Apriamo con la prima pagina del Messaggero Veneto
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Dopo il richiamo di Obama: aiuti solo in caso di alleanza
Trichet: la crisi Ue peggiora crolla la fiducia nelle imprese
E le Borse tornano a cadere
Fatta l’intesa Chrysler-Fiat Pronti i fondi
ROMA. Il governo Usa non vuole fare svanire l’industria automobilistica americana, ma condiziona i nuovi aiuti a una drastica svolta produttiva e di management. Ed è pronto a versare altri sei miliardi di dollari a Chrysler per sostenere la partnership con Fiat. L’ accordo tra le due case automobilistiche è stato annunciato poco dopo il discorso di Obama, che aveva bocciato i progetti di ristrutturazione di Gm e Chrysler e denunciato gli errori dei massimi responsabili delle industrie automobilistiche.
Friuli anche ieri flagellato da pioggia e raffiche di vento.
Prevista una breve tregua, nuove precipitazioni da domani e fino a venerdì
Il corpo del boscaiolo di Platischis è stato rinvenuto dalle squadre della Finanza.
Domenica l’uomo era andato a controllare una centralina idroelettrica
Maltempo, il disperso trovato morto
Taipana, recuperato il corpo del 51enne Giuseppe Giacomini, scomparso domenica.
Era in una forra
Problemi in montagna per l’abbondante nevicata. Molti torrenti oltre i livelli di guardia
UDINE. Ha provocato una vittima l’ondata di maltempo abbattutasi sul Friuli. E’ stato, infatti, trovato privo di vita, in una forra, Giuseppe Giacomini, di 51 anni, disperso da domenica in una zona di campagna vicino alla sua abitazione a Platischis, frazione di Taipana. Il corpo è stato rinvenuto da unità cinofile della Guardia di finanza in una forra poco distante dall’impianto idroelettrico che l’uomo stava ispezionando. I nubifragi abbattutisi su tutta la provincia hanno portato molti corsi d’acqua a raggiungere il livello di guardia, mentre in montagna è tornata la neve.
Il Cipe ha spostato oltre 3 miliardi Rhoss: in “cassa” 300 dipendenti
Ristrutturazione alla Dm Elektron
Caffaro, niente soldi per la bonifica Tutte le risorse al ponte di Messina
TORVISCOSA. Spariscono i fondi nazionali per le bonifiche delle zone industriali inquinate, fra cui la Caffaro di Torviscosa. Il Cipe, infatti, ha trasferito gli oltre 3 miliardi di euro previsti per il risanamento delle aree degradate al piano per le grandi opere. Fra queste il ponte sullo Stretto di Messina, inserito come priorità. Un cambio di destinazione, in contrasto con gli annunci di qualche giorno fa del ministro Scajola, che sembra mettere la parola fine a un finanziamento per affrontare l’emergenza Caffaro. La conferma da Roma arriva all’indomani di un vertice con i sindacati della chimica. Ed è subito allarme tra le parti sociali: «A questo punto per l’azienda si profila l’amministrazione controllata o il fallimento».
ALLEATI E CONCORRENTI
LA LEGA TEME UN PDL AL 51% di FERDINANDO CAMON
Per capire com’è messa la destra, quanto è solida, quale consenso ha, come si prepara alle nuove elezioni, ci manca un dato fondamentale: non conosciamo le intese tra Berlusconi e Bossi. Erano in programma ieri sera in una cena ad Arcore. Un incontro fra leader. E questo la dice lunga: Bossi “è” la Lega come Berlusconi “è” il Pdl. Sono uomini-partito.La Lega attorno a Bossi e il neonato Pdl attorno a Berlusconi si collegano non per adesione ideologica o programmatica, ma per fedeltà. Salendo sul palco per fare il suo discorso, Berlusconi ha ringraziato i delegati presenti non per il contributo d’idee, ma per l’«affetto». E l’affetto va alla persona, crea cioè un rapporto personale. Questo è un punto di forza per Silvio Berlusconi, ma è un punto di debolezza per il Pdl: perché l’affetto non è trasferibile, il leader su cui si scarica l’affetto non ha un sostituto e nel partito non c’è una gerarchia, c’è il capo, poi il vuoto. Per questo Berlusconi fa continue battute sulla propria longevità, sulla salute, sulla capacità lavorativa, che in effetti è sorprendente. E per questo, dalla parte opposta, si spia ogni sua minima traccia di cedimento, «s’è fatto operare a un ginocchio nella clinica di Totti», «nel discorso s’è imbalbato due volte». Il Pdl ha un leader, ma non ha un successore. Ma la politica della destra sarà la politica del leader del Pdl? Per rispondere a questa domanda dovremmo essere stati invitati alla cena di ieri sera ad Arcore. Il che non è avvenuto.Perché la politica della destra fosse la politica del Pdl bisognerebbe che il Pdl avesse il 51% dei voti. La Lega spera che questo risultato non venga mai raggiunto, perché metterebbe fine alla sua utilità e alla sua necessità. L’utilità e la necessità della Lega sono la ragione per cui la destra accontenta le sue richieste, compresa quella del federalismo, e la spartizione elettorale dei comuni, delle province e delle regioni. Ieri sera si dovrebb’essere discusso proprio di questo: in ballo c’è il governo delle Regioni Veneto e Piemonte, oltre che delle province di Padova, Verona, Venezia, Rovigo e Belluno. In Lombardia è in discussione Brescia. Da mesi la Lega fa capire che vuole governare due delle tre regioni, Veneto, Lombardia e Piemonte. Il Pdl risponde di essere in costante crescita in Lombardia, mentre la Lega è stazionaria. E questo ha una grande importanza in funzione anti-Pd: se il Pdl lucra i voti della crescita, il Pd scende a livelli ininfluenti. Secondo la “Stampa” di ieri, la Lombardia resterà al Pdl; in tal caso, la Lega potrebbe chiedere con più forza Veneto e Piemonte.Il Pdl è appena nato e già si capisce che a destra la Lega assume una funzione concorrenziale, ma non come fa l’Italia dei valori a sinistra: a sinistra più cresce l’Idv più cala il Pd, a destra la Lega cresce a fianco di un partito unico che cresce. Il pericolo per la Lega è che il Pdl cresca fino a veder possibile il 51% con un aiutino che non gli verrebbe dalla Lega, ma potrebbe arrivargli dall’Udc. Casini ha già fatto qualche esplicito accenno. Governare con Casini sarebbe per Berlusconi meno traumatico che governare con Bossi. Ma questa è un’operazione lunga, ha bisogno di preparazione.Adesso Berlusconi punta a un risultato immediato: far sentire i nemici del suo partito come nemici dell’Italia. Chiamare il Pdl “partito degli italiani” serve a questo: se è il partito degli italiani, perché raggiunge la maggioranza degli italiani, chi ostacola il Pdl ostacola il popolo italiano. Berlusconi spiega di avere scelto lui il nome “Popolo” della libertà, perché il potere sta nel popolo, come dice la parola democrazia. Ora, dopo aver detto alla sinistra che il suo partito unico dovrà fare un passo indietro, perché come Pd non vincerà mai niente e le uniche chances di vittoria le avrà se ridiventerà Unione (non lo dico io qui, lo ha detto Prodi la settimana scorsa), bisogna dire alla destra che la democrazia come la intende Berlusconi separa il potere dal popolo, innalza i partiti sugli elettori, fa degli elettori dei semplici ratificatori delle nomine al Parlamento già decise dai partiti. Dopo di che usare questi parlamentari per una profonda modifica della Costituzione diventa un atto pericolosissimo, perché farebbe della Costituzione una carta in cui i poteri e i doveri non sono emanazione di un’autorità del popolo, ma di un’autorità sovrappopolare, che si attribuisce sul popolo una funzione paterna. Dire, come ripete Scalfaro, che «la Costituzione non si può toccare perché è sacra» è una generosa sciocchezza: la Costituzione è un prodotto di uomini, sia pure grandi e nobili, i padri della patria, e tutte le cose fatte dagli uomini invecchiano e decadono. La storia le fa nascere con una data di scadenza e sarebbe meglio se la scadenza fosse scritta sul prodotto. Dei grandi fattori storici che condizionavano la nascita della repubblica – fascismo non del tutto debellato, comunismo in marcia su vasta parte del mondo, grandi potenze straniere in rapporti programmatici con i nostri massimi partiti, l’autorità del partito dominante in comunicazione costante con l’autorità della Chiesa, Italia miserabile ed emigrante – nessuno è più valido. Ma come la Costituzione di allora rispecchiava il popolo di allora, sarebbe bene che una Costituzione ritoccata oggi rispecchiasse il popolo di oggi: il popolo, non i partiti.
