
La procura della repubblica presso il tribunale di Udine è convinta che i classici annunci "Completissima, fisico mozzafiato riceve 9-23 Udine telefonare 340 6578XXX" siano annunci a sfondo sessuale e quindi, chi li pubblica (ossia la testata giornalistica o il mezzo 'on line' che si presta, per denaro, a ciò) incorra nel reato di favoreggiamento della prostituzione.
Una tesi affascinante. Peraltro altri magistrati, in Italia, si occuparono del problema e di questo daremo conto in successivi servizi.
Peccato, appunto, che così facciano tutti. Da anni. Rientra nella discrezionalità dei magistrati (che per legge non ci sarebbe, essendo l'esercizio dell'azione penale non soggetto a discrezionalità) avviare indagini oppure no.
Da ieri il mondo friulano e in particolare udinese è squassato da questa inchiesta sul mondo della prostituzione o, meglio, sul mondo degli 'annunci sui giornali' che offrono prostituzione.
Il pm Claudia Danelon ha addirittura ottenuto dal gip Paolo Alessio Vernì (ex pm passato alla funzione giudicante) due custodie cautelari in carcere, che hanno colpito gli udinesi Alessandro Bramante, 56 anni, e Pietro Bolzanello, 50.
Costoro sono imputati sia di favoreggiamento che di sfruttamento della prostituzione in quanto avrebbero fatto da tramite e fornito assistenza per le inserzioni su internet per 250 euro al mese. Su internet i carabinieri sono risaliti a 1.070 annunci calcolando un giro d'affari di oltre 200mila euro.
Colpiti però, in quanto inquisiti, anche i responsabili del Messaggero Veneto (il direttore Andrea Filippi, notizia data dall'ANSA ieri e dall'interessato non smentita) e della concessionaria di pubblicità Manzoni spa che ha sede a Udine in Corte del Giglio, tra Largo dei Pecile e Via Paolo Sarpi.
Colpiti anche i responsabili delle riviste di pubblicità Città Nostra, La Bancarella e Affare fatto che, sostanzialmente, vivono proprio di annunci economici, nonché riviste specializzate (i cui nomi per il momento non sono stati fatti) e appositi siti internet dove le prostitute si mettono per così dire in vetrina.
Gli avvisi di garanzia sono nove e alcuni di essi sono ancora in fase di notifica.
Gli unici nomi che sono trapelati sinora sono quelli dei due soggetti a misure cautelari, Alessandro Bramante e Pietro Bolzanello, e dell'indagato direttore responsabile del Messaggero Veneto Andrea Filippi.
Il responsabile della Manzoni spa è riuscito, sinora, a salvarsi dietro l'anonimato, ma il nostro giornale assicura una serie di articoli sulla vicenda.
Con una precisazione.
A noi questa inchiesta pare una bufala. O, meglio. E' una bufala nella misura in cui questo fenomeno è presente sui giornali di tutta Italia da decenni.
E allora o tutti i procuratori e sostituti procuratori d'Italia sarebbero da denunciare per omissione di atti di ufficio perché sinora non hanno indagato oppure la pm Danelon ha preso una colossale cantonata in quanto, in fase processuale, il giudice potrebbe stabilire che 'il fatto non costituisce reato'.
Delle due l'una. O è bianca o è nera. Non può essere grigia.
E quando un magistrato inquirente si comporta in un simile modo, deve rendersi conto che conferisce una patente di incapacità o, peggio, di indifferenza di fronte a un reato, a molti suoi colleghi magistrati inquirenti.
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