"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

SFUEI DAL FRIÛL LIBAR. ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 11.46 DI MERCOLEDI' 15 APRILE.

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mercoledì 26 novembre 2008

IL SERVIZIO: LA LUNA OCCULTERA' VENERE IL 1. DICEMBRE


IL 1° DICEMBRE DOPO IL TRAMONTO LA LUNA OCCULTERA' VENERE. GIOVE FARA' DA TESTIMONE.


Venere
magnitudine - 4.1
fase 69.2%
sorge 10.48
tramonta 19.18

Luna
magnitudine - 7.8
fase 15.1%
sorge 10.40
tramonta 19.23

Giove
magnitudine - 1.9
sorge 10.36
tramonta 19.25

Sole
magnitudine - 27.0
sorge 7.29
tramonta 16.23

Questi i dati per quanto riguarda la città di Udine.

In buona sostanza, per i neofiti dell'astronomia, lunedì 1. dicembre il nostro cielo presenterà un particolarissimo aspetto, se guarderemo in direzione sud-ovest dopo il tramonto del sole scorgeremo un magico trio di astri impegnato in una sorta di balletto.

Giove farà da testimone all'occultazione di Venere da parte della Luna.

In buona sostanza il nostro satellite, ovviamente più vicino a noi di quanto non lo siano i due citati pianeti, passerà davanti a Venere con Giove a pochissima distanza (dal punto di vista dell'osservatore).

Gli astri saranno tecnicamente in congiunzione astrale, ovvero la configurazione per cui due o più corpi celesti sembrano occupare la stessa posizione in cielo.

Il fenomeno avrà caratteristiche diverse in base alle coordinate (longitudine e latitudine) dell'osservatore. Gli abitanti dell'Italia settentrionale vedranno Venere scomparire e riapparire dopo oltre un'ora, mentre - ad esempio - nella Sicilia sudorientale l'occultazione sarà classificabile come "radente". La Luna riuscirà appena a nascondere il pianeta e l'occultazione durerà pochi minuti.

Nonostante ci siamo abbastanza impegnati, non siamo riusciti a trovare orari di inizio e fine occultazione esatti per quanto riguarda la città di Udine per cui ci limitiamo, in attesa di eventuali approfondimenti, a fornire gli orari di Padova, la città più vicina alla nostra per la quale esistono orari certi.

A Padova il fenomeno avrà inizio alle 17:14 per terminare alle 18:25 e questi potrebbero essere gli orari buoni per gli osservatori friulani, minuto più minuto meno.

Naturalmente tutti gli astrofili incrociano le dita sperando che il cielo sia il più terso possibile.

Va detto che la Luna sarà in fase crescente, ovvero la classica "falcetta" (luna nuova giovedì 27 novembre).

IL SERVIZIO: LA LUNA OCCULTERA' VENERE IL 1. DICEMBRE


IL 1° DICEMBRE DOPO IL TRAMONTO LA LUNA OCCULTERA' VENERE. GIOVE FARA' DA TESTIMONE.


Venere
magnitudine - 4.1
fase 69.2%
sorge 10.48
tramonta 19.18

Luna
magnitudine - 7.8
fase 15.1%
sorge 10.40
tramonta 19.23

Giove
magnitudine - 1.9
sorge 10.36
tramonta 19.25

Sole
magnitudine - 27.0
sorge 7.29
tramonta 16.23

Questi i dati per quanto riguarda la città di Udine.

In buona sostanza, per i neofiti dell'astronomia, lunedì 1. dicembre il nostro cielo presenterà un particolarissimo aspetto, se guarderemo in direzione sud-ovest dopo il tramonto del sole scorgeremo un magico trio di astri impegnato in una sorta di balletto.

Giove farà da testimone all'occultazione di Venere da parte della Luna.

In buona sostanza il nostro satellite, ovviamente più vicino a noi di quanto non lo siano i due citati pianeti, passerà davanti a Venere con Giove a pochissima distanza (dal punto di vista dell'osservatore).

Gli astri saranno tecnicamente in congiunzione astrale, ovvero la configurazione per cui due o più corpi celesti sembrano occupare la stessa posizione in cielo.

