
Tecnicamente nulla è cambiato.
E' mutata solo la location.
Eluana Englaro si è trasferita da Lecco, ove si trovava, alla Quiete di Udine.
Ciò che potrebbe però accadere (e che a Lecco evidentemente non erano disposti a fare) è il progressivo distacco dell'alimentazione e idratazione con conseguente decesso della ragazza, ormai donna.
Si dice che sarebbe un'applicazione di sentenza non impugnabile (è della Cassazione) e che quindi vi sarebbe una sorta di diritto/dovere a farlo.
Bene.
Noi la sentenza l'abbiamo letta e non si tratta per nulla di applicarla, perché nella sentenza è usato il verbo 'potere', non il verbo 'dovere', ovvero vi è la possibilità di distaccare l'alimentazione e l'idratazione, non l'obbligo.
E siccome Eluana la sua volontà di cessare la propria esistenza in vita non la può esprimere, tocca far applicare questa 'possibilità' a chi ne è il tutore, ovvero il padre Beppino (ma c'è anche una madre, non si comprende in ragione di che sempre dimenticata).
La nostra personale convinzione è che, siccome il diritto è una costruzione degli uomini e varia da stato a stato, sopra al diritto vi è una legge etica naturale secondo la quale nessuno ha diritto di sopprimere un proprio simile. Non vi è alcuna ragione di un diritto costruito dagli uomini che possa ciò consentire.
Vi sarebbe altrimenti una surretizia introduzione della pena di morte in corrispondenza a una persona che non si è macchiata di nessun crimine, a meno che consideriamo un crimine la grande sfortuna di avere avuto un tragico incidente stradale che l'ha ridotta in quelle condizioni da 17 lunghi anni.
Non c'è sentenza della Cassazione che tenga. Il diritto è una sovrastruttura degli uomini e una valenza meramente territoriale. Oltretutto si tratta di una interpretazione in quanto la legge, in Italia, manca.
La legge etica ha valenza superiore a qualsiasi elaborazione scritta di togati ermellini che richiede una lettura da parte di una persona che abbia almeno un paio di lauree per poter essere compresa.
Esiste una legge umana in base alla quale non c'è bisogno di rivolgersi a giuristi perché, se siamo uomini, risiede nell'animo di ognuno di noi.
E' un Caino chi spegne la vita di un suo simile. Comunque ciò avvenga, anche attraverso un presunto atto di umana pietà.
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