti, docente di storia e tecnica del cinema all’ateneo friulano e direttore artistico de “Le Voci dell’inchiesta”, manifestazione promossa dal 16 al 19 aprile da Cinemazero assieme all’università di Udine e di cui l’incontro con Pif costituisce uno degli eventi di apertura.
«Sarà possibile – anticipa Rossitti – capire chi è Pif, come lavora e soprattutto come realizza quelle sue inchieste televisive ironiche e scanzonate, che non per questo sono meno profonde». Pierfrancesco Diliberto, trentaseienne di origine palermitana, dal 2000 è nel team de “Le Iene”, prima come autore e poi come inviato. Nel 2007 diventa vj per il canale Mtv, su cui inizia a condurre “Il testimone”, programma che si propone di raccontare il mondo e le realtà nascosti dando voce a storie che spieghino la realtà italiana.
Dopo aver frequentato a Londra corsi di media practice, Diliberto inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo nel 1998, quando è al fianco di Franco Zeffirelli sul set di “Un tè con Mussolini”. Due anni dopo è assistente di Marco Tullio Giordana ne “I cento passi”. Sempre nel 2000 diventa autore televisivo vincendo un concorso di Mediaset, cui poco dopo segue il ruolo di autore di “Candid and video show” su Italia 1.

LA IENA PIF ALL'ATENEO DI UDINE A PORDENONE



Giovedì 16 aprile alle 15 nell’aula S4 di via Prasecco
INCONTRO CON LA “IENA” PIF AL CENTRO POLIFUNZIONALE DI PORDENONE
Da “Le Iene” ed Mtv, Pierfrancesco Diliberto
incontra studenti e appassionati di produzione televisiva


Udine, 10 aprile 2009 – Incontro con la “iena” per gli studenti dell’ateneo di Udine a Pordenone. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, autore televisivo e volto noto dei programmi televisivi “Le Iene” (Italia 1) e “Il testimone” (Mtv), sarà al Centro polifunzionale di Pordenone giovedì 16 aprile alle 15, nell’aula S4 di via Prasecco 3/a. L’appuntamento, aperto a tutti gli interessati, è rivolto in particolare agli studenti e agli appassionati di produzione televisiva. Sarà condotto da Marco Rossitti, docente di storia e tecnica del cinema all’ateneo friulano e direttore artistico de “Le Voci dell’inchiesta”, manifestazione promossa dal 16 al 19 aprile da Cinemazero assieme all’università di Udine e di cui l’incontro con Pif costituisce uno degli eventi di apertura.
«Sarà possibile – anticipa Rossitti – capire chi è Pif, come lavora e soprattutto come realizza quelle sue inchieste televisive ironiche e scanzonate, che non per questo sono meno profonde». Pierfrancesco Diliberto, trentaseienne di origine palermitana, dal 2000 è nel team de “Le Iene”, prima come autore e poi come inviato. Nel 2007 diventa vj per il canale Mtv, su cui inizia a condurre “Il testimone”, programma che si propone di raccontare il mondo e le realtà nascosti dando voce a storie che spieghino la realtà italiana.
Dopo aver frequentato a Londra corsi di media practice, Diliberto inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo nel 1998, quando è al fianco di Franco Zeffirelli sul set di “Un tè con Mussolini”. Due anni dopo è assistente di Marco Tullio Giordana ne “I cento passi”. Sempre nel 2000 diventa autore televisivo vincendo un concorso di Mediaset, cui poco dopo segue il ruolo di autore di “Candid and video show” su Italia 1.

ASSEGNATA BORSA DI STUDIO ANTONIO RIZZI-EDIL FRIULI


La vincitrice è la ventitreenne Giulia Tagliabue
BORSA DI STUDIO “ANTONIO RIZZI” ASSEGNATA
A STUDENTESSA DI INGEGNERIA MECCANICA
Iniziativa promossa dalla Edil Friuli in ricordo del fondatore
Pubblicato il bando 2008/2009 per due premi da 4.200 euro

Udine, 10 aprile 2009 – È Giulia Tagliabue, iscritta al corso di laurea specialistica in Ingegneria meccanica dell’università di Udine la vincitrice della borsa di studio del valore di 4.200 euro intitolata ad Antonio Rizzi, fondatore del gruppo Edil Friuli. La ventitreenne trevigiana è risultata vincitrice «essendosi distinta – spiegano i componenti della commissione giudicatrice, Carlo Nonino e Giovanni Cortella della facoltà di Ingegneria e l’ingegner Giandomenico Merlo - per il numero di esami sostenuti con eccellente profitto nell’anno accademico 2007/2008».
Il premio, promosso dalla Edil Friuli spa, è giunto alla diciottesima edizione. «Un’iniziativa pluriennale – ha sottolineato Nonino, ringraziando la famiglia Rizzi – che da sempre svolge l’importante funzione di attrarre studenti di valore verso il settore di studio dell’energetica, che sta assumendo un’importanza sempre crescente». Il premio, riservato agli studenti dei corsi di laurea specialistica in ingegneria meccanica, è da quest’anno esteso anche agli studenti del corso in Ingegneria civile dell’ateneo di Udine. «L’iniziativa – ha ricordato Massimo Rizzi – sarà assicurata nel tempo dall’Edil Friuli, perseguendo l’intento di premiare i risultati ottenuti dagli studenti più volenterosi».
In particolare, per l’anno accademico 2008/2009 l’Edil Friuli ha messo a disposizione degli studenti dell’università di Udine dei corsi di laurea specialistica in Ingegneria meccanica e civile due borse di studio del valore di 4.200 euro ciascuna. Esse saranno assegnate sulla base del merito scolastico agli studenti che presenteranno domanda entro il prossimo 15 maggio. Banco di concorso e facsimile della domanda sono reperibili on line all’indirizzo www.uniud.it alla voce “servizi studenti”, “borse e premi”.

ASSEGNATA BORSA DI STUDIO ANTONIO RIZZI-EDIL FRIULI


La vincitrice è la ventitreenne Giulia Tagliabue
BORSA DI STUDIO “ANTONIO RIZZI” ASSEGNATA
A STUDENTESSA DI INGEGNERIA MECCANICA
Iniziativa promossa dalla Edil Friuli in ricordo del fondatore
Pubblicato il bando 2008/2009 per due premi da 4.200 euro

Udine, 10 aprile 2009 – È Giulia Tagliabue, iscritta al corso di laurea specialistica in Ingegneria meccanica dell’università di Udine la vincitrice della borsa di studio del valore di 4.200 euro intitolata ad Antonio Rizzi, fondatore del gruppo Edil Friuli. La ventitreenne trevigiana è risultata vincitrice «essendosi distinta – spiegano i componenti della commissione giudicatrice, Carlo Nonino e Giovanni Cortella della facoltà di Ingegneria e l’ingegner Giandomenico Merlo - per il numero di esami sostenuti con eccellente profitto nell’anno accademico 2007/2008».
Il premio, promosso dalla Edil Friuli spa, è giunto alla diciottesima edizione. «Un’iniziativa pluriennale – ha sottolineato Nonino, ringraziando la famiglia Rizzi – che da sempre svolge l’importante funzione di attrarre studenti di valore verso il settore di studio dell’energetica, che sta assumendo un’importanza sempre crescente». Il premio, riservato agli studenti dei corsi di laurea specialistica in ingegneria meccanica, è da quest’anno esteso anche agli studenti del corso in Ingegneria civile dell’ateneo di Udine. «L’iniziativa – ha ricordato Massimo Rizzi – sarà assicurata nel tempo dall’Edil Friuli, perseguendo l’intento di premiare i risultati ottenuti dagli studenti più volenterosi».
In particolare, per l’anno accademico 2008/2009 l’Edil Friuli ha messo a disposizione degli studenti dell’università di Udine dei corsi di laurea specialistica in Ingegneria meccanica e civile due borse di studio del valore di 4.200 euro ciascuna. Esse saranno assegnate sulla base del merito scolastico agli studenti che presenteranno domanda entro il prossimo 15 maggio. Banco di concorso e facsimile della domanda sono reperibili on line all’indirizzo www.uniud.it alla voce “servizi studenti”, “borse e premi”.

ASSEGNATA BORSA DI STUDIO ANTONIO RIZZI-EDIL FRIULI


La vincitrice è la ventitreenne Giulia Tagliabue
BORSA DI STUDIO “ANTONIO RIZZI” ASSEGNATA
A STUDENTESSA DI INGEGNERIA MECCANICA
Iniziativa promossa dalla Edil Friuli in ricordo del fondatore
Pubblicato il bando 2008/2009 per due premi da 4.200 euro

Udine, 10 aprile 2009 – È Giulia Tagliabue, iscritta al corso di laurea specialistica in Ingegneria meccanica dell’università di Udine la vincitrice della borsa di studio del valore di 4.200 euro intitolata ad Antonio Rizzi, fondatore del gruppo Edil Friuli. La ventitreenne trevigiana è risultata vincitrice «essendosi distinta – spiegano i componenti della commissione giudicatrice, Carlo Nonino e Giovanni Cortella della facoltà di Ingegneria e l’ingegner Giandomenico Merlo - per il numero di esami sostenuti con eccellente profitto nell’anno accademico 2007/2008».
Il premio, promosso dalla Edil Friuli spa, è giunto alla diciottesima edizione. «Un’iniziativa pluriennale – ha sottolineato Nonino, ringraziando la famiglia Rizzi – che da sempre svolge l’importante funzione di attrarre studenti di valore verso il settore di studio dell’energetica, che sta assumendo un’importanza sempre crescente». Il premio, riservato agli studenti dei corsi di laurea specialistica in ingegneria meccanica, è da quest’anno esteso anche agli studenti del corso in Ingegneria civile dell’ateneo di Udine. «L’iniziativa – ha ricordato Massimo Rizzi – sarà assicurata nel tempo dall’Edil Friuli, perseguendo l’intento di premiare i risultati ottenuti dagli studenti più volenterosi».
In particolare, per l’anno accademico 2008/2009 l’Edil Friuli ha messo a disposizione degli studenti dell’università di Udine dei corsi di laurea specialistica in Ingegneria meccanica e civile due borse di studio del valore di 4.200 euro ciascuna. Esse saranno assegnate sulla base del merito scolastico agli studenti che presenteranno domanda entro il prossimo 15 maggio. Banco di concorso e facsimile della domanda sono reperibili on line all’indirizzo www.uniud.it alla voce “servizi studenti”, “borse e premi”.

APPENDICE DI RASSEGNA STAMPA: E POLIS ( a cura di STEFANO BERGOMAS )

Venerdì 10 Aprile, E Polis Friuli, Prima Pagina:

In 1.500 sotto la Prefettura, crisi Safilo-Caffaro a Roma. Delegazione di dipendenti, sindaci e politici a colloquio con Ivo Salemme: “Mi impegno a portare le vostre istanze ai Ministeri e alla presidenza del Consiglio”. Honsell: la Regione si impegni invece di pensare alla ronde.

Udine. Ieri manifestazione congiunta dei lavoratori delle due aziende promossa da Cgil, Cisl e Uil.

