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domenica 18 gennaio 2009

SPECIALE MALAGIUSTIZIA. IL CASO UNABOMBER. ERA PARTITO COSI'. (3a parte)



(3a parte)

(in foto il vero Unabomber, il terrorista statunitenseTheodore Kaczynski)




Unabomber è il nome di fantasia dato ad un ignoto attentatore cui si attribuiscono numerosi attacchi esplosivi nel Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Attualmente è ancora latitante, non ne esistono identikit ma solo un profilo criminale tracciato dagli specialisti al quale corrispondono una dozzina di persone residenti nella zona degli attentati.
Gli ordigni da lui realizzati sono progettati per ferire o mutilare singole persone a distanza ravvicinata e non per uccidere; numerosi ordigni sono stati indirizzati a bambini, usando uova di cioccolato, pennarelli o tubi di bolle come involucri.
In genere gli ordigni esplodono quando vengono mossi, toccati o aperti dalle persone, provocando mutilazioni agli arti superiori — mani e braccia — e al viso — soprattutto gli occhi. Alcuni ordigni, però, sono esplosi autonomamente, davanti a sagrati di chiese o dentro il Palazzo di Giustizia di Pordenone.
Il nome Unabomber deriva da quello di un terrorista statunitense, Theodore Kaczynski. Prima di identificarlo, l'FBI utilizzava il nome in codice UNABOM (da University and Airline Bomber).
A partire dal 2005 Il Gazzettino, su personale iniziativa del suo direttore Luigi Bacialli, ha ribattezzato questo personaggio nei titoli degli articoli con il nome dispregiativo di "Monabomber", dove la parola "mona" in dialetto veneto sta a significare nell'accezione maschile "persona scema, priva di intelligenza o che compie gesti privi di senso logico e del tutto stupidi" (nell'accezione femminile significa "vagina"). Questa trovata provocò all'epoca numerose polemiche e la presa di distanze dell'ordine dei giornalisti. Il Gazzettino ha cessato di parlare di Monabomber ed è tornato a Unabomber nel luglio 2006, quando la direzione del giornale è stata assunta da Roberto Papetti.
A seguito degli attentati compiuti tra 2003 e il 2005 sono stati chiamati per collaborare nelle indagini anche il nucleo del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Parma ed esperti americani dell'FBI. Nell'ottobre 2006 è iniziato il processo a Trieste per l'indagato numero 1 delle indagini, un ingegnere 49enne di Azzano Decimo (PN) nella cui abitazione sono state trovate delle forbici che potrebbero essere state usate nel confezionamento di uno degli ordigni. Elvo Zornitta, questo il suo nome, si è sempre proclamato innocente, e lo ha fatto anche davanti alle telecamere di varie testate giornalistiche e programmi televisivi, tra cui Matrix




Attentati attribuiti ad Unabomber

1994
Sacile (PN), 21 agosto: primo episodio attribuito al maniaco. Attraverso un tubo-bomba ferisce quattro persone alla Sagra dei Osei, storica manifestazione avicola.
Pordenone, 17 dicembre: pone un tubo-bomba davanti alla Standa.
Aviano (PN), 18 dicembre: un ordigno viene posto davanti al sagrato della chiesa parrocchiale.

1995
Azzano Decimo (PN), 5 marzo: due tubi bomba distinti esplodono nel centro della cittadina.
Pordenone 30 settembre 1995: esplodono due ordigni distinti. Primo attentato con un ferito grave, un'anziana signora.
Aquileia (UD), 11 dicembre: esplode un ordigno in una cabina telefonica in corso Gramsci. Nessun ferito.
Latisana (UD), 24 dicembre.
Bibione di San Michele al Tagliamento (VE), 26 dicembre.

1996
Claut (PN), 2 aprile.
Bannia di Fiume Veneto (PN), 22 aprile.
Lignano Sabbiadoro (UD), 4 agosto: un tubo bomba posto dentro un ombrellone ferisce Roberto Curcio, turista di 33 anni da Domodossola.

1997-1999
Nessun attentato.

2000
Lignano Sabbiadoro (UD), 6 luglio: un tubo bomba rinvenuto nella spiaggia davanti ad una colonia marina ferisce un carabiniere in pensione.
San Stino di Livenza (VE), 13 settembre.
Portogruaro (VE), 31 ottobre: l'esplosivo, posto dentro un uovo in vendita nel supermercato "Continente", viene rinvenuto in tempo da Giorgio Marinelli e disinnescato dagli artificieri.
Santo Stino di Livenza (VE), 1º novembre.

