
Il "Messaggero Veneto", ovvero il principale quotidiano cartaceo locale, ha scelto un tipo di approccio decisamente soft alla vicenda, sembrerebbe quasi "difensivo" nei confronti degli organizzatori.
Oggi compare soltanto una lettera al direttore del sig. Umberto Pascolo che riportiamo.
Troppi ingressi per il cenone
Vorrei denunciare su queste pagine un fatto increscioso accaduto il 31 dicembre a Susans (Maiano). I miei figli, così come parecchi loro amici, avevano prenotato per il veglione di fine anno al castello di Susans. Acquistati i tagliandi per la festa, chiacchierando con mio figlio sono venuto a conoscenza che, per sentito dire, erano stati venduti circa 2.000 biglietti. La cosa mi ha insospettito e tramite Internet sono riuscito a trovare un numero di telefono fisso (il numero di cellulare pubblicato su un giornale locale non rispondeva mai). Ha risposto una signora, la quale gentilmente mi spiegava che loro affittavano questi locali per feste, matrimoni eccetera e che la capienza massima era di 700 persone. Rincuorato, avvisavo mio figlio che non era possibile ci fossero 2.000 persone con tagliandi per la festa a fronte di 700 posti di capienza massima, quindi mi sono messo il cuore in pace. Alle 21.30 del 31 dicembre, i ragazzi hanno cominciato a mettersi in coda, alle 23 ho telefonato a mia figlia per sentire come andava la festa e, con mio sommo stupore, mi ha riferito che un gruppo di centinaia di giovani, compresa lei, il suo ragazzo e il fratello, era all’addiaccio, letteralmente congelato dal freddo. Mi ha spiegato balbettando che «non li facevano entrare perché non c’era più posto e per motivi di sicurezza chiudevano l’entrata». Praticamente i ragazzi si sono visti costretti a ripiegare su un ritorno a Udine, dove hanno trovato conforto in un bar. Nel frattempo, gli addetti al ingresso hanno improvvisato un estemporaneo rimborso del biglietto alla “chi c’è c’è” in mezzo al caos totale; così chi aveva resistito al freddo riusciva nell’intento di riavere i soldi spesi; chi invece, come mia figlia, non ce l’ha fatta ha ricevuto l’assicurazione (dai carabinieri nel frattempo giunti sul posto) che andando in un negozio di Udine potevano ricevere il rimborso. Considerazioni. A) Perché vendere circa il triplo dei biglietti, sapendo che oltre al numero consentito di posti non era permesso (giustamente) entrare? B) Perché effettuare dei rimborsi “alla Carlona”, provocando così ulteriore trambusto tra quanti non l’hanno ricevuto? C) Da parte del gruppo organizzatore e di tutto lo staff le risposte alle domande dei ragazzi erano: «Non sappiamo neanche noi», «Provate a chiedere» precisando che queste risposte erano comuni a qualsiasi membro dello staff. Conclusioni. A prescindere dai rimborsi che verranno effettuati a giorni, invito gli organizzatori a dare spiegazioni per questo fatto che ha dell’incredibile e a scusarsi pubblicamente in questa sede; riservandomi altrimenti di adire a vie legali.
Umberto Pascoli
Ieri, sempre sul "Messaggero Veneto", era comparsa questa altra lettera al direttore
Una serata mortificante
Sono il cantante del giovane gruppo rock dei Macheoo! che ha suonato (?) al veglione di Capodanno La notte dei desideri, nel castello di Susans. Saluto tutte le persone che erano presenti, i nostri amici, in special modo quelli che hanno speso soldi (50 euro o 30 a seconda dei casi) per venirci a vedere. Che dire della serata e della nostra esibizione? È stato mortificante, a causa della delusione per lo spettacolo che con il mio gruppo sono riuscito a proporre. Sono molto amareggiato perché vorrei che la gente sapesse come sono andate le cose, visto che a rimetterci la faccia è il nostro gruppo. Dovevamo suonare per un’ora e mezzo indicativamente dalle 21-21.30 per poi lasciare spazio ad alcuni dj fino alla mezzanotte. La realtà è stata ben diversa. Sia all’esterno del castello sia nel parco sotto il tendone, alle 23, c’era una fiumana di gente che voleva entrare in uno dei tre piani dell’edificio, per godersi la festa, il nostro concerto, i dj e ciò non le era concesso. Ma l’ingresso non sarebbe dovuto essere libero ovunque e per tutti se avevi il biglietto? Di ciò abbiamo fatto le spese noi... L’organizzazione ci ha fatto aspettare due ore prima di esibirci perché voleva riempire la sala, cosa che non si è mai verificata, semplicemente perché la gente non poteva entrare liberamente in castello, ma la chicca più bella da raccontare è stata il fatto che ci hanno fatto suonare 20 minuti in tutto, impedendoci di fare la nostra esibizione con cambi di abiti e sorprese che avevamo preparato, facendoci improvvisare una scaletta sul momento ... «Perché è ormai tardi» è stata la giustificazione, «lasciate spazio al dj»... Praticamente non sembrava di essere a uno nostri affollati e usuali concerti, ma in sala prove,con la differenza che io ero in calzamaglia! Ah, finito il nostro pseudoconcerto, la gente nervosa, esasperata dal freddo, è stata lasciata far entrare... Scusate lo sfogo... ma volevamo farvi divertire e non abbiamo potuto accontentarvi. Siamo amareggiati per il danno d’immagine che abbiamo avuto, ma so che ci rifaremo!
