
La nostra terza puntata è dedicata al progetto del rigassificatore on-shore da realizzarsi a Trieste.
Il progetto per la realizzazione di questo impianto è stato presentato dalla società “gas Natural Internacional SDG SA”, con sede in Spagna, che fa capo al “Gruppo gas Natural SDG SA”, nato nel 1992 dalla fusione di Catalana de gas, Gas Madrid e Repsol Butano. Dal 2002 “Gas Natural” è presente anche in Italia dove ha con l’acquisto di tre società di distribuzione operanti nel Sud (Gruppo Brancato, Nettis e Smedigas) ha creato la “Gas Natural Vendite Italia – GNVI” che conta attualmente su un bacino di 280.000 clienti.
La società “Gas Natural” ha contratti di fornitura di GNL con Algeria, Libia, Nigeria, Oman, Qatar, Trinidad e Tobago e possiede una propria flotta di 10 navi gasiere (di cui 3 con capacità operativa superiore a 100.000 m3) per una capacità totale di 785.000 m3.
L’esatta localizzazione dell’impianto progettato è individuabile nel punto di coordinate Latitudine 45° 39’ N e Longitudine 13° 46’ E, e si trova più precisamente nella zona denominata “Ex-Esso” nel Comune di Trieste: tale zona confina a nord con la grande viabilità, a sud con il mare, a est con il termovalorizzatore ACEGAS e a ovest con il terminal dell’oleodotto transalpino della S.I.O.T.
L’impianto, progettato per produrre circa 8 miliardi di m3/anno di gas– come per il terminal in mezzo al Golfo –, sarà costituito da un terminal marino di dimensioni di 1242 m2 sviluppati in tre piani con in particolare due serbatoi per lo stoccaggio del GNL di raggio esterno pari a 40 m, di altezza totale di circa 50 m e con portata di 140.000 m3 ciascuno e da un terminale di attracco formato da un pontile su pali, lungo complessivamente 409 m (suddiviso in tre tratti rettilinei con direzioni diverse) per l’accosto e l’ormeggio delle navi metaniere, aventi capacità compresa tra 40.000 e 140.000 m3 con un pescaggio massimo di circa 12 m, di cui si prevede un traffico medio annuo di 110 unità.
Da notare che nel primo progetto presentato alcuna indicazione in merito alla condotta metaniera di collegamento alla rete nazionale, senza dunque individuarne alcun percorso, marino o terrestre. A seguito della richiesta di integrazione presentata dagli enti competenti, la società proponente ha previsto la posa di una condotta sottomarina fino alla zona di Fossalon (GO), da dove poi sostanzialmente ricalcare il medesimo tratto previsto dall’altro progetto di rigassificatore in mezzo al Golfo di Trieste.
1 commento:
Riporto la seguente lettera del professore Franco Battaglia dal quale si evince l'inutilità, anzi quanto sia dannoso, del dotare l'Italia di rigassificatori quando invece si dovrebbero ridurre i consumi di almeno il 60%.
Invece a sentire qualcuno se ne vogliono 5, Di Pietro -IdV- ne vorrebbe 12, Scaroni -Eni- addirittura 15.
Si vuole fare dell'Italia l'hub del gas per l'Europa del Nord privatizzando gli utili e socializzando le perdite -leggi art. 13 comma 2 della delibera n. 178/2005 dell'Autorità energia e gas.
Tutto questo in barba alle cosiddette liberalizzazioni che dovrebbero essere di vantaggio agli utenti.
Pubblicata sul sito www.autorita.energia.it il 5 agosto 2005, GU n. 193 del 20-8-2005
Delibera n. 178/05 - relazione tecnica
Criteri per la determinazione delle tariffe per il servizio di rigassificazione
L’AUTORITÀ PER L’ENERGIA ELETTRICA E IL GAS
Nella riunione del 4 agosto 2005
TITOLO IV – INCENTIVI ALLA REALIZZAZIONE DI NUOVI TERMINALI
Articolo 13
Misure per incentivare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali
13.1 Le misure tariffarie per incentivare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali,
di cui ai commi 13.2 e 13.3, diventano efficaci dall’anno termico di entrata in
esercizio di un nuovo impianto di rigassificazione di Gnl.
13.2 Il fattore correttivo di cui all’articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore
garanzia, FGL, che assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la
copertura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento RLC. Tale copertura è
riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20
anni.
