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venerdì 30 gennaio 2009

CASO ELUANA ENGLARO: LA STRANA VICENDA DI UNA LETTERA DI MORETTON INVIATA ALLA STAMPA PER ESSERE PUBBLICATA E POI RITIRATA...


Siamo venuti in possesso del testo di una lettera inviata da Gianfranco Moretton, esponente di primissimo piano del Partito democratico, alla stampa locale, inerente la vicenda di Eluana Englaro.

La lettera avrebbe dovuto essere pubblicata e poi è stata ritirata dallo stesso Moretton dietro pressioni politiche ricevute per mali di pancia interni al Pd.

Ecco il testo della lettera.


“Il valore della vita!”

Avevo deciso di scegliere il silenzio nel caso Eluana Englaro proprio per la delicatezza della questione e in particolare perché lo ritenevo un fatto grave e doloroso che forse era meglio considerare esclusivamente “privato”: per quanto dopo una sentenza del tribunale lo ritenesse improbabile.Ma ora che la nostra Regione è tornata tristemente alla ribalta è difficile accettare l’imposizione del silenzio voluto da Tondo. Del resto è stato proprio il Presidente Tondo a offrire per primo accoglienza per risolvere il caso dopo la sentenza della magistratura. Già allora ritenevo discutibile, pur nel silenzio, la scelta arbitraria assunta da Tondo in virtù dell’incarico che ricopre, che certamente si scontrava con l’etica, il credo e la morale religiosa dei tanti cittadini cattolici come principio sul valore indiscusso della vita da difendere e proteggere, pur riconoscendo l’aspetto laico della politica. E’ evidente comunque che in quel caso ha deciso l’uomo e non il politico! Ora Tondo non solo vuole scegliere il silenzio ma vorrebbe imporlo! Bisogna dire che trovo triste e fuori luogo che la questione continui a essere più mediatica che, ripeto, di rispetto e riservatezza di un caso umano che dovrebbe essere particolarmente riservato. Stupisce amaramente ancora che il Sindaco di Udine solo dopo che la Regione Piemonte si era offerta ad accogliere Eluana, si sia attivato per trovare una struttura socio sanitaria nella nostra Regione. E quindi non si può chiedere silenzio alla politica quando sono figure politiche istituzionali che si sono attivate in merito alla questione. Ora, premettendo che non esiste una legge in Italia che dia disposizioni in simili situazioni, è evidente che per la politica vale tanto il principio religioso del rispetto della vita quanto quello laico di chi propende per la soluzione cosi’ drammatica di “aiutare” la morte. Ma io, pur uomo politico, non posso non sentire forte il mio principio di credo religioso che pur comprendendo e non entrando nel merito delle difficili scelte del padre, continuo a pensare e a ritenere che la vita dell’uomo va difesa e tutelata e che non dovrebbe mai diventare di esclusiva valutazione e giudizio soggettivo di solo una parte. La vita umana è un valore cosi’ alto di principio, che non può escludere la morale e la coscienza e limitarsi a un giudizio “relativo” che, qualora si preveda una normativa, dovrà uniformarsi e adeguarsi ai valori etici, morali, laico, religiosi. Ritengo pertanto che non essendoci in Italia una legge di questo tipo debba ritenersi un caso umano riservato ed esclusivo della famiglia Englaro nelle sue scelte, ma lasciando a tutti la libertà di giudizio, di valutazione e di credo.

Trieste, 24 gennaio 2009

Gianfranco Moretton


Ora naturalmente Moretton, se crede, può dirci di non essere lui l'autore di questa lettera.

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