"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

SFUEI DAL FRIÛL LIBAR. ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 11.46 DI MERCOLEDI' 15 APRILE.

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Notizie del giorno e l'archivio completo cronologico del giornale

domenica 22 marzo 2009

PILLOLE FRIULANE (ma anche triestine)



20:02 - casa: tondo (fvg), opportunita' per far circolare risorse
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e' ''assolutamente favorevole'' al piano casa del Governo perche' ''puo' essere un'opportunita' che consente di mettere in circuito risorse che sono ferme e dare risposte a esigenze reali''. Lo ha affermato stasera, interpellato dall'ANSA in vista dell'incontro delle Regioni con il presidente del Consiglio Berlusconi. ''Mi sembra - ha aggiunto Tondo - che l'opposizione su questo tema sia piu' ideologica che sostanziale. Certamente Berlusconi pone il problema della decretazione d'urgenza in maniera drastica, ma in questo Paese - ha sottolineato - c'e' un reale problema di operativita'. Un Paese che rischia di perdere occasioni rilancio deve raccogliere tutto cio' che puo'''. Per quanto riguarda il rischio di abusi, Tondo ha replicato sostenendo che ''l'eccesso di pianificazione ha dato di meno al Paese. Una volta c'era una buona 'Commissione edilizia e ornato', fatta semplicemente di buoni professionisti. Abbiamo esagerato con le carte - ha concluso - che non hanno risolto i problemi''. (ANSA). BUO

18:59 - basket: serie a; snaidero-eldo 89-74
(ANSA) - UDINE, 22 MAR - Snaidero Udine batte Eldo Caserta 89-74 (29-18; 49-33; 64-52). Spettatori: 2.300, per un incasso 21.000 euro. (ANSA). YYN

18:34 - calcio:udinese; leonardi, ayroldi? non deve piu' arbitrarci
(ANSA) - ROMA, 22 MAR - ''Non ho mai parlato degli arbitri, oggi mi sto violentando, ma vedere quello di oggi... Con lui, evidentemente, non siamo fortunati. Preferiremmo non avere piu' l'arbitro Ayroldi, perche' la sua presenza in campo ci rende nervosi. La sua condotta di gara oggi a Genova e' stata un'offesa ai nostri sacrifici''. Lo ha detto Pietro Leonardi, direttore generale dell'Udinese, commentando la sconfitta subita sul campo del Genoa. (ANSA). FAN

17:24 - calcio: genoa-udinese 2-0
(ANSA) - GENOVA, 22 MAR - Genoa batte Udinese 2-0 (0-0).I GOL - 15' st: Palladino scende a sinistra e crossa, la palla subisce una deviazione e finisce a Sculli che di testa supera il portiere in uscita con un pallonetto. - 49' st: Palladino entra in area a sinistra e mette al centro rasoterra per Milito che in corsa segna sul primo palo. (ANSA). CE

16:22 - terrorismo: operaio in friuli uno dei nordafricani espulsi
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Lavorava come operaio in una fabbrica di legnami a Cormons (Gorizia) e viveva a San Giovanni al Natisone (Udine) il tunisino Sghaier Miri, espulso assieme a un marocchino residente in Veneto per presunto terrorismo. Secondo quanto si e' appreso, Miri non svolgeva attivita' di predicazione ne' si era esposto con interventi pubblici. Apparentemente quindi, agiva come uno dei tanti lavoratori immigrati che sono impiegati nelle attivita' produttive del Friuli. (ANSA). BUO

16:21 - cinema: volume su rigoni stern e olmi vince 'limina awards'
(ANSA) - UDINE, 22 MAR - Il volume dello storico e critico cinematografico Gian Piero Brunetta su Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern ha vinto il Limina Award 2009, riservato al miglior libro di cinema del 2008. Il libro racconta della sceneggiatura di Ermanno Olmi, tratta dal capolavoro di Rigoni Stern ma mai divenuta film e che puo' essere letta come un libro a se' stante. I Limina Award sono assegnati dalla Consulta Universitaria del Cinema (Cuc). (ANSA). COM
12:46 - terrorismo: espulsi da italia due nordafricani
(ANSA) - ROMA, 22 MAR - Due presunti terroristi sono stati espulsi dall'Italia e rimpatriati nei paesi d'origine. Il provvedimento e' stato disposto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni per motivi di sicurezza dello Stato di prevenzione del terrorismo. I due stranieri, indagati per associazione con finalita' di terrorismo internazionale sono stati rimpatriati con due differenti voli da Roma e Bologna nella serata di ieri. Sono Mohammed Essadek, marocchino di 39 anni e Sghaier Miri, tunisino di 34 anni, i due presunti terroristi espulsi dall'Italia su provvedimento del ministro dell'Interno. Essadek, secondo quanto si apprende da fonti investigative, viveva a Gaiarine, in provincia di Treviso. Il tunisino Miri era, invece, domiciliato a Manzano, in provincia di Udine, dove ricopriva il ruolo di leader della comunita' musulmana di ispirazione salafita presente nel Nord-Est. (ANSA). GUI

10:56 - uomo ucciso a trieste: accoltellato da fratello per eredita'
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - E' stato accoltellato a morte dal fratello, per questioni legate all'eredita', l'uomo ucciso stamani sul pianerottolo di casa a Trieste. La vittima si chiamava Giorgio Papo, 70 anni, e viveva da solo in un appartamento di un condominio nel rione di Chiarbola, alla periferia del capoluogo giuliano. Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura, Papo e' stato atteso dal fratello mentre rientrava a casa ed e' stato aggredito con un coltello da cucina. Il fratello viene attualmente interrogato dagli investigatori assieme al magistrato di turno. (ANSA). BUO

10:27 - uomo ucciso sul pianerottolo di casa a trieste
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Un uomo e' stato ucciso a coltellate sul pianerottolo della sua abitazione a Trieste. Il delitto - si e' saputo da fonti della Polizia - e' avvenuto intorno alle 7:30 in uno stabile alla periferia della citta', nella zona di Chiarbola. La vittima e' un pensionato sessantenne. Sul posto e' intervenuta la Squadra Mobile della Questura che ha fermato un uomo, ritenuto il presunto responsabile del delitto. (ANSA). DF

PILLOLE FRIULANE (ma anche triestine)



20:02 - casa: tondo (fvg), opportunita' per far circolare risorse
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e' ''assolutamente favorevole'' al piano casa del Governo perche' ''puo' essere un'opportunita' che consente di mettere in circuito risorse che sono ferme e dare risposte a esigenze reali''. Lo ha affermato stasera, interpellato dall'ANSA in vista dell'incontro delle Regioni con il presidente del Consiglio Berlusconi. ''Mi sembra - ha aggiunto Tondo - che l'opposizione su questo tema sia piu' ideologica che sostanziale. Certamente Berlusconi pone il problema della decretazione d'urgenza in maniera drastica, ma in questo Paese - ha sottolineato - c'e' un reale problema di operativita'. Un Paese che rischia di perdere occasioni rilancio deve raccogliere tutto cio' che puo'''. Per quanto riguarda il rischio di abusi, Tondo ha replicato sostenendo che ''l'eccesso di pianificazione ha dato di meno al Paese. Una volta c'era una buona 'Commissione edilizia e ornato', fatta semplicemente di buoni professionisti. Abbiamo esagerato con le carte - ha concluso - che non hanno risolto i problemi''. (ANSA). BUO

18:59 - basket: serie a; snaidero-eldo 89-74
(ANSA) - UDINE, 22 MAR - Snaidero Udine batte Eldo Caserta 89-74 (29-18; 49-33; 64-52). Spettatori: 2.300, per un incasso 21.000 euro. (ANSA). YYN

18:34 - calcio:udinese; leonardi, ayroldi? non deve piu' arbitrarci
(ANSA) - ROMA, 22 MAR - ''Non ho mai parlato degli arbitri, oggi mi sto violentando, ma vedere quello di oggi... Con lui, evidentemente, non siamo fortunati. Preferiremmo non avere piu' l'arbitro Ayroldi, perche' la sua presenza in campo ci rende nervosi. La sua condotta di gara oggi a Genova e' stata un'offesa ai nostri sacrifici''. Lo ha detto Pietro Leonardi, direttore generale dell'Udinese, commentando la sconfitta subita sul campo del Genoa. (ANSA). FAN

17:24 - calcio: genoa-udinese 2-0
(ANSA) - GENOVA, 22 MAR - Genoa batte Udinese 2-0 (0-0).I GOL - 15' st: Palladino scende a sinistra e crossa, la palla subisce una deviazione e finisce a Sculli che di testa supera il portiere in uscita con un pallonetto. - 49' st: Palladino entra in area a sinistra e mette al centro rasoterra per Milito che in corsa segna sul primo palo. (ANSA). CE

16:22 - terrorismo: operaio in friuli uno dei nordafricani espulsi
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Lavorava come operaio in una fabbrica di legnami a Cormons (Gorizia) e viveva a San Giovanni al Natisone (Udine) il tunisino Sghaier Miri, espulso assieme a un marocchino residente in Veneto per presunto terrorismo. Secondo quanto si e' appreso, Miri non svolgeva attivita' di predicazione ne' si era esposto con interventi pubblici. Apparentemente quindi, agiva come uno dei tanti lavoratori immigrati che sono impiegati nelle attivita' produttive del Friuli. (ANSA). BUO

16:21 - cinema: volume su rigoni stern e olmi vince 'limina awards'
(ANSA) - UDINE, 22 MAR - Il volume dello storico e critico cinematografico Gian Piero Brunetta su Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern ha vinto il Limina Award 2009, riservato al miglior libro di cinema del 2008. Il libro racconta della sceneggiatura di Ermanno Olmi, tratta dal capolavoro di Rigoni Stern ma mai divenuta film e che puo' essere letta come un libro a se' stante. I Limina Award sono assegnati dalla Consulta Universitaria del Cinema (Cuc). (ANSA). COM
12:46 - terrorismo: espulsi da italia due nordafricani
(ANSA) - ROMA, 22 MAR - Due presunti terroristi sono stati espulsi dall'Italia e rimpatriati nei paesi d'origine. Il provvedimento e' stato disposto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni per motivi di sicurezza dello Stato di prevenzione del terrorismo. I due stranieri, indagati per associazione con finalita' di terrorismo internazionale sono stati rimpatriati con due differenti voli da Roma e Bologna nella serata di ieri. Sono Mohammed Essadek, marocchino di 39 anni e Sghaier Miri, tunisino di 34 anni, i due presunti terroristi espulsi dall'Italia su provvedimento del ministro dell'Interno. Essadek, secondo quanto si apprende da fonti investigative, viveva a Gaiarine, in provincia di Treviso. Il tunisino Miri era, invece, domiciliato a Manzano, in provincia di Udine, dove ricopriva il ruolo di leader della comunita' musulmana di ispirazione salafita presente nel Nord-Est. (ANSA). GUI

10:56 - uomo ucciso a trieste: accoltellato da fratello per eredita'
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - E' stato accoltellato a morte dal fratello, per questioni legate all'eredita', l'uomo ucciso stamani sul pianerottolo di casa a Trieste. La vittima si chiamava Giorgio Papo, 70 anni, e viveva da solo in un appartamento di un condominio nel rione di Chiarbola, alla periferia del capoluogo giuliano. Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura, Papo e' stato atteso dal fratello mentre rientrava a casa ed e' stato aggredito con un coltello da cucina. Il fratello viene attualmente interrogato dagli investigatori assieme al magistrato di turno. (ANSA). BUO

10:27 - uomo ucciso sul pianerottolo di casa a trieste
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Un uomo e' stato ucciso a coltellate sul pianerottolo della sua abitazione a Trieste. Il delitto - si e' saputo da fonti della Polizia - e' avvenuto intorno alle 7:30 in uno stabile alla periferia della citta', nella zona di Chiarbola. La vittima e' un pensionato sessantenne. Sul posto e' intervenuta la Squadra Mobile della Questura che ha fermato un uomo, ritenuto il presunto responsabile del delitto. (ANSA). DF

PILLOLE FRIULANE (ma anche triestine)



20:02 - casa: tondo (fvg), opportunita' per far circolare risorse
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e' ''assolutamente favorevole'' al piano casa del Governo perche' ''puo' essere un'opportunita' che consente di mettere in circuito risorse che sono ferme e dare risposte a esigenze reali''. Lo ha affermato stasera, interpellato dall'ANSA in vista dell'incontro delle Regioni con il presidente del Consiglio Berlusconi. ''Mi sembra - ha aggiunto Tondo - che l'opposizione su questo tema sia piu' ideologica che sostanziale. Certamente Berlusconi pone il problema della decretazione d'urgenza in maniera drastica, ma in questo Paese - ha sottolineato - c'e' un reale problema di operativita'. Un Paese che rischia di perdere occasioni rilancio deve raccogliere tutto cio' che puo'''. Per quanto riguarda il rischio di abusi, Tondo ha replicato sostenendo che ''l'eccesso di pianificazione ha dato di meno al Paese. Una volta c'era una buona 'Commissione edilizia e ornato', fatta semplicemente di buoni professionisti. Abbiamo esagerato con le carte - ha concluso - che non hanno risolto i problemi''. (ANSA). BUO

18:59 - basket: serie a; snaidero-eldo 89-74
(ANSA) - UDINE, 22 MAR - Snaidero Udine batte Eldo Caserta 89-74 (29-18; 49-33; 64-52). Spettatori: 2.300, per un incasso 21.000 euro. (ANSA). YYN

18:34 - calcio:udinese; leonardi, ayroldi? non deve piu' arbitrarci
(ANSA) - ROMA, 22 MAR - ''Non ho mai parlato degli arbitri, oggi mi sto violentando, ma vedere quello di oggi... Con lui, evidentemente, non siamo fortunati. Preferiremmo non avere piu' l'arbitro Ayroldi, perche' la sua presenza in campo ci rende nervosi. La sua condotta di gara oggi a Genova e' stata un'offesa ai nostri sacrifici''. Lo ha detto Pietro Leonardi, direttore generale dell'Udinese, commentando la sconfitta subita sul campo del Genoa. (ANSA). FAN

17:24 - calcio: genoa-udinese 2-0
(ANSA) - GENOVA, 22 MAR - Genoa batte Udinese 2-0 (0-0).I GOL - 15' st: Palladino scende a sinistra e crossa, la palla subisce una deviazione e finisce a Sculli che di testa supera il portiere in uscita con un pallonetto. - 49' st: Palladino entra in area a sinistra e mette al centro rasoterra per Milito che in corsa segna sul primo palo. (ANSA). CE

16:22 - terrorismo: operaio in friuli uno dei nordafricani espulsi
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Lavorava come operaio in una fabbrica di legnami a Cormons (Gorizia) e viveva a San Giovanni al Natisone (Udine) il tunisino Sghaier Miri, espulso assieme a un marocchino residente in Veneto per presunto terrorismo. Secondo quanto si e' appreso, Miri non svolgeva attivita' di predicazione ne' si era esposto con interventi pubblici. Apparentemente quindi, agiva come uno dei tanti lavoratori immigrati che sono impiegati nelle attivita' produttive del Friuli. (ANSA). BUO

