"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

SFUEI DAL FRIÛL LIBAR. ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 11.46 DI MERCOLEDI' 15 APRILE.

IL NOSTRO GIORNALE E' COMPLETAMENTE GRATUITO. MA CHI VUOLE PUO' SOSTENERCI CON UNA DONAZIONE

Notizie del giorno e l'archivio completo cronologico del giornale

venerdì 6 febbraio 2009

ELUANA E LE SUORE DI LECCO

Riportiamo da Il Giorno un articolo comparso ieri

2009-02-05
di DANIELE DE SALVO — LECCO —
HANNO ROTTO il silenzio che si erano imposte da tempo le suore Misericodine che per oltre 15 anni hanno accudito Eluana Englaro: «Vogliamo inviare un messaggio ai nuovi operatori della casa di cura di Udine: di accarezzare Eluana, osservare il suo respiro e ascoltare il battito del suo cuore. Sono i tre elementi che li porteranno ad amarla, perché lei non è un caso ma una persona viva». È l’appello di suor Albina, direttrice della clinica Beato Luigi Talamoni, dove Eluana Englaro è stata ricoverata per 14 anni fino alla notte di lunedì. «L’altra sera l’ho salutata con un bacio - racconta la religiosa che con suor Rosangela ha seguito passo dopo passo Eluana - e le ho detto: “Eluana non aver paura di quello che ti succederà, noi ti siamo vicini e soprattutto ti è vicino un padre che ti accoglierà nelle sue braccia e un giorno ci ritroveremo a condividere la grande gioia di stare insieme». Suor Albina ha poi ripercorso i drammatici 30 minuti della notte tra lunedì e martedì quando è arrivata l’ambulanza da Udine per portare via la 38enne in stato vegetativo da 17 anni. «Ci siamo sentite addolorate e impotenti - ha detto, riferendosi anche alle consorelle - non ci aspettavamo che avvenisse così all’improvviso, pensavamo più in la’, più lontano nel tempo...». Infine un appello al padre Englaro: «Se vuole riportarla da noi l’accogliamo, è ancora nostra, nel nostro cuore».QUELLO che è certo e che è stato ribadito ieri: le religiose non hanno espresso giudizi né rancore e che nutrono profondo rispetto e comprensione per il padre e la madre della donna lecchese in coma vegetativo. Anche monsignor Franco Cecchin, prevosto di Lecco, è andato a trovarle ieri mattina. «Mi hanno chiesto il silenzio — racconta il sacerdote - ed è una scelta che bisogna rispettare. La missiva inviata dal nostro arcivescovo descrive comunque bene la condizione che attraversano. Io mi sono reso disponibile per ascoltarle, per affrontare insieme il vissuto umano e per un percorso di discernimento». Perché una vicenda con tali risvolti umani innanzitutto, ma anche etici, segna nel profondo e non la si può affrontare in solitudine. Meno provato forse, ma ugualmente coinvolto dal momento, il professor Riccardo Massei, primario della Rianimazione dell’ospedale Manzoni, tra i primi medici a soccorrere Eluana, che l’ha strappata alla morte ma non è riuscito a restituirla completamente alla vita. Non ha mai nascosto di essere contrario alla decisione di sospendere l’alimentazione e l’idratazione, ma riconosce che quello che si sta consumando è il giusto epilogo. «È GIUSTO non per lei, che fortunatamente non ha percezione di quanto avviene - spiega Massei - ma per i genitori che soffrono ormai da 17 anni. Hanno lottato con dignità». Il primario non ha nulla da rimproverarsi e se tornasse indietro prenderebbe le stesse decisioni che ha assunto. «Abbiamo fatto il possibile e anche di più - riferisce - ma la scienza medica adesso non c’entra. Ora è il momento di consentire a Beppino di portare a termine ciò che ha cominciato». Tra l’altro lo ha sentito una decina di giorni addietro il trasferimento della figlia a Udine. «Siamo su versanti opposti su Eluana - conclude Massei - ma è una persona che stimo e apprezzo, con cui sono diventato amico».

Nessun commento: