

(6a puntata)
Ma quell'antipatica signora non aveva ancora finito di seccare il mio papà e me.
Ora se ne andava dicendo che io avrei avuto nascosto nella mia candida pelliccia bianca un registratore o un microchip o chissà quale diavoleria ed era grazie a quella che parlavo perché era impossibile che un animale parlasse.
Insomma la signora sosteneva che il mio papà mi aveva nascosto un simile marchingegno addosso.
Fu così che convinse uno steward dell'aereo a frugare nella mia pelliccia. Non l'avesse mai fatto in quanto si scoprì ben presto un terribile segreto che mi riguardava.
L'unica persona che poteva toccarmi, infatti, era il mio papà. Le reazioni che il contatto della pelle di un essere umano provocava sul mio organismo erano impensabili.
Subito, non appena lo steward cominciò a toccarmi la pelliccia, mi gonfiai e diventai enorme. Gli occhi divennero rossi e mi spuntarono terribili zanne. Il mio papà, che mi vide, raccontò poi che assomigliavo al mostruoso It di Stephen King. La mia voce da sottile e infantile si fece roca e grossa e decisamente minacciosa.
Fu allora che dissi: "Lasciatemi in pace!" e lo steward, terrorizzato, mi lasciò andare.
Nel giro di pochi secondi ritornai la piccola graziosa foca nana artica che sono, ma sugli occhi dei passeggeri dell'aereo si leggeva ancora il terrore.
(6a-continua)
Francesca di Caporiacco
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