16:21 - cinema: volume su rigoni stern e olmi vince 'limina awards'
(ANSA) - UDINE, 22 MAR - Il volume dello storico e critico cinematografico Gian Piero Brunetta su Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern ha vinto il Limina Award 2009, riservato al miglior libro di cinema del 2008. Il libro racconta della sceneggiatura di Ermanno Olmi, tratta dal capolavoro di Rigoni Stern ma mai divenuta film e che puo' essere letta come un libro a se' stante. I Limina Award sono assegnati dalla Consulta Universitaria del Cinema (Cuc). (ANSA). COM
12:46 - terrorismo: espulsi da italia due nordafricani
(ANSA) - ROMA, 22 MAR - Due presunti terroristi sono stati espulsi dall'Italia e rimpatriati nei paesi d'origine. Il provvedimento e' stato disposto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni per motivi di sicurezza dello Stato di prevenzione del terrorismo. I due stranieri, indagati per associazione con finalita' di terrorismo internazionale sono stati rimpatriati con due differenti voli da Roma e Bologna nella serata di ieri. Sono Mohammed Essadek, marocchino di 39 anni e Sghaier Miri, tunisino di 34 anni, i due presunti terroristi espulsi dall'Italia su provvedimento del ministro dell'Interno. Essadek, secondo quanto si apprende da fonti investigative, viveva a Gaiarine, in provincia di Treviso. Il tunisino Miri era, invece, domiciliato a Manzano, in provincia di Udine, dove ricopriva il ruolo di leader della comunita' musulmana di ispirazione salafita presente nel Nord-Est. (ANSA). GUI

10:56 - uomo ucciso a trieste: accoltellato da fratello per eredita'
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - E' stato accoltellato a morte dal fratello, per questioni legate all'eredita', l'uomo ucciso stamani sul pianerottolo di casa a Trieste. La vittima si chiamava Giorgio Papo, 70 anni, e viveva da solo in un appartamento di un condominio nel rione di Chiarbola, alla periferia del capoluogo giuliano. Secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura, Papo e' stato atteso dal fratello mentre rientrava a casa ed e' stato aggredito con un coltello da cucina. Il fratello viene attualmente interrogato dagli investigatori assieme al magistrato di turno. (ANSA). BUO

10:27 - uomo ucciso sul pianerottolo di casa a trieste
(ANSA) - TRIESTE, 22 MAR - Un uomo e' stato ucciso a coltellate sul pianerottolo della sua abitazione a Trieste. Il delitto - si e' saputo da fonti della Polizia - e' avvenuto intorno alle 7:30 in uno stabile alla periferia della citta', nella zona di Chiarbola. La vittima e' un pensionato sessantenne. Sul posto e' intervenuta la Squadra Mobile della Questura che ha fermato un uomo, ritenuto il presunto responsabile del delitto. (ANSA). DF

L'UDINESE TORNA DA GENOVA CON UNA SCONFITTA. MICA PUO' ESSERE SEMPRE PRIMAVERA... (ARTICOLO di TERRY MASERA)


Dopo l´euforia della qualificazione ai quarti di coppa Uefa, si torna sul pianeta terra e la trasferta di Marassi porta fieno solo nella cascina dei liguri che consolidano il loro quarto posto e fanno bottino pieno. Per i colori bianconeri, solo complimenti (comunque una gran bella gara, ndr) e la collezione di cartellini da parte del direttore di gara, di cui 5 gialli e uno rosso.Marino decide di mettere in campo parecchie novita´ sia in attacco che a centrocampo con l´ esordio del danese Zimling. Panchina riposante, quindi, per i Di Natale, Quagliarella e Pepe e fiducia a Floro Flores e Sanchez che non sono di certo della seconda linea.Il finale puo´trarre in inganno per via del risultato, ma dobbiamo spezzare una lancia a favore dei ragazzi che hanno sportivamente combattuto fino al fischio finale nonostante un uomo in meno a seguito dell´espulsione di Sanchez che non sportivamente ha applaudito l´arbitro da terra dopo aver subito l´ennesimo fallo, non sanzionato al Genoa. Arbitro discutibile il Sig. Ayroldi, che si e´ distinto per la facilita´nell´esibire i cartellini gialli e per aver lasciato passare un netto calcio di rigore a favore bianconero che si e´rivelato fatale in considerazione del fatto che dal ribaltamento di fronte e´nato il vantaggio rossoblu´.Si parte con l´acceleratore pigiato e subito nel primo minuto Sculli alza sopra la traversa una pericolosa palla. Risponde Floro Flores 90 secondi dopo che di testa manca di poco l´obiettivo su corner teso di D´Agostino. Guai muscolari per Handanovic che offre al giovane Koprivec l´esordio in maglia bianconera al 5°.7° Felipe riceve il giallo per gioco falloso determinando una punizione che Bocchetti tira forte e che costringe Koprivec a volare sul sette e a deviare sul fondo (pero´il portierino...... !!)Sanchez indiavolato, al 10°, decide di provare dalla distanza e sferra un bolide dai 30 mt che Rubinho smanaccia in corner. Altro bell´intervento del portiere friulano che neutralizza un tiro al volo di Milanetto al 13°.Avanti con le ammonizioni: stavolta tocca a D´Agostino per fallo a centrocampo. E´una partita divertente, giocata da ambo i fronti con velocita´ e grinta. Altra bella punizione di Bocchetti che si dimostra gran tiratore dalla distanza al 23°. Contropiede genoano e Sculli calcia alto a pochi metri dalla porta avversaria nel minuto 28. Sanchez costringe Rossi ai metodi forti e si fa stendere provocando il primo giallo per i liguri. E ancora Sanchez protagonista: si libera nello spazio stretto e sgancia un siluro dalla distanza che esce di pochissimo a lato al 39°.Negli ultimi minuti grande forcing bianconero che mette in difficolta´la squadra di Gasperini e poi al riposo.La ripresa si apre con una bella incursione di Pasquale il cui suggerimento non trova il finalizzatore al 3°.Gasperini complica le cose ai bianconeri inserendo Olivera per Rossi e subito dopo Koprivec salva a terra una conclusione di Sculli al 7°. Tiro alto di Milito al 9°.Minuto 13: Floro Flores dribbla due uomini e entra in area dove il terzo rossoblu`lo stende. Proteste sacrosante ma arbitro sordo lascia proseguire l´azione che sfocia in contropiede per il Genoa e concretizzato nel gol di nuca di Sculli che approfitta della uscita dai pali di Koprivec.Sostituzioni di Sculli per Papastatopulos e di Quagliarella per Zimling al 20°. Sessanta secondi dopo ammonito Domizzi per proteste. Al 27° Ayroldi usa il cartellino rosso per espellere Sanchez colpevole di applaudire platealmente per la mancata ammonizione di un genoano che gli ha fatto fallo. Ammoniti, rispettivamente al 28° e 29° Bocchetti e Zapata ambedue per gioco falloso.Marino tenta il tutto per tutto inserendo Di Natale al posto di Isla al 34°. Fino al 40°, tanto di cappello ai bianconeri che, nonostante l´uomo in meno, non sembrano affatto in difficolta´. Violento scontro in area ligure tra Rubinho e Domizzi che dopo le cure riprendono i loro compiti.Scorrono i minuti e arriviamo al 48° che determina il raddoppio dei rossoblu´. Veloce contropiede di Palladino che dal fondo centra e trova Milito che spinge in porta. 2 a 0 e fischio finale.Sicuramente un risultato ingiusto e sicuramente un arbitro deficitario di tale nome per le decisioni prese e non prese. Se il Sig. Collina potesse togliercelo dall´orizzonte da qui alla fine del torneo non sarebbe poi tanto male, visto che non e´la prima volta che ci penalizza. Non vuole essere una scusante, ma semplicemente una riflessione a voce alta che e´volta a far capire che spesso e volentieri lo sport puo´subire alterazioni esterne che possono VERAMENTE cambiare il risultato finale. Come poteva cambiare giovedi´scorso con il braccio di D´Agostino......... Chi la fa l´aspetti ???


TERRY MASERA

con la collaborazione tecnica di CARLO RINALDINI
Il tabellino della partita
GENOA-UDINESE 2-0 (0-0)
GENOA - (3-4-3) - Rubinho; Biava, Ferrari, Bocchetti; Rossi (7' st Olivera), Juric, Milanetto (47' st Modesto), Criscito; Sculli (21' st Papastathopoulos), Milito, Palladino. (Lamanna, Terigi, Costantini, Ferraro). All: Gasperini.
UDINESE - (4-3-3) - Handanovic (6' pt Koprivec); Zapata, Felipe, Domizzi, Pasquale; Zimling (22' st Quagliarella), D'agostino, Asamoah; Isla (35' Di Natale), Floro Flores, Sanchez. (Sala, Inler, Obodo, Pepe). All: Marino.
Arbitro: Ayroldi.
Marcatori: 14' st Sculli (G), 48' st Milito (G).
Ammoniti: Felipe (U), D'Agostino (U), Rossi (G), Biava (G), Domizzi (U), Bocchetti (G), Zapata (U). Espulsi: Sanchez (U).

L'UDINESE TORNA DA GENOVA CON UNA SCONFITTA. MICA PUO' ESSERE SEMPRE PRIMAVERA... (ARTICOLO di TERRY MASERA)


Dopo l´euforia della qualificazione ai quarti di coppa Uefa, si torna sul pianeta terra e la trasferta di Marassi porta fieno solo nella cascina dei liguri che consolidano il loro quarto posto e fanno bottino pieno. Per i colori bianconeri, solo complimenti (comunque una gran bella gara, ndr) e la collezione di cartellini da parte del direttore di gara, di cui 5 gialli e uno rosso.Marino decide di mettere in campo parecchie novita´ sia in attacco che a centrocampo con l´ esordio del danese Zimling. Panchina riposante, quindi, per i Di Natale, Quagliarella e Pepe e fiducia a Floro Flores e Sanchez che non sono di certo della seconda linea.Il finale puo´trarre in inganno per via del risultato, ma dobbiamo spezzare una lancia a favore dei ragazzi che hanno sportivamente combattuto fino al fischio finale nonostante un uomo in meno a seguito dell´espulsione di Sanchez che non sportivamente ha applaudito l´arbitro da terra dopo aver subito l´ennesimo fallo, non sanzionato al Genoa. Arbitro discutibile il Sig. Ayroldi, che si e´ distinto per la facilita´nell´esibire i cartellini gialli e per aver lasciato passare un netto calcio di rigore a favore bianconero che si e´rivelato fatale in considerazione del fatto che dal ribaltamento di fronte e´nato il vantaggio rossoblu´.Si parte con l´acceleratore pigiato e subito nel primo minuto Sculli alza sopra la traversa una pericolosa palla. Risponde Floro Flores 90 secondi dopo che di testa manca di poco l´obiettivo su corner teso di D´Agostino. Guai muscolari per Handanovic che offre al giovane Koprivec l´esordio in maglia bianconera al 5°.7° Felipe riceve il giallo per gioco falloso determinando una punizione che Bocchetti tira forte e che costringe Koprivec a volare sul sette e a deviare sul fondo (pero´il portierino...... !!)Sanchez indiavolato, al 10°, decide di provare dalla distanza e sferra un bolide dai 30 mt che Rubinho smanaccia in corner. Altro bell´intervento del portiere friulano che neutralizza un tiro al volo di Milanetto al 13°.Avanti con le ammonizioni: stavolta tocca a D´Agostino per fallo a centrocampo. E´una partita divertente, giocata da ambo i fronti con velocita´ e grinta. Altra bella punizione di Bocchetti che si dimostra gran tiratore dalla distanza al 23°. Contropiede genoano e Sculli calcia alto a pochi metri dalla porta avversaria nel minuto 28. Sanchez costringe Rossi ai metodi forti e si fa stendere provocando il primo giallo per i liguri. E ancora Sanchez protagonista: si libera nello spazio stretto e sgancia un siluro dalla distanza che esce di pochissimo a lato al 39°.Negli ultimi minuti grande forcing bianconero che mette in difficolta´la squadra di Gasperini e poi al riposo.La ripresa si apre con una bella incursione di Pasquale il cui suggerimento non trova il finalizzatore al 3°.Gasperini complica le cose ai bianconeri inserendo Olivera per Rossi e subito dopo Koprivec salva a terra una conclusione di Sculli al 7°. Tiro alto di Milito al 9°.Minuto 13: Floro Flores dribbla due uomini e entra in area dove il terzo rossoblu`lo stende. Proteste sacrosante ma arbitro sordo lascia proseguire l´azione che sfocia in contropiede per il Genoa e concretizzato nel gol di nuca di Sculli che approfitta della uscita dai pali di Koprivec.Sostituzioni di Sculli per Papastatopulos e di Quagliarella per Zimling al 20°. Sessanta secondi dopo ammonito Domizzi per proteste. Al 27° Ayroldi usa il cartellino rosso per espellere Sanchez colpevole di applaudire platealmente per la mancata ammonizione di un genoano che gli ha fatto fallo. Ammoniti, rispettivamente al 28° e 29° Bocchetti e Zapata ambedue per gioco falloso.Marino tenta il tutto per tutto inserendo Di Natale al posto di Isla al 34°. Fino al 40°, tanto di cappello ai bianconeri che, nonostante l´uomo in meno, non sembrano affatto in difficolta´. Violento scontro in area ligure tra Rubinho e Domizzi che dopo le cure riprendono i loro compiti.Scorrono i minuti e arriviamo al 48° che determina il raddoppio dei rossoblu´. Veloce contropiede di Palladino che dal fondo centra e trova Milito che spinge in porta. 2 a 0 e fischio finale.Sicuramente un risultato ingiusto e sicuramente un arbitro deficitario di tale nome per le decisioni prese e non prese. Se il Sig. Collina potesse togliercelo dall´orizzonte da qui alla fine del torneo non sarebbe poi tanto male, visto che non e´la prima volta che ci penalizza. Non vuole essere una scusante, ma semplicemente una riflessione a voce alta che e´volta a far capire che spesso e volentieri lo sport puo´subire alterazioni esterne che possono VERAMENTE cambiare il risultato finale. Come poteva cambiare giovedi´scorso con il braccio di D´Agostino......... Chi la fa l´aspetti ???


TERRY MASERA

con la collaborazione tecnica di CARLO RINALDINI
Il tabellino della partita
GENOA-UDINESE 2-0 (0-0)
GENOA - (3-4-3) - Rubinho; Biava, Ferrari, Bocchetti; Rossi (7' st Olivera), Juric, Milanetto (47' st Modesto), Criscito; Sculli (21' st Papastathopoulos), Milito, Palladino. (Lamanna, Terigi, Costantini, Ferraro). All: Gasperini.
UDINESE - (4-3-3) - Handanovic (6' pt Koprivec); Zapata, Felipe, Domizzi, Pasquale; Zimling (22' st Quagliarella), D'agostino, Asamoah; Isla (35' Di Natale), Floro Flores, Sanchez. (Sala, Inler, Obodo, Pepe). All: Marino.
Arbitro: Ayroldi.
Marcatori: 14' st Sculli (G), 48' st Milito (G).
Ammoniti: Felipe (U), D'Agostino (U), Rossi (G), Biava (G), Domizzi (U), Bocchetti (G), Zapata (U). Espulsi: Sanchez (U).