Terremoto in Abruzzo. Napolitano: nessuno è senza colpa. L’affondo del Presidente della Repubblica in visita all’Aquila. Le vittime salgono a 281. Ordinanza del governo: stop a mutui e bollette per gli sfollati. Oggi i funerali di Stato.

Coppa Uefa. A Brema vince il Werder 3-1 ma l’Udinese spera ancora. Doppietta di Diego e Almeida sigla la terza rete. Quagliarella ridà fiducia ai friulani al 42’ della ripresa. Giovedì il ritorno dei quarti di finale in casa.

Cronache:

Palmanova Outlet. Tre milioni di visitatori nel 2008, un terzo di domenica: “Lo vogliono i clienti”.

Saro contro tutti. Il senatore sul neonato Pdl regionale: “Allo sbando”. E lancia Dipiazza in Europa.


APPENDICE DI RASSEGNA STAMPA: E POLIS ( a cura di STEFANO BERGOMAS )

Venerdì 10 Aprile, E Polis Friuli, Prima Pagina:

In 1.500 sotto la Prefettura, crisi Safilo-Caffaro a Roma. Delegazione di dipendenti, sindaci e politici a colloquio con Ivo Salemme: “Mi impegno a portare le vostre istanze ai Ministeri e alla presidenza del Consiglio”. Honsell: la Regione si impegni invece di pensare alla ronde.

Udine. Ieri manifestazione congiunta dei lavoratori delle due aziende promossa da Cgil, Cisl e Uil.

Terremoto in Abruzzo. Napolitano: nessuno è senza colpa. L’affondo del Presidente della Repubblica in visita all’Aquila. Le vittime salgono a 281. Ordinanza del governo: stop a mutui e bollette per gli sfollati. Oggi i funerali di Stato.

Coppa Uefa. A Brema vince il Werder 3-1 ma l’Udinese spera ancora. Doppietta di Diego e Almeida sigla la terza rete. Quagliarella ridà fiducia ai friulani al 42’ della ripresa. Giovedì il ritorno dei quarti di finale in casa.

Cronache:

Palmanova Outlet. Tre milioni di visitatori nel 2008, un terzo di domenica: “Lo vogliono i clienti”.

Saro contro tutti. Il senatore sul neonato Pdl regionale: “Allo sbando”. E lancia Dipiazza in Europa.


APPENDICE DI RASSEGNA STAMPA: E POLIS ( a cura di STEFANO BERGOMAS )

Venerdì 10 Aprile, E Polis Friuli, Prima Pagina:

In 1.500 sotto la Prefettura, crisi Safilo-Caffaro a Roma. Delegazione di dipendenti, sindaci e politici a colloquio con Ivo Salemme: “Mi impegno a portare le vostre istanze ai Ministeri e alla presidenza del Consiglio”. Honsell: la Regione si impegni invece di pensare alla ronde.

Udine. Ieri manifestazione congiunta dei lavoratori delle due aziende promossa da Cgil, Cisl e Uil.

Terremoto in Abruzzo. Napolitano: nessuno è senza colpa. L’affondo del Presidente della Repubblica in visita all’Aquila. Le vittime salgono a 281. Ordinanza del governo: stop a mutui e bollette per gli sfollati. Oggi i funerali di Stato.

Coppa Uefa. A Brema vince il Werder 3-1 ma l’Udinese spera ancora. Doppietta di Diego e Almeida sigla la terza rete. Quagliarella ridà fiducia ai friulani al 42’ della ripresa. Giovedì il ritorno dei quarti di finale in casa.

Cronache:

Palmanova Outlet. Tre milioni di visitatori nel 2008, un terzo di domenica: “Lo vogliono i clienti”.

Saro contro tutti. Il senatore sul neonato Pdl regionale: “Allo sbando”. E lancia Dipiazza in Europa.


L'UDINESE RIMEDIA UNA SCOPPOLA A BREMA MA CE LA PUO' ANCORA FARE (ARTICOLO di TERRY MASERA)


ANDATA QUARTI DI FINALE COPPA UEFA

WERDER BREMA - UDINESE : 3 - 1 (1 - 0)

FORMAZIONI - WERDER BREMA : WIESE, BOENISCH, NALDO, MERTESACKER, FRITZ, FRINGS, DIEGO, ALMEIDA, PIZARRO, OZIL, TZIOLIS. ALL: SCHAAF

UDINESE:HANDANOVIC, DOMIZZI, ZAPATA, PASQUALE, ASAMOAH, INLER, D'AGOSTINO, PEPE, QUAGLIARELLA, SANCHEZ. ALL: MARINO

ARBITRO: DUHAMEL (FRANCIA)


Si giocheranno fra sette giorni le chance dell'Udinese per continuare il sogno europeo. Il risultato finale è bugiardo e i tre gol subiti non sono certamente figli di una brutta partita dei nostri ragazzi che, dopo un primo tempo leggermente in affanno, e sotto di un gol, peccano solo per la poca cattiveria nel finalizzare le conclusioni e sprecano almeno quattro occasioni.
Splendida cornice di pubblico con poco meno di mille sostenitori bianconeri che si sono fatti spesso sentire tra i quarantamila tedeschi e complimenti per il minuto di totale silenzio che si è svolto prima dell'incontro per commemorare le morti del terremoto abruzzese.
Parte bene la squadra di Marino e il piglio sembra quello giusto per impensierire l'esperienza dei biancoverdi tedeschi estromessi dalla Champions League.I primi 10 minuti trascorrono con alternati cambi di campo e fase di studio per ambedue le compagini. Alternati, sono anche un paio di interventi dei due portieri che bloccano pericolose manovre agli avversari. L'Udinese lentamente si lascia sopraffare da una prevalenza territoriale del Werder, ma risulta sempre efficace nelle chiusure difensive con Felipe e compagni di reparto, attenti e determinati. E' un procedere del tempo che offre poche occasioni da taccuino a parte la traversa di Naldo alla mezz'ora, capace di un bolide dai 35 metri che squote il legno orizzontale della porta di Handanovic. Trascorrono quattro minuti e il Werder infila la palla in rete con Diego che con un diagonale preciso dal limite batte il nostro numero 1. Cinico Werder !!
I bianconeri cercano di mettere fuori la testa negli ultimi minuti con un tiro di Pepe e con Sanchez che con i suoi numeri mette in fibrillazione gli spilungoni difensori tedeschi. Diego offre un bel tiro che Handanovic para a terra al 41° e poi tutti al riposo.
Comincia la ripresa con la prima occasione per Quagliarella che cerca, dopo uno scatto a liberarsi dalla marcatura, un pallonetto che supera Wiese ma finisce ad un soffio dal palo. al 55° ancora Quagliarella che impegna a terra il portiere tedesco con un colpo di testa e tre minuti dopo, ancora l'attaccante partenopeo prova il secondo pallonetto che viene respinto. E' una Udinese veramente cambiata quella del secondo tempo e proprio nel momento migliore il Werder raddoppia con Diego che sfrutta al meglio una veloce ripartenza e dopo un dribbling in area su D'Agostino batte Handanovic sul secondo palo. Nel minuto successivo arriva il terzo gol di Almeida che entrato in area dalla sinistra fa partire un diagonale che supera l'estremo difensore bianconero. Stracinico Werder!!! Proprio quando stavano girando gambe e testa la squadra di Schaaf ha affondato il doppio colpo gelando le velleità dei friulani pròtesi verso il pareggio. Floro Flores entra per Pepe, visibilmente deluso dal pesante passivo immeritato. 81° Quagliarella ancora impreciso nel concludere il terzo pallonetto della serata dopo una veloce corsa. L'Udinese non molla e D'Agostino scalda i guantoni di Wiese con una conclusione dai 30 metri direttamente da calcio di punizione all'84°. Il forcing bianconero è premiato centoventi secondi dopo a seguito di una discesa sulla fascia destra di Zapata che mette al centro, Floro Flores spizzica per Quagliarella che gira al volo in rete a due metri dalla linea della porta. In chiusura altro potente tiro di D'Agostino che impegna in angolo il portiere del Werder. Quattro minuti di extra-time, ma non bastano per accorciare ulteriormente il risultato e l'unica marcatura dell'incontro è la ciambella a cui poterci aggrappare per sperare che fra sette giorni i nostri ragazzi abbiano la volontà e la determinazione per ribaltare questo risultato negativo. L'Udinese del secondo tempo, comunque, lo potrebbe benissimo fare.
TERRY MASERA
(con la collaborazione tecnica di CARLO RINALDINI)

L'UDINESE RIMEDIA UNA SCOPPOLA A BREMA MA CE LA PUO' ANCORA FARE (ARTICOLO di TERRY MASERA)


ANDATA QUARTI DI FINALE COPPA UEFA

WERDER BREMA - UDINESE : 3 - 1 (1 - 0)

FORMAZIONI - WERDER BREMA : WIESE, BOENISCH, NALDO, MERTESACKER, FRITZ, FRINGS, DIEGO, ALMEIDA, PIZARRO, OZIL, TZIOLIS. ALL: SCHAAF

UDINESE:HANDANOVIC, DOMIZZI, ZAPATA, PASQUALE, ASAMOAH, INLER, D'AGOSTINO, PEPE, QUAGLIARELLA, SANCHEZ. ALL: MARINO

ARBITRO: DUHAMEL (FRANCIA)