Il fenomeno avrà caratteristiche diverse in base alle coordinate (longitudine e latitudine) dell'osservatore. Gli abitanti dell'Italia settentrionale vedranno Venere scomparire e riapparire dopo oltre un'ora, mentre - ad esempio - nella Sicilia sudorientale l'occultazione sarà classificabile come "radente". La Luna riuscirà appena a nascondere il pianeta e l'occultazione durerà pochi minuti.

Nonostante ci siamo abbastanza impegnati, non siamo riusciti a trovare orari di inizio e fine occultazione esatti per quanto riguarda la città di Udine per cui ci limitiamo, in attesa di eventuali approfondimenti, a fornire gli orari di Padova, la città più vicina alla nostra per la quale esistono orari certi.

A Padova il fenomeno avrà inizio alle 17:14 per terminare alle 18:25 e questi potrebbero essere gli orari buoni per gli osservatori friulani, minuto più minuto meno.

Naturalmente tutti gli astrofili incrociano le dita sperando che il cielo sia il più terso possibile.

Va detto che la Luna sarà in fase crescente, ovvero la classica "falcetta" (luna nuova giovedì 27 novembre).

IL SERVIZIO: LA LUNA OCCULTERA' VENERE IL 1. DICEMBRE


IL 1° DICEMBRE DOPO IL TRAMONTO LA LUNA OCCULTERA' VENERE. GIOVE FARA' DA TESTIMONE.


Venere
magnitudine - 4.1
fase 69.2%
sorge 10.48
tramonta 19.18

Luna
magnitudine - 7.8
fase 15.1%
sorge 10.40
tramonta 19.23

Giove
magnitudine - 1.9
sorge 10.36
tramonta 19.25

Sole
magnitudine - 27.0
sorge 7.29
tramonta 16.23

Questi i dati per quanto riguarda la città di Udine.

In buona sostanza, per i neofiti dell'astronomia, lunedì 1. dicembre il nostro cielo presenterà un particolarissimo aspetto, se guarderemo in direzione sud-ovest dopo il tramonto del sole scorgeremo un magico trio di astri impegnato in una sorta di balletto.

Giove farà da testimone all'occultazione di Venere da parte della Luna.

In buona sostanza il nostro satellite, ovviamente più vicino a noi di quanto non lo siano i due citati pianeti, passerà davanti a Venere con Giove a pochissima distanza (dal punto di vista dell'osservatore).

Gli astri saranno tecnicamente in congiunzione astrale, ovvero la configurazione per cui due o più corpi celesti sembrano occupare la stessa posizione in cielo.

Il fenomeno avrà caratteristiche diverse in base alle coordinate (longitudine e latitudine) dell'osservatore. Gli abitanti dell'Italia settentrionale vedranno Venere scomparire e riapparire dopo oltre un'ora, mentre - ad esempio - nella Sicilia sudorientale l'occultazione sarà classificabile come "radente". La Luna riuscirà appena a nascondere il pianeta e l'occultazione durerà pochi minuti.

Nonostante ci siamo abbastanza impegnati, non siamo riusciti a trovare orari di inizio e fine occultazione esatti per quanto riguarda la città di Udine per cui ci limitiamo, in attesa di eventuali approfondimenti, a fornire gli orari di Padova, la città più vicina alla nostra per la quale esistono orari certi.

A Padova il fenomeno avrà inizio alle 17:14 per terminare alle 18:25 e questi potrebbero essere gli orari buoni per gli osservatori friulani, minuto più minuto meno.

Naturalmente tutti gli astrofili incrociano le dita sperando che il cielo sia il più terso possibile.

Va detto che la Luna sarà in fase crescente, ovvero la classica "falcetta" (luna nuova giovedì 27 novembre).

LA NOTIZIA: VERSO LA CHIUSURA DEL CARCERE DI PORDENONE. BOLZONELLO MOSTRA DI AVERE I COSIDDETTI.


