
Il nostro giornale ha dedicato il 17 e il 20 dicembre una serie di servizi su un cospicuo finanziamento (90mila euro) deciso dall'amministrazione regionale in favore del Ducato dei vini.
Il Ducato dei vini, com'è noto, è un'associazione nella quale non si entra se non si è presentati da due soci che 'accompagnano' la domanda del nuovo iscritto.
E' ammessa anche la cooptazione di soci onorari. Tra questi, da qualche mese, il presidente della Regione Renzo Tondo.
Il Ducato dei vini, che si caratterizza per l'adozione di paludamenti che noi riteniamo piuttosto buffi da parte dei suoi iscritti, ci ha sempre incuriosito e non abbiamo mai capito quale sia il reale impatto promozionale in favore dei vini friulani che detta associazione abbia avuto nel corso della sua vita, ormai più che trentennale.
Nè quali siano le sue fonti di finanziamento.
Partendo dall'assunto che all'anagrafe siamo nobili di nascita, avremmo anche il destro per poter acquisire questa accessoria 'nobiltà di vino', anche facendo notare che altri iscritti all'Ordine dei giornalisti (ad esempio Piero Villotta e Silvano Bertossi) fanno parte del Ducato in posizioni di preminenza.
Siamo quindi tentati di fare domanda d'iscrizione, ammesso e non concesso che due 'padrini', ai quali avremmo deciso di rivolgerci, non ci dicano di no.
Su questo argomento apparentemente 'lieve ed inconsistente', ma che ci consentirebbe di vedere dal di dentro la vita dell'associazione, nonché di stabilire - inconfutabilmente - quali siano le possibilità di accesso al Ducato da parte di un comune cittadino, attendiamo i vostri commenti.
Non li aspettiamo numerosi, ma almeno vorremmo avere da voi un'indicazione.
In buona sostanza: dobbiamo lasciar perdere o insistere e presentare la nostra domanda di associazione nel tentativo di svolgere un servizio di 'informazione e trasparenza' a servizio della comunità?
Fateci avere le vostre risposte.
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