
Udine, 09/02/09 ore 20:10
Ho appreso la notizia della morte di Eluana.
Adesso provate voi a scrivere il pezzo che devo consegnare ad Alberto.
Sono appena rientrata dalla Quiete, ho lasciato sull'asfalto da una parte i sostenitori del sì e dall'altro quelli per il no. Serviranno a cosa adesso tutti quei lumini? Quell'acqua accorsa in bottigliette trasportate da gente comune? A cosa serviranno adesso in nostri pensieri, i nostri rimorsi, il nostro scrivere, il nostro urlare davanti alla clinica? Cosa ci si aspetta adesso? Altre polemiche? Altri block notes intrisi di vergogne, di insulti, di pensieri non condivisi e di atteggiamenti combattuti? Adesso devo scrivere di questa mia giornata trascorsa per Eluana, ma come si fa? Dalla Loggia, in piazza Libertà verso la Quiete, un coro silenzioso avanza, sono i sostenitori per il sì. Le Grazie, a pochi metri dalla clinica, vestita di un mega schermo con il viso di Eluana. C'è gente che prega in chiesa. Da giorni. Pochi, Molti? Tutto diventa relativo adesso. I volti incontrati, i timbri ascoltati, c'è qualcosa di surreale che avvolge il cammino di una vita, anche la mia. Ho condiviso un pezzo di storia italiana e sto provando a raccontarla con l'oggettività che mi contraddistingue in questa mia passione dello scrivere. Ho visto il dolore sui volti delle persone ed ho udito parlare troppo di politica e quasi mai di Eluana persona. Le mie domande ai vari personaggi del panorama politico e sanitario udinese non trovano esaustive risposte adesso. Riavvolgo il nastro dei ricordi e il volto di Eluana non lo vedo stampato nei cuori della gente, e lasciatemi scrivere per favore, sono un'italiana, più che mai adesso.
Stasera metto da parte la giornalista, permettetemi di dirvi quello che ho percepito attraverso tutto questo.
La mia conquilina sta uscendo: "Vado a vedere che cosa succede in giro, se vedo qualcosa te lo dico...". Quanti di voi stasera saranno mossi dalla sua stessa curiosità? Ditemi quanti. Ecco cosa rimane adesso, un pretesto per uscire, per vedere se è arrivata la televisione o qualche giornalista famoso. Come può scorrere la notizia della sua morte senza lasciare porte e finestre aperte? Siamo sicuri di essere nel giusto? Di aver valutato il caso razionalizzando la morte? Abbiamo cercato un fondamento costituendo un commentario popolare; l'abbiamo esorcizzata noi la fine di questa storia. Eccoci giunti, in tempi ancor più prematuri del previsto: Eluana è morta anche se la luce della sua stanza è ancora accesa. Chissà che pensieri prima della fine e chissà suo padre lontano... Che pensieri ha lui. La sofferenza non conosce i confini che antepone la ragione.
La morte esiste, esiste prima di noi, prima del caso Englaro, prima della nostra nascita, prima ancora che iniziamo a pascolare i pensieri e le volontà.
Una cosa è certa, esistono tante Eluane e tanti Beppini nel mondo e in ognuno di noi.Spero che il mio Beppino o la mia Eluana non sorgano mai dalle ceneri, altrimenti non saprei come continuare la mia e altrui vita. Sono trascorsi diciasette anni e gli uomini cambiano in tutto questo tempo e anche le loro intenzioni, le loro volontà. Scadono le verità e le menzogne, ma ricordiamoci di Eluana, vi prego, ricordatela dentro di voi non come una cometa senza scia ma come una stella senza tempo.
Adesso provate voi a scrivere il pezzo che devo consegnare ad Alberto.
