
TRIESTE.
Sapevamo di venire ad assistere a un evento e così è stato. Grande spettacolo quello di Vinicio Capossela, dove la parte della musica diventa quasi quella di comprimaria rispetto allo show totale dell'artista irpino nato ad Hannover e con grandi frequentazioni nella nostra regione, 'ascella d'Italia', della quale si è rivelato informatissimo.
Quasi uno spettacolo circense il Solo Show di Capossela, più clown, istrione e folle che mai. Un set dove riesce a materializzare i suoi sogni (o i suoi incubi). Alternando il famoso cappello a cilindro ad un turbante e finendo con la maschera del minotauro, essenziale per proporre la mitica 'Brucia Troia' nella quale Vinicio era una bestia in gabbia con effetti davvero impressionanti.
Lo show inizia quasi alla moviole, con atmosfere e luci soffuse e Capossela seduto innanzi all'organo Mighty Wurlitzer. Scorrono in rapida successione Il gigante e il mago, In clandestinità, Una giornata perfetta, Il paradiso dei calzini, Dall’altra parte della sera, Non c’è disaccordo nel cielo e altre.
Invenzione nell'invenzione è rappresentata dall'assenza di intervallo, riempito da 15 minuti di folli attrazioni del mago equilibrista e fantasista Christopher Wonder e della provocante (in realtà un po' ossuta) Jessica Love.
Al suono lancinante di una sirena prende il via il secondo tempo del set. Capossela propone un guazzabuglio inestricabile di generi musicali fino alla comparsa di una gabbia (che poi si dorerà). È il tempo di Bardamù, Marajà, Canzoni a manovella, Che coss’è l’amor, Uomo vivo e Brucia Troia, con l’artista che indossa un turbante, poi una maschera da scimmia e infine la testa da Minotauro già nota al pubblico.
Al termine di Brucia Troia stralunata passerella di Vinicio in platea, a raccogliere l'abbraccio dei suoi fans. E poi i bis: Contratto per Karelias , un motivetto strumentale da Il tempo dei gitani di Kusturica, I pianoforti di Lubecca e, infine, All’ una e trentacinque circa in stile jug band sulle orme di Jim Kweskin e altri artisti Usa.
Come per magia ora ci sono due spettatori in gabbia, maschio e femmina sorseggianti un drink.
Che dire? Spettacolo favoloso e fantasmagorico, ma francamente dal punto di vista musicale o si ama Capossela oppure si lasciano i suoi cd nello scaffale.
E noi, francamente, così facciamo.
Band molto buona e 'immaginifica' composta da:
Glauco Zuppiroli (contrabbasso e ukulele), Zeno De Rossi (batteria), Vincenzo Vasi (Theremin e altro), Mauro Ottolini (sax, trombone, bombardino), Achille Succi (sax, clarinetto) e Alessandro Stefana (chitarra, banja e altro).
(abbiamo visto Vinicio Capossela al Politeama Rossetti di Trieste il 15 febbraio 2009)
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