
Non stiamo scherzando.
Chi ci conosce sa che non lo faremmo mai.
Il nostro direttore Alberto di Caporiacco sta cercando due "padrini" o, meglio, presentatori, i quali appoggino la propria richiesta di associazione al Ducato dei Vini.
L'associazione è risultata tributaria di un contributo di 90mila euro deciso dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Il nostro giornale ha lanciato una 'sfida di trasparenza' e, attraverso un suo rappresentante, intende entrare nell'associazione, regolata da statuto e norme del codice civile.
Ma all'associazione non è possibile aderire liberamente in quanto occorrono i summenzionati "padrini" o presentatori.
Uno lo avremmo individuato in Renzo Tondo che, per questioni di amicizia e trasparenza (visto che l'amministrazione regionale di cui è vertice erogherà 90mila euro a una associazione della quale è membro), riteniamo non dovrebbe tirarsi indietro.
Ma se Renzo Tondo fosse socio onorario, in quanto questa qualifica "può essere conferita, con voto unanime dalla Corte Ducale, a persone non appartenenti al Ducato senza costituire titolo di eleggibilità a cariche.Il Socio Onorario può chiedere il passaggio a ordinario versando la quota annuale come stabilito dall'art. 5" (citazione tratta dallo statuto del Ducato dei Vini), ci servirebbero altri due padrini che avremmo individuato - sulla base della professionalità - negli iscritti all'Ordine dei Giornalisti, al nostro pari, Piero Villotta e Silvano Bertossi, oltretutto prestigiosi componenti nientemeno che della Corte Ducale.
E, peraltro, una eventuale associazione onoraria, così riteniamo, non dovrebbe esserci negata visto che apparteniamo a una famiglia nobile friulana alla quale non reputiamo possa essere negata la accessoria "nobiltà del vino".
Non vi nascondiamo che siamo proprio curiosi di vedere come andrà a finire.
Vi terremo informati in quanto già nella giornata di lunedì faremo partire due lettere indirizzandole a Piero Villotta e Silvano Bertossi.
adc
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