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giovedì 19 febbraio 2009

LO SPIONAGGIO IN REGIONE NUOVO TORMENTONE POLITICO DI SARO


Giuseppe Ferruccio Saro, dopo aver attaccato Honsell sulla questione Università di Udine/buco di bilancio, non avendola spuntata (la conferenza stampa organizzata alla vigilia del ballottaggio elettorale Cainero/Honsell si rivelò un flop in quanto la poltrona di sindaco di Udine andò all'ex rettore), ha recentemente virato di 180° stipulando una (momentanea?) alleanza con l'ex rettore nella vicenda Eluana Englaro, con progetto - così è lecito pensare - della costituzione di quel partito Thanatosocialista al quale anche Honsell potrebbe aderire, visto il deflagrare del Partito democratico.

Ma il nuovo cavallo di battaglia di Saro è lo scandalo intercettazioni in Regione, di cui daremo ben presto conto pubblicando una rassegna stampa compiuta delle notizie fin qui pubblicate dai giornali.

Una domanda, tuttavia, sorge spontanea?

Posto che l'azione di 'spionaggio' sarebbe stata intentata nel corso dell'amministrazione Illy, diventa assai difficile credere che gli autori dell'attività ipoteticamente illecita non fossero corsi prudenzialmente ai ripari prima delle elezioni di aprile 2008, facendo sparire ogni traccia di detta attività.

E' possibile che un tale svarione sia stato compiuto, ossia che non siano state cancellate le tracce in modo da dare la possibilità, alla nuova amministrazione di centro-destra, di 'cavalcare' la tigre?

Noi come siano andate le cose non lo sappiamo, ci limitiamo a riportare quanto comparso sulla stampa.

Certo è che non si sa a questo punto se ridere, di fronte alla faciloneria di chi spiò risultando poi spiato (visto che l'attività di spionaggio è venuta in evidenza), o piangere, di fronte al fatto che - in buona sostanza - era stato costituito un sistema di 'controllo politico totale', con evidenti effetti su libertà individuale, privacy e quant'altro.

E' senz'altro una brutta pagina della storia politica e civile di questa regione.

Saro?

Fa bene a buttarcisi, dimostrando di essere l'unico vero 'animale politico' di questa regione, anche se non abbiamo ancora capito a cosa punti, realmente, Saro. A quale carica ambisca. Oppure se, semplicemente, voglia esercitarsi di fronte agli altri a far capire che il più bravo è lui.

Una sorta di autocompiacimento.

Ma, in realtà, le cariche che contano veramente sono: ministro e presidente della regione e a entrambe, sino a questo momento, Saro non è riuscito ad arrivare.

Vien persino il dubbio che Saro abbia bisogno di questo movimentismo politico, questo costruire per poi disfare, per giustificare la sua stessa esistenza, quasi fosse pervaso da un demone intimo e interno che lo obbliga a comportarsi in questo modo.

A far da contraltare al movimentismo di Saro vi è, invece, l'immobilismo di Tondo che ha raggiunto l'obiettivo che forse si prefiggeva un anno fa: riuscire a ricoprire la carica massima all'interno di questa regione con il minimo sforzo possibile e con il minimo grado di esposizione possibile, senza sbilanciarsi, sempre su mezze tonalità (per usare un linguaggio musicale), mai tentando l'acuto.

Ora un ennesimo regalo dalla sorte: il dramma di una opposizione in crisi, squassata dal risultato elettorale della Sardegna, con il Pd lacerato e un nuovo capo dell'opposizione nazionale (Di Pietro) francamente incredibile se solo si pensa alla sua genesi politica.

Niente da dire. Renzo Tondo è nato con la camicia. E' talmente fortunato che la gente neppure gli chiede di essere bravo.

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