Si giocheranno fra sette giorni le chance dell'Udinese per continuare il sogno europeo. Il risultato finale è bugiardo e i tre gol subiti non sono certamente figli di una brutta partita dei nostri ragazzi che, dopo un primo tempo leggermente in affanno, e sotto di un gol, peccano solo per la poca cattiveria nel finalizzare le conclusioni e sprecano almeno quattro occasioni.
Splendida cornice di pubblico con poco meno di mille sostenitori bianconeri che si sono fatti spesso sentire tra i quarantamila tedeschi e complimenti per il minuto di totale silenzio che si è svolto prima dell'incontro per commemorare le morti del terremoto abruzzese.
Parte bene la squadra di Marino e il piglio sembra quello giusto per impensierire l'esperienza dei biancoverdi tedeschi estromessi dalla Champions League.I primi 10 minuti trascorrono con alternati cambi di campo e fase di studio per ambedue le compagini. Alternati, sono anche un paio di interventi dei due portieri che bloccano pericolose manovre agli avversari. L'Udinese lentamente si lascia sopraffare da una prevalenza territoriale del Werder, ma risulta sempre efficace nelle chiusure difensive con Felipe e compagni di reparto, attenti e determinati. E' un procedere del tempo che offre poche occasioni da taccuino a parte la traversa di Naldo alla mezz'ora, capace di un bolide dai 35 metri che squote il legno orizzontale della porta di Handanovic. Trascorrono quattro minuti e il Werder infila la palla in rete con Diego che con un diagonale preciso dal limite batte il nostro numero 1. Cinico Werder !!
I bianconeri cercano di mettere fuori la testa negli ultimi minuti con un tiro di Pepe e con Sanchez che con i suoi numeri mette in fibrillazione gli spilungoni difensori tedeschi. Diego offre un bel tiro che Handanovic para a terra al 41° e poi tutti al riposo.
Comincia la ripresa con la prima occasione per Quagliarella che cerca, dopo uno scatto a liberarsi dalla marcatura, un pallonetto che supera Wiese ma finisce ad un soffio dal palo. al 55° ancora Quagliarella che impegna a terra il portiere tedesco con un colpo di testa e tre minuti dopo, ancora l'attaccante partenopeo prova il secondo pallonetto che viene respinto. E' una Udinese veramente cambiata quella del secondo tempo e proprio nel momento migliore il Werder raddoppia con Diego che sfrutta al meglio una veloce ripartenza e dopo un dribbling in area su D'Agostino batte Handanovic sul secondo palo. Nel minuto successivo arriva il terzo gol di Almeida che entrato in area dalla sinistra fa partire un diagonale che supera l'estremo difensore bianconero. Stracinico Werder!!! Proprio quando stavano girando gambe e testa la squadra di Schaaf ha affondato il doppio colpo gelando le velleità dei friulani pròtesi verso il pareggio. Floro Flores entra per Pepe, visibilmente deluso dal pesante passivo immeritato. 81° Quagliarella ancora impreciso nel concludere il terzo pallonetto della serata dopo una veloce corsa. L'Udinese non molla e D'Agostino scalda i guantoni di Wiese con una conclusione dai 30 metri direttamente da calcio di punizione all'84°. Il forcing bianconero è premiato centoventi secondi dopo a seguito di una discesa sulla fascia destra di Zapata che mette al centro, Floro Flores spizzica per Quagliarella che gira al volo in rete a due metri dalla linea della porta. In chiusura altro potente tiro di D'Agostino che impegna in angolo il portiere del Werder. Quattro minuti di extra-time, ma non bastano per accorciare ulteriormente il risultato e l'unica marcatura dell'incontro è la ciambella a cui poterci aggrappare per sperare che fra sette giorni i nostri ragazzi abbiano la volontà e la determinazione per ribaltare questo risultato negativo. L'Udinese del secondo tempo, comunque, lo potrebbe benissimo fare.
TERRY MASERA
(con la collaborazione tecnica di CARLO RINALDINI)

L'UDINESE RIMEDIA UNA SCOPPOLA A BREMA MA CE LA PUO' ANCORA FARE (ARTICOLO di TERRY MASERA)


ANDATA QUARTI DI FINALE COPPA UEFA

WERDER BREMA - UDINESE : 3 - 1 (1 - 0)

FORMAZIONI - WERDER BREMA : WIESE, BOENISCH, NALDO, MERTESACKER, FRITZ, FRINGS, DIEGO, ALMEIDA, PIZARRO, OZIL, TZIOLIS. ALL: SCHAAF

UDINESE:HANDANOVIC, DOMIZZI, ZAPATA, PASQUALE, ASAMOAH, INLER, D'AGOSTINO, PEPE, QUAGLIARELLA, SANCHEZ. ALL: MARINO

ARBITRO: DUHAMEL (FRANCIA)


Si giocheranno fra sette giorni le chance dell'Udinese per continuare il sogno europeo. Il risultato finale è bugiardo e i tre gol subiti non sono certamente figli di una brutta partita dei nostri ragazzi che, dopo un primo tempo leggermente in affanno, e sotto di un gol, peccano solo per la poca cattiveria nel finalizzare le conclusioni e sprecano almeno quattro occasioni.
Splendida cornice di pubblico con poco meno di mille sostenitori bianconeri che si sono fatti spesso sentire tra i quarantamila tedeschi e complimenti per il minuto di totale silenzio che si è svolto prima dell'incontro per commemorare le morti del terremoto abruzzese.
Parte bene la squadra di Marino e il piglio sembra quello giusto per impensierire l'esperienza dei biancoverdi tedeschi estromessi dalla Champions League.I primi 10 minuti trascorrono con alternati cambi di campo e fase di studio per ambedue le compagini. Alternati, sono anche un paio di interventi dei due portieri che bloccano pericolose manovre agli avversari. L'Udinese lentamente si lascia sopraffare da una prevalenza territoriale del Werder, ma risulta sempre efficace nelle chiusure difensive con Felipe e compagni di reparto, attenti e determinati. E' un procedere del tempo che offre poche occasioni da taccuino a parte la traversa di Naldo alla mezz'ora, capace di un bolide dai 35 metri che squote il legno orizzontale della porta di Handanovic. Trascorrono quattro minuti e il Werder infila la palla in rete con Diego che con un diagonale preciso dal limite batte il nostro numero 1. Cinico Werder !!
I bianconeri cercano di mettere fuori la testa negli ultimi minuti con un tiro di Pepe e con Sanchez che con i suoi numeri mette in fibrillazione gli spilungoni difensori tedeschi. Diego offre un bel tiro che Handanovic para a terra al 41° e poi tutti al riposo.
Comincia la ripresa con la prima occasione per Quagliarella che cerca, dopo uno scatto a liberarsi dalla marcatura, un pallonetto che supera Wiese ma finisce ad un soffio dal palo. al 55° ancora Quagliarella che impegna a terra il portiere tedesco con un colpo di testa e tre minuti dopo, ancora l'attaccante partenopeo prova il secondo pallonetto che viene respinto. E' una Udinese veramente cambiata quella del secondo tempo e proprio nel momento migliore il Werder raddoppia con Diego che sfrutta al meglio una veloce ripartenza e dopo un dribbling in area su D'Agostino batte Handanovic sul secondo palo. Nel minuto successivo arriva il terzo gol di Almeida che entrato in area dalla sinistra fa partire un diagonale che supera l'estremo difensore bianconero. Stracinico Werder!!! Proprio quando stavano girando gambe e testa la squadra di Schaaf ha affondato il doppio colpo gelando le velleità dei friulani pròtesi verso il pareggio. Floro Flores entra per Pepe, visibilmente deluso dal pesante passivo immeritato. 81° Quagliarella ancora impreciso nel concludere il terzo pallonetto della serata dopo una veloce corsa. L'Udinese non molla e D'Agostino scalda i guantoni di Wiese con una conclusione dai 30 metri direttamente da calcio di punizione all'84°. Il forcing bianconero è premiato centoventi secondi dopo a seguito di una discesa sulla fascia destra di Zapata che mette al centro, Floro Flores spizzica per Quagliarella che gira al volo in rete a due metri dalla linea della porta. In chiusura altro potente tiro di D'Agostino che impegna in angolo il portiere del Werder. Quattro minuti di extra-time, ma non bastano per accorciare ulteriormente il risultato e l'unica marcatura dell'incontro è la ciambella a cui poterci aggrappare per sperare che fra sette giorni i nostri ragazzi abbiano la volontà e la determinazione per ribaltare questo risultato negativo. L'Udinese del secondo tempo, comunque, lo potrebbe benissimo fare.
TERRY MASERA
(con la collaborazione tecnica di CARLO RINALDINI)

RASSEGNA STAMPA: MESSAGGERO VENETO, IL GAZZETTINO, IL PICCOLO

Ecco i titoli del Messaggero Veneto

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L’andata dei quarti di finale termina 3-1 fra tanti rimpianti.
Giovedì al Friuli sarà battaglia: l’impresa è difficile ma non impossibile
Il tecnico: loro hanno sfruttato tutte le occasioni, ma se noi giocheremo come nella ripresa di oggi ce la faremo
Uefa, l’Udinese si tiene in corsa
Bianconeri spreconi, il Werder li punisce tre volte.
Ma alla fine Quagliarella segna il gol della speranza
Marino ci crede ancora: non molleremo. Gran tifo degli 800 supporter friulani a Brema

BREMA. Nonostante il 3-1 rimediato nell’andata dei quarti di finale di Coppa Uefa sul campo del Werder Brema, l’Udinese si tiene in corsa. Il gol della speranza è stato segnato alla fine da Quagliarella, dopo che i bianconeri (sostenuti dal tifo di circa 800 supporter friulani) avevano sprecato parecchie occasioni. Comunque la semifinale non è un’utopia. Pasquale Marino ci crede ancora. «Purtroppo loro hanno avuto il cinismo della grande squadra – ha affermato il tecnico –; hanno sfruttato al 100% le occasioni limpide che hanno avuto, ma non è finita, non molleremo. Se al ritorno giocheremo come nel secondo tempo potremo farcela». C’è più di un rimpianto per la formazione friulana perché «sull’1-0 abbiamo avuto 3-4 occasioni per rimettere a posto le cose e poteva essere un importante vantaggio. Peccato, ma al ritorno, ripeto, ci sarà l’Udinese del secondo tempo».


Sisma, il presidente all’Aquila Oggi i funerali solenni
Dal capo dello Stato elogi alla Protezione civile Fvg
Napolitano: «Nessuno è senza colpe»

L’AQUILA. «Nessuno è senza colpa, molti sono stati coinvolti nella costruzione dei palazzi crollati». Con queste parole il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, che ieri ha visitato i luoghi del terremoto, ha voluto sottolineare la concretezza che serve ora e nel futuro. Egli ha anche rivolto un elogio alle capacità operative della Protezione civile del Friuli Vg. Dopo essersi recato nelle tendopoli, Napolitano si è soffermato presso il tavolo operativo della Protezione civile friulana, apprezzandone gli strumenti tecnologici all’avanguardia a livello mondiale.


Menia sarà il vice
Saro critico: senza futuro stiamo copiando il Pd
Nomine Pdl, blitz di Berlusconi Gottardo coordinatore del Fvg