L'UDINESE TORNA DA GENOVA CON UNA SCONFITTA. MICA PUO' ESSERE SEMPRE PRIMAVERA... (ARTICOLO di TERRY MASERA)


Dopo l´euforia della qualificazione ai quarti di coppa Uefa, si torna sul pianeta terra e la trasferta di Marassi porta fieno solo nella cascina dei liguri che consolidano il loro quarto posto e fanno bottino pieno. Per i colori bianconeri, solo complimenti (comunque una gran bella gara, ndr) e la collezione di cartellini da parte del direttore di gara, di cui 5 gialli e uno rosso.Marino decide di mettere in campo parecchie novita´ sia in attacco che a centrocampo con l´ esordio del danese Zimling. Panchina riposante, quindi, per i Di Natale, Quagliarella e Pepe e fiducia a Floro Flores e Sanchez che non sono di certo della seconda linea.Il finale puo´trarre in inganno per via del risultato, ma dobbiamo spezzare una lancia a favore dei ragazzi che hanno sportivamente combattuto fino al fischio finale nonostante un uomo in meno a seguito dell´espulsione di Sanchez che non sportivamente ha applaudito l´arbitro da terra dopo aver subito l´ennesimo fallo, non sanzionato al Genoa. Arbitro discutibile il Sig. Ayroldi, che si e´ distinto per la facilita´nell´esibire i cartellini gialli e per aver lasciato passare un netto calcio di rigore a favore bianconero che si e´rivelato fatale in considerazione del fatto che dal ribaltamento di fronte e´nato il vantaggio rossoblu´.Si parte con l´acceleratore pigiato e subito nel primo minuto Sculli alza sopra la traversa una pericolosa palla. Risponde Floro Flores 90 secondi dopo che di testa manca di poco l´obiettivo su corner teso di D´Agostino. Guai muscolari per Handanovic che offre al giovane Koprivec l´esordio in maglia bianconera al 5°.7° Felipe riceve il giallo per gioco falloso determinando una punizione che Bocchetti tira forte e che costringe Koprivec a volare sul sette e a deviare sul fondo (pero´il portierino...... !!)Sanchez indiavolato, al 10°, decide di provare dalla distanza e sferra un bolide dai 30 mt che Rubinho smanaccia in corner. Altro bell´intervento del portiere friulano che neutralizza un tiro al volo di Milanetto al 13°.Avanti con le ammonizioni: stavolta tocca a D´Agostino per fallo a centrocampo. E´una partita divertente, giocata da ambo i fronti con velocita´ e grinta. Altra bella punizione di Bocchetti che si dimostra gran tiratore dalla distanza al 23°. Contropiede genoano e Sculli calcia alto a pochi metri dalla porta avversaria nel minuto 28. Sanchez costringe Rossi ai metodi forti e si fa stendere provocando il primo giallo per i liguri. E ancora Sanchez protagonista: si libera nello spazio stretto e sgancia un siluro dalla distanza che esce di pochissimo a lato al 39°.Negli ultimi minuti grande forcing bianconero che mette in difficolta´la squadra di Gasperini e poi al riposo.La ripresa si apre con una bella incursione di Pasquale il cui suggerimento non trova il finalizzatore al 3°.Gasperini complica le cose ai bianconeri inserendo Olivera per Rossi e subito dopo Koprivec salva a terra una conclusione di Sculli al 7°. Tiro alto di Milito al 9°.Minuto 13: Floro Flores dribbla due uomini e entra in area dove il terzo rossoblu`lo stende. Proteste sacrosante ma arbitro sordo lascia proseguire l´azione che sfocia in contropiede per il Genoa e concretizzato nel gol di nuca di Sculli che approfitta della uscita dai pali di Koprivec.Sostituzioni di Sculli per Papastatopulos e di Quagliarella per Zimling al 20°. Sessanta secondi dopo ammonito Domizzi per proteste. Al 27° Ayroldi usa il cartellino rosso per espellere Sanchez colpevole di applaudire platealmente per la mancata ammonizione di un genoano che gli ha fatto fallo. Ammoniti, rispettivamente al 28° e 29° Bocchetti e Zapata ambedue per gioco falloso.Marino tenta il tutto per tutto inserendo Di Natale al posto di Isla al 34°. Fino al 40°, tanto di cappello ai bianconeri che, nonostante l´uomo in meno, non sembrano affatto in difficolta´. Violento scontro in area ligure tra Rubinho e Domizzi che dopo le cure riprendono i loro compiti.Scorrono i minuti e arriviamo al 48° che determina il raddoppio dei rossoblu´. Veloce contropiede di Palladino che dal fondo centra e trova Milito che spinge in porta. 2 a 0 e fischio finale.Sicuramente un risultato ingiusto e sicuramente un arbitro deficitario di tale nome per le decisioni prese e non prese. Se il Sig. Collina potesse togliercelo dall´orizzonte da qui alla fine del torneo non sarebbe poi tanto male, visto che non e´la prima volta che ci penalizza. Non vuole essere una scusante, ma semplicemente una riflessione a voce alta che e´volta a far capire che spesso e volentieri lo sport puo´subire alterazioni esterne che possono VERAMENTE cambiare il risultato finale. Come poteva cambiare giovedi´scorso con il braccio di D´Agostino......... Chi la fa l´aspetti ???


TERRY MASERA

con la collaborazione tecnica di CARLO RINALDINI
Il tabellino della partita
GENOA-UDINESE 2-0 (0-0)
GENOA - (3-4-3) - Rubinho; Biava, Ferrari, Bocchetti; Rossi (7' st Olivera), Juric, Milanetto (47' st Modesto), Criscito; Sculli (21' st Papastathopoulos), Milito, Palladino. (Lamanna, Terigi, Costantini, Ferraro). All: Gasperini.
UDINESE - (4-3-3) - Handanovic (6' pt Koprivec); Zapata, Felipe, Domizzi, Pasquale; Zimling (22' st Quagliarella), D'agostino, Asamoah; Isla (35' Di Natale), Floro Flores, Sanchez. (Sala, Inler, Obodo, Pepe). All: Marino.
Arbitro: Ayroldi.
Marcatori: 14' st Sculli (G), 48' st Milito (G).
Ammoniti: Felipe (U), D'Agostino (U), Rossi (G), Biava (G), Domizzi (U), Bocchetti (G), Zapata (U). Espulsi: Sanchez (U).

LUN 23 MARZO SENTITI DA VICINO AL TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE


(nella foto Ivan Fedele)


SENTITI DA VICINO
Lunedì 23 marzo: un’intera giornata di grande musica con Ivan Fedele, uno dei maggiori compositori italiani.

Sempre lunedì 23 marzo, ricordiamo, sarà anche attivata l’ultima prevendita della Stagione 08/09.


UDINE – Dopo l’applaudito concerto inaugurale dello scorso febbraio, dedicato al Novecento italiano e alle celebri Folk Songs di Berio, ritorna l’attesa rassegna Palcoscenico contemporaneo con il primo appuntamento della sezione Sentiti da vicino: l’intera giornata di lunedì 23 marzo, organizzata dal Teatro Nuovo in collaborazione con il Conservatorio “Tomadini”, vedrà protagonista Ivan Fedele, uno dei maggiori compositori italiani in attività. L’omaggio si concluderà, a sera, con l’esibizione dell’Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius. In programma, tre preziose pagine di Fedele: Arcipelago Moebius, Maja e Immagini da Escher.
Questa, più precisamente, la scaletta: dalle 10.00 alle 13.00 Ivan Fedele terrà una master class al “Tomadini” (riservata agli allievi del Conservatorio), alle 16.00 sarà impegnato in una conversazione pubblica con Daniele Spini (foyer del Teatro), alle 17.30 ci sarà la prova aperta dell’Ensemble Algoritmo (Sala grande) ed infine, alle 20.45, ci sarà il concerto (sempre in Sala grande). L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti disponibili.
Spiega Daniele Spini, direttore artistico della stagione musicale del Teatro Nuovo: «Sentiti da vicino è un’occasione per incontrare i protagonisti del mondo musicale di oggi. Cominciamo con Ivan Fedele, che nel 2007 ha ottenuto un successo clamoroso inaugurando il Maggio Musicale Fiorentino con la prima assoluta della sua Antigone, premiata come miglior novità dell’anno dalla giuria del Premio Abbiati». Poi, a proposito della collaborazione con il Conservatorio “Tomadini”, aggiunge: «Abbiamo giudicato non solo doveroso, ma utilissimo per il nostro Teatro e per il suo rapporto con il territorio, coinvolgere una forza locale e sceglierla in quello che giudichiamo il cuore stesso di qualsiasi attività artistica e culturale: la formazione».
Ricordiamo che, sempre lunedì 23 marzo, sarà attivata l’ultima prevendita della Stagione 08/09 e che il prossimo appuntamento con Palcoscenico contemporaneo, e con la sezione Sentiti da vicino, vedrà protagonista il 7 maggio un altro dei maggiori compositori italiani: Salvatore Sciarrino.
Per informazioni, contattare l’Infopoint del Nuovo (0432.248418) o consultare il sito ufficiale (http://www.teatroudine.it/).

LUN 23 MARZO SENTITI DA VICINO AL TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE


(nella foto Ivan Fedele)


SENTITI DA VICINO
Lunedì 23 marzo: un’intera giornata di grande musica con Ivan Fedele, uno dei maggiori compositori italiani.

Sempre lunedì 23 marzo, ricordiamo, sarà anche attivata l’ultima prevendita della Stagione 08/09.


UDINE – Dopo l’applaudito concerto inaugurale dello scorso febbraio, dedicato al Novecento italiano e alle celebri Folk Songs di Berio, ritorna l’attesa rassegna Palcoscenico contemporaneo con il primo appuntamento della sezione Sentiti da vicino: l’intera giornata di lunedì 23 marzo, organizzata dal Teatro Nuovo in collaborazione con il Conservatorio “Tomadini”, vedrà protagonista Ivan Fedele, uno dei maggiori compositori italiani in attività. L’omaggio si concluderà, a sera, con l’esibizione dell’Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius. In programma, tre preziose pagine di Fedele: Arcipelago Moebius, Maja e Immagini da Escher.
Questa, più precisamente, la scaletta: dalle 10.00 alle 13.00 Ivan Fedele terrà una master class al “Tomadini” (riservata agli allievi del Conservatorio), alle 16.00 sarà impegnato in una conversazione pubblica con Daniele Spini (foyer del Teatro), alle 17.30 ci sarà la prova aperta dell’Ensemble Algoritmo (Sala grande) ed infine, alle 20.45, ci sarà il concerto (sempre in Sala grande). L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti disponibili.
Spiega Daniele Spini, direttore artistico della stagione musicale del Teatro Nuovo: «Sentiti da vicino è un’occasione per incontrare i protagonisti del mondo musicale di oggi. Cominciamo con Ivan Fedele, che nel 2007 ha ottenuto un successo clamoroso inaugurando il Maggio Musicale Fiorentino con la prima assoluta della sua Antigone, premiata come miglior novità dell’anno dalla giuria del Premio Abbiati». Poi, a proposito della collaborazione con il Conservatorio “Tomadini”, aggiunge: «Abbiamo giudicato non solo doveroso, ma utilissimo per il nostro Teatro e per il suo rapporto con il territorio, coinvolgere una forza locale e sceglierla in quello che giudichiamo il cuore stesso di qualsiasi attività artistica e culturale: la formazione».
Ricordiamo che, sempre lunedì 23 marzo, sarà attivata l’ultima prevendita della Stagione 08/09 e che il prossimo appuntamento con Palcoscenico contemporaneo, e con la sezione Sentiti da vicino, vedrà protagonista il 7 maggio un altro dei maggiori compositori italiani: Salvatore Sciarrino.
Per informazioni, contattare l’Infopoint del Nuovo (0432.248418) o consultare il sito ufficiale (http://www.teatroudine.it/).

LUN 23 MARZO SENTITI DA VICINO AL TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE


(nella foto Ivan Fedele)


SENTITI DA VICINO
Lunedì 23 marzo: un’intera giornata di grande musica con Ivan Fedele, uno dei maggiori compositori italiani.

Sempre lunedì 23 marzo, ricordiamo, sarà anche attivata l’ultima prevendita della Stagione 08/09.


UDINE – Dopo l’applaudito concerto inaugurale dello scorso febbraio, dedicato al Novecento italiano e alle celebri Folk Songs di Berio, ritorna l’attesa rassegna Palcoscenico contemporaneo con il primo appuntamento della sezione Sentiti da vicino: l’intera giornata di lunedì 23 marzo, organizzata dal Teatro Nuovo in collaborazione con il Conservatorio “Tomadini”, vedrà protagonista Ivan Fedele, uno dei maggiori compositori italiani in attività. L’omaggio si concluderà, a sera, con l’esibizione dell’Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius. In programma, tre preziose pagine di Fedele: Arcipelago Moebius, Maja e Immagini da Escher.
Questa, più precisamente, la scaletta: dalle 10.00 alle 13.00 Ivan Fedele terrà una master class al “Tomadini” (riservata agli allievi del Conservatorio), alle 16.00 sarà impegnato in una conversazione pubblica con Daniele Spini (foyer del Teatro), alle 17.30 ci sarà la prova aperta dell’Ensemble Algoritmo (Sala grande) ed infine, alle 20.45, ci sarà il concerto (sempre in Sala grande). L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti disponibili.
Spiega Daniele Spini, direttore artistico della stagione musicale del Teatro Nuovo: «Sentiti da vicino è un’occasione per incontrare i protagonisti del mondo musicale di oggi. Cominciamo con Ivan Fedele, che nel 2007 ha ottenuto un successo clamoroso inaugurando il Maggio Musicale Fiorentino con la prima assoluta della sua Antigone, premiata come miglior novità dell’anno dalla giuria del Premio Abbiati». Poi, a proposito della collaborazione con il Conservatorio “Tomadini”, aggiunge: «Abbiamo giudicato non solo doveroso, ma utilissimo per il nostro Teatro e per il suo rapporto con il territorio, coinvolgere una forza locale e sceglierla in quello che giudichiamo il cuore stesso di qualsiasi attività artistica e culturale: la formazione».
Ricordiamo che, sempre lunedì 23 marzo, sarà attivata l’ultima prevendita della Stagione 08/09 e che il prossimo appuntamento con Palcoscenico contemporaneo, e con la sezione Sentiti da vicino, vedrà protagonista il 7 maggio un altro dei maggiori compositori italiani: Salvatore Sciarrino.
Per informazioni, contattare l’Infopoint del Nuovo (0432.248418) o consultare il sito ufficiale (http://www.teatroudine.it/).