«Scuola, basta direttori “romani”»
Appello di docenti, friulanisti ed esponenti del sindacato
Udine
Silvana Fachin Schiavi e D’Avolio scrivono ai parlamentari
UDINE. La scuola del Friuli Venezia Giulia non può essere gestita dall’ennesimo funzionario romano. E’ questo l’appello lanciato da docenti, friulanisti e sindacalisti.
Bollini “truffa” per le autostrade austriache
Ritoccate le tariffe delle “vignette” in vendita nell’area di servizio Fella Est dell’A23
Amaro
La Polstrada denuncia 2 titolari e 7 dipendenti: introiti illeciti per 100 mila euro
AMARO. Una truffa sui bollini autostradali austriaci ai danni degli automobilisti è stata stroncata dalla Polizia stradale di Amaro. Nella stazione di servizio autostradale Fella Est lungo la A23 il prezzo della “vignetta” era ritoccato all’insù ai danni degli ignari utenti ai quali si chiedeva un euro (talvolta di più) in più rispetto al prezzo reale. E’ questa l’accusa con la quale 2 titolari della ditta e 7 dipendenti sono stati denunciati per truffa aggravata.
Fvg, l’agricoltura resiste alla crisi
UDINE. L’85 per cento delle 24.206 aziende agricole presenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia non riesce ad aggredire nella giusta misura il mercato. Proprio per questo motivo la Coldiretti chiede alla Regione di intervenire con una forte promozione del settore, che al momento appare diviso tra luci e ombre. Questo almeno è quanto emerge dalla quarta relazione stilata dall’Osservatorio economico Inea-Coldiretti, sull'andamento del settore agroalimentare nel 2008.
«Ombre perché la crisi – spiega il direttore Coldiretti Fvg Elsa Bigai – ha portato a una riduzione dei redditi in tutte le imprese, mentre i prezzi del latte, dell’uva e del vino sono diminuiti, contro un aumento dei costi della produzione, soprattutto nel primo semestre del 2008». Luci perché di dati positivi ce ne sono.«Nell’ultimo trimestre dello scorso anno – continua il direttore – proprio in corrispondenza con la crisi, il valore aggiunto dell’agricoltura è pari al più 2,4 per cento, rispetto all’anno precedente». Mentre l’export agroalimentare aumenta del 7,4 per cento e l’export agricolo del 4,4 per cento. «Anche l’occupazione agricola è salita – spiega la Bigai – dal più 2 per cento del 2006 si è passati al più 2,8 per cento nel 2008».Il tutto mentre il prezzo del latte da stalla rimane stabile (e addirittura per i primi mesi del 2008 al di sotto delle quotazioni del 2001) e il formaggio aumenta del 15 per cento. Il mais, secondo i dati dell’osservatorio, è quello che ha risentito maggiormente dell’instabilità del mercato. È passato da 20 euro al quintale dell’inizio dell’anno, fino a rasentare i 10 euro al quintale alla fine del 2008.«Tutti dati – spiega il presidente Coldiretti Fvg Dario Ermacora – che ci serviranno per elaborare una strategia, che ci permetta di emergere da questo momento di difficoltà, dovuto alla marginalità. Inutile ricordare che solo il 17 per cento del valore del prodotto sul mercato va al mondo della produzione». Ermacora ricorda poi i progetti della Coldiretti regionale e nazionale per la creazione «di una filiera tutta agricola – sottolinea – che passa attraverso l’etichettatura e la valorizzazione dei prodotti del territorio. Un vantaggio per il produttore, ma anche per il consumatore, tra i quali deve esserci un’alleanza».Il mondo dell’agricoltura soffre poi di grandi contrasti. «A fronte di una domanda praticamente azzerata le imprese non riescono a lavorare – continua Elsa Bigai – mentre la domanda dell’export sta tenendo, ma il reddito non migliora». E soffre anche del paradosso per eccellenza. «C’è un’eccessiva biforcazione – spiega la Bigai – tra i prezzi della produzione e quanto pagano i consumatori il prodotto finito».L’indagine, supportata dalla banca popolare FriulAdria – Crédit Agricole, è stata condotta su 60 aziende della Regione, prendendo in considerazione cinque prodotti agricoli: la mela, la trota, la patata, la farina da mais e il formaggio latteria.Da sottolineare, tra gli altri alimenti presi in considerazione, che la produzione di patate è aumentata del 31,4 per cento, per un aumento della superficie investita, oltre che per una maggiore resa a ettaro.Ilaria Gianfagna
Pausini e Bolle due superstar a villa Manin
CODROIPO. Laura Pausini e Roberto Bolle. Sono loro le prime due superstar che illumineranno l’estate di spettacolo a villa Manin. La Lauretta nazionale sarà a Passariano il 27 giugno, mentre il re della danza classica si esibirà il primo agosto in uno dei momenti clou del cartellone di appuntamenti che sarà presentato domani, alle 12.30, nella sala Prospettive della residenza dogale da Enzo Cainero, commissario straordinario dell’Azienda speciale Villa Manin, da Loris Tramontin, presidente di Azalea Promotion, da Andrea Del Favero, direttore artistico di Folkest, e da Attilio Perissinotti, presidente di Virus Concerti, un poker di professionisti che garantisce un’altra stagione di eventi di altissimo profilo nella magnifica cornice storica e artistica di Passariano.E si tratta anche della prima volta di Laura, una cantante amatissima dai giovani, e non solo, capace di richiamare il pubblico delle grandi occasioni. Basti pensare che il suo tour, partito da Torino il 5 marzo, sta andando avanti di sold out in sold out. E così sarà anche il 16 e il 17 aprile a Treviso. Ma siamo sicuri che le cose non andranno diversamente a villa Manin, dove sono attese migliaia di fans friulani.Che dire poi di Roberto Bolle che non sia già stato detto? Siamo di fronte a uno dei grandi della danza, un’autentica superstar classica che, dopo tanto tempo, torna da noi in Friuli per deliziarci con le sue divine evoluzioni nel segno dei più celebri passi dell’arte di Tersicore.
Addio a Nigris, fu l’inventore del Palio teatrale studentesco
UDINE. Uno tra i protagonisti della guerra di Liberazione, fondatore del Teatro club e ideatore del Palio teatrale studentesco, ma anche fondatore dell’Istituto friulano per la storia del Movimento di liberazione, insegnante allo Zanon per quasi trent’anni. Ciro Nigris, scomparso domenica mattina all’età di 87 anni, era tutto questo e molto di più: una persona dall’alto profilo, stimata e benvoluta. I suoi funerali saranno celebrati domani nella chiesa di San Giorgio, in via Grazzano, alle 15.30.