TRIESTE. Nomine a sorpresa ieri pomeriggio al vertice del Pdl. Il premier Berlusconi ha formalizzato l’elenco dei coordinatori delle regioni: per il Friuli Vg è stato scelto il deputato Isidoro Gottardo che, assieme a Roberto Menia, aveva guidato la fase costituente del Popolo delle libertà. Menia è stato nominato vice, anche lui su proposta dei coordinatori Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini.
«Se si continua a replicare il modello che ha condotto alla costruzione del Partito democratico, per il Pdl del Friuli Venezia Giulia non ci sarà futuro», è stata l’immediata critica del senatore friulano Ferruccio Saro che ha indetto un incontro sul futuro del partito il 16 aprile.In Friuli Venezia Giulia è stata premiata la coppia di coordinatori che è riuscita a ribaltare il dominio illyano alle elezioni dell’aprile 2008. Roberto Menia, sottosegretario all’Ambiente ed ex coordinatore di An, diventa infatti vice di Gottardo. La decisione è anche figlia di logiche nazionali di divisioni dei poteri tra Forza Italia e An. In Veneto, coordinatore è stato nominato il veronese Alberto Giorgetti, fedelissimo di Alleanza Nazionale. «Entusiasmo e passione»: sono le parole che Gottardo sceglie, le prime da coordinatore, dopo mesi in cui non è mancato qualche veleno, anche all’interno del neonato partito. «Continueremo a lavorare con entusiasmo e passione - ha dichiarato ieri sera - perchè crediamo che un Pdl ancora più forte sia la garanzia per lo sviluppo della nostra comunità regionale». Gottardo ha detto di essere «grato al presidente Berlusconi e ai coordinatori nazionali per la fiducia. Sono pienamente consapevole - ha continuato - dell’impegno che a tutti noi viene richiesto per costruire e radicare in tutto il Friuli Venezia Giulia il Popolo della Libertà. Lo faremo, anzi, continueremo a farlo con entusiasmo e passione - ha aggiunto - perchè ci crediamo, e siamo convinti che un Pdl ancora più forte sia la garanzia per assicurare sviluppo, benessere e sicurezza alla nostra comunità regionale». «Sono felice di poter condividere questa responsabilità - ha proseguito - innanzitutto con l’amico Roberto Menia, con il qualche ho lavorato, e continuerò a lavorare in piena sintonia». Gottardo ha ricordato «l’immediato impegno delle prossime scadenze elettorali» e ha garantito che «il Pdl intende assicurare un sostegno leale e fattivo al presidente della Regione Renzo Tondo e a tutti gli amministratori». «In Friuli Venezia Giulia - ha concluso - il Pdl intende confermare l’ottimo rapporto di collaborazione esistente con la coalizione che governa la Regione e in particolare con la Lega Nord».A scagliarsi contro i primi passi del partito è stato il senatore Pdl Ferruccio Saro. Il mirino è indirizzato verso «le modalità che hanno caratterizzato la nascita» del nuovo soggetto politico del centrodestra italiano. Saro evoca il ‘fantasma’ della «fusione a freddo» stile Pd, e denuncia «la preferenza ai cortigiani».Beniamino Pagliaro


IL DOPO-TERREMOTO
RICOSTRUZIONE SENZA PROMESSE di VITTORIO EMILIANI

Una regola s’impone nella tragedia del terremoto aquilano: essere rapidi ed efficienti nel migliorare l’assistenza ai terremotati e avviare la ricostruzione quando si hanno le idee ben chiare. Senza promesse infondate. In Umbria, nel ’97, Prodi parlò di tre anni. Berlusconi, nei giorni scorsi, di due anni. Ora accenna a tempi più lunghi. Gli uomini di governo dicano la verità vera: i tempi di una ricostruzione fatta bene si misurano in non pochi anni, da cinque in su, a seconda delle situazioni. E allora agli attendamenti bisognerà far seguire, prima dell’autunno, non i famigerati container bensì veri villaggi o acquartieramenti di case prefabbricate in legno, le instant houses, quelle usate con successo fra Umbria e Marche.Con scuole e servizi. In tal modo nessuna identità comunitaria, neppure la più piccola, verrà dispersa.Non siamo all’anno zero. Per L’Aquila e dintorni si può prendere il meglio dalle esperienze dei molti (purtroppo) terremoti dell’ultimo quarantennio. Da Tuscania (Viterbo), terremoto dimenticato che registrò nel ’71 oltre trenta morti e forti distruzioni nella città dalle belle mura, e da Venzone, medievale anch’essa, quasi sbriciolata al suolo nel ’76, si prenda l’incoraggiamento a ricostruire, ovunque sia possibile, com’era e dov’era il tessuto storico, l’intero contesto e non i soli monumenti. Con la partecipazione attiva delle popolazioni al processo di decisione e di ricostruzione.Da Assisi si prenda l’idea-forza di concentrare una massa formidabile di competenze tecnico-scientifiche (restauratori, strutturisti, ecc.) nella chiesa-simbolo tanto minacciata: la basilica superiore di San Francesco, per restaurarla al meglio in tempi ragionevolmente rapidi.Per L’Aquila i simboli sono due: Santa Maria di Collemaggio, senza dimenticare le altre chiese della città, e il poderoso castello. Ma tutto il centro storico, tanto massacrato e tanto stratificato, esige di venire analizzato, inventariato, studiato, progettato al dettaglio nel restauro e nella ricostruzione. Investendo anche in esso con una massa di competenze ben orientata e diretta dagli organismi dei Beni culturali e da nessun altro. Qui come nei borghi minimi.In Friuli si scelse di ricostruire prima le fabbriche e poi le case. In Umbria di ricostruire anzitutto le chiese («le nostre fabbriche», commentò un vescovo alludendo al turismo religioso). All’Aquila la scelta è più complessa: riattivare l’università, soccorrere le numerose piccole e medie imprese, ridare un tetto alla gente, restaurare i monumenti simbolo. In ogni caso è fondamentale non calare dall’alto le strategie, interrogare direttamente le comunità locali, responsabilizzarle. In Umbria vennero creati consorzi fra proprietari privati, i quali hanno poi gestito bene i finanziamenti.Evitiamo anzitutto l’ingrandimento dell’area del sisma oltre i suoi confini reali: in Irpinia si inclusero ben 213 comuni nei quali «nessuna abitazione risultava seriamente lesionata» (rapporto della commissione di inchiesta Scalfaro, 1991). Da San Giuliano di Puglia ci si è allargati all’intero Molise... Sono indecenti pratiche politico-clientelari che portano a sprechi enormi, che allungano disastrosamente tempi già lunghi di per sé, che, se non si impostano appalti veri (e non al massimo ribasso soltanto), aprono un’autostrada alle imprese della camorra.Non siamo all’anno zero. I terremoti e le ricostruzioni dell’ultimo quarantennio (come minimo) ci dicono cosa fare e cosa non fare. Seriamente.


Pradamano Dopo la grande paura, ieri nel locale “Dai Spadons” il lavoro ha ripreso come sempre E’ caccia ai rapinatori dell’agriturismo
Hanno agito in 5, tutti incappucciati. La polizia: banda inesperta, ma pericolosa

PRADAMANO. Rapinatori inesperti, ma pericolosi: gli investigatori considerano l’episodio di mercoledì sera all’agriturismo “Dai Spadons” un tentativo di rapina del tutto sui generis e pieno di contraddizioni. E proprio per questo non trascurano alcuna ipotesi: dai malviventi professionisti cui qualcosa è andato storto a giovani che si “improvvisano” e non è escluso che si possa trattare di un gruppo di nomadi, magari provenienti da fuori regione.


Arta Preoccupazione da parte degli operatori turistici della zona
Rinviata l’apertura delle terme
A rilento i lavori di ammodernamento dell’impianto

ARTA TERME. L’avvio della stagione termale di Arta è rinviato e albergatori e operatori turistici insorgono. «Ci sono problemi tecnici», spiega la società che gestisce l’impianto.

SAFILO E CAFFARO Sfilano in 1.500 per difendere il lavoro
Udine, contestato l’assessore regionale Ciriani Il sindaco Honsell: meno ronde e più occupazione


La giunta: «Intercettazioni: il caso è chiuso»

TRIESTE. La giunta regionale chiude la vicenda legata alle intercettazioni del Noava (Nucleo Operativo per l'Attività di Vigilanza Ambientale) di Pagnacco, almeno per la parte di propria competenza. Dopo l’inchiesta interna e i dubbi sollevati dell’Avvocatura, arrivano le risposte dei forestali: non è mai esistita nessuna banca dati e le missioni fuori regione sono sempre state in regolari. «Per come è nata, per i dubbi sollevati, la vicenda è chiusa – afferma il Presidente Tondo – ma ciò non significa che in futuro la struttura non possa essere ripensata».
Per la parte di competenza (la Procura di Udine ha aperto dei fascicoli in merito), dopo una comunicazione sul caso che l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Violino, ha fatto nella riunione di giunta di giovedì, Tondo mette dunque fine alla fine all’indagine interna che aveva disposto ad inizio febbraio, subito dopo la presentazione di due interrogazioni al Governo da parte del senatore del pdl Ferruccio Saro.Sulla base di tale comunicazione, la Giunta regionale ha ritenuto «non necessari ulteriori approfondimenti o accertamenti». Due le questioni al centro del dibattito: l’esistenza di una banca dati e missioni non autorizzate fuori regione. Secondo quanto riportato da Violino, sulla base delle informazioni che il coordinatore, non esiste alcuna banca dati contenente atti giudiziari o di altra natura. Nel 2003-2004 - ha riferito Violino riportando la relazione che il coordinatore del Noava ha fatto ai rilievi dell’Avvocatura della Regione - il Noava aveva studiato la possibilità di realizzare un data base informatico che riunisse le notizie di reato documentate presso le stazioni forestali attraverso gli appositi documenti cartacei. Ma l’iniziativa non ha avuto seguito. Inoltre, non sono presenti banche dati contenenti informazioni su illeciti penali o amministrativi, sulle sanzioni applicate o su contenziosi avviati. Per quanto riguarda le motivazioni delle missioni effettuate fuori Regione, queste si sono connesse ad attività delegata dalle Procure della Repubblica che operano nei confini del territorio della regione, e sempre in relazione a reati di pertinenza territoriale delle Procure stesse. Operazioni che si sono rese necessarie al fine di completare le indagini relative alla commissione di illeciti che erano ancorati al territorio della regione.Per tali motivi la Giunta regionale ha ritenuto che non sussista vizio di incompetenza per territorio degli atti di polizia giudiziaria compiuti fuori dai confini regionali. Per quanto riguarda il capitolo spese sostenute durante le missioni è stato accertato che la Direzione centrale organizzazione, personale e sistemi informativi ha avviato le procedure per la richiesta di rimborso presso le Procure interessate, ottenendo già, in taluni casi, la relativa liquidazione. E secondo quanto riportato dal coordinatore del Nucleo, per contenere i costi, dove possibile, si è sempre cercato sia di avvalersi della collaborazione di altri organi di polizia giudiziaria con sede nel luogo delle indagini sia di privilegiare le soluzioni che prevedevano vitto e alloggio messi gratuitamente a disposizione da Corpo forestale o da altere forze con cui il Nucleo ha collaborato. Infine, rispetto all’attribuzione della qualifica di polizia giudiziaria al personale del Corpo Forestale Regionale, ad essere richiamate sono state le disposizioni della legge regionale in materia di stato giuridico e trattamento economico del personale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Insomma, il Corpo Forestale regionale esercita l’attività di polizia giudiziaria in quanto incaricato di svolgere le attribuzioni del Corpo forestale dello Stato nel territorio regionale.Sonia Sicco


A Pordenone “Le voci dell’inchiesta”

