Vi troviamo
1) Emilio Del Gobbo, già assessore regionale e consigliere regionale per svariate legislature con la Dc
2) Piero Villotta, presidente del Consiglio regionale Ordine Giornalisti FVG, giornalista Rai
3) Roberto Bardini, consigliere comunale di Udine (Forza Italia-PdL)
4) Adriano Biasutti, già presidente della giunta regionale FVG, già deputato e ora componente della commissione paritetica Stato-Regione
5) Bruno Pizzul, già giornalista Rai
6) Fabrizio Tomada, già segretario particolare di Giovanni Spadolini, ex presidente del consiglio dei ministri ed ex presidente del Senato
Ed inoltre: Michelangelo Boem, Enrico Manganotti, Noè Bertolin, Mercedes De Mezzo, Claudio Fabbro, Aldo Morassutti, Renato Romanzin, Paolo Tosolini, Luigi Valle, Silvano Bertossi, Mario Pascoli, Mario Chiarandini, Ennio Silvano Favetta, Girolamo Dorigo, Claudia Jannis, Gianfranco Viatori, Mario Selvaggio, Primo Di Luca.
Si noti un maschilismo esasperato alla faccia delle pari opportunità: 22 maschi su 24 componenti!
Esaminando i nomi è evidente che si tratta di... GENTE COME NOI.
"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.
SFUEI DAL FRIÛL LIBAR. ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 11.46 DI MERCOLEDI' 15 APRILE.
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mercoledì 17 dicembre 2008
I componenti della corte ducale del Ducato dei Vini: Gente come noi
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4 commenti:
Art. 3Il Ducato dei Vini Friulani è un'associazione apartitica ed autonoma, e non persegue alcun fine di lucro.
L’appuntamento nella piccola “Versailles” di casa nostra è, pertanto, alle 18 con appunto
l’apertura dei lavori della Dieta e con il saluto del reggente.
Seguirà la tradizionale prolusione: a tenerla stavolta sarà l’agronomo Claudio Fabbro,
che è pure componente della corte ducale, il quale tratterà proprio il tema
“I vini di Borgogna in Friuli”.
Al termine la cerimonia di intronizzazione dei nuovi nobili onorari e ordinari.
Quindi trasferimento al ristorante “del Doge” dove lo staff dei fratelli Macor assieme a
Roberto Gruden del ristorante “Rossetti” di Trieste proporrà un menu intitolato alla cucina
di primavera abbinato ai Pinot, appunto nelle loro tre declinazioni e tutto
.
E dopo questo tradizionale appuntamento, e passate le ferie estive, quanti lo desiderano
potranno cominciare a preparare le valigie, perchè il Ducato dei vini friulani ha annunciato
che dal 27 settembre al 5 ottobre intende fare un bel viaggio in Canada assieme al coro
della Brigata alpina Julia.
Tappe a Windsor, Niagara, Hamilton e Toronto, città soprattutto quest’ultima dove ci
sono tantissimi nostri conterranei.
Per brindare assieme a loro con i vini del Vigneto Friuli.
La lingua friulana ha espressioni particolari che risultano spesso intraducibili nell'idioma italiano.
Fini di lucro suggerisce un cambio di consonante onde da LUCRO si ottiene LUDRO... espressione intraducibile.
Ben si potrebbe dire che il Ducato consuma al suo interno tutto ciò che introita, da cui la logica conseguenza che non ha fini di lucro ma di semplice autoconservazione.
Quel crapulone scapestrato che si riassume in «ludro»
SI DICE Ha dovuto fare una lunga anticamera l'espressione «ludro» del nostro dialetto, prima d'essere accolta anche nei vocabolari della buona lingua. Ignorata dal Tommaseo e dai suoi molti epigoni, fu ospitata appena nel 1931 dal «Dizionario moderno» dedicato - come prometteva il sottotitolo - alle «parole che non si trovano negli altri dizionari». Il suo autore, l'Accademico d'Italia Alfredo Panzini, riconosceva che ad «aver dato diffusione alla voce» era stata soprattutto la popolare commedia del padovano Francesco Augusto Bon (1788-1858) «Ludro e la sua gran giornata» cui avevano fatto seguito «Il matrimonio di Ludro» e «La vecchiaia di Ludro». Peraltro, il nome del simpatico imbroglione protagonista di quella fortunata trilogia di stile post-goldoniano, contrariamente alle apparenze, nulla aveva in comune con il termine triestino «ludro» che venne registrato, nel 1889, dal Kosovitz come sinonimo sia di «canaglia» e «gaglioffo», sia di «ardito, audace, temerario» e perfino di «destro, intraprendente», ma con il significato primario di «otre» e «cornamusa». Quella cornamusa e quell'otre, il ludro nostrano ha seguitato a portarseli dietro di vocabolario in vocabolario, benché il buonsenso suggerisse che erano in gioco due parole dal suono uguale, ma di origine diversa. Può bensì trarre in inganno l'esistenza del verbo «sludrarse» che sta per «riempirsi di vino come un otre» e abboffarsi di cibo, per cui chi così si comporta diventa «simbolo di avidità e ingordigia» meritandosi l'appellativo di mangione e magari anche di sporcaccione, ma da qui a furfante e canaglia il passo è lungo. Di conseguenza uno è il ludro che deriva dal latino uter-utris, donde l'otre fatto di pelle come la cornamusa, e un altro il «Luder» tedesco, cioè la «carogna» (in senso figurato), il crapulone dalla «vita scapestrata, dissoluta, libertina e anche estremamente oziosa», ovvero «Luderleben». Parole queste, tutte del Seicento, portate in Italia «dalla soldatesca austriaca», secondo il vocabolario etimologico del Battisti per il quale ludro corrisponde ad «astuto, birbante, cavaliere d'industria» ed è voce d'origine settentrionale diffusa nel Veneto, nel Trentino, in Lombardia, in Emilia e in Romagna dov'è diventata «ludar». A Trieste, ludro è termine ben radicato - difatti nelle pagine di Svevo si trovano frasi come «quella figura ludra di suo padre» - ma è di casa anche a Gorizia, a Capodistria e a Pirano. Per qualcuno l'aggettivo si riferisce non tanto alla coscienza poco pulita, quanto alla sporcizia vera e propria: in tal caso si connetterebbe con «lordo» e deriverebbe da «luridus».
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