Firenze onora Englaro tra le proteste del Pdl
FIRENZE. È Eluana la cittadina onoraria di Firenze. Per il padre Beppino Englaro è questo il senso dell'onorificenza consegnata a lui ieri in Palazzo Vecchio, tra molti applausi e alcune polemiche e contestazioni. «Io sono solo il tramite delle sue parole, della sua volontà» - ha spiegato - e «lei era ribelle come ribelle è da sempre Firenze».
Englaro, da oggi fiorentino onorario, sceglie di assegnare a Eluana, morta il 9 febbraio, questo riconoscimento perchè «lo spirito fiorentino e quello di mia figlia sono in perfetta armonia: sono irriducibili contro tutte le forme di oppressione e di autoritarismo».Parole che risuonano nel salone dei Duecento affollato di pubblico, di consiglieri comunali, di giornalisti e fotografi, ma anche davanti ai banchi lasciati vuoti dai consiglieri di centrodestra, usciti nel momento in cui il presidente Eros Cruccolini dichiara aperta la seduta straordinaria del Consiglio.Prima gli esponenti del Pdl gli hanno consegnato una lettera in cui ribadiscono il rispetto «per il suo dramma personale», ma ripetono che la sua «è una cittadinanza moralmente dimezzata».Al suo ingresso nel salone dei Duecento Peppino Englaro era stato accolto da un applauso di oltre 4 minuti, partito dal pubblico, al quale si sono uniti gli ospiti, i consiglieri dei gruppi di sinistra e parte di quelli del Pd. Probabilmente è rimasto colpito anche da qualche attimo di tensione con il pubblico rimasto fuori che ha cercato di entrare, sfondando il cordone dei vigili urbani, per testimoniargli la sua vicinanza mentre nello stesso settore si alzava un cartello contro di lui, «oggi Firenze inneggia alla morte».Divisioni e spaccature che non meravigliano Englaro, che ripete che «è l'argomento del fine vita che è tremendo e spacca le coscienze. Sarà il tempo a chiarire», aggiunge mentre stringe la pergamena con la motivazione ufficiale, una bandiera della pace e sfoggia il Giglio d'oro che l'assessore alla cultura Eugenio Giani, in rappresentanza del sindaco Leonardo Domenici assente perchè impegnato a Roma, gli ha messo sulla giacca.Lui, però, non vuole fare polemiche. Per Beppino è giorno di festa, perchè «l'Eluana era affascinata da Firenze: c'era stata tante volte e, non ricordo se nel 1989 o nel 1990, ci venimmo insieme: lei, mia moglie e io, e avevamo dormito nello stesso albergo, sui Lungarni, dove sono stato in queste notti». «Ma come si fa a non restare affascinati dalla nostra città», dice parlando ormai da fiorentino.Finisce così questa tre giorni di Englaro nella sua seconda città. Assicura tutti che tornerà presto. Del resto di persone ne ha conosciute molte, iniziando da Enzo Mazzi e don Alessandro Santoro che l’altro ieri lo avevano accolto nelle loro comunità, e che lui ieri ha voluto ringraziare in pubblico. Una grande accoglienza, che «non mi aspettavo, che mi ha colto di sorpresa e mi fa sentire meno solo di quanto lo ero quando lottavo per un diritto, quello di scegliere, come voleva Eluana».
Redditi dei consiglieri E’ Blasoni il più ricco
TRIESTE. Non sfoggiano case vacanza in località alla moda, auto di lusso, barche in darsena. Tutto sommato, la fotografia della situazione patrimoniale 2007 dell’Esecutivo Tondo dipinge assessori dalla vita “sobria”. Ma gli “stipendi” dichiarati dai politici di casa nostra per il 2007 hanno cifre di tutto rispetto e ben lontane da quelle dichiarate dalla maggioranza dei friulani.In cima al “redditometro” c'è Elio De Anna, con 179.517 euro, seguito a ruota da Vanni Lenna con 177.932 euro. Il presidente della Regione, Renzo Tondo, si attesta sui 150.676 euro. A sbaragliare tutti - Giunta e 59 consiglieri - è invece un consigliere regionale: Massimo Blasoni (Pdl), imprenditore nel sociale dalle molteplici proprietà e interessi: per lui, la dichiarazione dei redditi 2007 naviga sui 470.000 euro. Tra le sue proprietà spiccano una Porsche 911 T, una barca da diporto Nice for You Atlantis e quote azionarie nelle società Sereni orizzonti e Alma srl di Udine. Blasoni risulta anche proprietario di due immobili a Udine e Moruzzo. Fanalino di coda è il consigliere piú giovane, Alessandro Corazza (IdV-Cittadini), con 6.098 euro.Dai redditi dichiarati dagli assessori si evince che De Anna, medico di professione, di proprietà ha casa e ambulatorio, a cui sommare 300 azioni della Banca popolare di Vicenza. Meno reddito, ma piú beni, per Vanni Lenna: per lui due auto modello Mercedes, una 320 e una 180 rispettivamente del 2007 e del 2005, un negozio e un ufficio in proprietà, a Tolmezzo e Forni di Sotto, e dei terreni agricoli in proprietà. Il primo reddito “rosa” pesante è quello di Federica Seganti (158.072 euro), proprietaria al 90% della società C.N. Tesini Srl di Trieste e comproprietaria di un’abitazione a Prosecco (Trieste). Segue l’assessore Riccardo Riccardi (155.335 euro): per lui casa a Udine, garage, e dimora a Chiusaforte. A metà classifica c’è il vicepresidente della giunta regionale Luca Ciriani (145.480 euro) e un’auto Alfa Gt del 2004 nella dichiarazione dei redditi. Nella stessa fascia gli assessori Claudio Violino (142.872 euro) e Roberto Molinaro (142.529 euro), tutti consiglieri regionali nella precedente legislatura.Seguono l’assessore Sandra Savino (93.103 euro) e Alessia Rosolen (26.421 euro) proprietaria di una popolarissima Fiat 500 del 2007. Chiude la Giunta l’assessore Vladimir Kosic (20.581 euro), proprietario di una Mercedes 220 del 2002.Nella precedente legislatura i “paperon de’ paperoni” erano il re del caffè Riccardo Illy e il principe del foro di Pordenone, l’avvocato Bruno Malattia. Nella nuova legislatura, a parte Blasoni, nessuno, tra i banchi del Consiglio, supera la soglia dei 300.000 euro. Quello che piú gli si avvicina siede sui banchi del Centrodestra è il commercialista del Carroccio Maurizio Franz: per lui 205.316 euro di reddito, 5 proprietà e 8 comproprietà tra terreni e fabbricati. La maglia rosa è il capogruppo del Pd, Gianfranco Moretton, politico di lungo corso che nel 2007 ha dichiarato 255.072 euro, una Bmw 535 e due immobili in comproprietà a Fiume Veneto. Segue il collega di partito Daniele Gerolin con 188.683 euro e 6 comproprietà tra terreni e fabbricati.Tra i piú generosi nelle donazioni ai partiti, nel 2007, spiccano gli ex consiglieri regionali Kristian Franzil (Rifondazione comunista) e Bruna Zorzini Spetic (Pdci) con circa 33.000 euro. Seguono, nelle casse dei Ds, Nevio Alzetta (23.400) e Mirio Bolzan (20.040 euro). Alla causa della Padania l’ex consigliere Fulvio Follegot ha versato 19.800 euro.Sonia Sicco
UDINE
L’ateneo riduce i corsi di laurea magistrale
UDINE
Raccolta di firme per far riaprire il Barcollo
LATISANA
Medicina riduce le degenze: 1.400 in meno
HINTERLAND
“Al parco 2” rischio demolizioni
UDINE Disagi e proteste per le strade allagate
Il Comune: entro un anno maxi-piano per asfalto e fognature
Decapitata dal marito: «Chattava»
CATANIA
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Segue la prima pagina de Il Gazzettino, edizione Friuli
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Scelte nette alla vigilia del primo compleanno da governatore: «Guai a ridurre gli investimenti»
Rigassificatore, il "sì" di Tondo
Intervista con il presidente della Regione: «Energia, basta con le malinconie»
Udine Sono finiti i giorni nei quali «si poteva fare gli schizzinosi». C’è la crisi. E morde. Ma possiamo trasformarla in una risorsa, con lo stesso spirito che animò i friulani, il loro cuore e la loro passione, dopo la tragedia del 1976. La ricostruzione, qualsiasi ricostruzione, è sempre occasione di sviluppo. Quindi «basta con certe malinconie e facciamo gli elettrodotti dall’Austria e dalla Slovenia. Facciamo il rigassificatore a Trieste. E sotto con i cantieri comunali e le grandi operee, di pari passo». Infatti non soltanto a fine anno partiranno il primo lotto della terza corsia A4 e la Villesse-Gemona, ma «nel 2010 con la finanza di progetto si aprirà anche il cantiere della Sequals-Gemona». Renzo Tondo sta per compiere il primo anno del suo secondo mandato alla presidenza della Regione. Naviga nella tempesta della recessione globale e come tutti non conosce l’approdo. «Ma so che dobbiamo vivere una stagione di buon senso e parsimonia sulle risorse», rinviando tutte le spese che possono essere rinviate «ma mai gli investimenti, che anzi vanno implementati» per «porre in circolo la maggiore quantità possibile di risorse». Quanto alla specialità del Friuli Venezia Giulia, così spesso messa in discussione dalle Regioni ordinarie, «visto che sono entrato nell’Ufficio di presidenza del Pdl spiegherò che per noi l’autonomia non è mai stata privilegio ma sempre responsabilità», attacca Tondo. «E che se anche gli altri avessero agito per tutto questo tempo come abbiamo fatto noi, il Paese starebbe senz’altro meglio». Intanto oggi alle 18 la maggioranza si confronterà a Trieste su sicurezza, immigrati e famiglia.
