
Uno, dieci, centosessantotto morti… (*)
Otto cicli di chemioterapia. Un autotrapianto di cellule staminali. Un trapianto da donatore esterno. Due cicli di radioterapia. Tutto questo ha DOVUTO subire Andrea, mio cugino, 26 anni compiuti da dodici giorni, prima di morire il 22 settembre 2008. Tre anni di vita persi vomitando, perdendo i capelli, stando a casa per non contrarre infezioni che potevano rivelarsi letali a causa della debolezza del suo sistema immunitario per tutte le terapie seguite. Andrea aveva 18 anni quando decise di arruolarsi nell’esercito Italiano. Decisione che lo portò a far parte volontariamente di una missione all’estero, joint “guardian” operation k-for5, nei Balcani per ristabilire l’ordine dopo la guerra del Kosovo assieme al Terzo Reggimento Artiglieria Terrestre Volturno. Quattro mesi, dal 7 febbraio al 6 giugno 2001, trascorsi a Ure I Limuthit e poi tornò a casa, tranquillo e contento.Dopo qualche anno i primi sintomi: debolezza e un gonfiore al linfonodo a livello del collo. Gli venne diagnosticato un linfoma di Hodgkin. In seguito,presso il centro di nanodiagnostica di Modena venne accertata la presenza di metalli nel linfonodo che gli era stato asportato per la biopsia. Andrea è morto per contaminazione da uranio impoverito probabilmente (bisogna usare “probabilmente” poiché in questi casi, chissà perché, niente può essere certo) assorbito nei Balcani. Tutto questo l’ha dovuto subire mio cugino e molti altri soldati (168 morti ed oltre 2000 ammalati secondo i dati dell’Osservatorio Militare). Ma perché? Perché è successo tutto questo?Al di là dell’identità dei colpevoli anche se sarebbe doveroso accertare la responsabilità degli stessi, io personalmente vorrei capire perché queste persone non hanno pensato ai nostri militari quando hanno fatto la scelta del silenzio? Perché nessuno ha pensato al dolore dei genitori, dei familiari, degli amici al momento della morte di questi ragazzi? Perché invece che pagare i risarcimenti adesso non sono stati utilizzati quei soldi per fornire ai soldati l’equipaggiamento adatto? Perché sono stati prodotti questi proiettili senza pensare alla pericolosità degli stessi? Pur di risparmiare nessuno ha pensato nemmeno alla popolazione balcanica che oltre agli orrori della guerra ha dovuto subire i dolori delle malattie. Ad ogni modo Andrea era partito per la missione consapevole dei rischi che correva durante la missione ma sicuramente non pensava che il nemico fosse l’uranio impoverito di cui nessuno l’aveva informato. E dopo tutto questo patire è di qualche giorno fa la risposta dello Stato: non c'è causa di servizio.
VALENTINA CASASOLA
(*) Recentemente Friuli e Italia sono stati squassati dal caso Englaro, ovvero di una ragazza sospesa in una sorta di limbo tra 'vita' e 'non vita' a causa di un incidente stradale.
La nostra lettrice Valentina Casasola ci manda la sua protesta circa il clamore fatto per l'evento Englaro, rammentando che ci sono tantissime persone sane che hanno subito oltraggi ben maggiori di quello toccato ad Eluana. E' il caso di un suo cugino militare, impegnato in una missione di pace. Deceduto il 22 settembre 2008 nel silenzio e nell'indifferenza più totali.
Confrontando il profluvio di scritti su Eluana e il dimenticatoio nel quale è caduta la morte di Andrea, vien fatto di pensare a come strumentalizzati siano i diritti di cittadini, a seconda degli appoggi politici di cui uno gode.
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