(tratto da Messaggero Veneto, ed. Pordenone, 26.11.2008)



STORICA SVOLTA A PORDENONE
di ENRI LISETTO Carcere, si va verso l’atto estremo, la possibile ordinanza di chiusura entro l’anno. Sarà così, però, solo se sarà sancita l’assenza dei requisiti igienico-sanitari minimi. E per verificare se sussistano, il sindaco, Sergio Bolzonello, ieri ha firmato il decreto con il quale, in 13 pagine, dispone l’invio degli ispettori per gli accertamenti «sulla situazione igienico-sanitaria e strutturale dell’edificio» di piazza della Motta. Il primo cittadino ha incaricato l’Azienda sanitaria di effettuare quattro verifiche. La prima, appunto, sulle «condizioni di legge minime per mantenere la destinazione a casa circondariale» del castello e, se così sarà, «per accertare quali sono gli eventuali interventi necessari di adeguamento». Seconda disposizione: le verifiche vanno effettuate entro 15 giorni. La terza: il sindaco, «autorità sanitaria locale», vuole una relazione dall’Azienda sanitaria, che risponda a due domande: se la struttura è in possesso dei requisiti minimi per continuare a essere destinata a casa circondariale e, in caso affermativo, quali «inconvenienti» è necessario eliminare «senza chiudere la struttura» e in quanto tempo. La quarta: gli uffici dell’Azienda sanitaria devono verificare se permangono le situazioni segnalate da Ennio Gallo (all’epoca responsabile del Settore igiene pubblica dell’Ass) quando, nel 1984, auspicava «lo spostamento degli ospiti in altro stabile», e nel 1988 e nel 1989 definiva il castello una «struttura obsoleta e chiaramente inadeguata a ospitare delle persone»; ancora le situazioni segnalate dal giudice di sorveglianza al pretore nel 1988 («gravi carenze sotto l’aspetto igienico-sanitario e sotto l’aspetto dell’igiene del lavoro») e, ultima, la segnalazione del presidente del tribunale del 2001: «La situazione della casa circondariale è precaria sotto il profilo igienico-sanitario e inadeguata all’attuazione dell’ordinamento giudiziario». Da qui il decreto alle autorità competenti, seguito a una telefonata al deputato Manlio Contento che, da anni, segue il travagliato iter dei finanziamenti. Il sindaco, spiega Contento, «può chiudere il carcere per ragioni igienico-sanitarie, con provvedimento effettivo e motivato. Ma da quanto so il carcere ha sempre ottemperato alle richieste dell’Azienda sanitaria adeguandosi». Un carcere che “scoppia”: 50 agenti di polizia penitenziaria anziché 60, 53 detenuti previsti in 14 celle da 6-7 posti ciascuna, 68 gli ospiti “tollerati”, 74 quelli presenti ieri (di cui il 65% stranieri) nei circuiti “detenuti comuni” (una ventina) e dei “protetti” (i rimanenti 50, condannati per reati a sfondo sessuale o collaboratori di giustizia, convogliati a Pordenone da tutto il Triveneto). Intanto alla Camera l’iter per i fondi destinati alle strutture carcerarie è fermo e la città attende di recuperare i fondi che a suo tempo le spettavano.

LA NOTIZIA: VERSO LA CHIUSURA DEL CARCERE DI PORDENONE. BOLZONELLO MOSTRA DI AVERE I COSIDDETTI.


(tratto da Messaggero Veneto, ed. Pordenone, 26.11.2008)