Comitato per la sicurezza
Il calcio scaccia la Julia da Udine
Alpini e Uefa concomitanti
Nella stessa giornata il ritorno della partita con il Werder Brema e il saluto per il rientro dall’Afghanistan
Udine Alpini e Udinese formano due pilastri dell’identità culturale friulana ma nella città capoluogo, Udine, sembra siano incompatibili. Infatti la sera del 16 aprile è prevista la partita di ritorno di Coppa Uefa tra i bianconeri e il Werder Brema, mentre al mattino si doveva svolgere la cerimonia di saluto per il rientro della brigata Julia dalla difficile missione in Afghanistan con il contemporaneo cambio di comando tra il generale Paolo Serra, cedente, e il pari grado Gianfranco Rossi, subentrante. Il comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, però, ha deciso che questi due avvenimenti non possono svolgersi nella stessa giornata. E siccome l’Udinese non può giocare in altri stadi, a essere dirottato altrove, a Cividale, sarà l’evento degli alpini. Inizialmente la manifestazione era stata immaginata in piazza della Libertà, degna cornice per salutare la brigata che quest’anno festeggerà i sessant’anni dalla sua costituzione e che rientra da una missione molto delicata e rischiosa, nella quale ha assunto la responsabilità del neocostituito Comando regionale Ovest, a Herat. Gli alpini della Julia e in particolare l’8° reggimento di Cividale che svolge il ruolo di forza di manovra principale, si sono comportanti in maniera eccellente, subendo continui attacchi armati, senza subire perdite di uomini, nel contempo svolgendo un apprezzatissimo lavoro umanitario e nel contesto dei progetti di ricostruzione della provincia di Herat, con il contributo anche dell’Ana e delle istituzioni friulane. Nei prossimi giorni la brigata rientrerà alla base e, appunto, il 16 era prevista la celebrazione alla quale saranno presenti il sottosegretario alla difesa e il capo di stato maggiore dell’esercito. All’evento dovrebbero partecipare oltre un migliaio di militari in armi, con una rappresentanza di blindati e altri mezzi, altrettante penne nere dell’Ana, oltre ai cittadini. Il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico presieduto dal prefetto Ivo Salemme ha deciso che non era opportuno che i tifosi tedeschi che presumibilmente giungeranno a Udine per la partita della sera potessero venire in contatto con la manifestazione. Dall’altra parte non era possibile prevedere la concomitanza visti i tempi di organizzazione e gli impegni delle autorità politiche e militari presenti. Umberto Sarcinelli
Vignette a prezzo maggiorato: 9 denunciati
Pedaggi austriaci truffa all’autogrill
Tolmezzo Filmati e ascoltati per due mesi, poi denunciati. Si tratta dei gestori e dei dipendenti dell’autogrill "Fella Est", a Malborghetto, in A23. È l’ultima stazione di servizio che si incontra prima di varcare il confine austriaco e la maggior parte degli automobilisti si ferma per acquistare la vignetta, cioè l’adesivo che fa da pedaggio austradale in Austria. Secondo la Polstrada di Amaro, il tagliando sarebbe stato venduto a 8,70 anzinchè a 7,70. L’ipotesi a cui sta lavorando il procuratore Giancarlo Buonocore è quella di truffa agggravata, reato per il quale la Polstrada ha denunciato a piede libero anche sette dipendenti del "Fella Est". I due gestori sono stati sottoposti anche a una perquisizione. Sono stati sequestrati 150mila euro in contanti nell’abitazione di uno dei soci dell’"Est Service". La convinzione degli investigatori è che il denaro rappresenti la prova che c’erano entrate in "nero".
LA LETTERA
Caro Totò, noi friulani introversi ti siamo vicini
Caro Totò, abbiamo atteso trepidanti il referto sul tuo ginocchio e ora sappiamo che comunque vada è un infortunio importante, per te e per l'Udin. In questo momento vogliamo esserti vicini e farti sentire il nostro affetto e la nostra sollecitudine, con la certezza che da questa vicinanza trarrai le energie indispensabili per sopportare e reagire quel tanto che serve a ritornare quello che sei, per te e per noi tutti. Dispiace molto che nel momento di massima visibilità in carriera tu abbia dovuto pagare un simile prezzo alla cattiva sorte, o meglio, ad un campo di gioco inaccettabile per parametri internazionali. Ma quello che ci dispiace di più è il fatto che mancherai ai tuoi compagni e a noi in un momento cruciale della stagione, cui comunque dovremo e sapremo dare una risposta in termini di impegno moltiplicato e di dedizione alla causa. I ragazzi di cui sei capitano saranno in grado di mettere in campo tutto l'orgoglio e il talento al servizio della causa dell'Udinese, sicuri che tu sarai da capitano a incitarli e sostenerli; anche noi reagiremo alle avversità moltiplicando il nostro supporto. Certo, nessuno può surrogare la tua classe ma è anche vero che nelle difficoltà si vede di che pasta son fatti gli uomini. Come sai, noi friulani siamo un po' così, introversi e imbranati a mostrare emozione e commozione: sappi comunque che siamo tutti con te, con la squadra e la società, a difesa di quel patrimonio sportivo e simbolico che è l'Udin per il Friuli tutto. Questo incitamento è al contempo rivolto a te, con il più affettuoso augurio di una completa guarigione, così come a Damiano ed Andrea, altrettanto preziosi ed utili alla squadra, che ora ha bisogno di sapervi e saperci prossimi in un momento tanto delicato e decisivo. I ragazzi devono essere consapevoli che il loro capitano ed i loro compagni da fuori non li abbandonano e che i loro tifosi li sostengono e li amano tutti come non mai. Claudia Marcuzzi Forum FuarceUdin
Sul sito la data del 27 giugno
Laura Pausini a Villa Manin
Udine Laura Pausini a Villa Manin il 27 giugno? È questa l’indiscrezione che corre sul web e che si trova anche sui portali specializzati in spettacoli ed eventi (come www.udine20.it). Sul sito ufficiale della cantante (www.laurapausini.com) la data del 27 giugno a Codroipo viene data come certa. Ieri è stato annunciato il tour della Pausini che prevede il 17 marzo una data a Treviso, ma ancora non si è parlato di date estive per i suoi concerti. Ma, come hanno notato gli aficionados, alla presentazione di Music ’n live, sul cartellone di Azalea pare che comparissero anche i nomi degli Oasis (che potrebbero andare in piazza Unità a Trieste) e della Pausini. Domani a Villa Manin sarà annunciata la stagione estiva musicale. Tutti gli indizi sembrano portare a un grande concerto sul prato della dimora di Passariano. Negli ultimi anni d’altronde è stata una tradizione, visto che si sono visti sia Bruce Springsteen sia i Rem. Adesso potrebbe essere la volta di Laura Pausini, che al momento è una delle cantanti italiane più popolari al mondo.