CINEMAZERO
Nel cuore dell’inchiesta, televisiva e cinematografica, con l’occhio puntato sui giovani: sulle produzioni di giovani autori, e su argomenti che possano attrarre un pubblico giovane. Si presenta così la terza edizione de Le voci dell’inchiesta di Pordenone, un festival che nasce dalle forze di Cinemazero, con la collaborazione del Consorzio Universitario, e che «vuole proporre a un pubblico partecipe – spiega Riccardo Costantini, coordinatore della rassegna, presentata ieri nella città sul Noncello – domande sulle quali riflettere». Abbandonata la consueta collocazione in novembre, per non interferire con altri eventi: «Gli appuntamenti saranno concentrati in un fine settimana lungo, dal 16 al 19 aprile – dice il direttore artistico, Marco Rossitti –, sviluppandosi il pomeriggio e la sera». La mattina sarà riservata agli incontri con le scuole. Gran parte degli eventi si terranno a Cinemazero e tutti saranno a ingresso gratuito.Di almeno tre temi di grande interesse, L’immagine di Eluana, Le inchieste del Pif e Sport e guerra (sui casi Tillmann e Ouma), riferiamo a parte in questa stessa pagina. Qui varrà appuntarsi su un filo rosso del festival: le contraddizioni del mondo globale catturate dall’occhio della cinepresa, paradossi invisibili ai più, ma che si ritrovano in tavola, nei cibi che si mangiano, e negli armadi, tra i vestiti che compriamo. Questo scenario sarà raccontato da Mitumba. The second-hand road, viaggio a ritroso di una maglietta venduta in Germania e prodotta in Tanzania. Il regista è Raffaele Brunetti: al quale, documentarista/produttore di vaglia, e alle pluripremiate opere della B&B Film da lui fondata a Roma, Le voci dell’inchiesta dedica una mini-rassegna, che presenta anche (da non perdere) Che Guevara. Il corpo e il mito. Si tratta di una doppia inchiesta, coinvolte undici televisioni del mondo: sulla storia di un corpo – quello del più famoso guerrigliero della storia – occultato per trent’anni dal governo boliviano, e sulla formazione del mito, attraverso il racconto dei testimoni e materiali filmati inediti. E, ancora, di Brunetti, Hair India (2008), documentario che insegue lungo trentamila chilometri il viaggio compiuto dai capelli di una giovane donna indiana. Sempre di India e di problemi legati alla globalizzazione – che quest’anno è appunto protagonista nella sezione Cibo e merci – si occupano anche i cineasti tedeschi Inge Altemeier e Reinhard Hornung, ospiti, Raffaele come Brunetti, del festival pordenonese: da citare i loro Always Coca Cola (dall’India provengono anche molte bibite consumate in Europa) e 100% Cotton Made in India. Duro si annuncia il reportage senza parole Unser täglich Brot (Il nostro pane quotidiano) del regista austriaco Nikolaus Geyrhalter, che racconta di un'industria alimentare che ha perso legami con l'universo, in funzione solo del plusvalore.Martina Milia

UDINE
Studente immobilizzato e derubato

CERVIGNANO
Piano anti-crisi promosso dai commercianti IL SERVIZIO IN PROVINCIA

UDINE
Affitti “congelati” e l’Ater acquista nuovi alloggi IL SERVIZIO IN CRONACA

GEMONA
Il sindaco Marini fa il bilancio dei suoi 5 anni IL SERVIZIO IN PROVINCIA

Sottoscrizione Già raccolti 16 mila euro
MV E ALPINI

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La prima pagina de Il Gazzettino

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Gottardo coordinatore Fvg
Nel Pdl primi mal di pancia
Saro: «Così non c’è futuro»
Baritussio al senatore:«Prova nostalgia per vecchie logiche»

Udine Primi mal di pancia nel Pdl. Arrivano dal senatore Ferruccio Saro, che rileva come nella fase di avvio del partito, in Friuli Venezia Giulia si stia sbagliando. Nel mirino ci sarebbero le nomine da Roma dei vertici locali del partito con il criterio di un coordinatore e un vice a ogni livello, uniti in una sorta di diarchia alternando esponenti di Forza Italia a quelli da Alleanza nazionale. Ieri Silvio Berlusconi ha indicato quale coordinatore regionale l’onorevole Isidoro Gottardo e vice il sottosegretario Roberto Menia. Mentre in provincia di Udine l’incarico di responsabile del Pdl premierebbe Fabio Marchetti (area An) con vice l’ex coordinatore azzurro Mario Virgili. «Continueremo a lavorare con entusiasmo e passione - ha commentato ieri sera Gottardo - perché crediamo che un Pdl ancora più forte sia la garanzia per lo sviluppo della nostra comunità regionale» Saro, che aspirava alla carica di coordinatore regionale, si starebbe ora facendo portavoce di chi non ha gradito nè metodo nè persone indicate. «Manca il coinvolgimento della base» lamenta Saro, che per giovedì 16 marzo alle 20, al ristorante Al Podere di Martignacco, ha promosso un incontro aperto a tutti per discutere del futuro del Pdl. «Non è possibile seguire le modalità che hanno caratterizzato la nascita del Pd, e cioè una sostanziale fusione a freddo fra nomenclature e circoli molto ristretti dei partiti e posizioni trasversali fra gli stessi, lasciando fuori la base, i quadri e i cittadini che avevano espresso, nella preadesione alla nascita del partito unico, il loro sì entusiastico - prosegue il senatore friulano - Se il Pdl in regione si snatura a mera operazione di vertice, rischia di far esplodere seri conflitti e profonde contraddizioni». Saro punta il dito contro «gruppi ristretti e oligarchici, distaccati dalla gente, concentrati a tessere operazioni trasversali. Il nuovo soggetto politico non può essere un partito esclusivista, ma far partecipare tutti quelli che hanno voglia di impegnarsi. Invece - dice - si sta dando la preferenza ai cortigiani e non si è aperto un dibattito su come dovrebbe essere il Pdl in regione». Male, secondo Saro, anche le modalità con cui ci si sta preparando alle elezioni amministrative. «Nei vari Comuni regna un'enorme confusione - accusa - è indispensabile ideare degli schemi che rafforzino il Pdl. Anche per le europee, rilevo come si stiano cercando mezze figure, fra l'altro nemmeno di provenzienza regionale. Occorre, invece, fare quadrato attorno a una candidatura forte come quella del sindaco di Trieste che può rappresentare e tutelare al meglio, in sede europea, gli interessi di tutto il nostro territorio». «Il Pdl in Fvg è nato innanzitutto dall’inclusione e dalla partecipazione - replica il vicepresidente del gruppo regionale del partito, Franco Baritussio - ha già premiato il merito, la competizione e ha ricevuto un determinato consenso dai cittadini. Saro – prosegue - guardi con quanta passione giovani, donne e uomini hanno contribuito a farlo nascere e, dopo il congresso nazionale, a rafforzarlo in ogni realtà. Si apra con generosità e spirito nuovo a questo grande partito autenticamente popolare, non provi nostalgia per logiche e metodi che i nostri elettori non apprezzano più. Porti nel Pdl la sua importante esperienza».


Coppa Uefa, bianconeri sconfitti 3 a 1
Udinese la rimonta non è impossibile

Udine Il gol di Quagliarella che ha fissato il risultato di 3 a 1 a favore del Werder dona una speranza all’Udinese per ribaltare il risultato e qualificarsi per la semifinale di coppa Uefa nella gara di ritorno a Udine. I bianconeri hanno giocato bene, ma sono stati sconfitti per 3 a 1 perchè il Werder ha capitalizzato al massimo le tre occasioni da gol create (due da un grande Diego, lasciato troppo libero), mentre Quagliarella si è trovato tre volte davanti al portiere Wiese e a sbagliato i relativi pallonetti, D’Agostino si è visto parare con un intervento miracoloso una punizione magistralmente calciata e lo stesso Quagliarella non è stato fortunato in una deviazione di testa. A fine partita i giocatori erano molto arrabbiati per il risultato, ma anche fiduciosi di poter ribaltare la situazione nella partita di ritorno. Una segnalazione per i tifosi friulani presenti a Brema che hanno incitato senza soste i loro beniamini.


FOGLIE/FUEJS
Il Venerdì Santo dei paesi friulani rivive nei versi di Pasolini
di Gianfranco Ellero

Nel silenzio delle campane, che tacevano dal giorno precedente, si consumava il digiuno del mio povero paese, Fraforeano, intento a lavorare negli orti (la luna di Pasqua era considerata favorevole). Sotto un tenero sole risento, dal fondo della memoria, le parole di mia madre: «Vuei al zune ence l’ussel dal bosc». E poi, indicando, un pettirosso, diceva: «Sâtu parsè che il petaros al à la gorse rosse?». «Parsè ch’al à tentât di giavâ un spin dal ciâf dal Signôr su la crôs e si è sporciât di sanc». E ancora rivedo, in un quadro d’insostenibile dolcezza, il giallo del dente di leone, il viola delle mammole, il verde chiaro delle prime foglie mosse da un vento ancora tiepido che scendeva in pianura dalle lontane prealpi innevate: anche il verso di una gallina, che dal fienile annunciava il suo dono, era un richiamo al passaggio dall’inverno alla primavera. E ancora risento l’odore dei lumini ad olio accanto al Cristo morto, esposto sui gradini dell’altare, quando verso le tre del pomeriggio, l’ora nona del Vangelo, con altri bambini e qualche donna mi ritrovavo nella chiesa spoglia, con le immagini coperte con drappi viola: che struggente e suggestiva scenografia! Verso le sette di sera, munito di "scrassule", mi univo ad altri bambini che, seguendo lo "scrassolòn" suonato da un ragazzo, facevano il giro del paese per annunciare la funzione della sera, conclusa ogni anno con una processione illuminata da lumi e candele. Una cerimonia di straordinario impatto emotivo, messa a fuoco in poesia da quel grande conoscitore dell’anima popolare friulana che fu Pier Paolo Pasolini. Ecco come il Poeta ricorda "che not dal Vinars Sant" in un inedito conservato da Luigi e Andreina Ciceri, pubblicato per la prima volta in "Ciasarsa", numero unico della Società filologica friulana nel 1995: "Recuardàisi la not di Vinars Sant:/ la prosissiòn ta la Glisia/ - cui lums e il baldachìn – a si sglonfava/ di òmins ta la plassa, e la pietàt./ Contadinis plan plan cu la veleta/ a seguivin in font (e si sintiva/ un babès di rosari e di orassiòns);/ e dopu, il baldachìn ta na gran lus,/ cul predi, i moculùs, li autoritàs./ In testa – vecius e zovins – ciaminava/ il flòur dai òmins di Ciasarsa.../ Ecu, adès mi torna la memoria,/ o fradis, di che not dal Vinars Sant».


Il prefetto: «Porterò le vostre istanze a Roma». Istituzioni a fianco dei sindacati nelle trattative
In piazza la rabbia degli operai
Sindaci e parlamentari manifestano con i lavoratori di Safilo e Caffaro

Udine In 1.500 hanno gridato la loro rabbia e la loro paura nelle vie del centro di Udine. Davanti agli operai della Caffaro di Torviscosa e degli stabilimenti Safilo di Martignacco e Precenicco c’era una dozzina di gonfaloni di Comuni retti da vigili urbani in divisa. Dietro a loro una cinquantina di sindaci con la fascia tricolore, a rappresentare le loro comunità, strette nelle morsa della disoccupazione. Cresce il timore di tensioni sociali. Le emergenze legate a carenza di liquidità in seno alle famiglie si moltiplicano. Il corteo dei manifestanti si è fermato davanti alla Prefettura. Una delegazione, costituita da sindacati (anche del Veneto), Rsu, sindaci, parlamentari, esponenti della Provincia e della Regione (rappresentata dal vicepresidente Luca Ciriani) si sono confrontati con il prefetto Ivo Salemme ribadendo l’importanza di portare avanti un’unica azione. A questo punto la trattativa sindacale diventa globale e schiera, in un fronte unico, tutti i soggetti che possono agire concretamente per ottenere risultati tangibili, sotto ogni punto di vista e attraverso gli strumenti più diversi. Per questo Ciriani ha convocato una riunione per martedì, nella sede della Regione, in via Sabbadini a Udine. Il prefetto Ivo Salemme ha promesso che poterà le istanze a Roma: «Faremo tutto il possibile per ridimensionare la portata di questa crisi che attanaglia la regione». E ha condiviso le preoccupazioni del sindaco di Torviscosa: se gli operai lasceranno senza presidio gli impianti e le 300 tonnellate di cloro stoccate alla Caffaro, ne va di mezzo la sicurezza di tutta la zona.