STORICA SVOLTA A PORDENONE
di ENRI LISETTO Carcere, si va verso l’atto estremo, la possibile ordinanza di chiusura entro l’anno. Sarà così, però, solo se sarà sancita l’assenza dei requisiti igienico-sanitari minimi. E per verificare se sussistano, il sindaco, Sergio Bolzonello, ieri ha firmato il decreto con il quale, in 13 pagine, dispone l’invio degli ispettori per gli accertamenti «sulla situazione igienico-sanitaria e strutturale dell’edificio» di piazza della Motta. Il primo cittadino ha incaricato l’Azienda sanitaria di effettuare quattro verifiche. La prima, appunto, sulle «condizioni di legge minime per mantenere la destinazione a casa circondariale» del castello e, se così sarà, «per accertare quali sono gli eventuali interventi necessari di adeguamento». Seconda disposizione: le verifiche vanno effettuate entro 15 giorni. La terza: il sindaco, «autorità sanitaria locale», vuole una relazione dall’Azienda sanitaria, che risponda a due domande: se la struttura è in possesso dei requisiti minimi per continuare a essere destinata a casa circondariale e, in caso affermativo, quali «inconvenienti» è necessario eliminare «senza chiudere la struttura» e in quanto tempo. La quarta: gli uffici dell’Azienda sanitaria devono verificare se permangono le situazioni segnalate da Ennio Gallo (all’epoca responsabile del Settore igiene pubblica dell’Ass) quando, nel 1984, auspicava «lo spostamento degli ospiti in altro stabile», e nel 1988 e nel 1989 definiva il castello una «struttura obsoleta e chiaramente inadeguata a ospitare delle persone»; ancora le situazioni segnalate dal giudice di sorveglianza al pretore nel 1988 («gravi carenze sotto l’aspetto igienico-sanitario e sotto l’aspetto dell’igiene del lavoro») e, ultima, la segnalazione del presidente del tribunale del 2001: «La situazione della casa circondariale è precaria sotto il profilo igienico-sanitario e inadeguata all’attuazione dell’ordinamento giudiziario». Da qui il decreto alle autorità competenti, seguito a una telefonata al deputato Manlio Contento che, da anni, segue il travagliato iter dei finanziamenti. Il sindaco, spiega Contento, «può chiudere il carcere per ragioni igienico-sanitarie, con provvedimento effettivo e motivato. Ma da quanto so il carcere ha sempre ottemperato alle richieste dell’Azienda sanitaria adeguandosi». Un carcere che “scoppia”: 50 agenti di polizia penitenziaria anziché 60, 53 detenuti previsti in 14 celle da 6-7 posti ciascuna, 68 gli ospiti “tollerati”, 74 quelli presenti ieri (di cui il 65% stranieri) nei circuiti “detenuti comuni” (una ventina) e dei “protetti” (i rimanenti 50, condannati per reati a sfondo sessuale o collaboratori di giustizia, convogliati a Pordenone da tutto il Triveneto). Intanto alla Camera l’iter per i fondi destinati alle strutture carcerarie è fermo e la città attende di recuperare i fondi che a suo tempo le spettavano.

LA NOTIZIA: VERSO LA CHIUSURA DEL CARCERE DI PORDENONE. BOLZONELLO MOSTRA DI AVERE I COSIDDETTI.


(tratto da Messaggero Veneto, ed. Pordenone, 26.11.2008)



STORICA SVOLTA A PORDENONE
di ENRI LISETTO Carcere, si va verso l’atto estremo, la possibile ordinanza di chiusura entro l’anno. Sarà così, però, solo se sarà sancita l’assenza dei requisiti igienico-sanitari minimi. E per verificare se sussistano, il sindaco, Sergio Bolzonello, ieri ha firmato il decreto con il quale, in 13 pagine, dispone l’invio degli ispettori per gli accertamenti «sulla situazione igienico-sanitaria e strutturale dell’edificio» di piazza della Motta. Il primo cittadino ha incaricato l’Azienda sanitaria di effettuare quattro verifiche. La prima, appunto, sulle «condizioni di legge minime per mantenere la destinazione a casa circondariale» del castello e, se così sarà, «per accertare quali sono gli eventuali interventi necessari di adeguamento». Seconda disposizione: le verifiche vanno effettuate entro 15 giorni. La terza: il sindaco, «autorità sanitaria locale», vuole una relazione dall’Azienda sanitaria, che risponda a due domande: se la struttura è in possesso dei requisiti minimi per continuare a essere destinata a casa circondariale e, in caso affermativo, quali «inconvenienti» è necessario eliminare «senza chiudere la struttura» e in quanto tempo. La quarta: gli uffici dell’Azienda sanitaria devono verificare se permangono le situazioni segnalate da Ennio Gallo (all’epoca responsabile del Settore igiene pubblica dell’Ass) quando, nel 1984, auspicava «lo spostamento degli ospiti in altro stabile», e nel 1988 e nel 1989 definiva il castello una «struttura obsoleta e chiaramente inadeguata a ospitare delle persone»; ancora le situazioni segnalate dal giudice di sorveglianza al pretore nel 1988 («gravi carenze sotto l’aspetto igienico-sanitario e sotto l’aspetto dell’igiene del lavoro») e, ultima, la segnalazione del presidente del tribunale del 2001: «La situazione della casa circondariale è precaria sotto il profilo igienico-sanitario e inadeguata all’attuazione dell’ordinamento giudiziario». Da qui il decreto alle autorità competenti, seguito a una telefonata al deputato Manlio Contento che, da anni, segue il travagliato iter dei finanziamenti. Il sindaco, spiega Contento, «può chiudere il carcere per ragioni igienico-sanitarie, con provvedimento effettivo e motivato. Ma da quanto so il carcere ha sempre ottemperato alle richieste dell’Azienda sanitaria adeguandosi». Un carcere che “scoppia”: 50 agenti di polizia penitenziaria anziché 60, 53 detenuti previsti in 14 celle da 6-7 posti ciascuna, 68 gli ospiti “tollerati”, 74 quelli presenti ieri (di cui il 65% stranieri) nei circuiti “detenuti comuni” (una ventina) e dei “protetti” (i rimanenti 50, condannati per reati a sfondo sessuale o collaboratori di giustizia, convogliati a Pordenone da tutto il Triveneto). Intanto alla Camera l’iter per i fondi destinati alle strutture carcerarie è fermo e la città attende di recuperare i fondi che a suo tempo le spettavano.