REDDITI
È Blasoni il "paperone" del consiglio regionale
Udine Massimo Blasoni, con i suoi 470mila euro, è di gran lunga il più ricco tra i consiglieri, gli assessori e dirigenti regionali del Friuli Venezia Giulia in attività. È il verdetto delle dichiarazioni dei redditi 2007 pubblicate sul Bur dalle quali emerge che nessuno ha guadagnato nemmeno la metà del consigliere del Pdl.
ENTI LOCALI
Anche l’amministrazione provinciale si dota della posta elettronica con valore legale
Posta Elettronica Certificata (Pec): come dire il futuro è già in… linea per l0amministrazione provinciale di Udine. Questo nuovo strumento di comunicazione è stato adottato in questi giorni da palazzo Belgrado, in linea con quanto previsto dal Decreto legislativo n.82 del 2005 che affida allo Stato, alle Regioni e alle Autonomie locali il compito di “assicurare la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale e si organizzano ed agiscono a tale fine, utilizzando con le modalità più appropriate le tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Questo strumento – spiega l’assessore provinciale all’Informatica Mario Virgili – permette di dare ad un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomandata tradizionale con ricevuta di ritorno. Nello specifico: in occasione dell’invio di una mail Pec, il gestore Pec del mittente, invierà a quest’ultimo una ricevuta che costituirà valore legale dell’avvenuta (o mancata) trasmissione del messaggio con precisa indicazione temporale del momento dell’invio. Allo stesso modo il gestore del destinatario fornirà al mittente una ricevuta di avvenuta consegna con le coordinate temporali. In caso di smarrimento di una delle ricevute è possibile risalire alla traccia informatica interpellando i gestori del servizio. Dal punto di vista dell’utente, una casella di posta elettronica certificata non si differenzia da una casella di posta normale, ricorda Virgili, cambia solo il meccanismo ed il canale di comunicazione. La posta elettronica certificata, per essere tale, deve attenersi alle regole fissate dal DPR numero 68/05, e dalle successive integrazioni. Queste norme, insieme ad altre ne stabiliscono la validità legale, le regole e le modalità di utilizzo. Questi processi di dematerializzazine del cartaceo – evidenzia Virgili – costituiscono un’ulteriore forte spinta all’innovazione informatica nella Pubblica amministrazione, con positive ricadute per i cittadini, le imprese e le istituzioni. Attraverso questa modalità è possibile superare le barriere, le distanze e le attese derivanti dalla dislocazione dell’amministrazione e dei suoi uffici sul territorio. Con il formato elettronico – argomenta Virgili – si ha, inoltre, una maggiore affidabilità rispetto ai classici atti prodotti in forma cartacea.
TARVISIO
Improvvisa coda dell’inverno con neve e blocchi di energia
MARTIGNACCO-PRECENICCO
Alla Safilo si torna al lavoro ma restano anche i presìdi
UDINESE
Di Natale, oggi si decide l’opportunità dell’operazione
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Infine la prima pagina de Il Piccolo
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INCIDENTE A TERNOVA
Carrozziere muore nello schianto in auto contro un albero
La vittima è William Ursich, 42 anni Aveva avuto problemi con la giustizia
TRIESTE È andato a schiantarsi con l'auto contro l'albero. Così ha perso la vita William Ursich, 42 anni, professione carrozziere, residente a San Pelagio. Si trovava a percorrere la Strada provinciale 6, diretto da Gabrovizza verso Ternova Piccola, ma non ha fatto in tempo a entrare nella piccola frazione del Carso che la vettura su cui si trovava alla guida, una Panda 4 X 4 Sisley color verde, ha sbandato ed è andata a sbattere contro un albero situato sul rettilineo. L'auto è capottata ed è rimpiombata, con le lamiere accartocciate, sull'asfalto, adagiata su un fianco, dalla parte del conducente. Il carrozziere è deceduto sul colpo. L’uomo in passato aveva avuto problemi con la giustizia.
L’AUTO IN CRISI
Obama sblocca l’intesa da 6 miliardi tra Fiat e Chrysler
Crolla la fiducia nelle imprese Ue Italia maglia nera. Giù tutte le Borse
ROMA Via libera di Barack Obama al piano per salvare la Chrysler, in procinto di stringere un’alleanza con la Fiat. «Non lasceremo che il settore auto svanisca», ha annunciato il presidente degli Stati Uniti nello sbloccare fondi per circa sei miliardi di dollari da destinare all’operazione. Ma la situazione economica generale, anche in Europa, è ancora precaria. L’Ocse stima disoccupazione a due cifre per il 2010, la fiducia nelle imprese dell’Ue scende e l’Italia è in coda alla classifica. Ieri giornata disastrosa per tutte le Borse mondiali, con forti perdite.
ORRORE A SESANA. LA DONNA LAVORAVA COME ESTETISTA A OPICINA
Mamma soffoca i figli di due e quattro anni
Telefonata al nonno dopo il delitto: «Leggo le favole ai piccoli, ma loro non respirano»
SESANA Soffoca i suoi due bambini, poi chiama suo padre e al telefono racconta: «Sto leggendo le favole ai piccoli, ma loro non respirano più». L’agghiacciate duplice delitto è avvenuto sabato notte in Slovenia a Sesana, a pochi chilometri dal confine di Fernetti. Le vittime sono due frugoletti di 2 e 4 anni appena, Ema e Mitja. L’assassina è la madre, Kristina Mislej, 35 anni, estetista che lavorava anche a Opicina. La donna era depressa dopo essere stata lasciata dal marito.
REDDITI 2007 DI CONSIGLIERI E ASSESSORI REGIONALI
Il più ricco è Blasoni, mister Mezzo milione
Triestini ”poveri” rispetto ai friulani. In giunta spicca De Anna. Dirigenti: vince Zollia
TRIESTE È il friulano Massimo Blasoni, forzista (ora Pdl) impegnato nel campo del business delle case di riposo, il consigliere regionale di gran lunga più ricco: nel 2007 ha dichiarato al Fisco poco meno di mezzo milione di euro. I dati sono stati resi noti ieri. Tra gli assessori spicca il pordenonese Elio De Anna, con quasi 180 mila euro. In media, i politici triestini risultano più ”poveri”.
