
(2a puntata)
All'orizzonte comparve una sagoma indistinta. Quando si avvicinò si fece più nitida e ne riconobbi le caratteristiche: era un uomo alto ed indossava una giacca bianca, sembrava proprio una foca, ma quando si avvicinò mi accorsi che era diverso, assomigliava al mio aggressore. Capii fin dall'inizio che non aveva cattive intenzioni. Subito si lanciò verso di me e con un balzo mi strappò dalle mani dell'altro uomo e lo disarmò proprio quando questi mi stava per colpire. L'uomo scappò via e il mio salvatore, ignaro del fatto che io capivo benissimo il suo linguaggio, lo insultò chiamandolo 'bracconiere'. Rimasi quindi tra le braccia di colui che mi aveva salvato. Dopo il suo generoso gesto capii che doveva essere per forza il mio papà. Perchè mai altrimenti mi avrebbe dovuto salvare? Fu allora che cominciai a parlare in perfetto italiano e decisi che da quel giorno non mi sarei mai più staccato dal mio papà. Oggi frequento l'asilo, non uno comune, un asilo solo per foche, ma non mi trovo molto bene con i miei compagni , soprattutto con uno di loro, ma di questo vi parlerò un altro giorno in quanto il mio papà mi sta chiamando.
(2-continua)
Francesca di Caporiacco
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