IL COMMENTO. LA STRANA STORIA DELLA GESTIONE IMMOBILI FVG.


Il Friuli è squassato da un'inchiesta e, guarda caso, anche questa occupa il periodo prenatalizio, come accadde un annetto fa in occasione dello 'scandalo Strassoldo-Tavoschi', tormentone politico che consentì, in buona sostanza, alla ex Casa delle Libertà di sbarazzarsi dello scomodo inquilino di palazzo Belgrado che avrebbe avanzato indubbie pretese di candidatura a presidente della Regione.

Ora lo scandalo riguarda una società, tale Gestione immobili Fvg, la cui mission era quella di dismettere (leggasi: alienare) immobili di proprietà regionale.

Dunque questi immobili erano di proprietà pubblica (sarebbe interessante anche verificare come furono acquisiti dalla Regione e a quale prezzo), si può ipotizzare che per un qualche motivo non fossero impiegati e quindi costituissero un peso. Indi per cui sono stati alienati.

La società in questione (Gestione immobili Fvg) era uno di quei tanti mostri pubblico-privati, con la Regione socia di maggioranza. Quasi che l'esercito dei dipendenti e dirigenti regionali non fosse in grado di vendere, da sola, il proprio patrimonio immobiliare 'improduttivo' e avesse bisogno di un socio privato che ora (ed è questa forse la vera notizia) è stato... "liquidato".

Indubbiamente Tommaso Cerno ha scoperchiato una pignatta che è stata gestita nel corso degli anni sia dal centrodestra che dal centrosinistra per poi tornare, ora, al centrodestra.

Sembra incredibile che la Regione non abbia al proprio interno una propria authority di controllo che abbia vigilato su tutto e che ora possano accadere simili fatti.

Per il momento ci fermiamo qui, ma ci ripromettiamo di passare ai raggi x i pezzi di Cerno per vedere: a) se il ragionamento fila, b) quali sono le "falle" ovvero i punti da chiarire di una vicenda che ha alcuni aspetti di incredibilità.

Speriamo solo che quest'inchiesta non finisca come quella sull'identità del parlamentare puttaniere (o, meglio, del parlamentare che andava a puttane), visto che in occasione di detto episodio la cortina fumogena ha funzionato a meraviglia nel senso che è stata ribadito per l'ennesima volta che anche in Italia esiste la casta degli intoccabili.


Alberto di Caporiacco

IL COMMENTO. LA STRANA STORIA DELLA GESTIONE IMMOBILI FVG.


Il Friuli è squassato da un'inchiesta e, guarda caso, anche questa occupa il periodo prenatalizio, come accadde un annetto fa in occasione dello 'scandalo Strassoldo-Tavoschi', tormentone politico che consentì, in buona sostanza, alla ex Casa delle Libertà di sbarazzarsi dello scomodo inquilino di palazzo Belgrado che avrebbe avanzato indubbie pretese di candidatura a presidente della Regione.

Ora lo scandalo riguarda una società, tale Gestione immobili Fvg, la cui mission era quella di dismettere (leggasi: alienare) immobili di proprietà regionale.

Dunque questi immobili erano di proprietà pubblica (sarebbe interessante anche verificare come furono acquisiti dalla Regione e a quale prezzo), si può ipotizzare che per un qualche motivo non fossero impiegati e quindi costituissero un peso. Indi per cui sono stati alienati.