DEPRESSIONE ASSASSINA
NEL BUIO DELLA MENTE di FERDINANDO CAMON
Notizia più triste non si può immaginare, come la leggi ti toglie la voglia di vivere. Questa madre ha ucciso i due figli molto piccoli e ha continuato a curarli anche dopo, gli è rimasta vicina.
Poi ha chiamato il proprio padre, il nonno dei piccoli, perché venisse a svegliargli. Il proprio padre, non il padre dei piccoli. Perché tra la donna e il marito c’era stato il divorzio.Poiché ogni omicidio, come ogni suicidio, è un mistero, l’unica chiave che la cronaca ci offre per aprire questo mistero è il divorzio. Il divorzio può essere il coltello capace di tagliare l’esistenza di una coppia stabilizzata da due figli, quindi una famiglia a quattro, che di solito è un’unità molto resistente. Una coppia è fragile, una coppia con un figlio è già più resistente, una coppia con due figli è o dovrebb’essere cementata. La cronaca ci smentisce doppiamente e ci fa crollare il terreno sotto i piedi: noi siamo costruiti su poche verità stabili, e fra queste la più stabile è l’amore madre-figlio. Non siamo portati ad ammettere eccezioni. Se una madre uccide il figlio, non significa che l’amore non c’era. E non significa nemmeno che quell’amore s’è convertito in odio. Significa che su quel rapporto si sono inseriti altri rapporti e lo hanno travolto. Non diciamo che qui il divorzio avesse questa forza traumatica, non lo sappiamo, ne sappiamo troppo poco, la notizia resterà avvolta nel buio. Sappiamo però che la povera madre soffriva di quel male oscuro, trascurato, sottovalutato, mai curato, che si chiama depressione, e che è in assoluto una delle più gravi disgrazie che possano colpire una persona.La depressione è un’ipoteca su ogni esperienza della vita, se ti càpita qualcosa di buono la depressione gli taglia via ogni bontà, ne fa un’esperienza neutra e insipida, ma se ti càpita qualcosa di brutto la depressione lo moltiplica per mille, e te lo trascina dietro finché campi. La depressione è un veleno costante, intossica la vita minuto per minuto. Piomba sulle persone più sensibili, quindi fragili. La sensibilità le rende amabili, infatti molte si sposano, e se hanno figli stanno sempre con loro. La persona depressa avrebbe bisogno di un risarcimento, è in credito con la vita, e invece succede che la depressione crea intorno a lei l’isolamento, taglia i rapporti con gli amici, e può far perdere le relazioni di lavoro. Qui, questa povera madre, infatti, aveva perso il lavoro: era estetista-massaggiatrice, un lavoro che creava e manteneva molte relazioni, proprio uno di quei lavori nei quali le donne che ci si trovano coinvolte "spartiscono la vita", si dicono tutto. Perdere questo lavoro dev’essere stato per la madre come perdere il mondo. Alla doppia perdita, del marito e del lavoro, la donna non ha resistito: ha ucciso i figli, è vero, ma in quei figli ha ucciso se stessa, dopo di che ha chiamato la persona (forse l’unica) che nella sua mente la amasse, il padre.Per i delitti come questo, il figlicidio plurimo, la donne tirano in ballo Medea, il personaggio del mito greco che sterminò i figli dopo che il marito l’aveva lasciata: la moglie vuol punire il marito per il tradimento e l’abbandono, e lo punisce uccidendo il figlio o i figli che lui le ha dato e che sono il frutto di un rapporto sentimentale che adesso la donna rinnega e vuol cancellare. Vuol cancellarlo retroattivamente, eliminare le prove di quel rapporto, vivere come se quel rapporto non fosse mai stato. Il marito non potrà spiegare nulla di questa tragedia. Neanche il padre. Neanche lei, la madre. E noi, possiamo solo avanzare ipotesi, cercare qualche risposta. Probabilmente, quando le risposte che ci vengono sono più di una, vuol dire che ognuna porta il suo pizzico di spiegazione.Ferdinando Camon(fercamon@alice.it)
TRATTATIVE IN VISTA DEL G20
DA GERMANIA E CINA BACCHETTATE AGLI USA di GABRIELE PASTRELLO
Giovedì si aprirà a Londra la riunione del G20, il gruppo dei venti Paesi economicamente e politicamente più rilevanti. Il presidente degli Usa, Barack Obama, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si sono fatti precedere dall’annuncio delle loro posizioni di partenza, con le rispettive interviste al Financial Times. Ma anche la Cina ha fatto capire di aspirare a un ruolo, con le dichiarazioni del presidente della Banca centrale cinese evidentemente ispirate dal presidente della Repubblica Hu Jintao. Si tratta di mosse di apertura di una complessa trattativa, che vanno quindi prese con cautela.Il presidente Obama ha fatto due dichiarazioni importanti. La prima consiste nell’ordine dato ai problemi. In primo luogo viene l’esigenza di dare un forte stimolo all’economia. In secondo, di rimettere il sistema bancario in grado di esercitare il suo ruolo ordinario di finanziatore dell’economia, rimuovendo ciò che oggi lo blocca: i titoli cosiddetti tossici. In terzo luogo si deve procedere alla riforma del sistema finanziario mondiale, in modo da mettere paletti che possano evitare il ripetersi di crisi come questa.La seconda dichiarazione importante è che il presidente Usa capisce che ogni Paese ha i suoi tempi e le sue necessità politiche e quindi si prepara alla discussione senza voler forzare la situazione. Questa dichiarazione, se letta insieme a quella in cui dice che regolazione e stimolo non sono contrapposti, ma devono andare di pari passo, è evidentemente indirizzata al cancelliere tedesco Angela Merkel che, nella sua intervista, ha mostrato infatti di apprezzare la posizione di Obama.Questa, però, è stata l’unica nota cooperativa dell’intervista.
La Merkel ha ribadito la sua analisi sulle cause della crisi: eccesso di liquidità creata dopo l’11 settembre 2001 e spese al di sopra delle possibilità. Siccome la Germania è un Paese esportatore, quest’ultima affermazione non può che riferirsi al deficit commerciale degli Usa. Ma se gli Usa non comprassero più di quanto vendono, come farebbe la Germania a vendere più di quanto compra?Del resto la Merkel è in perfetta sintonia con Hu Jintao che ha chiesto che gli Usa rimettano in ordine la loro economia per esser disposto ad acquistare ancora titoli di Stato americani. Ma se gli Usa davvero azzerassero deficit commerciale e deficit del bilancio dello Stato, non avrebbero più alcun bisogno né delle merci cinesi, né dei dollari delle riserve cinesi. Anche la minaccia, espressa dal presidente della Banca centrale cinese, di passare ad altre monete di riserva si ritorcerebbe contro la Cina, riducendo il valore dei dollari posseduti. Queste affermazioni vanno prese, quindi, come mosse di una contrattazione da farsi, visto anche che Merkel è sotto elezioni, cosa di cui Obama è consapevole.In realtà la partita comincerà a chiarirsi tra l’autunno e l’inverno, dopo le elezioni tedesche. Allora si vedrà se lo stimolo dell’amministrazione Usa darà effetti consistenti e se di questi effetti beneficerà anche l’Europa. Se le risposte saranno positive, la Germania avrà avuto ragione a rinviare l’aumento delle spese sul bilancio dello Stato. Ma se fossero negative, bisognerà rimboccarsi le maniche. Allora, se sarà ancora Cancelliere, Angela Merkel forse ritirerà le affermazioni che oggi sta avanzando con orgogliosa sicurezza.Gabriele Pastrello
Marina San Rocco vendesi: 12 milioni
Perde 2,8 milioni all’anno. La Delfin di Del Vecchio tratta con una multinazionale
TRIESTE La Marina di Porto San Rocco è in vendita. A prezzi di stralcio, pare: non più di 12 milioni di euro. Realizzata, non senza difficoltà, sulle rovine dell’ex cantiere navale, non interessa più ai suoi investitori. Perde, dicono fonti non ufficiali, qualcosa come 2,8 milioni di euro all’anno. Attualmente di proprietà della finanziaria lussemburghese Delfin di Leonardo Del Vecchio (Luxottica) che ne detiene il 95 per cento delle quote (l’altro 5 per cento è detenuto da soci privati, Azzano, Pagnontin e Paoluzzi), cerca da tempo possibili acquirenti. E qualcosa si sta muovendo. Il tam-tam, insistente a Muggia nell’ultimo periodo, parla di qualcosa di più di semplici prese di visione.
