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sabato 17 gennaio 2009

GLI SPECIALI DEL SABATO - LUCIO BATTISTI. Puntata 6.



( puntata 6)
Seguono questo articolo le canzoni:
La sposa occidentale (1990)
A portata di mano (1988)
Le cose che pensano (1986)
Nel 1986, dopo ben quattro anni di silenzio, assicuratasi la collaborazione di Pasquale Panella, poeta che aveva già un'esperienza di paroliere (i due avevano già collaborato per il disco di Adriano Pappalardo Oh! Era ora, uscito nel settembre 1983, dove Panella si firmava con lo pseudonimo di Vanera e Battisti aveva curato gli arrangiamenti e suonato le chitarre e i sintetizzatori, e anche il basso nella canzone eponima), Battisti torna sul mercato discografico con l'album "Don Giovanni", per il quale impone la singolare scelta di non farlo uscire in versione CD (darà l'autorizzazione solamente otto anni dopo).
Il disco, quanto alla parte musicale, avrà un effetto rassicurante per il tradizionale pubblico battistiano, proponendo melodie più classiche e complete, con arrangiamenti che stavolta coniugavano le sonorità più avanzate con quelle tradizionali, non senza richiami jazz. Davvero misteriosi appaiono invece i testi di Panella, apparentemente privi di senso compiuto, densi di doppi sensi e di giochi di parole, che sembrano raccontare storie ai limiti del "Teatro dell'assurdo" di Samuel Beckett. L'abbinamento dei testi di Panella alle melodie battistiane susciterà un effetto surreale, che incuriosirà il pubblico e stupirà la critica. Don Giovanni ottiene grande successo di vendite (è il terzo album più venduto dell'anno), e la canzone Le cose che pensano si inserisce fra i classici di Battisti.
A partire da quest'anno Lucio pubblicherà con regolarità un disco ogni due anni. Nel 1988 esce l'album L'apparenza, più complesso del precedente, dato che i testi di Panella rimangono surreali e impalpabili, e le melodie si fanno spesso impervie, contenenti numerosissimi temi musicali (come la canzone A portata di mano che contiene circa quattro melodie diverse), ardue da memorizzare. Anche se il giudizio della critica sarà perlopiù positivo, le conseguenze si faranno sentire in termini di vendite: "L'apparenza", pur raggiungendo anch'esso il primo posto in classifica, vende molto meno di "Don Giovanni" e incomparabilmente meno rispetto al periodo d'oro di Battisti con Mogol.
La produzione di Lucio Battisti non muterà indirizzo nei successivi lavori: il cantautore proseguirà infatti sulla strada della costruzione di melodie assai complesse, inasprendo il carattere elettronico degli arrangiamenti (spesso molto vicini alla techno music) e continuando ad avvalersi dei surreali testi di Panella, sulla base dei quali compone le musiche. Il risultato sarà il dividersi della critica e il disorientamento del pubblico e degli "addetti ai lavori".
Nel 1990 Battisti cambia etichetta, abbandonando la "Numero Uno" fondata insieme a Mogol, a favore della CBS per la quale registra "La sposa occidentale". Questo è il primo disco dal lontano 1972 col quale non riesce a raggiungere il primo posto in classifica, a conferma del fatto che la sua difficile ricerca musicale, con risultati forse troppo avanzati, non viene compresa dalla maggior parte del suo pubblico; tutto ciò nonostante l'album non sia privo di brani gradevoli quali I ritorni, Potrebbe essere sera e la title track La sposa occidentale. Battisti, con apparente presunzione, ma a ragion veduta, si limitava a commentare con gli amici che ogni innovazione musicale da lui introdotta nei suoi dischi veniva poi puntualmente recepita da tutta la musica italiana anni dopo.
(6-continua)

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