2001
Portogruaro (VE), 6 novembre : l'esplosivo viene messo dentro un tubetto di pomodoro in vendita nuovamente presso il supermercato "Continente" ferendo gravemente una donna alla mano sinistra.
Portogruaro (VE), 17 novembre : l'esplosivo viene messo dentro un tubetto di maionese, ma viene riconosciuto da Maria Grazia Redico, di Roveredo in Piano, e disinnescato dagli artificieri.
Motta di Livenza (TV), 2 novembre, solennità della commemorazione dei defunti: l'ordigno viene inserito dentro un cero del cimitero di san Giovanni, ferendo gravemente Anita Buosi, 63 anni.

2002
Porcia (PN), 23 luglio: l'esplosivo viene posto dentro un vaso di Nutella nella locale Iperstanda ma viene disinnescato.
Pordenone, 2 settembre: esplosivo posto dentro un tubetto di bolle di sapone, comprato al Mercatone Zeta. Ferito un bambino.
31 ottobre: la polizia scopre un meccanismo esplosivo primitivo in un tubetto di maionese consegnato da un uomo preoccupato dall'odore da bruciato dello stesso.
Cordignano (TV), 7 novembre: Nadia Ros, 37 anni, perde il pollice e altre due dita aprendo un tubetto di salsa di pomodoro esplosivo nella cucina di casa sua.
novembre: la polizia trova tracce di saliva ed un capello, dai quali viene estratto del DNA, da una confezione di uova manipolata.
Cordenons (PN), 25 dicembre, la notte di Natale: l'ordigno viene posto in un confessionale del Duomo.

2003
Pordenone, 24 marzo: viene posto un ordigno nello sciacquone di una toilette del Palazzo di Giustizia.
Fagarè di San Biagio di Callalta (TV), 25 aprile: in occasione della Festa della liberazione numerosi trevigiani si recano, come da tradizione, sulle rive del fiume Piave. L'ordigno viene posto dentro un pennarello colorato lasciato in prossimità di un pilone del ponte della strada provinciale Postumia. Francesca G., 9 anni, di Fratta di Oderzo, perde uno occhio e tre dita della mano. La bambina verrà più volte operata a Monza dal celebre microchirurgo Marco Lanzetta. Si tratta dell'attentato che più ha scosso l'opinione pubblica: il vescovo di Pordenone mons. Ovidio Poletto invita Unabomber ad incontrarlo anonimamente; in seguito il Governo italiano riconoscerà ai feriti lo status di vittime del terrorismo.

2004
Portogruaro (VE), 2 aprile: un ordigno viene posto nell'imbottitura di un inginocchiatoio della chiesa di S. Agnese, ma viene riconosciuto come tale dal parroco don Oscar, e disinnescato.

2005
Treviso, 26 gennaio: un ordigno viene posto dentro l'involucro di plastica di un ovetto Kinder nei pressi del tribunale, ed esplode dopo che uno studente lo calcia contro un muro, senza provocare feriti. Si tratta dell'attentato compiuto più ad ovest.
Motta di Livenza (TV), 13 marzo: l'ordigno viene posto dentro una candela elettrica nel Duomo; Greta M., 6 anni, rimane gravemente ferita ad una mano. La bambina verrà operata più volte a Pordenone dal chirurgo Ruggero Mele. Lievemente feriti altri due fedeli. Lettera aperta del vescovo di Vittorio Veneto mons. Giuseppe Zenti all'attentatore.
Concordia Sagittaria (VE) - Romania 16 marzo: viene rinvenuta una bomba in stile Unabomber in una scatola di sgombri inviata come aiuto in Romania; causa probabile della mancata esplosione lo scaricamento della batteria interna.
Portogruaro (VE), 9 luglio: una bomba inesplosa viene rinvenuta sotto la sella di una bicicletta da donna lasciata da alcuni giorni nel parcheggio della stazione ferroviaria. Non esplode probabilmente a causa della pioggia che avrebbe ossidato i circuiti e scaricato la batteria.

2006
Caorle (VE), 6 maggio: il 28enne Massimiliano Bozzo, di Mestre, trova una bottiglia che apparentemente contiene un messaggio tra gli scogli vicino alla foce del Livenza. La bottiglia esplode ferendogli gravemente il pollice.
Oltre a questi sono inoltre stati attribuiti ad Unabomber anche alcuni ordigni ritrovati in territorio rumeno.
(3-continua)

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