“Attenti alle Rose”, con Roveredo nella tragedia di un uomo solo di ALESSANDRO MEZZENA LONA
A sbattere la porta, di solito, sono gli uomini. Perché oltre la soglia di casa c’è un’altra donna più giovane, più bella, più... E le mogli, dicono, a lungo andare, diventano prevedibili, ripetitive. Insostenibili. Ma se a mollare tutto, a vuotare gli armadi, a cambiare aria è lei? Il centro di gravità permanente della coppia. Il punto fermo di giornate tra loro tutte uguali. Insomma, che catastrofe si porta dietro l’essere abbandonati da una donna?Tremano le gambe solo al pensiero di dover affrontare queste domande. Pino Roveredo ci ha provato. E un po’ fantasticando, un po’ ricomponendo quel collage di storie di vita vissuta che si porta dentro, ha costruito un nuovo romanzo con la storia di un uomo che viene abbandonato dalla sua donna. ”Attenti alle rose” (pagg. 166, euro 16,50) viene distribuito domani nelle librerie dalla casa editrice Bompiani. Il libro va ad arricchire un percorso letterario iniziato dallo scrittore triestino con ”Capriole in salita” e coronato dalla vittoria ex-aequo del Premio Campiello con ”Mandami a dire”.La tragedia di un uomo che resta solo comincia così, come uno scherzo. Per anni Sergio ha confinato sua moglie nell’angolo più lontano della propria vita quotidiana. L’ha trascurata, sfidata, zittita, umiliata, lasciata invecchiare. Le ha negato il sorriso, gli sguardi d’amore, le parole che superano la banalità della routine. E lei, Gianna, piano piano ha iniziato a costruirsi un’altra vita. Portando via di casa le sue cose un po’ alla volta. Vuotando i cassetti come un ladro. In silenzio, senza farsi vedere. Trovando scuse banali: «La biancheria? Sarà in lavatrice, stesa ad asciugare, o un po’ qua e un po’ là, sparsa per la casa». E il cappotto nero di pelle? «L’ho portato il pulitura». E le scarpe? «Un po’ erano vecchie e le ho regalate, un po’ sono dal calzolaio, e un po’, un po’... non mi ricordo».E quando un giorno Sergio rincasa e non trova nessuno, se non il silenzio infinito di un appartamento dove non c’è anima viva ad aspettarlo, in un primo tempo prova un’ebbrezza di libertà sconfinata. Può fumare, può mettere i piedi sul tavolo, può mangiare sbrodolandosi. Senza mai sentire la voce di Gianna che lo rimprovera. Può rincasare a notte fonda, può bere fino a sfinirsi, dilagare nel letto senza timore di disturbare l’altra che dorme. E, soprattutto, può sognare nuove avventure con donne mai conosciute.Ma quel senso di euforia dura molto poco. Primo perché Sergio si sente ferito nell’onore di marito abbandonato. Ma come, lui non ha mai pensato di andarsene di casa e lei lo molla così? Proprio Gianna, che non c’era piastrella in casa che non risplendesse come uno specchio. Che non c’era giorno in cui non la sorprendesse a lavare, a cucinare, a rimettere tutto in ordine, con una costanza maniacale. E poi, a farlo infuriare è il pensiero che sua moglie non gli abbia elargito uno straccio di spiegazione. Non gli abbia spiegato un bel niente, come se fosse tutto già chiaro e non valesse la pena spendere una parola in più.Non bastasse, Sergio comincia a diventare lo zimbello dei vicini. E il bersaglio preferito di una lunga serie di telefonate anonime. Fino ad arrivare alla rivelazione: sua moglie sarebbe scappata con un comunista. Un comunista? E chi se non Adriano, il suo grande amico. Quello che, un tempo, ”usava e gettava” le ragazze come fossero oggetti da consumare in fretta. E che, proprio perché con Gianna si era comportato allo stesso modo, tutto sommato aveva favorito il loro incontro. Il fidanzamento prima, il matrimonio poi.Possibile? Proprio Adriano. A Sergio non resta che controllare di persona. E quando scopre Gianna di nuovo bella, di nuovo ben vestita e affascinante, il mondo non può che crollargli addosso. Perché lui, per capire il vero motivo che ha spinto sua moglie ad abbandonarlo, a preferirgli il suo amico Adriano, deve costringersi a scandagliare a fondo la propria vita. Deve trovare il coraggio di guardare negli occhi i ricordi, il passato.Ed è da lì, da quel tempo che si è lasciato alle spalle, senza mai riportarlo sul palcoscenico della memoria, che fioriscono le risposte. Le spiegazioni. E una collezione di storie, o di ”rose” come le chiama Pino Roveredo. Tappe da ripercorrere con il cuore in gola, con gli occhi umidi e la voce che trema. La prima a farsi avanti è una prostituta, un’albanese che Sergio trova sulla strada, tra tante, e con cui si intrattiene rapidamente, senza gioia. Dentro gli occhi della ragazza c’è un vecchio sogno: quello della fuga d’amore con il suo principe azzurro, Vladi, che finirà in un viaggio da incubo verso l’Italia. Con l’umiliazione, poi, di passare per il mercato del sesso a pagamento. Della violenza quotidiana.Ma incontro a Sergio cammina anche il ricordo di Teresa Desanti. Della più bella barista che lui abbia visto. Una donna sposata, innamorata del ragazzo più timido e appartato mai visto al bar, che aveva consumato quella storia in gran segreto. E che, un giorno, aveva visto sparire il suo Igor tra le braccia della Morte. Ucciso in un incidente stradale. E poi si fa avanti Vinicio ”il matto”, che aveva trovato l’amore mentre aspettava di addentare il suo panino alla festa della Madonna Consolata. Ma quel momento di felicità non poteva durare, era destinato a svanire. Perché lui, come lei, agli occhi della società appariva ”strano”, ”diverso”.Altre ”rose” aiutano a mettere a fuoco la vita di Sergio. Suo padre Bruno, per esempio, capace solo di farsi servire. E di impartirgli consigli inutili della serie «tu le donne le devi comandare». E il figlio mai nato. Quel bambino che lui e Gianna non hanno voluto perché, in realtà, non gli hanno mai fatto spazio nel loro cuore.Serviranno, le ”rose”, a far capire a Sergio quanto lontana da sé ha spinto la sua Gianna. Per tentare di riconquistarla, però, ormai è tardi. La vita non è un romanzo, Roveredo lo sa bene. L’«happy end» risulterebbe ridicolo, retorico. Ma questo libro, che commuove e diverte, sa trovare la poesia anche dentro le pozzanghere della realtà.