La mostra ospiterà un Caravaggio
Bondi a Illegio per "Apocrifi"

Tolmezzo Un'indagine alla ricerca di tutto ciò che i Vangeli hanno taciuto, ma che la memoria delle prime generazioni cristiane ha fatto giungere sino a noi: è la mostra «Apocrifi», che sarà inaugurata il 24 aprile a Illegio, alla presenza del ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, e del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. La rassegna, promossa dal Comitato di San Floriano, solleva il velo di mistero che spesso s'immagina avvolgere gli antichi scritti apocrifi, quelli che non entrarono nel canone delle Sacre Scritture, ma che lasciarono il segno in tanta parte della tradizione iconografica e devozionale cristiane. Oltre 80 capolavori, dal Medioevo ad oggi, sono stati selezionati dalle sedi museali più prestigiose d'Europa, come i Musei Vaticani, gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese e la Galleria Doria Pamphilj di Roma, l'Accademia Carrara di Bergamo, la galleria Tretyakov di Mosca, i Musei Reali di arte e storia di Buxelles. Illegio esporrà eccezionalmente, nelle prime settimane della mostra, il dipinto "Il riposo nella fuga in Egitto" del Caravaggio.


LAVORO
Continua la corsa della cassa integrazione

Trieste A marzo la cassa integrazione ha raggiunto le 737.305 ore autorizzate. Si tratta di un dato ancora una volta alimentato dalla dinamica della Cassa integrazione ordinaria (Cigo) che si attesta sulle 570.074 ore, corrispondenti al 77,3% del totale, mentre la Cassa straordinaria raggiunge le 167.231 ore, corrispondenti al 22,7% del totale ore mese.


CALMA E GESSO
Il "tour de force" di Pasquetta sia un’occasione per riflettere sui terremotati dell’Abruzzo

di Walter Tomada Vacanze di Pasqua, Marco si prepara al “meritato” riposo da scuola condito dal vero e proprio “tour de force” di Pasquetta. Lui e i suoi compagni si stanno organizzando: tende da campo, fornelli a gas, scorte di birra e materiali per grigliate. Contemporaneamente una squadra di compagni è sguinzagliata su internet minuto per minuto per seguire le previsioni meteo in tempo reale: l’unico incubo è che piova, anzi diluvi, esattamente come l’anno scorso. “Ulîf sut, ûfs bagnâts” (Palme al sole, Pasqua piovosa), ricordava la saggezza popolare del nonno di Marco: ed è per questo che dalla scorsa ed asciuttissima Domenica delle Palme tutti nella sua compagnia stanno facendo gli scongiuri nei più vari modi possibili. Macumba, fattura, ferri di cavallo, toccatine ai gioielli di famiglia … Ogni strategia è buona per fermare l’incombente sciagura di una Pasquetta sott’acqua. Le ragazze stan cercando su internet anche le mosse per la danza della pioggia: solo dopo a Marco viene il dubbio “ma scusate, la danza della pioggia non si fa per far piovere? A noi serve che non piova!”. Allora le più evolute fra le ragazze spiegano al nostro studente medio: “mai sentito dei dischi dei Led Zeppelin che suonati all’incontrario rivelavano messaggi satanici? Anche la danza della pioggia, eseguita all’incontrario, forse porta il sole”. Elementare, no? Eppure la Pasqua dovrebbe avere una dimensione religiosa. Ma oltre al Natale dove Gesù Bambino è ormai stato soppiantato dal più “commerciale” Babbo Natale, diventa difficile ricordare il motivo vero della Pasqua. Anche perché Marco è fuor di allenamento con la religione: tanto che i suoi compagni ancor ridono di quando aveva definito il Calvario “il monte su cui Gesù è stato impiccato”, scusandosi poi con un debole “non mi veniva la parola”. Ma di fronte all’insegnante di religione che lo martoriava sul catechismo, aveva sfoderato una vecchia battuta di Woody Allen che ci stava proprio bene: “le vie del Signore sono infinite, ma è la segnaletica che lascia a desiderare”. Tempo di preparare tutto, e si parte. I più indipendenti già sabato sera, gli altri – costretti a passare “Pasqua con i tuoi” - arriveranno domenica sul tardi. “Contiamo i bagagli. Dieci tende per venti persone”. Marco riflette: “Non sono un po’ troppe?”. “Meglio, così stiamo comodi”. “Ma dai! A Pasquetta non è importante la comodità”. “Vero”. “Piuttosto ho un’idea: stringiamoci, e quelle in più mandiamole in Abruzzo”. Bravo Marco! Buona idea.

PALMANOVA
Emergenza laguna all’opera il Commissario

GEMONA
Il presidente Tondo inaugura il Centro di salute mentale

TOLMEZZO
Arrivano anche in Carnia i "Farmer’s market"

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I titoli de Il Piccolo

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CHI GUIDA IL CENTRODESTRA
Nominati i capi del Pdl regionale: Gottardo e Menia
Rispettivamente coordinatore e vice
Ha deciso Berlusconi, furibondo Saro

TRIESTE Alla fine ha deciso di nuovo lui: Silvio Berlusconi ha rotto gli indugi e ieri ha diramato l’elenco dei nomi a cui ha affidato le strutture regionali e provinciali del neonato Popolo delle libertà. In Friuli Venezia Giulia il coordinatore è l’ex forzista Isidoro Gottardo, l’incarico di vice va a Roberto Menia, ex di An. La spartizione territoriale prevede che Trieste, Gorizia e Pordenone vengano controllate da forzisti, mentre a Udine comanderanno i seguaci di Fini. Nel capoluogo giuliano il partito viene consegnato a Sandra Savino e Paris Lippi, a Gorizia tocca a Gaetano Valenti e Fabio Gentili. Furibondo Saro: «Stanno sbagliando tutto».


TERREMOTO IN ABRUZZO, OGGI I FUNERALI SOLENNI DELLE VITTIME
Napolitano tra le macerie: nessuno senza colpe
«Necessario un esame di coscienza». Morti saliti a 287. Il sisma si sposta verso Nord

L’AQUILA «Le responsabilità sono diffuse, troppi hanno costruito palazzi a rischio crollo. Nessuno è senza colpe»: sono dure le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita sui luoghi devastati dal terremoto. I morti intanto salgono a quota 287, mentre per oggi è in programma il funerale solenne delle vittime: ci saranno tra 150 e 200 bare. Intanto secondo gli esperti il fronte del sisma in Abruzzo si sta spostando verso Nord: ancora scosse e terrore.



LETTERA INNESCA UN CASO DIPLOMATICO. LA REPLICA: NON CONOSCE LA CITTÀ, VENGA A TROVARCI
«Caro Dipiazza, Trieste perseguita gli sloveni»
Il ministro Žekš scrive al sindaco: «Odio contro la minoranza e i nostri concittadini»

TRIESTE A gennaio, ai più alti livelli diplomatici, si architettavano approcci di «riconciliazione» oltre la storia del Novecento, attorno a un confine politico-ideologico formalmente cancellato dalla nuova Europa allargata a Est. Oggi, da un rappresentante del governo di Lubiana - il ministro per gli sloveni all’estero Boštjan Žekš, firmatario di una lettera inviata nei giorni scorsi non alla Farnesina ma direttamente al sindaco Roberto Dipiazza - viene invece rilanciato il pericolo, a Trieste, di una sistematica «intolleranza interetnica» contro «la minoranza slovena e gli sloveni in genere».


ETICA MINIMA
DIETRO LA CRISI C’È L’IGNORANZA di PIER ALDO ROVATTI

Tutti ricorderanno che, fino a qualche tempo fa, i telegiornali nazionali dedicavano un discreto spazio alle informazioni sull'andamento delle borse nel mondo. Non erano notizie secche, come accade oggi in tempo di crisi economica, bensì bollettini articolati e minuziosi con l'esperto di turno che indugiava sulle differenze rilevate nelle singole capitali finanziarie, passandole in rassegna e commentandole, quasi che il popolo dei telespettatori, pur nel suo ascolto distratto, si fosse trasformato in una moltitudine di esperti attenti e interessati anche alle minime variazioni.Quel popolo, presunto o reale, erano poi gli italiani identificabili con altrettanti piccoli risparmiatori che avevano investito i loro denari qua e là, a seconda di come tirava il vento, e che ragionevolmente volevano verificare la direzione di questo vento. Una specie di gioco nazionale non troppo dissimile da un gratta e vinci, dato che gli italiani nella stragrande maggioranza ignoravano come funzionasse il capitale finanziario o semplicemente cosa fosse una borsa e che vi accadesse effettivamente. Nonostante gli sforzi dei vari esperti, chiamati ad ammantare i dati di una qualche pseudo razionalità, gli italiani, in genere, scorrevano i listini della borsa con lo stesso atteggiamento con cui, il giorno delle estrazioni, si verificano i numeri del lotto sperando che siano usciti quelli buoni.Sembravamo tutti diventati dei competenti in economia politica e degli abili conoscitori dei movimenti del mercato azionario, ma ciò era palesemente falso. Nessuno sapeva cosa stesse accadendo nel capitalismo planetario e se la borsa ne fosse o meno un sintomo decisivo. In realtà, era anche diventato un po' demodé parlare di capitalismo, parola vecchia e opportunamente relegata in soffitta, sostituita dalla parola mercato, più anonima, più vera, più normale, e che non evocava chissà quali sottofondi di scontri sociali e battaglie fra classi. Questo sottofondo l'abbiamo neutralizzato chiamandolo ideologia: mercato corrispondeva alla realtà delle cose, capitalismo era invece un fantasma scolorito che era meglio dimenticare. Chi aveva in casa i tre volumi del Capitale di Marx, residuo di una stagione scapestrata e giovanile, li aveva da tempo spostati nelle scansie più impervie e impolverate della sua libreria, sempre che li avesse conservati. Spero almeno che si ricordi che il sottotitolo era: «Critica dell'economia politica».
Ecco, io penso che oggi potrebbe essere il caso di farli ridiscendere, quei volumi, fin sul nostro tavolo, di provare ad aprirli e a leggere qualche pagina: feticismo delle merci, circolazione, crisi del capitale… Mi sembra, in altre parole, che la crisi economica internazionale - che ci minaccia ogni giorno più da vicino - stia mettendo a nudo il trucco di una supposta cultura, mentre non ne sappiamo quasi nulla e quel poco che avevamo appreso l'abbiamo rimosso. Anche i cosiddetti esperti stanno facendo un passo indietro e si limitano a ricette palliative. Spesso, dietro le loro analisi sulle banche e i titoli tossici, sul come distribuire la spesa pubblica, dare ossigeno alle imprese o incrementare i consumi, occhieggia la semplice speranza che il terremoto passi alla svelta, qualcosa come un fatalismo impotente dinnanzi a una macchina mondiale ormai poco governabile.Quella che Marx chiamava "critica" è sparita perché non abbiamo più strumenti per criticare. Ed è sparito anche l'oggetto da criticare, poiché ormai questo è il nostro mondo e ci siamo tutti dentro, di destra o di sinistra che siamo, come se non potessimo più prendere nessuna distanza dal capitalismo. Come se un assetto storico, una costruzione sociale, un modo di produrre e di vivere, fosse diventato un fatto naturale, appunto un terremoto. Cosa si fa quando si verifica un terremoto? Lo sappiamo bene: si contano i morti, si valutano i danni, si mettono in moto gli aiuti, si pensa alla ricostruzione, è ovvio. E "si spera" che questo terremoto sia finito e che il prossimo arrivi più tardi possibile.Pier Aldo Rovatti