TRIESTE, ANZIANO UCCISO SUL PIANEROTTOLO DI CASA (NOTIZIA di STEFANO BERGOMAS)


TRIESTE, ANZIANO UCCISO SUL PIANEROTTOLO DI CASA
Un settantenne di Trieste è stato assassinato a coltellate sul pianerottolo della sua abitazione. La Polizia ha fermato e accompagnato in questura il fratello della vittima e lo sta sottoponendo ad interrogatorio, è al momento l’unico sospettato.
Sulla scena del crimine è stata rinvenuta quella che molto probabilmente è l’arma del delitto, un coltello da cucina.
Si ipotizza che a far scaturire la violenta lite fra i due parenti sia stato un disaccordo riguardo ad un’eredità.
STEFANO BERGOMAS

TRIESTE, ANZIANO UCCISO SUL PIANEROTTOLO DI CASA (NOTIZIA di STEFANO BERGOMAS)


TRIESTE, ANZIANO UCCISO SUL PIANEROTTOLO DI CASA
Un settantenne di Trieste è stato assassinato a coltellate sul pianerottolo della sua abitazione. La Polizia ha fermato e accompagnato in questura il fratello della vittima e lo sta sottoponendo ad interrogatorio, è al momento l’unico sospettato.
Sulla scena del crimine è stata rinvenuta quella che molto probabilmente è l’arma del delitto, un coltello da cucina.
Si ipotizza che a far scaturire la violenta lite fra i due parenti sia stato un disaccordo riguardo ad un’eredità.
STEFANO BERGOMAS

TRIESTE, ANZIANO UCCISO SUL PIANEROTTOLO DI CASA (NOTIZIA di STEFANO BERGOMAS)


TRIESTE, ANZIANO UCCISO SUL PIANEROTTOLO DI CASA
Un settantenne di Trieste è stato assassinato a coltellate sul pianerottolo della sua abitazione. La Polizia ha fermato e accompagnato in questura il fratello della vittima e lo sta sottoponendo ad interrogatorio, è al momento l’unico sospettato.
Sulla scena del crimine è stata rinvenuta quella che molto probabilmente è l’arma del delitto, un coltello da cucina.
Si ipotizza che a far scaturire la violenta lite fra i due parenti sia stato un disaccordo riguardo ad un’eredità.
STEFANO BERGOMAS

RASSEGNA STAMPA: MESSAGGERO VENETO, IL GAZZETTINO, IL PICCOLO

Cominciamo con la prima pagina del Messaggero Veneto

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Il congresso della svolta aperto a Roma da un video con Almirante.
«E’ un nuovo inizio, ora faremo nascere il partito degli italiani»
Il premier al convegno di Giovanardi difende il Papa: la vita è sempre sacra
Franceschini: il Cavaliere imbroglia
An si scioglie, Menia contesta
Il segretario del Fvg scalda la platea: «Processo più imposto che condiviso. Ma sono un soldato e resto»
La Russa: «Nel Pdl di Berlusconi con la nostra identità». E oggi Fini chiude

di DOMENICO PECILE
UDINE. Il re non è morto, viva il re. Ignazio la Russa, dal palco dell’ultimo congresso di An, rassicura così la base del suo partito. La confluenza nel Pdl, garantisce, non significa la “chiusura” di An, ma al contrario un giorno di «nascita». Ma Roberto Menia, coordinatore regionale di An del FVG, non ci sta: sale sul palco, critica la scelta di sciogliersi. E incassa l’applauso più fragoroso.
Finisce, ufficialmente, il partito nato a Fiuggi nel 1995, ma questa volta non ci sono lacrime. Per La Russa, dunque, la “fusione” è un nuovo inizio. Certo, riconosce, «questo non è un congresso ordinario». Ma il motivo, aggiunge, è che «nasce il partito degli italiani». Il compito, ora, è di «proseguire l’avventura che ha legato intere generazioni», visto che anche il Msi aveva una «vocazione a costruire un partito unitario della destra». Insiste sulla necessità che il Pdl sia una forza «multidentitaria», perchè «non ci può essere il pensiero unico» e dunque, aggiunge, An vi porterà «tutta la sua storia e la sua identità». Detto con una battuta, An e Fi sono «gemelli, magari diversi, ma pur sempre fratelli». Ringrazia Gianfranco Fini per «il suo coraggio» di presidente ella Camera, definendolo «un uomo di destra, che quando ricopre ruoli istituzionali lo fa senza compromessi.Ma il colpo di scena arriva quando sul palco prende la parola il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, l’unico a criticare la scelta di sciogliersi e confluire nel Pdl. «Ho interpretato un sentimento latente e inespresso – dirà a microfoni spenti – sono un soldato non un eroe. «Oggi – esordisce – si chiude una pagina, che sia personale o politica non importa, perchè spesso le due cose si fondono per chi come noi percepisce la politica come un servizio al Paese. Chiudiamo una pagina personale e politica per nuotare in un mare più grande».«Io oggi – affonda – sono fra quelli che hanno sostenuto una posizione minoritaria», ricordando di aver detto che si poteva «arrivare dove siamo oggi attraverso strade differenti: attraverso un percorso federativo». Parole che, come detto, strappano applausi dalla platea di delegati della nuova fiera di Roma.In chiave regionale, dirà più tardi, «vale esattamente lo stesso discorso. Voglio cioè che nasca un partito aperto dove si procede per meriti e non per nomine. Insomma, non ho detto nulla di straordinario dal palco. Anzi, sono state condivise dalla maggior parte proprio perché erano banali». Quanto al futuro segretario regionale del FVG del Pdl, Menia non ha dubbi: «La spartizione é 30% ad An; 70 a Forza Italia. Non decido io per loro, ma se le cose fossero normali logica vorrebbe che uno uscente come Isidoro Gottardo, che tra l’altro ha appena vinto le elezioni, venga riconfermato nel ruolo».Menia ha anche criticato l’idea di «importare» modelli stranieri, trasformando il bipolarismo in bipartitismo. La Lega, aggiunge strappando nuovi consensi dalla platea, «occupa spazi che prima occupavamo noi». Ecco perchè, osserva, «mi chiedo quanto il discorso che apriamo oggi sia voluto, disegnato e condiviso da noi o quanto piuttosto non sia da noi subito come fatto ineluttabile». La prima dura replica a Menia è arrivata da Giorgio Meloni, ministro della Gioventù. «Salteremo lenti e dubbiosi; sia il mio cammino la loro distruzione» ribatte a distanza al sottosegretario citando Nietzsche. E oggi tocca al segretario Fini. «Parlerà a braccio – sibila Menia – e quando i discorsi si improvvisano sono più veri e imprevedibili».


Udine Honsell alla Regione: «E’ un’aggressione alla città»
Ciriani: nessun attacco politico
La Provincia: finanzieremo solo gli eventi legati al territorio
Il Comune: Friuli Doc è a rischio

UDINE. Il futuro di Friuli Doc è a rischio. Se il taglio dei contributi da 350 mila a 150 mila euro annunciato dall’assessore regionale alle Attività produttive Luca Ciriani non sarà «quanto meno rivisto», secondo il vicesindaco Vincenzo Martines sarebbe infatti «quasi impossibile mantenere gli stessi standard qualitativi» delle passate edizioni. E mentre il sindaco Furio Honsell parla senza mezzi termini di «un’aggressione al Friuli», Martines si dice addirittura «sconcertato dalle scelte di Ciriani» e giudica la proposta di dimezzare i fondi una «discriminazione nei confronti di Udine, dovuta alla volontà di compiere uno spregio politico». Ma anche ieri Ciriani ha ribadito che «non c’è alcun attacco politico a Friuli Doc».


La Regione ha assegnato lavori per 11,5 milioni per ammodernare le strade
Prime misure anti-crisi Al via 12 cantieri in Fvg

di DOMENICO PECILE
UDINE. Dopo la seduta del consiglio regionale della scorsa settimana interamente dedicata alla crisi in regione, ieri è arrivata la prima risposta operativa. L’Anas aprirà infatti nella prossima settimana dodici cantieri già appaltati. I lavori ammontano a complessivi 11,5 milioni di euro. E sempre la prossima settimana, la Giunta regionale approverà un ddl per semplificare le procedure relative ai lavori pubblici.
E intanto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, annuncia che quello dell’Anas è soltanto un primo intervento. Dunque, l'Anas, sulla base di un accordo con la Regione, aprirà nel corso della prossima settimana 12 nuovi cantieri di ammodernamento della rete stradale nelle province di Udine e Pordenone. Ad affermarlo sono il capo Compartimento Anas, Cesare Salice, e Riccardi, che nei prossimi giorni, a partire dalla Carnia, già lunedì 23 marzo, parteciperanno all’apertura dei lavori.Gli interventi, previsti dal programma pluriennale Anas 2005-2007, intendono risolvere numerosi punti critici della viabilità del Friuli Venezia Giulia e consistono in alcuni recuperi strutturali di ponti in pietra, nei lavori di adeguamento delle strade inserite in aree urbanizzate, nella realizzazione di rotatorie per l’eliminazione di incroci ad alto rischio di incidenti, nell'installazione di barriere di sicurezza a più elevato indice di contenimento in caso di urto da parte degli autoveicoli, in opere di riqualificazione ambientale di tratte che attraversano zone definite ad alta vocazione naturalistica e nella messa in opera di nuovi asfalti drenanti ad alta ruvidità, per una maggiore sicurezza in condizioni meteo avverse.Gli interventi, per un finanziamento complessivo di 11,5 milioni di euro, ricadono sia sulla rete stradale d’interesse statale sia sulla rete di interesse regionale e saranno realizzati nei comuni di Arta Terme, Forni di Sotto, Villa Santina, Enemonzo, Fagagna, Sequals, Maniago, Azzano Decimo, Paluzza, San Canzian d'Isonzo e Barcis.«La realizzazione di questi lavori di manutenzione straordinaria - ha affermato il capo Compartimento dell'Anas, Salice - contribuirà ad elevare il livello di servizio della rete viaria regionale, con particolare riguardo agli aspetti della sicurezza, in considerazione del fatto che alcune di queste tratte stradali, anche nel recente passato, hanno fatto registrare un alto tasso di incidenti e testimoniano l’impegno dell’Anas a rispondere, nei limiti delle risorse disponibili, alle esigenze del territorio e delle sue comunità locali».«Si tratta comunque - ha spiegato l'assessore Riccardi - della prima azione di un più complessivo programma di infrastrutture che interesserà il Friuli Venezia Giulia. Interventi che potremmo definire minori rispetto alle grandi opere come la terza corsia della A4 o la Villesse-Gorizia, ma importanti per la messa in sicurezza della rete oltrechè utili per attivare investimenti, anche di non grande dimensione, quanto mai indispensabili per fronteggiare l'attuale situazione di crisi economica e per aiutare le aziende edili del nostro territorio». Riccardi ricorda anche che queste opere sono un po’ il frutto del ragionamento emerso in aula nell’ultima seduta dedicata alla crisi, nel senso che se è vero che il problema sono le risorse è altrettanto certo che la priorità è quella di procedure semplificate e certe. Quella, come accennato, che saranno contenute nel disegno di legge che la Giunta regionale varerà nei prossimi giorni. L’assessore Riccardi spiega, infine, che le opere sono già state assegnate e che adesso la parola passa alle ditte nel senso che i cantieri possono essere aperti immediatamente. Questa – conclude – è la prima parte dell’impegno assunto dall’Anas. Nell’arco dell’anno saranno realizzate altre due importanti opere: la variante di Socchieve i lavoro sulla Statale Pontebbana».


LA DESTRA E IL PASSATO
UNA SFIBRANTE TRANSIZIONE di FRANCESCO JORI

Poco tempo fa, un quotidiano mise insieme alcune frasi di un uomo politico senza citarne il nome e commentò: ecco il leader ideale del centro-sinistra. Fece colpo il fatto che si trattasse di Giancarlo Fini. Un indubbio salto di qualità, rispetto al maligno giudizio che gli avversari davano di lui nei primi tempi dell’alleanza con Berlusconi: «Non ha niente da dire, ma lo dice benissimo». Ma anche uno choc indubbio per chi aveva buona memoria: ricordando che si trattava della stessa persona che a inizio anni Novanta, da segretario del Movimento sociale, sosteneva la validità di un «fascismo del Duemila». Non un caso isolato, d’altra parte, se è vero che allo storico congresso di Fiuggi (gennaio 1995) che sanciva la fine del Msi, il 70% dei delegati dichiarava di considerare il fascismo un regime valido. Nelle ore in cui anche Alleanza nazionale chiude bottega per confluire nel Pdl, tutto questo passa definitivamente in archivio per aprire una fase nuova con un obiettivo strategico: dare finalmente anche all’Italia una componente moderata moderna di respiro europeo. Malgrado il taglio con il passato, non poteva esserlo, da sola, quell’An che il suo leader aveva connotato come una «destra nazionale, sociale, partecipativa». E lo stesso Fini aveva bisogno di un ulteriore passaggio personale, dopo che appoggiandolo nella candidatura a sindaco di Roma, nel ’93, Berlusconi l’aveva tramutato da neofascista a postfascista. Né neo né post: per uscire dalla sfibrante transizione in cui è immersa da quasi un ventennio, la politica italiana ha assoluto bisogno di liberarsi di tutto ciò che l’inchioda al passato.Condizione, per inciso, che sul versante opposto riguarda anche la nascita di una vera componente riformista, tuttora latitante.C’è peraltro anche un obiettivo immediato nell’archiviare l’esperienza di An: uscire dall’isolamento internazionale dopo aver demolito quello interno. Prospettiva non semplice: perché nel porto di approdo, vale a dire il Ppe, rimangono tuttora forti riserve, specie nei confronti di alcuni esponenti di quella che fu la maggior forza neofascista europea. Ci si arriverà comunque, magari per gradi. Più incerta rimane la sponda italiana: perché quello che nascerà ufficialmente tra sette giorni è ancora più Pub che Pdl, più Partito unico Berlusconi che Popolo delle libertà. La controprova è elementare: cosa accadrebbe al nuovo soggetto politico se domattina venisse meno il suo “líder maximo”? E quanto reggerebbe la coalizione di centro-destra, in cui i contrasti striscianti con la Lega sono venuti in superficie con il documento dei 101 parlamentari sul decreto sicurezza? Questo è il punto. Pur nell’anomalo blocco di classe dirigente che affligge la politica italiana, i capi prima o poi passeranno, Fini e Berlusconi compresi. Dunque, è indispensabile costruire forze politiche in grado di sopravvivere ai loro leader e magari anche di garantirne il ricambio fisiologico anziché per estinzione naturale. Perché solo così un’Italia già insidiata dal rischio declino potrà sfuggire al venefico scenario che incombe su di essa: ridursi a un paese mancato.


LE PREVISIONI PER APRILE
Altro calo delle tariffe: gas -8%, elettricità -7%

RISPOSTA ALLA CASA BIANCA
Khamenei: cambieremo se cambieranno gli Usa

«LICENZIATO CHI FA POCHE MULTE»
Austria, l’azienda ricatta i controllori dei pedaggi

OGGI ALLE 17 AL CARNERA
Snaidero con Caserta ultima chance salvezza

HOCKEY SU GHIACCIO
Generali batte il Fassa e rimane in serie A

Slitta ancora l’apertura del bocciodromo
Mancano alcuni arredi interni. Da completare anche le opere per il parcheggio
Cussignacco
L’inaugurazione dell’impianto progettato da Gino Valle è prevista per settembre

UDINE. L’autunno scorso avrebbe dovuto segnare la fine di un’attesa di 4 anni; poi no, a Natale, anzi, in primavera... Invece per il megabocciodromo di Cussignacco slitta ancora l’apertura.


Corsi per combattere il bullismo
Teppisti negli istituti. Le famiglie chiedono aiuto alle scuole
Latisana
Incontri con insegnanti, genitori, carabinieri e psicologi

LATISANA. E’ allarme teppismo nelle scuole di Latisana. Le famiglie hanno chiesto aiuto agli istituti che hanno promosso degli incontri per affrontare il problema.