La società in questione (Gestione immobili Fvg) era uno di quei tanti mostri pubblico-privati, con la Regione socia di maggioranza. Quasi che l'esercito dei dipendenti e dirigenti regionali non fosse in grado di vendere, da sola, il proprio patrimonio immobiliare 'improduttivo' e avesse bisogno di un socio privato che ora (ed è questa forse la vera notizia) è stato... "liquidato".

Indubbiamente Tommaso Cerno ha scoperchiato una pignatta che è stata gestita nel corso degli anni sia dal centrodestra che dal centrosinistra per poi tornare, ora, al centrodestra.

Sembra incredibile che la Regione non abbia al proprio interno una propria authority di controllo che abbia vigilato su tutto e che ora possano accadere simili fatti.

Per il momento ci fermiamo qui, ma ci ripromettiamo di passare ai raggi x i pezzi di Cerno per vedere: a) se il ragionamento fila, b) quali sono le "falle" ovvero i punti da chiarire di una vicenda che ha alcuni aspetti di incredibilità.

Speriamo solo che quest'inchiesta non finisca come quella sull'identità del parlamentare puttaniere (o, meglio, del parlamentare che andava a puttane), visto che in occasione di detto episodio la cortina fumogena ha funzionato a meraviglia nel senso che è stata ribadito per l'ennesima volta che anche in Italia esiste la casta degli intoccabili.


Alberto di Caporiacco

IL COMMENTO. LA STRANA STORIA DELLA GESTIONE IMMOBILI FVG.


Il Friuli è squassato da un'inchiesta e, guarda caso, anche questa occupa il periodo prenatalizio, come accadde un annetto fa in occasione dello 'scandalo Strassoldo-Tavoschi', tormentone politico che consentì, in buona sostanza, alla ex Casa delle Libertà di sbarazzarsi dello scomodo inquilino di palazzo Belgrado che avrebbe avanzato indubbie pretese di candidatura a presidente della Regione.

Ora lo scandalo riguarda una società, tale Gestione immobili Fvg, la cui mission era quella di dismettere (leggasi: alienare) immobili di proprietà regionale.

Dunque questi immobili erano di proprietà pubblica (sarebbe interessante anche verificare come furono acquisiti dalla Regione e a quale prezzo), si può ipotizzare che per un qualche motivo non fossero impiegati e quindi costituissero un peso. Indi per cui sono stati alienati.

La società in questione (Gestione immobili Fvg) era uno di quei tanti mostri pubblico-privati, con la Regione socia di maggioranza. Quasi che l'esercito dei dipendenti e dirigenti regionali non fosse in grado di vendere, da sola, il proprio patrimonio immobiliare 'improduttivo' e avesse bisogno di un socio privato che ora (ed è questa forse la vera notizia) è stato... "liquidato".

Indubbiamente Tommaso Cerno ha scoperchiato una pignatta che è stata gestita nel corso degli anni sia dal centrodestra che dal centrosinistra per poi tornare, ora, al centrodestra.

Sembra incredibile che la Regione non abbia al proprio interno una propria authority di controllo che abbia vigilato su tutto e che ora possano accadere simili fatti.

Per il momento ci fermiamo qui, ma ci ripromettiamo di passare ai raggi x i pezzi di Cerno per vedere: a) se il ragionamento fila, b) quali sono le "falle" ovvero i punti da chiarire di una vicenda che ha alcuni aspetti di incredibilità.

Speriamo solo che quest'inchiesta non finisca come quella sull'identità del parlamentare puttaniere (o, meglio, del parlamentare che andava a puttane), visto che in occasione di detto episodio la cortina fumogena ha funzionato a meraviglia nel senso che è stata ribadito per l'ennesima volta che anche in Italia esiste la casta degli intoccabili.


Alberto di Caporiacco

IN PILLOLE


Strage di Erba: ergastolo e isolamento per Olindo e Rosa.



Le dimissioni del Presidente della Regione Sardegna Soru.



Razzismo, sputi, minacce e insulti a un bengalese.



Paura in aula, adesso è psicosi.



Friuli Venezia Giulia: su case ad immigrati Lega soddisfatta anche se battuta

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