RICOSTRUZIONE
IL PASSATO INSEGNA di VITTORIO EMILIANI

Una regola s’impone nella tragedia del terremoto aquilano: essere rapidi ed efficienti nel migliorare l’assistenza ai terremotati e avviare la ricostruzione quando si hanno le idee ben chiare. Senza promesse infondate.
In Umbria, nel ’97, Prodi parlò di tre anni. Berlusconi, nei giorni scorsi, di due anni. Ora accenna a tempi più lunghi. Gli uomini di governo dicano la verità vera: i tempi di una ricostruzione fatta bene si misurano in non pochi anni, da cinque in su, a seconda delle situazioni. E allora agli attendamenti bisognerà far seguire, prima dell’autunno, non i famigerati container bensì veri villaggi o acquartieramenti di case prefabbricate in legno, le "instant houses", quelle usate con successo fra Umbria e Marche. Con scuole e servizi. In tal modo nessuna identità comunitaria, neppure la più piccola, verrà dispersa.Non siamo all’anno zero. Per L’Aquila e dintorni si può prendere il meglio dalle esperienze dei molti (purtroppo) terremoti dell’ultimo quarantennio. Da Tuscania (Viterbo), terremoto dimenticato che registrò nel ’71 oltre trenta morti e forti distruzioni nella città dalle belle mura e da Venzone, medioevale anch’essa, quasi sbriciolata nel ’76, si prenda l’incoraggiamento a ricostruire, ovunque sia possibile, «com’era e dov’era» il tessuto storico, l’intero contesto e non i soli monumenti. Con la partecipazione attiva delle popolazioni al processo di decisione e di ricostruzione.Da Assisi si prenda l’idea-forza di concentrare una massa formidabile di competenze tecnico-scientifiche (restauratori, strutturisti, ecc.) Nella chiesa-simbolo tanto minacciata, la Basilica superiore di San Francesco, per restaurarla al meglio in tempi ragionevolmente rapidi.Per L’Aquila i simboli sono due: Santa Maria di Collemaggio, senza dimenticare le altre chiese della città, e il poderoso Castello. Ma tutto il centro storico, tanto massacrato e tanto stratificato, esige di venire analizzato, inventariato, studiato, progettato al dettaglio nel restauro e nella ricostruzione. Investendo anche in esso con una massa di competenze ben orientata e diretta dagli organismi dei Beni Culturali e da nessun altro. Qui come nei borghi minimi.In Friuli si scelse di ricostruire prima le fabbriche e poi le case. In Umbria di ricostruire anzitutto le chiese («le nostre fabbriche», commentò un vescovo alludendo al turismo religioso). All’Aquila la scelta è più complessa: riattivare l’Università, soccorrere le numerose piccole e medie imprese, ridare un tetto alla gente, restaurare i monumenti-simbolo. In ogni caso è fondamentale non calare dall’alto le strategie, interrogare direttamente le comunità locali, responsabilizzarle. In Umbria vennero creati consorzi fra proprietari privati i quali hanno poi gestito bene i finanziamenti.Evitiamo anzitutto l’ingrandimento dell’area del sisma oltre i suoi confini reali: in Irpinia si inclusero ben 213 comuni nei quali «nessuna abitazione risultava seriamente lesionata» (Rapporto della commissione di inchiesta Scalfaro, 1991). Da San Giuliano di Puglia ci si è allargati all’intero Molise... Sono indecenti pratiche politico-clientelari che portano a sprechi enormi, che allungano disastrosamente tempi già lunghi di per sé, che, se non si impostano appalti veri (e non al massimo ribasso soltanto), aprono una autostrada alle imprese della camorra.Non siamo all’anno zero. I terremoti e le ricostruzioni dell’ultimo quarantennio (come minimo) ci dicono cosa fare e cosa non fare. Seriamente.Vittorio Emiliani


La destra a Trieste da Mussolini al Pdl di PIETRO SPIRITO

TRIESTE La destra a Trieste sta cambiando. Lo scioglimento e confluenza di An nel Pdl ha accelerato un processo di mutazione che non è solo d’apparato: la destra triestina, l’erede del fascismo di confine - quel fascismo sperimentale fondato sulla nazionalizzazione forzata -, la destra figlia di un neofascismo ancora legato a un’idea forte di identità nazionale e irredentista, la destra che ha mal digerito la svolta di Fiuggi, si trova adesso a traghettare se stessa in un mare dai contorni incerti, dove molti punti di riferimento non ci sono più e altri sono ancora in via di definizione. Non è solo una questione di apparati, è la ”comunità” dei militanti e simpatizzanti nel suo complesso che è in piena mutazione sulla spinta principale di due impulsi: la mancanza di un percorso graduale verso il Pdl, così come aveva promesso Fini un anno fa, e le ultime elezioni regionali, che hanno di fatto distrutto gli equilibri interni di An a Trieste, scompaginando amicizie e creando nuove divergenze. Le recenti dichiarzioni critiche del deputato triestino Roberto Menia al congresso di scioglimento di An - ”dovevamo arrivare dove siamo attraverso un percorso federativo” - interpretando ”un sentimento latente e inespresso” hanno messo in rilievo quella ”posizione minoritaria” che si identifica facilmente con il particolarismo della destra triestina. Insomma, una destra sempre molto unita e coesa, anche ai tempi di Fiuggi, comincia se non a disgregarsi almeno a cercare nuovi orientamenti, come una nave che naviga a vista mentre un equipaggio riluttante resta comunque al suo posto.«La particolarità della destra triestina - spiega lo storico Giuseppe Parlato, autore fra l’altro di ”Fascisti senza Mussolini” - deriva dal fatto che a Trieste non c’è mai stata elaborazione interna né al fascismo né poi al Msi e ad An; per esempio non c’è stata quella divisione fra corporativisti e socializzatori che in Italia ha diviso la destra fino al ’56». «Trieste - continua Parlato - ha sempre avuto una destra ”muscolare”, propensa più all’azione che alla speculazione politica, una destra ”separata” che però ha avuto un ruolo determinante per le sorti della destra nazionale: Trieste diventò la scommessa del Msi nell’immediato dopoguerra, e fu la questione di Trieste a rompere il dualismo fascismo/antifascismo sostituendolo con la carta comunismo/anticomunismo, facendo così uscire il Msi dal ghetto». In sostanza, spiega Parlato, nella storia della destra italiana Trieste pur nella sua specificità ha sempre avuto un ruolo determinante, «anche nelle sue componenti più estreme, si pensi alla forte presenza di Avanguardia nazionale e agli stretti rapporti rapporti con i servizi segreti negli anni ’60-’70».E oggi? Secondo Parlato è evidente «che le cose stanno cambiando, anche perché vengono meno tutta una serie di ragioni per così dire ideali, come i motivi di irredentismo fattuale e logico». Tuttavia secondo lo storico «paradossalmente proprio l’essere forza minoritaria potrà servire ad essere forza e motore del partito ora che An è confluita nel Pdl».Dello stesso parere il giornalista e scrittore Giano Accame: «Al di là di quelli che possono essere problemi di apparato, non vedo ragioni di vero disagio nella destra a Trieste con il passaggio nel Pdl, anche perché la sterzata nazional-liberale non è iniziata oggi, e guarda caso tanta parte della cultura berlusconiana viene dalla destra anche estrema; quindi almeno sotto un profilo culturale si tratta di vasi comunicanti, un’osmosi iniziata da tempo».«Dirò di più - aggiunge lo scrittore Gianni Scipione Rossi, autore di libri come ”La destra e gli ebrei. Una storia italiana” -: la destra triestina non si è mai caratterizzata come nostalgia del fascismo, ma come destra nazionalista tout court, un processo avvenuto in Italia solo quindici anni fa, e questo ritrovarsi in un mondo non ideologico può essere proprio l’amalgama adatto per mantenere la coesione all’interno del Pdl».Per Roberto Chiarini, autore fra l’altro del libro ”Destra italiana dall’Unità d’Italia ad Alleanza nazionale”, posto che con il Partito della libertà anche il nostro paese, «buon ultimo», si è dotato di un «partito conservatore di massa», cancellando in tal modo un’anomalia che lo rendeva unico nel panorama internazionale con una destra cofinata nel ghetto dell’equazione destra=fascismo, equazione - precisa Chiarini - «che peraltro l’unico partito di destra, il Msi, ha sempre fatto del suo meglio per confermare». Dunque cosa resta della destra nel Pdl, visto che è stata mandata al macero quell’identità neofascista che della categoria di destra è stata per novant’anni quasi il suo irrinunciabile tratto distintivo? Per lo storico «restano, sì, alcuni valori primari (nazione, ordine, famiglia, ecc.) ma, quanto a cultura politica e, ancor più, quanto a orientamenti programmatici ci si muove a tentoni e alla spicciolata. La destra paga la sua cinquantennale permanenza nel ghetto con un azzeramento della creatività politica e programmatica». L’attestazione della sua permanente diversità, dice ancora Chiarini, bastava e avanzava fino a quando si trattava di reggere l’accerchiamento dei partiti dell’arco costituzionale: «Tolto ora il collante dell’identità riflessa dal passato, il popolo ex missino dà voce alle sue tante, spesso opposti orientamenti. Non è un mistero per nessuno che nel partito della Fiamma convivevano, fianco a fianco, strenui difensori e accaniti oppositori dell’atlantismo, amici di Israele e sostenitori dei fedayn, statalisti e alfieri del privatismo, anticomunisti di ferro e neo-socializzatori». Caduta l’identità costruita sulla memoria, adesso ognuno si sente libero di assecondare le proprie inclinazioni: «Una comunità di destino si trasforma in una folla di singoli, e questo vale anche e forse soprattutto per Trieste».«In quanto alle questioni di confine - interviene Marco Tarchi, politologo all’Università di Firenze - credo che queste motivazioni abbiano già subito una scossa con la caduta del Muro di Berlino, che toglieva forza suggestiva all'idea del "nemico alle porte"». «L'allargamento dell'Unione Europea - continua Tarchi - ha poi ampliato la falla. Certo la società triestina ha continuato comunque ad esprimere sensibilità nazionaliste significative, ma la loro valenza è ormai da vent'anni meramente simbolica, non si collega più a una dinamica di interessi concreti e rischia di trasformarsi in una sorta di vezzo, un segno di snobismo intellettuale. La confluenza di An e Forza Italia in quello che si definisce "Partito degli italiani" non fa altro che rimarcare questo rischio di anacronismo. I motivi su cui il centrodestra oggi punta per conquistare o mantenere consensi sono molto più prosaici e si collegano al piano socioeconomico, non a quello delle identità culturali». Ma alla fine la destra a Trieste ha saputo esprimere una sua cultura? «Al di fuori del riferimento più marcato a tematiche nazional-patriottiche, non direi - risponde il politologo -. Anche perché proprio l'arroccamento attorno alla rivendicazione esclusiva dell'italianità le ha impedito di dialogare con gli stimoli che potevano esserle trasmessi dal contesto culturale mitteleuropeo in cui pure è immersa (e che, difatti, è stato più intensamente recepito in certi settori intellettuali della sinistra)».Dunque addio Trieste città-bandiera della destra? «A me pare che ciò sia già accaduto - conclude Tarchi -. Le battaglie "per Trieste italiana" o sul "giù le mani dall'Alto Adige" hanno fatto la storia del Msi degli anni Cinquanta e Sessanta, ma oggi possono tutt'al più alimentare le legittime ma impolitiche nostalgie dei reduci. Le si può ergere a simbolo solo per illudersi di non essere profondamente cambiati».