IL PIANO CASA DEL GOVERNO
RIQUALIFICARE LE CITTA’ di SANDRO FABBRO*

Il piano casa annunciato dal governo per stimolare l’edilizia in funzione anticrisi potrà avere dei risultati positivi di rilancio dell’economia a breve termine. Ma vi sono degli aspetti problematici che vanno messi in conto e gestiti per tempo e nelle maniere opportune, in modo da evitare che un respiro di sollievo oggi non debba tradursi in un rantolo domani. Si parla di una manovra per favorire l’attività edilizia premiando le ristrutturazioni e le riqualificazioni attraverso incrementi volumetrici che vanno dal 20% al 30% e anche al 35%.La manovra sembra riferirsi all’incentivazione, attraverso dei premi edilizi, alla demolizione e ricostruzione di edifici obsoleti e all’ampliamento di edifici esistenti. A onor del vero, questi interventi possono avvenire già, in diverse regioni, nelle zone destinate dai piani regolatori comunali agli interventi di questo tipo. E se si andassero a operare gli interventi di demolizione e ricostruzione e di ampliamento all’interno delle zone in cui sono già ammessi, un certo controllo urbanistico sarebbe già assicurato. Ma la legge, sembra, introdurrà delle deroghe ai piani regolatori generalizzando tali interventi anche in altre zone urbanistiche. Quali? Qui la volontà politica non è ancora del tutto chiara. Se questa intenzione fosse generalizzata e indiscriminata sarebbe la fine di ogni approccio governato alla città e al territorio. Vogliamo sperare che si possa ancora indirizzare il provvedimento verso un obiettivo chiaro e largamente condiviso: rilanciare l’edilizia “rottamando” i quartieri e gli edifici obsoleti e riqualificando quindi la città e il territorio costruiti in controtendenza rispetto all’espansione e al consumo di suolo agricolo e naturale. Se questo fosse l’obiettivo, direi che il provvedimento avrebbe un carattere non solo anticiclico, ma anche innovativo. Qualcuno lamenta il rischio estetico. Non mi sembra che questo problema sia, in questo caso, maggiore che nel caso dell’espansione edilizia tradizionale. Una maggiore densificazione edilizia in un territorio come il nostro, generalmente a bassa e media densità, non costituisce di per sé, a priori, un problema estetico. Dipenderà da come verrà gestita e progettata. Neanche quello ambientale mi sembra un problema, perché se andiamo a rinnovare e aumentare le volumetrie laddove si è già costruito e urbanizzato vuol dire che ci saranno meno bisogno e meno spinta a costruire sui terreni ancora non urbanizzati. La controtendenza rispetto all’urbanizzazione diffusa non è, quindi, un male, anzi. Purché, ripeto, avvenga solo dentro i centri abitati, dentro il già costruito. I problemi sono altri e cioè quelli di compatibilità di questi incrementi volumetrici con le dotazioni esistenti e previste nei servizi urbani. Mi spiego: se i 100 mila mc di una zona urbanistica diventano, a seguito del premio, 120 mila, è chiaro che i 20 mila mc aggiuntivi sono a disposizione di nuove persone insediabili, di nuovi residenti. Ventimila mc in più possono corrispondere grosso modo a 200 persone in più nella data zona. Ma quella zona era stata pianificata per 1.000 persone e non per 1.200! Quindi, il sovraccarico di persone va a gravare su una rete viaria e fognaria, su parcheggi, spazi verdi ecc. che non sono adeguati, generando un aggravio in termini di congestione e un abbassamento di qualità della vita nella zona e nuovi rischi anche per la sicurezza delle persone. I comuni, poi, dovranno intervenire, a proprie spese, per risolvere le nuove e non previste richieste di servizi. Un modo per valorizzare gli aspetti positivi del provvedimento e per minimizzarne i rischi è quello di lavorare in due fasi: una prima fase basata su incentivi all’intervento immediato solo nelle zone già adeguate, dal punto di vista dei servizi, a ricevere più abitanti; una seconda fase basata su un adeguamento dei piani regolatori comunali in termini di spazi per servizi, prevedendo non solo la demolizione con la ricostruzione, ma anche la trasformazione urbanistica di intere parti di città.Operi allora il governo in due tempi: un provvedimento a breve per le aree già adeguate e un provvedimento a medio termine che metta a disposizione delle Regioni e dei Comuni quella riforma urbanistica nazionale che aspetta di essere approvata in Parlamento da almeno vent’anni.*professore di Urbanisticauniversità di Udine


Pienone al Carnera per Zelig

di GIAN PAOLO POLESINI
UDINE. Con calma, ma Punto Zelig si è impossessato dello spirito delle tremilacinquecento anime (televisive) volate al Carnera per un live da competizione. Una mezzora accademica di ritardo, che non ha scalfito più di tanto il popolo del cabaret. Qualcuno - e la speranza serpeggiava - era convinto che Claudio Bisio e la Vanessa Incontrada prima o poi si sarebbero affacciati da qual palco. D’altronde separare ciò che il dio del catodo ha unito è impensabile. Invece no, a mettere per primo il naso su platea e gradinata non è stato il duo delle meraviglie, bensì un paio di comici ormai fuori dal giro Zelig da anni, Paniate & Santonastaso, che hanno fatto parte del carrozzone nel 2002. Non scattando l’ovazione i boys hanno subito fatto outing: «Vi starete chiedendo chi c... siamo?». In effetti è stato così. E loro da dove sbucano? visto che Punto Zelig non prevedeva manovratori, sullo stile No Stop, l’indimenticato intruglio comico dei Settanta. Il palco vero consegna al pubblico ciò che quello virtuale limita. I canonici tre minuti si dilatano, perché tutto segue una scaletta feroce con la réclame che spinge, il comico si distende. E distende tempo. Con Pino dei Palazzi - in realtà lui si chiama Giancarlo Kalabrugovich - l’ambiente si surriscalda. «Che c’hai un sigaretta?» è lo slang che ha penetrato i cervelli. Il rumore è nel suo dna e si stenta a credere che da piccolo il “Kala” dell’hinterland milanese non abbia ingoiato il classico cd ampiamente sfruttato dal cinema. Il suo peregrinare per i Palazzi ha un background noto ai più, almeno a chi non si è perso un fotogramma del concentrato ludico più amato dagli italiani. La formula scelta è la sola possibile per uno show (a Udine by Azalea Promotion) che non prevede blackout, ma un’incessante successione di figurine senza il sostegno di mastro Bisio. Jonny Groove - ovvero l’ingegner Giovanni Vernia - riesce lo stesso a far calare i figli della tv nella sua atmosfera house, pur privo di spalla Incontrada. C’è un attimo di incertezza, poi scatta l’empatia totale. Paniate & Santonastaso cercano di creare un ponte fra platea e palco, sfruttando i soliti stereotipi dell’applauso comandato. Nonostante da secoli si usi il marchingegno per pompare entusiasmo ai paganti, fila ancora. Incredibile. In fondo la risata è sempre quella, con variazioni di tic e viz a seconda del momento. La Ricotta «english lesson» funziona di più dentro il bussolotto. In (molta) carne e ossa i tre non riempiono il palco tanto quanto lo schermo.I giri previsti sono due, bisogna sfiorare le tre ore affinchè ci si porti a casa tutto il sapore di un varietà vissuto a pelle. E a dare la botta d’entusiasmo ci ha pensato Checco Zalone, il cantore eclettico del profondo Sud. «Viva l’amore, abbasso i sedili», è questa la sua filosofia con la pupa da auto. Perchè, come dice Giordano Bruno, una botta non la si nega a nessuno».


Iran, Iraq e ambiente: Auster a Pordenone promuove Obama

di MICHELE MELONI TESSITORI
«Gli Stati Uniti hanno perso credibilità negli anni di Bush e per molte ragioni, ma non credo ci sia un altro Paese in grado di assumere la responsabilità di guidare il mondo, di esercitare la leadership, di rappresentare l’Occidente. Chi potrebbe sostituirli? L’Europa? Dovrebbe essere piú unita, invece quando in Jugoslavia si ammazzavano gli uni con gli altri è rimasta a guardare, inefficace. E poi ora c’è Barack Obama che pratica una politica estera razionale. La sua mano tesa all’Iran non è un atto di debolezza, ma una rinuncia allo strumento-guerra che riduce la tensione».È bastato solo un cenno alla politica, ieri mattina nel chiostro dell’ex convento di San Francesco, a Pordenone che lo festeggia con il 15° festival di Dedica, perché Paul Auster smettesse di colpo i panni dello scrittore silenzioso, solitario, introverso per sfoderare tutta la verve di chi è cresciuto nei valori liberal e spera in una nuova stagione per l’umanità. Lui, anche fisicamente cosí asciutto, esteriormente minimal, dietro l’essenzialità dei suoi occhiali a goccia scuri, del maglione nero, si è abbandonato a una lunga riflessione sullo scenario futuro del mondo, come a liberare un fuoco trattenuto per troppo tempo.«La guerra in Iraq - ha esordito addentrandosi nel focolaio del Medio Oriente - è la cosa piú stupida che gli Usa abbiano fatto in tutta la loro storia perché non c’era ragione, era solo un’ossessione sul piano personale di Bush e Cheney di cui l’America continua a pagare il prezzo».«Non so se l’Iraq stia diventando un nuovo Vietnam - ha aggiunto -, ma ci sono delle grandi differenze. Le perdite sono molto inferiori, gli anni di guerra sono di meno. Comunque - si è detto certo lo scrittore - ora ne usciremo perché abbiamo Obama che ha un impegno forte e, da come si comporta, dobbiamo credere che ciò che dice lo metterà in atto».«Quando ci si impantana in una guerra di questo genere - ha proseguito lo scrittore, come un torrente in piena -, non si sa come uscirne: in ogni caso l’effetto che ha avuto l’Iraq sull’America e sugli americani non è lo stesso e non è ciò che ha avuto sulla popolazione il conflitto in Vietnam: 50 mila soldati morti soltanto per gli Stati Uniti e chissà quanti vietnamiti, probabilmente centinaia di migliaia, un’intera generazione distrutta. Stiamo ancora subendo le conseguenze del Vietnam e non l’abbiamo ancora superata».Auster non ha risparmiato critiche all’Europa e alla sua pretesa di esercitare una leadership sull’Occidente dopo l’inciampo morale degli States travolti dagli scandali finanziari: «Io per primo ho nutrito a lungo la speranza che l’Europa potesse assumere la guida». Una speranza vanificata dal silenzio colpevole dell’Ue sulla tragedia dell’ex Jugoslavia: «Gli stati del Vecchio Continente - ha detto - vanno in ordine sparso e non si riesce a farli parlare in maniera univoca. Per questo restano solo gli Usa. Non che io non voglia alternative, sarei felicissimo se qualcun altro si assumesse il delicato compito, ma né Russia né Cina oggi lo possono fare».Improponibile, poi - ha precisato - che tale compito sia affidato a Italia, Francia o Gran Bretagna. Auster ha anche indicato il male che secondo le sue convinzioni affligge l’Europa: «Non ci può essere - ha detto - un’unione economica senza un’unione politica».Trascinato dalla conversazione con i giornalisti, lo scrittore ha poi colto il riferimento al filosofo Toreau per affermare il suo profondo convincimento nell’efficacia delle politiche della non violenza. «Se i palestinesi - ha affermato - avessero avuto un Gandhi invece che un Arafat, la storia sarebbe diversa, da anni avrebbero uno stato». Di qui il richiamo alla nuova politica del presidente Obama verso l’Iran: «Tendere la mano non è un segno di debolezza», ha asserito chiedendosi quali avrebbero potuto essere le alternative: «Lasciare lo status quo? Continuare con una pseudo-guerra che va avanti con scaramucce causando pericoli per entrambi? No, un’alternativa non c’era: parlare diminuisce la tensione».Auster ha fatto un’autentica professione di fede nei confronti del neopresidente americano: «Anche nelle politiche per l’ambiente - ha detto - Obama ha fatto un piccolo passo avanti. Personalmente avrei voluto che si facesse molto di piú, sarei stato piú radicale, ma questo è comunque un primo passo necessario per invertire la direzione, altrimenti tra 50 anni saremo tutti sott’acqua». Auster ha infatti invitato a considerare «che il presidente è soggetto ad attacchi feroci, ogni giorno, per ciò che dice e ciò che fa. per questa timida politica ambientale tutti i giorni i repubblicani lo chiamano socialista o fascista».La prima mattinata dello scrittore a Pordenone è dunque corsa via assorbita dall’attualità, mentre nel pomeriggio, al Teatro Verdi, Auster si è intrattenuto sui temi della sua arte di romanziere e sulla sua felice conversione al cinema. Accompagnato dalla traduttrice Licia Chini, “coccolato” dallo staf di Thesis, l’associazione che promuove Dedica, lo scrittore si è espresso in termini lusinghieri verso il festival, di cui ha apprezzato l’originalità, e ha anche raccontato divertito della sua passeggiata per Pordenone, dall’albergo accanto al teatro Verdi, su per il centro storico fino a piazza della Motta, lui ancora un po’ stordito dal jet-lag, ma messo di buon umore dalla vivacità del mercato all’aperto e dalla bella giornata di sole. Fino alla meritata ammissione che, sí, la città del Noncello è «very nice».

VERZEGNIS
I Canadair spengono l’incendio

RIVIGNANO
Parco dello Stella riaperto l’acquario

UDINE
Cancellare Cadorna? E’ polemica

RIVOLTO
Frecce tricolori: pranzo solidale con super-chef

UDINESE A GENOVA CON ENTUSIASMO
Dopo l’impresa Uefa i bianconeri in trasferta

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Ed ecco la prima pagina de Il Gazzettino

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Il commento dopo l’incontro alla Safilo: «Di questi tempi 350mila euro per una kermesse sono uno spreco»
«Crisi, meno feste più austerity»
Il vicepresidente Ciriani sui fondi tagliati a Friuli Doc: «Quei soldi li darei agli operai»

Udine «Meno feste e più sobrietà». Il vicepresidente della Giunta regionale Luca Ciriani ne fa il suo leit-motiv. E, di ritorno dall’incontro a Martignacco con i lavoratori della Safilo e gli amministratori, a chi gli chiede del taglio dei fondi destinati a Friuli Doc, dice, secco: «Trecentocinquantamila euro, quanti ne dava la passata giunta alla kermesse, di questi tempi sono uno spreco. Se potessi, darei tutti quei soldi agli operai che sono fuori dalle fabbriche e alle famiglie in difficoltà». L’assessore l’aveva già annunciato che i fondi regionali per Friuli Doc sarebbero stati molti di meno dei 350mila euro stanziati dalla giunta Illy (200mila attraverso l’assessorato al Turismo e altri 150mila, che servivano per coprire le piazze, attraverso la Turismo Fvg). «350mila euro - dice Ciriani - sono una cifra assolutamente sproporzionata in un periodo di crisi come questo, in cui migliaia di persone rischiano il loro posto di lavoro. Sono appena stato a parlare con i lavoratori della Safilo a Martignacco. In questa situazione mi pare proprio che sia il caso di tenere una maggiore sobrietà nelle spese. 350mila euro sono il doppio di quanto prende qualsiasi manifestazione in regione. Non daremo una quota così perché non abbiamo i soldi per ripetere lo stanziamento del 2008, visto che i fondi per la promozione sono scesi da 8 a 6 milioni. Ma anche se i soldi li avessimo, Friuli Doc non può valere quella cifra». Per questo, la Regione ha deciso di dare una sforbiciata. Iniziando dal capitolo che spetta all’assessorato. «C’è stata - dice Ciriani - una proposta di taglio, non ancora definitiva, che prevede la riduzione di 50mila euro, con il passaggio da 200mila a 150mila euro, su questo primo canale. Per quanto riguarda il secondo canale, che passa attraverso la Turismo Fvg, vedremo. Ma anche in quel caso ci sarà da tagliare, perché la copertura ha avuto una riduzione consistente e bisogna decidere se usare queste risorse per finanziare la partecipazione a fiere internazionali o se usarle per pagare le tende di Friuli Doc. Credo che, alla fine, fra un canale e l’altro, Friuli Doc avrà un finanziamento di circa 200mila euro, come la Barcolana. Non si capisc, d’altronde, perché la kermesse udinese dovrebbe prendere 350mila euro quando Aria di Festa di San Daniele ne prende 100mila. Anche Pordenonelegge ne prende 100mila circa». Camilla De Mori


CORTE DEI CONTI
Inchiesta sui derivati Al setaccio i bilanci di oltre una decina di Comuni

Amministrazioni comunali sotto indagine per aver sottoscritto investimenti di denaro pubblico in prodotti finanziari derivati Fra questi figurano quelli di Udine e Pordenone. Si stanno analizzando i documenti finanziari e il procuratore capo, Maurizio Zappatori, ha precisato che l’elenco dei Comuni potrebbe allungarsi.