Tarsu e Ici evase, il Comune fa lo sconto a chi si “pente” di MATTEO UNTERWEGER
Il Comune va a caccia del tesoro sommerso, cioè delle centinaia di migliaia di euro di mancati pagamenti dovuti per Ici e Tarsu. Anche perché non si tratta di bruscolini: per il 2008, il totale relativo alla sola imposta comunale sugli immobili ha toccato la cifra di 1.387.588 di euro (sanzioni e interessi inclusi) mentre quello legato alla Tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani si è attestato a 2.525.636. In tutto dunque poco meno di quattro milioni di euro non incassati. Si tratta di dati che vengono comunque indicati come «consolidati» da un anno all’altro.Per centrare l’obiettivo, l’amministrazione Dipiazza punta a trovare un accordo con gli evasori in questione. Cittadini indisciplinati, da invogliare alla regolarizzazione delle rispettive posizioni attraverso una riduzione delle sanzioni a loro carico. Come? «Recependo, all’interno del Regolamento sulle entrate comunali, le modifiche sull’accertamento tributario introdotte dalla normativa nazionale, precisamente dalla legge 2 del 28 gennaio 2009», spiega l’assessore alle Finanze, Giovanni Battista Ravidà. La delibera al riguardo è stata portata ieri sera in consiglio comunale, venendo approvata e diventando così immediatamente esecutiva. Grazie alle novità previste dal testo di riferimento, qualora l’evasore accetti quello che tecnicamente si chiama «invito a comparire», mandato dal Comune per ottenere il saldo del dovuto dopo l’accertamento della posizione irregolare, allora si ritroverà a dover pagare la tassa o le tasse arretrate più una sanzione ridotta a un ottavo del suo importo originario.Facendo un esempio, se un cittadino si fosse «dimenticato» di pagare l’Ici per un terreno edificabile di proprietà e il suo debito con il municipio ammontasse a 1000 euro, allora la sanzione applicata sarebbe pari, di base, a 300 euro, ovvero il 30 per cento. Grazie al nuovo regolamento, invece, la persona in questione, aderendo all’invito del Comune, dovrebbe versare solo 37,5 euro, un ottavo della multa. Per un totale di 1037,5 invece di 1300. Prima del cambiamento normativo, l’eventuale riduzione era pari a un sesto della cifra.L’accordo, in questo campo, è possibile solo nelle occasioni di tributi stimati e non fissi, come appunto Ici e Tarsu. Contattato una volta conclusi gli accertamenti, nell’elenco dei quali pare peraltro siano finiti anche nomi di personaggi illustri del panorama cittadino, l’evasore può decidere di non accettare i termini dell’«invito a comparire». In questo caso scatta il contraddittorio fra le parti, alla fine del quale è possibile trovare una soluzione condivisa grazie alla quale il debitore sborsa gli euro previsti dall’imposta più le sanzioni collegate ma ridotte a un quarto del loro importo. Esiste, però, la possibilità che nemmeno questo passaggio porti a una conciliazione: a quel punto il Comune chiede la restituzione della somma con tanto di applicazione della sanzione piena. La causa viene così risolta dalla Commissione tributaria.«La garanzia di un’efficace attività di lotta all’evasione tributaria va a beneficio di tutti i cittadini che assolvono compiutamente i propri obblighi tributari e di tutta la comunità che beneficia dei servizi alla cittadinanza che, con i prelievi impositivi, il Comune finanzia», spiega il direttore del Servizio finanziario e tributi del Comune, Vincenzo Di Maggio.
Troppi sportelli sul territorio dopo la fusione con Capitalia Unicredit ne chiude 4 in Fvg
Crollo dello smercio di sigarette 400 rivendite regionali in bilico a causa dei concorrenti sloveni
IL PACCHETTO SICUREZZA REGIONALE
Sindacati e sindaci contro le ronde
TRIESTE Sindacati e sindaci (con l’Anci) contro la legge Seganti sulla sicurezza ma Lega e Pdl fanno quadrato attorno al provvedimento. Alla vigilia dell’approdo in aula del provvedimento di riordino della polizia locale si affilano le armi. Cgil, Cisl e Uil, insieme ai sindacati di polizia, annunciano per domani una presidio di fronte al Consiglio regionale nel corso del quale verranno illustrati ai consiglieri le motivazioni del dissenso, «visto che – fa notare Renato Kneipp (Cgil) – non siamo stati ascoltati né dall’assessore Seganti né dalla Commissione competente». Sotto accusa i volontari per la sicurezza, le cosiddette ronde, che per il segretario regionale della Cgil «non si sa a cosa servono, non essendoci nemmeno una vera emergenza sicurezza in regione. E c’è il rischio che proliferino militanze legate a partiti». Una legge ideologica, secondo Luca Visentini, segretario regionale della Uil, che considera «un atto sovversivo» quello della Lega Nord che minaccia di occupare l’aula se la legge non verrà approvata entro giovedì: «Spero in un rigurgito di buon senso degli altri partiti della maggioranza». I volontari, secondo il segretario regionale del Siulp, Daniele Dovenna, «finiranno con l’intralciare il lavoro del sistema sicurezza oltre ad essere un’offesa per la credibilità delle forze di polizia». Ma non sono solo le ronde a far sollevare la contrarietà del sindacato che guarda con diffidenza alle norme contrattuali inserite nel testo di legge e alla previsione di coordinamento affidato alla Regione di tutte le forze dell’ordine, comprese quelle statali. Dal canto suo il presidente regionale dell’Anci, Gianfranco Pizzolitto, continua ad esprimere la propria contrarietà al provvedimento così come uscito dalla Commissione: «Speriamo che ci siano ancora i tempi - afferma - per una revisione del provvedimento e per un ritorno all'originaria ‘bozza Seganti’ che aveva ottenuto l'intesa al Consiglo delle autonomie e il parere favorevole dell'Anci». Un’intesa, secondo Pizzolitto, «stravolta dagli emendamenti di Giunta e maggioranza. Abbiamo chiesto un'audizione per collaborare con la Regione su questo tema, ma ci è stata negata». Ma il segretario regionale della Lega Nord, Pietro Fontanini, si dice «allibito per quanto sta succedendo perché in Consiglio delle autonomie eravamo tutti d'accordo e adesso molti hanno cambiato posizione». Per Fontanini “qualcuno vuol esagerare con le ‘ronde padane’ o cose simili ma si tratta di associazioni di cittadini che danno il loro contributo per rendere più sicuri i nostri paesi e le nostre città». Non manca però una bacchettata anche alla maggioranza: «Gli emendamenti non li abbiamo proposti noi. – afferma - La Lega Nord è per la 'bozza Seganti’ e vedremo in aula di fare chiarezza». Ma dal Pdl il vicecapogruppo Franco Baritussio non ha dubbi: «Il disegno di legge sulla Polizia locale e sicurezza vedrà la maggioranza fare quadrato sul testo approvato dalla Commissione. La parola ronde non c’è e non c’è mai stata nel testo ed è stata usata strumentalmente da chi ha voluto confondere l’azione coordinata con le forze dell’ordine dei volontari a servizio della sicurezza con forme e strumenti che nulla hanno a che vedere con quanto stabilito dalla legge». L’opposizione è comunque pronta a dare battaglia e, con Sergio Lupieri (Pd), parla di «disegno leghista della militarizzazione e della privatizzazione della sicurezza. Chi governa ha la responsabilità di impiegare al meglio le risorse e oggi le priorità devono essere rivolte a tutte quelle misure che possono sostenere l'economia, le famiglie ed i lavoratori in un momento così difficile». «La giunta Tondo - conclude - è ancora in tempo per uscire dalla tentazione leghista dell'ideologia e della demagogia, attraverso le quali si vogliono collocare risorse economiche importanti dove oggi non serve, indebolendo fortemente la consistenza delle misure regionali anticrisi». Roberto Urizio
Il caso
Quattro milioni mai incassati
Cultura
Il nuovo romanzo dello scrittore triestino
"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.
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