
UDINE – Tutto esaurito, al “Giovanni da Udine”, per l’attesissima Aida della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste, in scena sabato 7 febbraio alle 20. L’opera, incastonata nella stagione musicale che porta la firma di Daniele Spini, sarà preceduta alle 18, in Sala Stampa, da un approfondimento dello stesso Spini (ingresso libero). Ricordiamo, inoltre, che l’incontro con Luciano Virgilio, inizialmente programmato venerdì 6 febbraio per il ciclo Si racconta, è stato rinviato al 27 febbraio.
L’Egitto favoloso e crudele dei faraoni, il mistero delle notti in riva al Nilo, gli apparati spettacolari di cerimonie e trionfi e il groviglio di sentimenti (amore, nostalgia, lealtà, famiglia) che stritola poco a poco i due protagonisti… Composta per celebrare il taglio dell’istmo di Suez, Aida è necessariamente l’opera più grandiosa di Verdi, ma anche una delle più preziose sul piano dell’armonia e dell’orchestrazione e una delle più sottili nella definizione psicologica, per la duttilità incredibile di una musica ormai raffinatissima ed europea.
La presentano, a Udine, interpreti quanto mai autorevoli, in un nuovo allestimento prodotto dal Comune di Padova, Città di Bassano - Opera Festival e Fondazione Arena di Verona per la messa in scena del grande regista argentino Hugo De Ana. La direzione e la concertazione sono affidate alla bacchetta di Nello Santi, considerato uno dei maggiori interpreti del repertorio verdiano, mentre completano la compagine artistica l’Orchestra, il Coro (preparato da Lorenzo Fratini ) e il Corpo di Ballo della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste e la Civica Orchestra di Fiati “Giuseppe Verdi – Città di Trieste. Prestigiosa, infine, la compagnia di canto, in cui figurano, tra gli altri, Adriana Marfisi, impegnata nei panni della schiava etiope Aida, il tenore Walter Fraccaro, impegnato nei panni di Radames, capitano delle guardie egizie, e la mezzosoprano Mariana Pentcheva, impegnata nei panni di Amneris.
L’opera è articolata in maniera simmetrica ed equilibrata. A eccezione del terzo, i quattro atti sono scanditi in due scene e divisi tra momenti di luce e ombra. La musica ricorre, talvolta, alle forme chiuse tradizionali ma, quale segno delle novità di cui Verdi era alla ricerca, tende a evitare le arie articolate per lasciare spazio a numeri d’insieme in cui i conflitti abbiano modo di manifestarsi. La partitura è arricchita da danze e cori, situzioni tipiche del grand-opéra, a cui Aida in parte può essere ricondotta senza per questo essere «il primo grand-opéra italiano», come talvolta è stato detto, dimenticando che, in quest’opera, Verdi riesce a fondere in maniera sorprendente stili eterogenei e talvolta contrastanti.
Per informazioni, contattare l’Infopoint del Nuovo (0432.248418) o consultare il sito ufficiale (http://www.teatroudine.it/).
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