UDINESE
Marino: «In campionato obiettivo settimo posto»
Squadra ridisegnata per fare riposare molti titolari

Udine L’obiettivo dell’Udinese non è solo quello di andare avanti nella Coppa Uefa, ma anche quello di raggiungere il settimo posto in campionato. «Se qualcuno dei miei pensa che a questo punto il campionato non ci interessa fa bene a dirmelo e io non mi faccio scrupoli ad escluderlo dalla formazione anti Genoa», ha affermato Pasquale Marino, dopo il lavoro di rifinitura . Il tecnico non vuole oggi una squadra appagata per aver superato in Europa lo scoglio dello Zenit, pretende dai suoi ancor il massimo impegno fisico e mentale. In difesa rientrerà Domizzi, che prenderà il posto dell’infortunato Lukovic che ne avrà per un mese abbondante dopo essersi stirato in Russia; in attacco rifiaterà Di Natale, probabilmente verranno risparmiati anche gli altri due interpreti Pepe e Quagliarella, ma il modulo non verrà toccato, sarà sempre 4-3-3 anche se Isla, che completerà l’assetto dell’attacco, è più votato a contenere il gioco piuttosto che a proporlo, come dire che il modulo assomiglierà parecchio al 4-4-2.


Maoisti in sciopero Nives cambia vetta

Tarvisio (L.P.) Cambio di rotta per Nives Meroi e Romano Benet. I due alpinisti tarvisiani, partiti domenica scorsa per la scalata al Kanchenjunga (montagna nepalese di 8.586 metri), hanno dovuto mutare i loro programmi. La nuova destinazione è l’Annapurna, uno dei tre Ottomila che mancano alla "coppia d’alta quota". Il motivo di questa decisione è dovuto allo sciopero dei maoisti nella zona dove si trovano Nives e Romano. Non potendo fare previsioni sull’entità dei disordini e sulla loro durata, i due hanno deciso di lasciare la zona. Tenteranno, dunque, di salire l’Annapurna dal versante sud. Per i primi passi in questa nuova avventura, la Meroi e Benet attenderanno l’arrivo di Prem e Bahdur, i due compagni della spedizione inizialmente prevista sul Kanchenjunga rimasti "intrappolati" nella zona delle sommosse. Nives e Romano si sono spostati ieri mattina verso l’Annapurna.


TEATRO FRIULANO
Gregoricchio, la sua opera in un unico archivio

Udine L’intera opera di Gianni Gregoricchio verrà raccolta in un unico archivio, una sorta di "mappa territoriale e temporale" a disposizioni di chiunque sia interessato a tenere viva l’eclettica mole di lavoro e i profondi messaggi innovativi lasciati dallo scrittore friulano scomparso nel gennaio del 2007. L’iniziativa è stata annunciata dalla figlia Francesca, in accordo con l’Associazione teatrale friulana, durante un seminario promosso dall’Arlef, dal Cirf e in collaborazione con l’Università di Udine. È stata un’intensa giornata di letture, analisi e testimonianze sull’opera di Gregoricchio e sul contributo da lui dato a tutta la cultura friulana. Serenamente evocativa la ricostruzione del percorso di vita dello scrittore tracciato, anche attraverso letture di inediti, dalla recitazione di Daniela Zorzini e dalle poesie, musicate e interpretate da Viviana Gallet, Alessandra Kersevan e Giancarlo Velliscig. Paolo Nikli, Gianni Cianchi e Angela Felice hanno quindi evidenziato la profonda attualità della drammaturgia dello scrittore scomparso. Nikli ha riassunto la forza innovativa della drammaturgia di Gregoricchio. Cianchi ne ha analizzato le commedie scritte nell’arco degli ultimi venti anni, evidenziandone la modernità dei contenuti e dei messaggi. Angela Felice ha presentato le "donne di Gregoricchio", per la prima volta protagoniste con le loro peculiarità di genere, la loro forza e il loro profondo e contributo nel tramandare l’etica di un popolo. È seguito il film "Princip bambin", traduzione ed adattamento in friulano del "Piccolo Principe" di Sainte-Exsupery, frutto di una delle numerose collaborazioni fra Gregoricchio e diverse scuole friulane. Lo ha presentato Chiara Pecile, nel ’70 "piccola attrice" con Gregoricchio alle scuole di Fagagna, più recentemente promotrice di collaborazioni fra le scuole e lo scrittore. Quanto al progetto di un archivio, la figlia di Gianni Gregoricchio, Francesca, ha chiesto la collaborazione di tutti coloro che hanno condiviso, negli ultimi quasi quarant’anni della nostra storia culturale, progetti od iniziative con lo scrittore friulano.


I soggetti individuati non fanno parte della banca dati del Ris. Clienti occasionali oppure c’è la traccia dell’assassino?
Omicidio Elsa, si ricomincia dal Dna
Dopo i quattro profili emersi dagli ultimi accertamenti, il pm delega nuove indagini

Udine A 14 anni dall’omicidio di Giancarlo Ferrario, il transessuale di Udine conosciuto con il soprannome di Elsa, ucciso la notte del 18 dicembre 1995 nella casa di appuntamenti che divideva in via Tomadini con altre "colleghe", la tecnologia dà nuovo impulso alle indagini. Il sostituto procuratore Claudia Danelon venerdì scorso ha delegato accertamenti congiunti alla Squadra Mobile e al Nucleo investigativo dei carabinieri. Il magistrato sta tentando di risalire a quattro persone che hanno frequentato la camera di Elsa. Il loro Dna è stato estrappolato da tracce biologiche trovate nella casa d’appuntamenti attraverso sangue, sperma e saliva. Si tratta di tracce che gli strumenti che gli investigatori avevano a disposizione 14 anni fa non avevano rilevato. Ma lo scorso anno, sulla scorta di nuovi elementi raccolti dai carabinieri e sulla base delle dichiarazioni di un super testimone, la Procura aveva riaperto il fascicolo iscrivendo sul registro degli indagati un sospettato che poi, proprio grazie al test del Dna, è risultato estraneo alla vicenda. In un cuscino, sotto le tracce di sangue di Elsa, erano stato possibile estrappolare un Dna. Nei laboratori del Ris, però, sono stati esaminati altri reperti. E ora il pm ha a disposizione altri quattro Dna. Si tratta di profili che non figurano nella banca dati del Ris. A chi possono appartenere? All’assassino o a clienti di Elsa che non c’entrano nulla con il delitto. Nelle deleghe conferite a polizia e carabinieri il magistrato chiede di scandagliere nuovamente nella vita di Ferrario. Chi erano i suoi clienti? Chi erano i suoi amici? Chi frequentava la casa di via Tomadini dove è stato ucciso? È chiaro che identificarli non significa aver trovato l’autore del delitto, ma solo provare la loro presenza sulla scena dell’omicidio.


Perquisito e arrestato aveva 26 grammi di coca

Gemona Nell’auto aveva la cocaina ma i carabinieri del Norm ieri pomeriggio l’hanno bloccato a Gemona e per l’operaio Vincenzo Mariano Sparacino, 41 anni, palermitano residente a Bra (Cn), si sono aperte le porte del carcere di Tolmezzo. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato trovato in possesso durante la perquisizione di 26.4 grammi di cocaina. È scattato così l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di stupefacienti.


LA CJACARADE
La difesa delle fabbriche e del posto di lavoro non passa attraverso il taglio dell’immagine Friuli

di Andrea Valcic Ero già partito in quarta contro l’assessore Ciriani per la sua decisione di tagliare i fondi a Friuli Doc e per la sua analisi sulla maggior importanza della Barcolana. Avrei cercato di dimostrare, ma il fatto è solo rimandato, come l’accanimento da parte di Alleanza Nazionale nei confronti dell’immagine Friuli, non fosse dovuto a scelte emotive, superficiali, ma bensì ad un preciso disegno in atto, volto a fare in modo che i riflettori restino sempre accesi su Trieste, affinchè il capoluogo giuliano non smetta di rappresentare, assieme alla sua storia e a quella del confine orientale, un "unicum" irripetibile per l’opinione pubblica italiana. Ma l’assessore mi ha spiazzato con la sua dichiarazione di Martignacco e che potete leggere nei titoli:«Basta soldi per le feste, diamoli agli operai». Altro che Rifondazione, qui siamo a Lotta Continua. Ciriani supera anche il presidente Tondo che, se lo avete scordato, alcuni mesi fa aveva chiesto a ristoratori, medici e altre categorie di professionisti di prestare gratuitamente la propria opera, per un certo periodo a chi ne aveva più bisogno. Esiste una colossale differenza tra le due impostazioni: il presidente chiedeva una presa di coscienza diretta e privata, a favore dei più deboli, il suo assessore parla invece di denaro pubblico da indirizzare in un modo invece che in un altro. Diversa di conseguenza l’analisi relativa alle due proposte. La prima dovrà tener conto della sensibilità di ognuno, del personale concetto di carità e di rapporto con il prossimo, la seconda invece non può che avere i contorni della politica. E in questo caso, Ciriani deve assumersene la piena responsabilità iniziando a non concedere più un euro a tutte le manifestazioni estive, a non erogare alcun contributo per concerti, sagre, eventi sportivi, Giri d’Italia, regate veliche. Ma soprattutto bloccare ogni forma di pubblicità turistica: lo slogan "qui non si festeggia" non mi sembra particolarmente accattivante. Non vorrei fare ironia sulla situazione drammatica che vive oggi il mondo del lavoro in Friuli, ma nascondere una possibile polemica tra i fondi per Friuli Doc e la Barcolana dietro un’uscita del genere lascia perplessi. Perchè o si crede in quello che si proclama, e allora una giunta agirà con conseguenza rigorosa, oppure è meglio imparare dalle operaie della Safilo che a Ciriani hanno offerto un panino e un bicchiere di vino in allegria. Tristezza e pessimismo non aiutano a lottare meglio.

IL CASO
Federico, dal dramma in moto alla rinascita con la maratona

CERVIGNANO
All’Interporto calano i traffici si guarda a Est per il rilancio

CODROIPO
Orari scolastici e lavoro un progetto aiuta le mamme

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Infine la prima pagina de Il Piccolo

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DA POLITICO A IMPRENDITORE
Riecco Willer Bordon adesso costruisce centrali ad alghe
Guida una società che fornirà watt al porto di Venezia. E forse a Trieste

TRIESTE Da politico a imprenditore. Willer Bordon, uno dei protagonisti più vivaci e irrequieti del potere in Italia, archiviata (per il momento) la sua esperienza parlamentare e di governo, si trasforma con un colpo di scena in manager. Ex sindaco di Muggia, prima deputato, poi senatore, quindi per due volte ministro (ai Lavori pubblici e all’Ambiente) di Bordon si erano quasi perse le tracce, a parte la pubblicazione di un libro sulle degenerazioni della «casta» politica, poi più nulla. Ora Willer guida una società che realizza centrali ad alghe marine: ne costruirà una a Venezia in grado di fornire energia elettrica al porto lagunare. E ha intenzione di farne altre, forse anche a Trieste.


LA FUSIONE CON FI NEL PDL
An, l’ultimo giorno «Non ci sciogliamo è un nuovo inizio»
Menia dissidente fa arrabbiare La Russa
Oggi tocca a Fini chiudere il congresso

di GABRIELE RIZZARDI
ROMA «L’ultimo congresso di Alleanza nazionale non è un congresso di chiusura ma un giorno di nascita, di ripartenza, di nuovo inizio». Il reggente Ignazio La Russa parla al popolo di An riunito alla Fiera di Roma per il suo ultimo congresso. E davanti ai delegati che affollano il capannone spiega che la confluenza nel «partito degli italiani» il cui leader si chiamerà Silvio Berlusconi e non Gianfranco Fini, era inevitabile.«Noi e Forza Italia non siamo una coppia, siamo gemelli. Magari diversi, non omozigoti, ma gemelli», spiega il traghettatore La Russa, per il quale il futuro di quello che potrebbe diventare il più grande partito di centrodestra d’Europa è radioso. E ad ascoltarlo, seduto in prima fila, c’è Gianfranco Fini, che oggi si toglierà l’abito istituzionale di presidente della Camera e si rivolgerà direttamente ai suoi: «Può essere che mi emozionerò».La Russa vuole rassicurare i (pochi) scettici che hanno animato i mille congressi provinciali e assicura che la prossima settimana (sempre qui) nascerà il Pdl in cui An porterà «tutta la sua storia e tutta la sua identita».Il coro di ragazzi di Bari ha appena lasciato il palco, dove insieme ad Enrico Ruggeri ha cantato la canzone di successo: «Si può dare di più».Il filmato su Giorgio Almirante ha scaldato i cuori della platea e il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, ha annunciato che il 21 aprile i Fori imperiali saranno illuminati per la prima volta. L’aria che si respira nel capannone della Fiera non è certo quella di una chiusura, di un funerale e La Russa spiega che il compito del Pdl è quello di proseguire un’«avventura che ha legato intere generazioni».Il ministro della Difesa insiste sulla necessità che il Pdl sia una forza «multidentitaria» perché in un partito del 43 per cento «non ci può essere il pensiero unico» e poi rivela che la decisione di far confluire An e Fi fu presa durante un incontro tra Fini e Berlusconi che avvenne pochi giorni dopo la morte delle rispettive madri. «In quei momenti ciascuno di noi tende a dare il meglio di se stesso e così nacque il percorso verso il Pdl».Ma non mancano le stoccate verso la Lega, con la quale «ci dovrà essere un rapporto di leale, amichevole e fraterna competizione. I passi indietro non li farà solo il Pdl», avverte La Russa. Quanto all’oggi il governo, adesso, deve «pretendere» dal Brasile l’estradizione dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti.La prima giornata fila liscia con gli interventi di Andrea Ronchi («Il Pdl non sarà una monarchia») e Italo Bocchino («Ci aspetta una nuova sfida e una sana competizione con la Lega»). Il saluto di Renato Schifani, Forza Italia, presidente del Senato («Berlusconi saprà comprendere la vostra storia»). A riscaldare il dibattito, in serata, il «dissidente» Roberto Menia che critica la scelta di sciogliersi per confluire nel Pdl.