Silvio Toso cantante dei Macheoo! & Band Udine
Ed era altresì comparso questo servizio di cronaca, da parte della corrispondente di Majano del giornale.
Esclusi dalla festa, chiamano i carabinieri
MAJANO. Restano fuori in cento e chiamano i Carabinieri. Altro che Capodanno, quello organizzato in Castello a Susans, mercoledì sera, si è trasformato per molti in una fredda odissea, in coda davanti a un porta chiusa. E pensare che doveva essere un 31 dicembre da sogno, una “Notte dei desideri”, come l’avevano battezzata gli organizzatori, con il castello a offrire un set suggestivo, un’accattivante proposta musicale condita da un ricco buffet e naturalmente tante bollicine all’alba del nuovo anno. In realtà, allo scoccare della mezzanotte la carrozza si era da tempo tramutata in zucca e le speranze di trascorrere un ultimo dell’anno da favola erano per molti già andate in frantumi da ore. In circa cento persone, infatti, alla festa in castello, organizzata dall’agenzia Dilecta, mercoledì sera non ci hanno nemmeno messo piede. Il maniero di Susans, collaudato pare per un massimo di 500 presenze, una volta raggiunta la soglia ha infatti chiuso i battenti lasciandoli a bocca asciutta, nonostante il regolare biglietto. Chiamati sul posto, i Carabinieri di Majano, giunti in castello assieme a una volante di Codroipo e una del Norm di Udine, stanno ora cercando di far luce sulle autorizzazioni e le eventuali responsabilità dell’accaduto. Resta il fatto che il centinaio di persone rimasto fuori dalla festa mercoledì sera, dopo essersi prodotto in alcuni casi in qualche spintone, è stato in parte risarcito del biglietto prima di far ritorno a casa. Per gli altri, resta ora la promessa di vedersi restituiti i 50 o 30 euro pagati per l’ingresso e il proposito, espresso in alcuni casi anche su internet, di adire a vie legali nei confronti degli organizzatori. É andata meglio a chi, dopo un’attesa di buoni venti minuti, è infine riuscito ad entrare, carico di attese, presto svanite nel nulla. «C’erano due tipi di biglietti – raccontano alcuni ragazzi di Majano che mercoledì sera hanno partecipato alla Capodanno in castello -, uno da 30 euro dava accesso alla sola festa musicale, uno da 50 che garantiva invece anche un ricco buffet e alcuni spazi privé. Così, almeno, si prometteva alla vigilia». Sì, perché stando ai racconti di chi c’era, in realtà tutti hanno potuto muoversi liberamente all’interno del castello e rifocillarsi al buffet. «Insomma – continuano i ragazzi – abbiamo pagato 20 euro in più per nulla. Ma nulla davvero. Il buffet, offerto sotto un tendone all’aperto, era a dir poco discutibile, da bere c’era solo acqua e in tutto il castello non c’era una sedia a disposizione. E se non bastasse, a mezzanotte abbiamo pure dovuto comprarci una bottiglia di spumante perché nei 50 euro non era compreso nemmeno un bicchiere. Insomma, è stato un Capodanno da dimenticare, anche perché c’era tra la gente un malessere generale. Per rimborsarci del danno dovrebbero quantomeno organizzarci una festa gratuita».
Maura Delle Case
Nessuno, ripeto, nessuno, punta il dito sul vero problema.
Il fatto di essere proprietari o comunque di avere in gestione un sito storico come il Castello di Susans, che ha beneficiato di fondi pubblici per la sua ricostruzione e restauro, NON AUTORIZZA NESSUNO E SOTTOLINEIAMO NESSUNO A SVILIRE LA STRUTTURA ORGANIZZANDO SIMILI EVENTI I QUALI, ANCHE SE RIUSCITI, NON SONO CONSONI A STORIA E CULTURA DELLA NOSTRA REGIONE.
Non abbiamo nulla contro il popolo delle discoteche e contro chi si vuol divertire, né contro i giovani. Anzi! Siamo dalla loro parte. E questo è proprio il problema da sollevare: esistono strutture adeguate per il divertimento giovanile senza che un gruppo di organizzatori piuttosto improvvisato, agevolato dalla faciloneria di chi di detta location dispone, abbia preso letteralmente a calci un immobile storico del Friuli?