"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

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lunedì 9 febbraio 2009

ELUANA: RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.


Ciao don mi chiamo Gigi ho 37 anni e da 12 anni sono fratello di comunità e con mia moglie Graziella da 11 anni siamo genitori di una casa famiglia in provincia di Cremona e ad oggi siamo 11 persone. Essendo originario di Milano la vicenda di Eluana l’avevo seguita solamente dai titoli dei giornali, fino a quando nella metà di novembre ascoltai il signor Englaro durante una puntata di “Porta a porta” e mi colpì da subito una sensazione di freddezza e un senso di imbarazzo davanti alla totale sicurezza di quell’uomo, cosa che mi colpì molto visto che da 5 anni con noi in casa famiglia vive Susi, ragazza di 18 anni colpita all’età di 13 da un arresto cardiocircolatorio e a causa di una anossia oggi ridotta in uno stato di tetraparesi spastica in totale assenza di comunicazione e movimento, alimentata da un sondino gastrico e comunica con il mondo con un continuo pianto e in quest’ultimo anno ha subito tre interventi chirurgici di cui uno molto importante.La sua totale sicurezza a me non è mai stata data perchè nella gestione quotidiana, nelle scelte, sai quello che devi fare ma per realizzarlo hai bisogno di continui consulti e verifiche, proprio questo mi ha spinto a contattare il signor Englaro per provare a testimoniare la mia piccola esperienza senza entrare nel merito dell’accaduto. Ho trovato quell’uomo ancora più spietato, sicuro, gelido che continuava a ripetermi che quello che stava facendo era per Eluana e che lei avrebbe voluto così, a quel punto ho sentito dentro di me il bisogno di salutare quell’angelo ed era chiaro per me che il don Oreste avrebbe voluto così, chiesi gentilmente di poterla vedere e mi fu risposto che Eluana non aveva bisogno di essere visitata ma di essere lasciata morire, frase ripetuta decine di volte, essendo però un testone di natura ho insistito ricevendo come risposta che se fosse servito per la mia coscienza, per il mio stato psicologico ci saremmo potuti incontrare la sera stessa in clinica verso le ore 18.30. Causa traffico arrivai verso le 18.40 e di Englaro neanche l’ombra, pensai da subito “tutta quella strada per niente!” Poi ancora il pensiero al “don” e ancora insistendo il portiere mi chiama una suora che gentilmente mi chiede chi ero e cosa facevo li, messa al corrente da Englaro salimmo al secondo piano.Premessa fatta che essendo papà di casa famiglia la mia sensibilità probabilmente è diversa rispetto a quello che ho visto, dove lo stimolo e lo stare insieme è fondamentale, invece essendo una clinica e quindi credo rispettando gli orari la camera era al buio e senza stimoli percettivi, anche se ho avuto da subito la consapevolezza che nessuno mai avesse amato Eluana più di quelle suore, entrai nella camera e vicino al letto sentivo dentro di me il bisogno di restare il meno possibile perchè sapevo che la mia voce, il mio profumo, il calore delle mie mani a lei erano sconosciute, provocandogli un disturbo, quindi mi avvicinai e essendo già esperto, prendendomi cura di Susi, non cercai la “cronaca di Eluana” o il particolare, quindi guardai il suo volto, i suoi capelli neri e quegli occhi che al mio “ciao bella” si chiusero, un volto bello per quanto la malattia sia terribile non può cancellare i suoi lineamenti ma forse modellarla, “piccolo angelo che dorme” pensai e la immaginai vicino a Susi fuori da questa stanza circondata dai suoi amici, penso che gli occhi di Eluana siano scolpiti nella mia memoria, recitai una preghiera, chiesi alla suora di poter lasciare l’immaginetta del Don quella di “Amare sempre”; un grazie e uscì.All’uscita un senso grande di rabbia e una grande domanda “PERCHE?” anche se dentro di me avevo chiaro che quel padre non l’avrei tradito oggi mi rendo conto che è lui che ha tradito per primo la sua famiglia e poi tutti noi quindi il mio racconto, prima di andarmene però entrai in cappellina e lasciai una foto del don in segno di comunione con quegli angeli.All’indomani richiamai il signor Englaro per ringraziarlo ma ricevetti ulteriori insulti per essere un propagandista religioso e a quel punto capii che avrei potuto smettere di sperare e che mi restava solamente la preghiera per quella figlia e per l’anima di quel pover’uomo.


(il post di cui sopra ci è stato girato da Pierluigi Radaelli che potete trovare su Facebook)

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