ROMA Non ci sta Roberto Menia, l'unico dirigente di Alleanza nazionale a salire sul palco dell'ultimo congresso del partito per criticare la scelta di sciogliersi per confluire nel Pdl. Tanto da guadagnarsi un rimbrotto, inavvertitamente pronunciato davanti a un microfono aperto, da Ignazio La Russa.«Si chiude una pagina, che sia personale o politica non importa, perché spesso le due cose si fondono per chi come noi percepisce la politica come un servizio al Paese», esordisce il sottosegretario all'Ambiente. «Chiudiamo una pagina personale e politica per nuotare in un mare più grande», riconosce Menia con riferimento all'imminente ingresso nel Pdl.«Io oggi sono fra quelli che hanno sostenuto una posizione minoritaria», prosegue, ricordando di aver detto che si poteva «arrivare dove siamo oggi attraverso strade differenti: attraverso un percorso federativo». Parole che strappano applausi dalla platea di delegati della nuova fiera di Roma.La Lega, aggiunge strappando nuovi consensi dalla platea, «occupa spazi che prima occupavamo noi». Ecco perché, osserva, «mi chiedo quanto il discorso che apriamo oggi sia voluto, disegnato e condiviso da noi o quanto piuttosto non sia da noi subito come fatto ineluttabile». Insomma, sottolinea, «quanto c'era bisogno di arrivare così in fretta?». Perché l'averlo fatto «ha depotenziato in termini valoriali e di contenuti» il nostro progetto. E nel sottolineare l'esigenza che il Pdl «valorizzi le identità» e «non sia negazione di identità», Menia lancia l'affondo: «Io non ho voglia di sciogliermi in niente e voglio che sia un Popolo della libertà anche nelle discussioni interne e nel diritto di professare ogni idea».Il sottosegretario non risparmia punzecchiature a Silvio Berlusconi, strappando più di un applauso. «Non mi piace essere un parlamentare nominato e non eletto - dice - voglio che il Parlamento della prossima legislatura sia di eletti non nominati e non credo che possa votare il capogruppo per tutti, e lo dico con profondo rispetto per tutti». Un intervento che piace: molti delegati si alzano in piedi e applaudono calorosamente il «dissidente». Parole, invece, che non piacciono al reggente di An. «Ma che bisogno c'era di fare quest'intervento proprio mentre entra Schifani?», commenta La Russa, anch'egli sul palco, probabilmente senza accorgersi di avere davanti un microfono acceso.Abbracci, pacche sulle spalle, complimenti e lacrime. Questa è l'accoglienza riservata a Menia ai piedi del palco. «Quello che mi piaceva prima - spiega Menia ai giornalisti - è che eravamo una famiglia nella quale ci si può dire di tutto. In parte c'è ancora. Bocchino mi ha fatto i complimenti pur non condividendo l'intervento, anche La Russa mi ha fatto i complimenti. Tremaglia mi ha abbracciato e mi ha detto: ”Sei un grande italiano”». Il deputato di Trieste è critico ma dice: «Sono un soldato e resto qui. Non cerco di essere un eroe».


LE PREVISIONI DELL’ISTITUTO RICERCHE INDUSTRIALI ED ENERGETICHE
Cala il petrolio, da aprile bollette meno care
Elettricità -7% e gas -8%: ogni famiglia italiana risparmierà in media 122 euro

ROMA Bollette di gas e luce più leggere dal primo aprile, con un risparmio per le famiglie di 122 euro l’anno. A prevederlo è l’istituto di ricerca Rie (Ricerche industriali ed energetiche), anticipando di qualche giorno l’imminente decisione dell’Autorità per l’energia. L’azione dell’organismo di controllo sul fronte dei prezzi, intanto, va oltre, con la proposta di nuove misure per far dimagrire i colossi dell’energia, Eni ed Enel in primis, ma anche Eon ed Edipower, sui mercati all’ingrosso di gas ed elettricità e quindi favorire la concorrenza.TARIFFE GIÙ DA APRILE A decidere sarà come sempre l’Autorità, ma la stima del Rie (ancora più favorevole rispetto a quella di tre settimane fa formulata dal Ref) parla di una forte flessione. Secondo l’istituto di ricerca, il metano dovrebbe segnare un ribasso dell’8% e l’elettricità una flessione del 7%, pari a un risparmio totale annuo di 122 euro.In particolare, per quanto riguarda il gas, il risparmio per una famiglia dai consumi medi di 1.400 metri cubi l’anno dovrebbe essere di 90 euro l’anno; per l’elettricità, per un consumo di 2.700 kwh l’anno, è di 32 euro. Secondo l’istituto altre buone notizie dovrebbero poi arrivare a luglio, con una «probabile ulteriore diminuzione che attualmente non si può però quantificare», mentre è «impossibile fare previsioni per l’ultimo trimestre dell’anno».AUTORITÀ, ENI FACCIA PASSO INDIETRO SU INGROSSO GAS Il mercato all’ingrosso del gas è caratterizzato da un «esiguo grado di concorrenzialità», pertanto sarebbe utile «prevedere, per l’operatore dominante (l’Eni, ndr), l’obbligo di offrire annualmente in vendita, a condizioni fissate dall’Autorità, quantità di gas sufficienti a far sì che, dato il rapporto tra domanda e capacità di offerta residua e data la struttura di questa, gli esiti di mercato attesi siano concorrenziali». L’Autorità per l’energia lo mette nero su bianco in un documento messo a punto per rispondere agli obblighi derivanti dal decreto anti-crisi varato dal governo a novembre scorso, che imponeva all’organismo di controllo di formulare una serie di proposte per assicurare che le famiglie fruiscano dei vantaggi derivanti dalla diminuzione dei prezzi dei prodotti petroliferi. A giudizio dell’Autorità, gli obblighi di offerta dovrebbero essere previsti «attraverso procedure concorsuali da tenersi al più presto, auspicabilmente entro aprile 2009».MISURE ANCHE PER MERCATO ELETTRICO, ENEL «DIMAGRISCA» - Le misure proposte dall’Autorità riguardano anche il mercato all’ingrosso dell’elettricità, in particolare in Sicilia e Sardegna, dove si ritiene opportuno per Enel, Eon ed Edipower l’obbligo di cedere «la disponibilità di un ammontare della propria capacità produttiva, tramite un prodotto denominato ’Virtual power plant’, determinato secondo un criterio che tenga conto dell’effettiva misura del potere di mercato unilaterale detenuta dal soggetto su cui è imposto l’obbligo». In Sicilia, Enel dovrebbe cedere capacità pari a 840 Mw e in Sardegna 450 Mw. Edipower, in Sicilia, 700 Mw e infine Eon, in Sardegna, 350 Mw. L’obiettivo, ancora una volta, è quello di «conseguire un livello accettabile di concorrenza».


AGGRESSIONE NELL’ATRIO DI VIA GIULIA 86
Scippata e gettata a terra nel portone di casa
Un uomo strappa la borsetta a una donna di 73 anni: ferita alla testa

TRIESTE Aggredita in pieno giorno da un malvivente nell’atrio di un condominio di via Giulia 86. Un energumeno le ha strappato la borsetta. E poi, per riuscire a scappare, ha spinto la vittima all’indietro. Ha portato via la borsetta contenente 150 euro e i documenti. Lo scippo si è verificato l’altro pomeriggio. «Sono entrata dal portone e mi sono trovata davanti l’uomo».


DOSSIER DEI BENZINAI
Senza agevolata l’Italia ha già perso 53 milioni di euro

TRIESTE Sono già 53 i milioni di euro che lo Stato italiano ha incassato in meno, a vantaggio della Slovenia, dall’abolizione del carburante agevolato a Trieste e Gorizia. Lo dimostra un dossier dei benzinai consegnato al ministro Scajola.


DA FIUGGI A ROMA
IN CAMMINO VERSO UNA DESTRA MODERNA di FRANCESCO JORI

Poco tempo fa, un quotidiano mise insieme alcune frasi di un uomo politico senza citarne il nome, e commentò: ecco il leader ideale del centrosinistra. Fece colpo il fatto che si trattasse di Giancarlo Fini.Un indubbio salto di qualità, rispetto al maligno giudizio che gli avversari davano di lui nei primi tempi dell'alleanza con Berlusconi: «Non ha niente da dire, ma lo dice benissimo». Ma anche uno choc indubbio per chi aveva buona memoria: ricordando che si trattava della stessa persona che a inizio anni Novanta, da segretario del Movimento sociale, sosteneva la validità di un «fascismo del Duemila». Non un caso isolato, d'altra parte, se è vero che allo storico congresso di Fiuggi (gennaio 1995) che sanciva la fine del Msi, il 70% dei delegati dichiarava di considerare il fascismo un regime valido.Nelle ore in cui anche Alleanza nazionale chiude bottega per confluire nel Pdl, tutto questo passa definitivamente in archivio per aprire una fase nuova con un obiettivo strategico: dare finalmente anche all'Italia una componente moderata moderna di respiro europeo. Malgrado il taglio con il passato, non poteva esserlo, da sola, quell'An che il suo leader aveva connotato come una «destra nazionale, sociale, partecipativa». E lo stesso Fini aveva bisogno di un ulteriore passaggio personale, dopo che, appoggiandolo nella candidatura a sindaco di Roma nel '93, Berlusconi l'aveva tramutato da neofascista a postfascista. Né neo, né post: per uscire dalla sfibrante transizione in cui è immersa da quasi un ventennio, la politica italiana ha assoluto bisogno di liberarsi di tutto ciò che l'inchioda al passato. Condizione, per inciso, che sul versante opposto riguarda anche la nascita di una vera componente riformista, tuttora latitante.
C'è peraltro anche un obiettivo immediato, nell'archiviare l'esperienza di An: uscire dall'isolamento internazionale, dopo aver demolito quello interno. Prospettiva non semplice: perché nel porto di approdo, vale a dire il Ppe, rimangono tuttora forti riserve, specie nei confronti di alcuni esponenti di quella che fu la maggior forza neofascista europea.Ci si arriverà comunque, magari per gradi. Più incerta rimane la sponda italiana: perché quello che nascerà ufficialmente tra sette giorni è ancora più Pub che Pdl, più Partito unico Berlusconi che Popolo delle Libertà. La controprova è elementare: cosa accadrebbe al nuovo soggetto politico se domattina venisse meno il suo «lider maximo»? E quanto reggerebbe la coalizione di centrodestra, in cui i contrasti striscianti con la Lega sono venuti in superficie con il documento dei 101 parlamentari sul decreto-sicurezza? Questo è il punto.Pur nell'anomalo blocco di classe dirigente che affligge la politica italiana, i capi prima o poi passeranno, Fini e Berlusconi compresi. Dunque, è indispensabile costruire forze politiche in grado di sopravvivere ai loro leader, e magari anche di garantirne il ricambio fisiologico anziché per estinzione naturale. Perché solo così un'Italia già insidiata dal rischio-declino potrà sfuggire al venefico scenario che incombe su di essa: ridursi a un Paese mancato.Francesco Jori

Via libera alla pesca in mezzo al porto
Dal 20 aprile aperte le zone sinora tabù: tonnellate di sgombri, orate e branzini

TRIESTE Irrompono i pescherecci in mezzo al porto di Trieste. Dal 20 aprile la flotta triestina potrà calare le reti in tre ampie aree da sempre interdette: a cavallo della diga Rizzo in Porto Nuovo, immediatamente all’esterno della diga del Porto Vecchio, e nella striscia di mare compresa tra Punta San Rocco e Punta Ronco nel vallone di Muggia. «Nel corso dell’anno guadagneremo fino a 40 giornate di lavoro e 400 tonnellate di pesce in più», afferma Guido Doz, responsabile regionale di Agci pesca. Via libera sia alle saccaleve che alle reti da posta. Aumenteranno i quantitativi pescati di alici, cioé sardoni, e sgombri, ma anche di orate e branzini, con una crescita possibile del fatturato per la flotta locale tra il 30 e il 40%.


Auster: «I libri non spariranno la gente ha bisogno di storie» di SARA MORANDUZZO

