"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

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martedì 27 gennaio 2009

INCHIESTA SULLA PROSTITUZIONE. GLI ANNUNCI HARD. UNA VICENDA COMUNQUE SQUALLIDA.


Immaginatevi la scena. Davanti a una qualunque edicola di Udine si ferma una macchina, esce un omaccione dall'aspetto un po' coatto, uno di quelli che guardandolo in faccia al massimo sarebbe capace di comprarsi la Gazzetta dello Sport.

E invece no, compra un quotidiano, il più venduto a Udine, ossia il Messaggero Veneto, alla faccia delle apparenze. Magari anche nel tardo pomeriggio, quando solo gli irriducibili dell'informazione comprano un giornale ormai vecchio. O i mignottari.

Eh sì, perché se quell'uomo sale sull'auto e apre il giornale, non alle prime pagine ma alla cronaca locale e ancor prima di mettere in moto fa una telefonata, probabilmente ha appena letto gli annunci delle prostitute, del tipo A.A.A. cubista siberiana piccanti preliminari chiamare 33XXXXXXXX.

E il bello è che ogni giorno sulle pagine dei giornali in questione (Messaggero Veneto compreso) si spendono fiumi di parole contro il degrado che la prostituzione arreca alle nostre città. Si parla dell'ennesimo appartamento sigillato con toni entusiasti nei confronti della giustizia, salvo poi reagire quando colpisce proprio il direttore responsabile del Messaggero Veneto, ditalché poi insorge addirittura (goffamente, è il caso di dirlo) il presidente dell'ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia (ahinoi, anche il nostro presidente!).

Tutto questo mentre nella pagina accanto alle dimostrazioni di prostrazione del quotidiano locale nei confronti dell'autorità giudiziaria ci sono una cinquantina di contatti per altrettanti bordelli.

Pagina pubblicitaria che poteva essere venduta a un qualunque altro inserzionista, una casa automobilistica ad esempio, eppure quella testata preferisce riservarla agli annunci delle matres ignotae, perdendo in credibilità.

E lo fa financo quando il suo direttore e il responsabile dell'agenzia di pubblicità Manzoni sono colpiti da informazioni di garanzia per favoreggiamento della prostituzione.

Si punta alla quantità dei lettori, non alla qualità. Poco importa se le pagine di cronaca, di politica e di cultura non verranno lette, sono le vendite che contano, no?

E se d'improvviso il Messaggero Veneto non pubblicasse più gli annunci hard perderebbe una quota di mercato.

In tutto questo la procura della repubblica di Udine assiste sfingea, dandoci più che mai l'idea di una giustizia lenta, farraginosa, formalista e impantanata in pastoie burocratiche, incapace di lanciarsi addosso a chi (il Messaggero Veneto) dimostra di infischiarsene, arrivando quasi a dileggiarla. La procura è quasi volesse dirci che 'quegli' annunci (vecchi, identici agli attuali) pubblicati sul Messaggero Veneto ingeneravano ipotesi di reato e questi, nuovi e attuali (identici ai vecchi) che vediamo tutt'ora pubblicati, ipotesi di reato non sono.

Al cittadino normale non resta che commentare che in questo mondo malato tutto finisce a puttane.

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