13.3 Il corrispettivo di capacità di trasporto relativo ai punti interconnessi con il
terminale è applicato in misura ridotta agli utenti del servizio di trasporto titolari
di conferimenti di impegni di rigassificazione continuativa.
13.4 L’Autorità definisce con successivo provvedimento le modalità applicative della
disciplina di cui al comma 13.2 e 13.3.
Buona lettura e mandi.
Renzo Riva
Via Avilla, 12/2
33030 Buja - UD
renzoriva@libero.it
349.3464656
Cauti con i rigassificatori,
sì all’energia nucleare
Caro Granzotto, come forse saprà, ogni tanto Il Giornale mi ospita articoli su questioni ambientali di cui mi intendo. Condivido tutte le sue considerazioni sulla Tav e ora vorrei segnalare un altro sacrosanto «no»: quello ai rigassificatori, già presentati da Bersani e Di Pietro, che ne vorrebbero una dozzina (pensi solo che ce ne sono 50 in tutto il mondo e 4 in tutti gli Usa). Anche un solo rigassificatore sarebbe inutile e pericoloso: dovrebbe facilitarci l’uso del gas, mentre per l’Italia sarebbe imperativo ridurlo poiché produciamo energia elettrica al 50 per cento, bruciando prezioso e costoso gas (pensi che Usa e Uk lo fanno al 20 per cento, la Germania al 10
e la Francia al 5). Chi li vuole? Chi, grazie alla delibera 178 dell’Autorità dell’energia (articolo 13) gli «assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura di una quota pari all’80 per cento dei ricavi di riferimento». Anche se non sarà mai rigassificata neanche una molecola di gas (come accadrà visto che nel mondo ci sono meno di 20 impianti di liquefazione), gli italiani risarciranno i gestori dei rigassificatori per l’eventuale (certo) fermo di quegli impianti.
Franco Battaglia - Trieste
Professore, mi prende in giro? Sappia che i suoi articoli li imparo a memoria, altro che. E naturalmente il fatto di pensarla, sul mozzicone di Tav Torino-Lione, come la pensa lei, mi lusinga. I rigassificatori, lo ammetto, li ho presi un po’ sottogamba, sarà che alle mattane di Di Pietro ormai ci abbiamo fatto il callo. E strillare che l’Italia ha bisogno di dodici di quegli impianti,
quando lei ricorda che in tutto il mondo ce ne saranno una cinquantina al più, è una esemplare, solenne mattana. Non sapevo, però, di quel comma 13 punto 2 relativo agli incentivi stabiliti dalla Autorità per l’energia elettrica e il gas.
Sorprendente.
Illuminante.
Chi costruisce un rigassificatore ha la garanzia
che ove non dovesse rigassificare un solo metro cubo di gas si papperebbe comunque l’ottanta per cento dei «ricavi di riferimento».
Be’, messa così, chiunque ci farebbe un pensierino.
Anzi, dodici pensierini. Quel comma 13 punto 2 sembra poi fatto apposta per destare un altro sospetto, caro professore: mi pare che il prevedere che i rigassificatori potrebbero non rigassificare un bel nulla - eventualità così concreta da dover essere messa a contratto prevedendone l’indennizzo - sia la prova che quegli impianti non servono allo scopo. E cioè, come vanno ripetendo i filorigassificatori, di liberarci dai ricatti, dagli umori, dalle bizze e dalle vassallate dei «padroni dell’energia», siano essi i Putin o gli sceicchi d’Arabia. Assunto che anche senza tirare in ballo il comma 13 punto 2 comunque non regge, perché sempre di gas si parla. Che sia allo stato liquido o allo stato aereo, qualcuno ce lo deve pur fornire e allora tanto vale continuarea succhiarlo dai vecchi, cari gasdotti.
E poi non si può continuare ad affrontare il problema energetico (che si traduce in una bolletta di 33 miliardi all’anno) così alla carlona. Puntando di volta in volta sull’eolico, sul fotovoltaico, sui rigassificatori, sulla riabilitazione del carbone, sulle lampadine a basso consumo, sul biodiesel, sul
metano prodotto dal meteorismo (e conseguente flatulenza) delle mucche, sulle biomasse, sul riciclo della plastica... tutta roba buona, tutta roba benedetta. Ma il Paese ha bisogno di 400 miliardi di kilowatt ora all’anno, mica bruscolini. E forse converrebbe smetterla di sognare o di baloccarsi con le energie alternative e affrontare per le corna, una volta per tutte, il toro del nucleare.
Paolo Granzotto
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