Parco di Miramare invaso dai rifiuti
Impresa di pulizie senza contratto. I turisti mettono un cartello: «Vergogna»

TRIESTE Viali invasi dai rifiuti, bottini stracolmi, ratti a spasso tra i sacchi dell’immondizia. È lo spettacolo ben poco decoroso offerto ai visitatori del castello di Miramare, fiore all’occhiello dell’offerta turistica cittadina diventato una discarica a cielo aperto. Colpa di un ritardo senza precedenti nelle operazioni di pulizia del parco. Per dieci giorni, infatti, nessuno ha provveduto a rimuovere cartacce, lattine e bottiglie. Risultato, ospiti costretti a scattare foto ricordo con sacchi neri sullo sfondo. Qualcuno ha messo un cartello con su scritto: «Vergogna». La causa? «Non è stato rinnovato il contratto d’appalto con l’impresa delle pulizie. Tempi burocratici» dice il soprintendente regionale Fabrizio Magani.


Industria italiana: produzione a -23%

ROMA È una caduta senza fine quella dell'industria italiana. A febbraio la produzione è crollata del 23,7%, ennesimo calo a due cifre ed ennesimo risultato che entrerà negli annali negativi. Il dato è infatti il peggiore dal 1990, anno in cui iniziano le attuali serie storiche su cui l'Istat calcola l'andamento dell'industria.Il calo è attenuato, ma di poco, se non si considerano gli effetti di calendario. Depurato dal giorno di lavoro in meno che febbraio 2009 ha avuto rispetto a febbraio 2008, la discesa è infatti del 20,7%. E ancora un segno meno è quello che riguarda la variazione mensile: tra gennaio e febbraio la produzione è diminuita del 3,5%, mettendo a segno la decima contrazione consecutiva da maggio 2008 ad oggi.Sulla diminuzione ha certamente inciso la caduta libera del settore auto: a febbraio la produzione di autoveicoli ha avuto una debacle del 42% rispetto all'anno prima. Ma il crollo è stato generalizzato: i dati corretti mostrano per la metallurgia e i prodotti in metallo un calo del 34,5%, per i mezzi di trasporto del 32,5%, per la gomma, materie plastiche e minerali non metalliferi del 28,3%. E l'elenco potrebbe continuare. A soffrire sono stati soprattutto i beni intermedi, quelli che rappresentano il primo anello della catena produttiva dopo le materie prime. Per metallurgia di base, stoffe, gomma, chimica e la gran parte dei manufatti il calo in un anno è stato del 30,2% e in solo mese del 6,5%. La discesa continua ad essere invece decisamente più lenta per i beni di consumo, in particolare per i non durevoli (-0,1% su gennaio; -5,5% su febbraio 2008).A febbraio 2009 anche l'indice della produzione industriale di elettronica e elettrotecnica, i due comparti rappresentati da Confindustria Anie, ha segnato una brusca flessione con un calo del 18,1% nell'aggregato, del 24,6% nell'elettrotecnica e dell'11,6% nell'elettronica.I sindacati temono ora le conseguenze sociali. «La situazione è drammatica», sottolinea il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, mentre per Antonino Regazzi, numero uno della Uilm, «non si è ancora toccato il fondo»«Il Governo sembra prendere coscienza che la situazione è drammatica in alcuni settori dell'industria in cui il ricorso alla cassa integrazione ordinaria è quasi al termine. Adesso più che mai è necessario estendere il periodo dalle 52 settimane attuali a 104». Lo afferma il responsabile del dipartimento Industria della Cgil Nazionale, Salvatore Barone, al termine del tavolo sull'industria al ministero dello Sviluppo economico.«Per la prima volta, infatti, - aggiunge il dirigente sindacale in una nota - si ammette che la scadenza delle 52 settimane di cig sono un problema da affrontare in un apposito incontro con le parti sociali. Ma ancora non è stata colta fino in fondo la drammaticità della situazione che l'approssimarsi del termine delle 52 settimane di cassa può generare».Tese a rassicurare invece, le parole del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. «I dati di oggi (ieri ndr) sono vecchi» e già da maggio si cominceranno a sentire i benefici degli incentivi al settore auto. Proprio per monitorane gli effetti, Scajola ha convocato un tavolo al ministero: «le immatricolazioni di auto - ha sottolineato - sono cresciute a marzo del 35% su febbraio e dello 0,5% su marzo 2008». Gli obiettivi del governo sono quindi in fase di raggiungimento, ha osservato, sia per quanto riguarda il rinnovo del parco auto e il rilancio della produzione, sia per la riduzione delle emissioni inquinanti. Non solo, il provvedimento è in pratica autofinanziato, grazie «al maggiore gettito Iva e alla diminuzione del ricorso alla cig».Per ora le vendite sono aumentate grazie alla «liberazione dei piazzali», facendo cioè ricorso alle scorte e alle giacenze. Se l'andamento delle immatricolazioni rimarrà positivo, gli effetti concreti sulla produzione si vedranno quindi tra qualche mese.


Carso, supermulte in arrivo per chi raccoglie fiori protetti di RICCARDO TOSQUES

TRIESTE Il narciso, l’iris, i gigli arancioni. Ma anche la formica rufa, il gambero di fiume e le chiocciole. Queste sono solo alcune delle specie poste sotto «la tutela della flora e della fauna di importanza comunitaria e di interesse regionale» inserite nel Bollettino ufficiale della Regione pubblicato ad inizio aprile e diffuso dalla Guardia Forestale.FLORA. Ai sensi dell’articolo 96 della legge regionale 9 del 2007 sulle «Norme in materia di risorse forestali», per sette specie di piante di importanza comunitaria e oltre 30 di piante di interesse regionale che crescono in provincia vige infatti il divieto assoluto di raccolta, sradicamento, danneggiamento, trasporto e commercializzazione. La sanzione prevista può andare da un minimo di 50 a un massimo di 2.000 euro per ogni pianta raccolta. Quali sono dunque le piante «intoccabili»? Nella lista delle specie off-limits compaiono il narciso, l’iris, i gigli (di colore arancione), la peonia, la pulsatilla e tutte le specie di orchidee. Per tutte le altre piante erbacee ed arbustive è consentita invece la raccolta complessiva giornaliera per persona di dieci assi fiorali, steli fioriferi o fruttiferi, o fronde di felci, pur essendo severamente vietato sradicare le piante, asportare e distruggere le radici, i tuberi, i rizomi e i bulbi. In questo caso le sanzioni sono più contenute e vanno dai 15 ai 300 euro per le piante raccolte o danneggiate. E le norme sui tanto amati «bruscandoli», gli asparagi selvatici? Per quanto riguarda le piante che vengono raccolte «per tradizione, per uso e costumi locali» è consentita la raccolta di un chilo giornaliero per persona. Tra queste sono inclusi l’asparago selvatico, il pungitopo, l’origano, la ruta, la menta, la melissa e il muschio. La dose giornaliera sale sino a tre kg infine per alcune piante come la rosa canina, le more di rovo, il tarassaco, l’ortica e il sambuco.FAUNA. «È vietato catturare, uccidere, disturbare, danneggiare specie animali considerate di importanza comunitaria e di interesse regionale; altresì è vietato distruggerne i siti di riproduzione o le aree di sosta». Questi ancora i sostanziali divieti imposti per legge che valgono per qualsiasi stadio di sviluppo delle specie inerenti i chirotteri (pipistrelli), gli anfibi e rettili, la formica rufa, il gambero di fiume e tutte le specie di fauna delle grotte nonché alcune specie di coleotteri. Le sanzioni in questo caso vanno da un minimo di 50 ad un massimo di 2.000 euro. Per le chiocciole del genere helix è vietata invece la raccolta da aprile a giugno: per il resto dell’anno la raccolta è consentita per la quantità massima di due kg giornalieri per persona. È vietata poi l’introduzione di specie vegetali o animali non autoctoni e specialmente nelle aree tutelate ai sensi delle direttive europee «habitat e uccelli» (aree Sic e Zps, ndr). Anche in questo caso le sanzioni possono arrivare sino ai 2.000 euro. L’unico escamotage consentito dalla legge per raccogliere un certo numero di esemplari di piante (o di animali) è avere dei ben dichiarati «scopi scientifici o didattici», previa autorizzazione comunque rilasciata direttamente dalla Provincia di Trieste.

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INIZIATIVA PER RICHIAMARE TURISTI IN SPIAGGIA
Grado, a Pasqua ombrelloni e lettini gratis

GRADO Lettini e ombrelloni gratis a Pasqua e Pasquetta. La società che gestisce la spiaggia di Grado ha deciso di «investire» per richiamare qualche turista in più e metterà a disposizione, senza alcun esborso, le attrezzature all’interno dei due reparti già allestiti nella spiaggia principale, nella zona centrale. Un centinaio di lettini e altrettanti ombrelloni saranno disponibili fino a esaurimento. Il personale della Git li predisporrà sull’arenile.È un modo di «compensare» gli ospiti per i disagi dovuti ai numerosi cantieri aperti in questo periodo sull’isola.

Cultura
Come cambiano idee, prospettive, valori

Il caso
Bruscandoli ok, ma un chilo a testa