Sono appena rientrata dalla Quiete, ho lasciato sull'asfalto da una parte i sostenitori del sì e dall'altro quelli per il no. Serviranno a cosa adesso tutti quei lumini? Quell'acqua accorsa in bottigliette trasportate da gente comune? A cosa serviranno adesso in nostri pensieri, i nostri rimorsi, il nostro scrivere, il nostro urlare davanti alla clinica? Cosa ci si aspetta adesso? Altre polemiche? Altri block notes intrisi di vergogne, di insulti, di pensieri non condivisi e di atteggiamenti combattuti? Adesso devo scrivere di questa mia giornata trascorsa per Eluana, ma come si fa? Dalla Loggia, in piazza Libertà verso la Quiete, un coro silenzioso avanza, sono i sostenitori per il sì. Le Grazie, a pochi metri dalla clinica, vestita di un mega schermo con il viso di Eluana. C'è gente che prega in chiesa. Da giorni. Pochi, Molti? Tutto diventa relativo adesso. I volti incontrati, i timbri ascoltati, c'è qualcosa di surreale che avvolge il cammino di una vita, anche la mia. Ho condiviso un pezzo di storia italiana e sto provando a raccontarla con l'oggettività che mi contraddistingue in questa mia passione dello scrivere. Ho visto il dolore sui volti delle persone ed ho udito parlare troppo di politica e quasi mai di Eluana persona. Le mie domande ai vari personaggi del panorama politico e sanitario udinese non trovano esaustive risposte adesso. Riavvolgo il nastro dei ricordi e il volto di Eluana non lo vedo stampato nei cuori della gente, e lasciatemi scrivere per favore, sono un'italiana, più che mai adesso.
Stasera metto da parte la giornalista, permettetemi di dirvi quello che ho percepito attraverso tutto questo.
La mia conquilina sta uscendo: "Vado a vedere che cosa succede in giro, se vedo qualcosa te lo dico...". Quanti di voi stasera saranno mossi dalla sua stessa curiosità? Ditemi quanti. Ecco cosa rimane adesso, un pretesto per uscire, per vedere se è arrivata la televisione o qualche giornalista famoso. Come può scorrere la notizia della sua morte senza lasciare porte e finestre aperte? Siamo sicuri di essere nel giusto? Di aver valutato il caso razionalizzando la morte? Abbiamo cercato un fondamento costituendo un commentario popolare; l'abbiamo esorcizzata noi la fine di questa storia. Eccoci giunti, in tempi ancor più prematuri del previsto: Eluana è morta anche se la luce della sua stanza è ancora accesa. Chissà che pensieri prima della fine e chissà suo padre lontano... Che pensieri ha lui. La sofferenza non conosce i confini che antepone la ragione.
La morte esiste, esiste prima di noi, prima del caso Englaro, prima della nostra nascita, prima ancora che iniziamo a pascolare i pensieri e le volontà.
Una cosa è certa, esistono tante Eluane e tanti Beppini nel mondo e in ognuno di noi.Spero che il mio Beppino o la mia Eluana non sorgano mai dalle ceneri, altrimenti non saprei come continuare la mia e altrui vita. Sono trascorsi diciasette anni e gli uomini cambiano in tutto questo tempo e anche le loro intenzioni, le loro volontà. Scadono le verità e le menzogne, ma ricordiamoci di Eluana, vi prego, ricordatela dentro di voi non come una cometa senza scia ma come una stella senza tempo.
PATRIZIA PUGLIESE
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Gioiosamente capita che padri (personalmente abbiamo provato questa felice esperienza anche se il parto, gemellare, non si prospettava molto agevole) assistano alla nascita dei propri figli.
Dicono sia difficilissimo, pesantissimo, sopravvivere alla scomparsa di un figlio. Data la sacralità del momento, ritenevamo che il signor Beppino Englaro, 'per sentenza' autorizzato a dar morte alla figlia, almeno la assistesse e le fosse fisicamente vicino nel momento del trapasso.
Si è dedicato, invece, ieri, a rilasciare interviste a El Pais.
Esprimiamo le nostre sentite condoglianze al padre di Eluana, in quanto genitore. Non esprimiamo condoglianze al signor Beppino Englaro.
E se non si fosse capito lo chiariamo meglio: esprimiamo viva solidarietà per il papà di Eluana, proviamo fastidio per il signor Beppino Englaro come uomo.
Alberto di Caporiacco