PORDENONE A volte, purtroppo, accade che, quando incontriamo un grande scrittore la sensibilità, la passione, l’originalità che troviamo nelle sue pagine, non corrispondano a ciò che l’autore è nella realtà. Non è questo il caso di Paul Auster. al quale da ieri l’associazione culturale Thesis di Pordenone dedica un’articolato omaggio.Difficile rimanere delusi. Praticamente impossibile non sprecare aggettivi sulla sua poliedricità (di poeta, saggista, romanziere, sceneggiatore, regista, di autore radiofonico…), che però ben si adattano alle sue personali qualità. Eccole in ordine casuale: Auster è brillante, disponibile, colto, fisico. Sì fisico, perché lo è in tutto quello che fa e, a suo dire, soprattutto nella scrittura. «Scrivere per me è un’attività fisica. Le parole mi escono dal corpo e non dalla testa. Scrivo a mano e la penna disegna le parole sulla pagina. Ne sento perfino il rumore mentre le scrivo». Auster non è, invece, crudo e distante come alcuni dei suoi personaggi, attori, loro malgrado, di un viaggio infernale. Nel suo romanzo più recente ”L’uomo nel buio” (ma il 24 marzo uscirà “La musica del caso”) i protagonisti sono dei veri e propri moderni dannati. Il primo incontro di Paul Auster con Pordenone, dove è arrivato direttamente da New York, è stato con «una giornata meravigliosa – ha detto – e con un grande mercato».Pordenone, però, è anche la città del cinema muto e lei in un suo romanzo “Il libro delle illusioni” ha fatto gravitare la storia attorno ad un attore del cinema delle origini. È anche questa una sua passione?«I film muti mi piacciono moltissimo. Sono la tecnica cinematografica più pura. Ci vogliono una capacità e una conoscenza del linguaggio cinematografico straordinarie per fare un film senza sonoro. Rispetto ai drammi preferisco le commedie: adoro Chaplin, Keaton. Ho amato però molto “Giovanna d’Arco” di Dreyer, “Aurora” di Murnau, “Napoleon” di Abel Gance e i film di Griffith; “Nascita di una nazione” è bellissimo nonostante sia orrendo da un punto di vista contenutistico…Trovo il cinema muto molto meno datato di tanti film sonori venuti dopo».Il cinema in sé è comunque molto importante per lei…«Sì e non so il perché. E’ come quando ti chiedono perché ti sei innamorato. Quando ero un ragazzo pensavo di diventare un regista. Ma ero così timido che il solo pensiero di dovermi confrontare con una troupe e con gli attori o di partecipare alle presentazioni mi ha fatto cambiare idea. Però, dopo che ho cominciato a pubblicare, è stato il cinema che si è interessato a me e sono stati i cineasti a cercarmi. Sono nati così “Smoke” e “Blue in the Face” realizzati insieme a Wayne Wang e poi, da solo, “Lulu on the Bridge” e “La vita interiore di Martin Frost”».Lei aveva scritto la sceneggiatura di ”Lulu” per Wim Wenders…«Si però non si sentì in grado di dirigere il film e non se ne fece niente».L’amicizia tra il cineasta tedesco e lo scrittore americano è però rimasta tanto che in apertura di rassegna, il curatore Claudio Cattaruzza ha annunciato come sorpresa un corto di Wenders, in cui il regista a modo suo e con uno stile un po’ alla grezza, omaggiava Auster.Al di là della passione per il cinema, un’altro amore di Auster è quello per la letteratura italiana. È incredibile ascoltarlo mentre scorre i nomi che hanno fatto la storia della prosa e della poesia italiana: «Li ho sempre letti, sin da ragazzo: Giordano Bruno, Leopardi di cui amo molto lo “Zibaldone”, Calvino, Eco, Petrarca, Dante, Cavalcanti, Tommaso Landolfi, Ungaretti e Montale. Dei contemporanei mi piace molto Tabucchi perché ha un respiro internazionale. Ma credo che i romanzi di Italo Svevo siano tra i migliori del XX secolo».Secondo lei, internet e la televisione distruggeranno la parola?«No, la gente ha bisogno di storie. Il libro non scomparirà. Certo, le persone guardano la televisione, i film, navigano su internet, ma la parola scritta è qualcosa di diverso. Ciò che ognuno legge a se stesso è speciale e non può scomparire. Quando eravamo bambini quanto erano importanti le storie che ci raccontavano? Nei più piccoli c’è una fame di storie che rimane anche nell’età adulta. Bisogna avere compassione di un bambino a cui non sono state lette delle storie. Ecco perché i lettori continueranno a esistere come continueranno a nascere nuovi scrittori. Leggendo un libro nasce un rapporto tra due estranei che grazie alla lettura trovano un’intimità incredibile».Paul Auster non si sottrae neppure a domande relative alla politica sottolineando coraggiosamente come l’America non possa abdicare al suo ruolo di leadership mondiale «non c’è nessun altro paese che vuole farlo o che è in grado di farlo. Pensavo che l’Europa potesse essere un buon condottiero del mondo occidentale, ma così non è stato dimostrando tutta la sua fragilità durante il conflitto nell’ex Jugoslavia». E ancora: «Non sono un esperto in strategia militare e quindi parlo solo come cittadino, ma la cosa più stupida che abbiano mai fatto gli Stati Uniti è stata dichiarare guerra all’Iraq. Si trattava di un’ossessione personale di Bush e del suo vice e noi ne pagheremo le conseguenze per molti anni». Si dice anche in attesa di un coinvolgimento più attivo di Obama sulle questioni ambientali: «Sta facendo la politica dei piccoli passi. Va bene così, ma lo avrei preferito più coraggioso. Obama è oggetto di attacchi feroci anche per come sta impostando questa timida politica verde…».Che Paul Auster non abbia paura nel rivendicare le proprie idee o difendere quelle degli altri non è una novità: mercoledì prossimo parteciperà allo speciale di due ore della trasmissione ”Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio su Raitre, dedicato a Roberto Saviano, l'autore di “Gomorra”.Da ieri e sino al 4 aprile Pordenone celebra Auster e per citare le parole del sindaco Sergio Bolzonello nel corso della cerimonia di apertura, «per uno di quei miracoli a cui Dedica ci ha abituato, Pordenone si trasformerà in una piccola capitale della letteratura americana grazie ad Auster e ai suoi compagni di viaggio». Per l’occasione, infatti, arriveranno in città musicisti, cartoonist, fumettisti, fotografi, attori, tutti legati al mondo dell’autore della “Trilogia di New York”.Un universo «tragico e divertente, assurdo ma anche pieno di significati profondi. Nelle storie che scrivo cerco di abbracciare più o meno inconsciamente questo duplice aspetto dell’esistenza perché ritengo che questo sia il modo più veritiero e onesto di guardare il mondo». Parola di Paul Auster.


Zanfagnin: Tripcovich per la lirica non può diventare una balera di GABRIELLA ZIANI

Si è fatto fotografare in piazza Verdi sotto il cartello, riesumato dopo anni, del «tutto esaurito», è appena rientrato da Seul dove la «Butterfly» triestina è stata applaudita da 3000 spettatori per sera. Entrato da poco nel consiglio di presidenza dell’Anfols (l’associazione nazionale dei sovrintendenti delle Fondazioni liriche) ha favorito un ricompattamento del gruppo ultimamente assai litigioso e allestito coi colleghi una piattaforma di «riforma dal di dentro» del mondo lirico da sottoporre il 2 aprile al ministro della Cultura, Sandro Bondi. Giorgio Zanfagnin, il soprintendente del Verdi, non solo è sprizzante d’entusiasmo, specie se il discorso va sui titoli della prossima stagione e sulle variegate idee per l’operetta estiva, ma è anche pronto a combattere sul campo: e sul campo c’è la battaglia col Comune per la proprietà della Sala Tripcovich, anzi «Sala de Banfield»: e il nome delle cose non è mai casuale o insignificante.Prima di tutto però risponda proprio al ministro Bondi. In un’intervista al nostro giornale ha detto che il Verdi dovrebbe essere economicamente più sorretto dai privati, dato che il Friuli Venezia Giulia è regione «florida».Auspicabile, come sempre. Ma in questo momento di crisi mondiale io non vedo tante ditte e aziende che vogliano regalare soldi. Magari, magari.Come stanno le finanze?Sul taglio di 6 milioni in due anni del finanziamento statale, che se restasse confermato significherebbe che io per due anni non vedrò incasso da biglietti e abbonamenti, sono riuscito ad assorbirne 5, uno manca.Ma il ministro sta promettendo che quei soldi rientreranno.Nella riunione con i soprintendenti abbiamo l’altro giorno stabilito tre cose importanti da sottoporre il 2 aprile proprio al ministro. Chiederemo il reintegro ufficiale del Fondo unico per lo spettacolo, il Fus, la riforma dei parametri di finanziamento (bisogna dare di più a chi produce di più) e inoltre la nostra delegazione avrà il mandato di assicurare al ministro che una volta ottenute queste cose, il giorno dopo riapriamo la trattativa per il contratto, che si trascina da due anni. Riapriamo e chiudiamo, cioé puntiamo alla firma, dopo debita discussione coi sindacati. Per il contratto molti lirici stanno affrontando scioperi, infatti. Ma basta chiedere più soldi per risolvere i problemi delle Fondazioni liriche?No, infatti occorre la riforma, quella annunciata e più probabile prevede per esempio che non sia più il sindaco il presidente della Fondazione, ma il maggior finanziatore, con più diretta partecipazione di chi contribuisce, viceversa la presidenza potrebbe spettare alle Regioni, su delega dello Stato. Il soprintendente oggi è oberato di poteri e di responsabilità, occorre una struttura più agile. Ma la vera riforma è quella che proporremo noi soprintendenti: ed è di sostanza.Che cosa proponete?Sempre l’altro giorno abbiamo deciso insieme una nuova strategia di gestione. Primo, i direttori amministrativi dei lirici devono lavorare in collaborazione, e produrre alla fine una sorta di bilancio consolidato, questo è il principale passo per gestire meglio ogni singola realtà e per chiedere di conseguenza meno soldi allo Stato. Secondo, bisogna creare un altro parallelo tavolo, dove tutti i direttori artistici lavorano non più come cani sciolti (quel che accade ora) ma comparando e calibrando i diversi programmi, coinvolgendo nelle riunioni anche i cantanti.Un megateatro nazionale a più voci, dunque?Lo chiamerei un «sistema teatro». È l’unica via per ridurre i costi di tutti, per non avere debiti, per non pagare interessi passivi.Avete lavorato sodo, in questa riunione.Ah, sì. Alla fine ho detto: «Be’, oggi ci siamo guadagnati la giornata». C’è stato un applauso.Ma non tutti i teatri erano presenti, vero?La Scala e il Maggio fiorentino no, perché hanno chiesto e ottenuto percorsi personalizzati, Roma no, è sul limite del commissariamento. Tutti i teatri hanno tagliato il cartellone, o abbassato il livello dei cast, i triestini dovrebbero sapere che questo a Trieste non è successo. Ma forse se ne sono accorti: abbiamo toccato il record di spettatori da 20 anni a questa parte.Veniamo alla spinosa questione. Il Comune vi rifiuta la proprietà della Sala Tripcovich e sta meditando di negarvi anche la gestione per dare spazio alla musica dei giovani.Intanto chiamiamo questo posto col suo nome. È un teatro di produzione, completo, e non una sala per musica. È fatto per l’opera e non per la balera. Ed è intitolato a de Banfield. Fu allestito per sostituire il Verdi nel periodo della ristrutturazione, il 90% della spesa fu sostenuto dallo stesso de Banfield con soldi propri e dal teatro Verdi, col proprio bilancio. Per la precisione, 2 miliardi e 600 milioni di lire, metà per uno. Il Comune comprò le poltroncine.Dunque se uno paga è cosa sua?Il Verdi ha creato la Tripcovich per il teatro e per le opere. Di più: quando il sindaco Illy si dimise per essere poi subito rieletto io mi trovai da vice a sindaco per un certo periodo, e feci una delibera di formale donazione alla Fondazione. Nacque poi un complesso problema sulla proprietà del sedime, sulle aree demianiali, ma quella è un’altra questione, e si risolverà. La sintesi sta in due concetti: il Verdi ha titolo di proprietà, al Comune spetta dare l’assenso all’uso.E se non accade?Il Verdi, come tutti i teatri lirici italiani, è in un momento di tempesta che ne mette in pericolo la sopravvivenza. E in questa situazione volete levarci la Tripcovich? Ma siamo impazziti? Senza quello spazio saremmo già a spasso. Grazie a quello possiamo concentrare in più sedi le prove e gli allestimenti, fare concerti e operette, la adoperiamo 200 giornate all’anno sulle 260 utili, cioé lavorative, praticamente ogni giorno. Una contrazione delle spese fondamentale.Al Comune lo ha anche detto.Ho dato tutti gli elementi. Ho detto che se ci levano quello spazio quasi ci ammazzano. È una questione di vivere o morire. Ho anche detto che aumentando la quota di patrimonio si allontana per il Verdi il rischio di eventuale commissariamento che scatta quando il debito tocca il 30% del patrimonio. Più il patrimonio è piccolo, più vicino il rischio di finire in quella percentuale.Poiché non trova al momento vero sostegno, pensa che ci siano indifferenza, incomprensione, altre politiche, attacchi personali, che cos’altro?Vogliono dare spazi ai giovani, e per carità, è giusto, ma ne trovino altri: il Punto franco è pieno di aree utilizzabili. Non si può togliere a uno per voler dare all’altro. Non si può prendersi la perla della cultura regionale. No, io il motivo vero che muove certi politici proprio non lo so. Certi capiscono, altri no. Forse a qualcuno interessano adesso i giovani come bacino elettorale, chi lo sa.C’è una scadenza imminente: la stagione (o meno) dell’operetta. È confermato che ci sarà uno spettacolo solo?Un piccolo sacrificio, in questa situazione, bisogna pur farlo. E dunque sì, un’operetta sola. Ma sarà una «Vedova allegra», l’operetta per eccellenza, prodotta in grande, dal nostro teatro, con la collaborazione finanziaria del San Carlo di Napoli, del Carlo Felice di Genova, del teatro di Padova e della rete dei teatri veneti. In queste sedi poi lo spettacolo girerà per tutta l’estate: sette sere per luogo, fanno 28 repliche in tutto. E la noleggeremo anche ad altri teatri, così alla fine risulterà, per Trieste, a costo zero. Ma non faremo solo questo.Esiste un programma?Intanto sto lavorando per valutare se a fine anno si potrà recuperare un’altra operetta, ma questo dipende da due grandi operazioni in corso, se matureranno o meno. Quel che è certo è che nei classici giorni del festival dell’operetta faremo moltissime rappresentazioni: concerti a Miramare, concerti col coro, bande militari (perfino quella scozzese) che suoneranno in vari punti della città, anche nei quartieri, esclusivamente arie della piccola lirica. Poi ci sarà un galà ungherese, e faremo dei convegni. Anticipazioni sul cast?No no. Trattative in corso.E sulla prossima stagione lirica?Per ora si può dire che avremo grandi titoli assenti da molto tempo a Trieste. È possibile che si faccia «Otello». Molto probabilmente un Wagner: tanti lo chiedono. Di certo presenteremo il cartellone ancora prima dell’anno scorso, prima di tutti, per diffondere notizia alle agenzie molto anticipatamente. Cosa essenziale soprattutto per le prenotazioni dall’estero.E, a proposito di estero, il Verdi è reduce dalla «Butterfly» rappresentata a Seul.Che meravigliosa esperienza. Quel teatro ha 4000 posti, è modernissimo, noi siamo stati un evento dell’anno, c’erano foto attaccate perfino a tutti i pali della luce, una cosa molto curiosa. Il successo è stato totale, un grande riscontro di pubblico e il plauso che l’ambasciatore italiano ha inviato ai ministri italiani, dicendo che siamo un grande biglietto da visita dell’Italia all’estero. Una trasferta impressionante. E non ci è costata un solo euro.Avete anche fatto gli operatori turistici, come mai?Sì, io e il direttore di produzione Alessandro Gilleri assieme a Promotour abbiamo organizzato una conferenza stampa per i tour operator, abbiamo portato materiali pubblicitari e proiettato filmini sulla città davanti a 11 telecamere e una decina di agenzie. Grande apprezzamento e interesse. Se pensiamo che dalla Corea del Sud arrivano ogni anno in Italia 300-400 mila turisti, speriamo di averne attratti alcuni a Trieste.In coda il veleno, come si dice. Il teatro lirico, con tanta cultura, passione, fatica e splendore, non è un po’ troppo conservatore e «maturo» quanto a pubblico?In questi anni abbiamo portato a teatro 20 mila giovani, ed è una cosa che mi dà enorme soddisfazione. Ogni anno presentiamo un’opera moderna, magari anche su diretta commissione, abbiamo «laureato» con l’Enaip, grazie ai finanziamenti europei, un gruppo di specialisti scenografi che un domani potrebbero lavorare per noi, il master in direzione di teatro partirà col prossimo anno accademico (solo questioni burocratiche hanno costretto a rimandare), e poi c’è un’ultima novità.Quale?Abbiamo varato un concorso per giovani direttori d’orchestra intitolato a Victor de Sabata, assieme alla figlia del maestro, Eliana, e a a suo marito Aldo Ceccato. In giuria ci saranno i grandi teatri dove de Sabata ha diretto: la Scala, Bayreuth, Montecarlo e altri. Come premio: il vincitore potrà dirigere in quegli stessi teatri.

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Verso l’accordo su Dipiazza in Europa. E sindaco di Muggia

L’UE: DUE SETTIMANE PER RIMEDIARE
Vignette autostradali, ultimatum a Lubiana

TRIESTE Ultimatum dell’Unione europea a Lubiana sulla questione del bollino autostradale obbligatorio per percorrere la rete viaria d’oltreconfine. Il commissario Tajani ha incontrato a Bruxelles il ministro dei Trasporti sloveno Vlacic avvisandolo che, se entro due settimane non verranno emesse le cosiddette «vignette» turistiche (valide per pochi giorni e dunque meno costose delle semestrali e annuali, attualmente le uniche disponibili), l’Ue aprirà un procedimento d’infrazione.Tutto ciò a seguito delle proteste delle primcipali organizzazioni automobilistiche del continente.

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