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giovedì 19 febbraio 2009

CARNEVALE D'AMORE AL TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE


Riprendiamo da "Messaggero Veneto"


C’era molta attesa, come ogni anno del resto, per lo spettacolo che tradizionalmente celebra il carnevale cittadino e ideato dall’Adeb (Associazione Danza e Balletto) in collaborazione con la Regione: la 29° edizione del Carnevale d’amore , andato in scena al Giovanni da Udine con il titolo Giù le mani dalle fiabe , su musiche composte appositamente dal friulano Marco Maria Tosolini, docente al Conservatorio Tartini di Trieste per le coreografie di Paola Galliussi Ceron, Elisabetta Ceron, Eva Marangone, Cinzia Pittia e Bora Talevski. -L’appuntamento, che si pone come il primo di una serie di iniziative artistiche per il 2009 nel solco dei progetti internazionali proposti dall’associazione udinese in questi ultimi anni, ha visto la presenza di un numeroso pubblico, fra il quale ill console generale della Repubblica di Serbia Vladimir Nikolic, che ha voluto essere presente alla serata la cui ouverture è stata affidata proprio ai bravissimi artisti della Scuola nazionale di danza Lujo Davico di Belgrado – sezione danze folcloristiche, che hanno introdotto il tema della serata, Giù le mani dalle fiabe , grazie ad una deliziosa piccola performance che, come tutte quelle di origine balcanica dallacaratteristica dominante della velocità, ha messo in risalto, oltre alle qualità artistiche, anche quelle atletiche degli interpreti. La serata è poi continuata sul Leit-motiv delle suggestioni oniriche ed evocative delle fiabe, pagine di coreografia classica ma mai accademica e statica accostate a rivisitazioni in chiave moderna e contemporanea di étoiles storiche tratte dalla trilogia di Ciaikovskji con Lo Schiaccianoci, La bella addormentata e Il lago dei cigni , per passare a Romeo e Giulietta e Cenerentola di Prokofiev, trasmettere con levità le movenze sensuali di Shéhérazade , fino alla tragica maestosità di Petruska o alla vulcanica espressività della Carmen e del Don Chisciotte . Si crede spesso che le fiabe siano qualcosa di anacronistico, fuori dal tempo, ma la danza, come ha sempre fatto e come sempre farà, riesce comunque sempre a riportarci in una condizione di rarefatta evanescenza che appartiene al passato di ognuno di noi, toccando le corde più sottili dell’animo e facendoci comprendere come la fiaba in realtà ci porti dentro noi stessi e nella nostra stessa personalissima vicenda umana. È un racconto di altri che allo stesso tempo racconta di sé, parla di noi e di come vorremmo essere e, attraverso la danza, coglie i moti dell’animo e ne fa voce per il corpo, ampliandone la forza rigeneratrice che scaturisce dalle nostre emozioni più profonde e le convoglia nell’energia immortale – così come appunto le fiabe – del movimento, mai a sé stante, mai virtuosismo egoistico ma trasmissione di memoria sensoriale e ed emotiva. In questa direzione, un meritato plauso va a tutti i protagonisti di questa serata, che hanno saputo cogliere, interpretare dentro di sé ed infine trasmettere con energia, bravura e impegno (anche a livello tecnico alcune sequenze tratte dalla Carmen , da Petruska , il cigno nero del Lago dei cigni e le piroette ben chiuse del Don Quixote sono state notevoli) lo spirito di una serata apprezzata caldamente da tutto il pubblico in sala. Valentina Coluccia

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