
Caro e stimato Direttore,
mi trovo a scriverLe per contraddirLa, rispetto alla posizione che Lei ha preso, o comunque, manifestato, in merito al “caso” di Eluana Englaro.
Passerò per cinica e fredda, ma è proprio per ciò che vorrei esprimere un pensiero che non ha nulla di politico, o etico, ma è solo il pensiero di una donna della stessa età di Eluana.
A volte penso che per gli eventi sfortunati qualcuno dovrebbe ridarmi qualcosa indietro, dovrebbe allora ridarlo anche alla mia famiglia, che mi ha seguito credendo in me anche nei peggiori momenti e ha continuato a credere in qualcosa che di vivo c’era ancora in me.
Ci sono attimi in cui ricordo di averli detestati per la caparbietà con la quale cercavano di spiegarmi il valore della vita e di ciò che avevo intorno.
Ma capivo, capivo e alla fine ho lottato con loro. Nessuno dovrebbe intromettersi in quello che è il silenzio-assenso tra genitori e figli.
Il padre di Eluana ha una sola colpa, quella di aver chiesto aiuto e di amare sua figlia.
Poi le macchine dei media e della politica hanno fatto il resto, passando come carri armati su sentimenti e dolori di una famiglia che già ha vissuto per una volta la scomparsa e la morte della propria figlia ed ora per chiedere silenzio è tardi, ma cerchiamo di lasciarglielo per rispetto: il rispetto di una donna che ha un passato che non le ridarà mai nessuno, per il rispetto di una famiglia, che vorrebbe vedere la propria figlia serena e poterla piangere con la stessa serenità dopo anni di reciproca agonia.
Dio, in questi momenti, o la natura avrebbero già fatto il loro corso anni fa.
Prendiamoci la responsabilità che gli eventi, per quanto dolorosi, facciano il loro corso e siano vissuti con dignità da tutta la famiglia.
Chiedo nel mio piccolo, da figlia e madre: lasciateli in pace.
Ogni commento resterà solo uno strascico di parole, ma solo la famiglia Englaro porterà nel cuore la perdita annunciata di un sentimento-emozione come l’amore, irripetibile, per la propria figlia.
Questa lettera può sembrare un controsenso, ma ogni generalizzazione sui sentimenti altrui è, come ogni generalizzazione, nient’altro che un numero, che molto spesso non dà ragione e dignità ai singoli casi
Cordialmente
la Sua collaboratrice passionaria
TERRY MASERA
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