
La valigia dell’attore
Un articolo si costruisce con i sali della memoria
“C’erano sedici posti e circa novecento partecipanti… non avevo raccomandazioni, era quasi impossibile e non riuscivo a credere ai miei occhi quando ho letto il mio nome, Riccardo Michelutti nella lista degli ammessi”.
Riccardo Michelutti è lui, il mio vecchio caro amico Ric.
Classe 1973, professione attore. Così ricorda l’ammissione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico di Roma”. Reduce da numerose esperienze teatrali, cinematografiche e pubblicitarie in giro per l’Italia, da circa sei anni il ritorno nella sua terra, il Friuli-Venezia Giulia.
Un progetto in cantiere, la stesura di una sceneggiatura “Il volo della cicogna” che è la storia di un cameraman di origini friulane che ritorna a distanza di trent’anni dall’evento sismico per immortalare la festa medievale di Gemona. Si tratta di un intenso reportage filmico in cui verità e finzione si mescolano e da cui emergono forti, i ricordi del terremoto che decretò un cambiamento non solo del quotidiano ma anche nella mentalità di un popolo valoroso e dignitoso.
“Si attendono solo i soldi che tardano ad arrivare… sai, i soliti motivi burocratici…”
Per smussare il suo innato pessimismo, lo esorto a non pensare ai finanziamenti… già, alcune volte noi spettatori dimentichiamo il nesso esistenziale tra soldi e creazione di un progetto cinematografico. Parlare di cinema con Riccardo non è facile, non si presta a facilonerie, non è un mediano dal parlar ovvio. Lo sguardo profondo e serioso si poggia sul mio block notes da aspirante pubblicista.
Ric, cosa ti ha spinto verso una scelta di questo tipo? Perché attore e non ingegnere?
“E’ una domanda che mi faccio spesso anch’io, in effetti. Credo, la ricerca, il viaggio interiore che non ha mai fine. La voglia di confrontarsi, a volte, attraverso una forma di comunicazione come il teatro. Esso mi ha permesso e mi permette anche adesso, di conoscere me stesso nelle varie sfaccettature… fare recitazione è dare e ricevere, continuamente.”
Perché il ritorno in Friuli?
“Perché, anche se Roma ti permette di fare tante cose, in questa città caotica e poco incline all’incontro, io rischiavo di perdere la mia identità artistica. Il Friuli è una terra vergine dal punto di vista cinematografico, ti dà la possibilità di vivere la carriera artistica ancora come se fosse un percorso in itinere, in piena discesa, non solo dal punto di vista di realizzazione, ma anche come creatività, come un “mettersi in discussione continua”. Ovviamente non è facile, mancano i mezzi, le belle idee, i soldi che permettono di concretizzarle.Volevo un ritorno alle origini: ingenuità e genuinità come le nostre alpi.”
Come vivi e vedi l’arte cinematografica in Friuli?
“Il mestiere dell’attore non è un mestiere facile, allegro. Quello che mi spaventa di più è la non possibilità umana e materiale, una certa chiusura che caratterizza questa regione di confine.
Alcune volte, penso, che non abbia un’identità ferma e coraggiosa. Il problema sta nel cuore di chi ci governa, a Nord come a Sud, bisognerebbe optare verso scelte non stereotipate. Manca una cultura del confronto, dell’apertura, dello scambio. Il problema non è solo friulano, ma italiano: l’Italia è un grande condominio di piattole e di pattume. Non esiste più il cinema indipendente, perché le scelte dei produttori e dei registi sono vincolate dalla politica, da imposizioni che vengono dall’alto. Chi fa il mio mestiere conosce bene la situazione… e credimi non è solo retorica.”
Pensi che il Friuli rappresenti una regione dove possibilità e creatività posano andare a braccetto? In che termini, essa può contribuire in termini di produzioni e realizzazioni artistiche? L’essere friulano in questo campo aiuta i dilettanti allo sbaraglio? Siete noti per la vostra fermezza e la vostra volontà, credi che bastano per creare un attore in Friuli e un’Accademia consolidata e di successo?
“Non vorrei risultare pessimista, ma il contributo è minimo perché mancano apertura e libertà di coscienza. Siamo un popolo che tende a de-italianizzarsi, così facendo, non formiamo ponti, binomi. La cultura è scambio, apertura, investimento. Credo, che chiunque decida di intraprendere il mestiere d’attore si troverà di fronte ad un muro. Una certa chiusura intellettuale non è permessa in questo campo… e poi troppi coinvolgimenti politici, troppi interessi economici e troppe raccomandazioni. Il Friuli è sicuramente una buona terra di talenti, ma manca un sano sarcasmo, quello che contraddistingue il popolo meridionale, che per inclinazioni e dna si apre all’ignoto. Certamente, volontà e fermezza sono prerogative indispensabili all’attore per emergere, ma non bastano, ripeto, ci vuole apertura, spirito di sacrificio e umiltà.”
Qual’è il tuo personale contributo?
“Ho scoperto la regia, negli ultimi anni e il piacere di scrivere per e della mia regione. Fino pochi mesi fa lavoravo presso la Rai di Trieste, nella sede distaccata di Udine, in qualità di assistente ai programmi, adesso mi sto occupando al mio debutto come sceneggiatore con “Il volo della cicogna”. Insegno, inoltre, dizione e teatro, qui a Udine e a Venezia, presso la scuola di recitazione “Avogaria” diretta da Alessandro Bellondi e da due anni curo la regia della rappresentazione scenica della pasqua di Ciconicco.”.
Pentito della tua scelta? Di questo tuo tornare a casa?
“Pentito, forse nelle possibilità che avrei avuto stando a Roma, non pentito come autenticità del mio dare e nitidezza nei rapporti. In città ho amici veri, artisti genuini che predicano l’arte non mettendola da parte. Arrivi ad un certo punto della tua vita che hai bisogno di autenticità, non si può sempre recitare un ruolo. Ho buttato le mie maschere e sono tornato friulano… Chissà…”
Ritornando a Roma, quali le tue esperienze cinematografiche più significative?
“Sicuramente, “Ama il tuo nemico 2” per la regia di Damiano Damiani, nel ruolo di Salvatore; “Sospetti” di G. Perelli; “Mio figlio” per la regia di Luciano Odorisi; “Apri gli occhi e sogna” nel ruolo di Valerio.”
I tuoi compagni di sventura in Accademia erano giovani come te, pieni di speranze… oggi, noti attori. Qualche nome?
“Si, con me in Accademia a Roma, c’erano Stefania Rocca, Alessio Boni, Lo Cascio…insomma, attori molto bravi e generosi.”
So che sei molto amico di Massimo Dapporto; Che tipo è?
“Geniale, bravo e buono. Un grande attore e una grande persona. Umile e cordiale, in questo ambiente non è facile trovare un amico. Ecco, lui per me lo è, amico.”
E di Vittorio? Che mi dici di Gassman?
“Ho avuto la fortuna di conoscere Vittorio Gassman, lui insegnava in Accademia. Di lui ricordo lo sguardo, intenso, vivo e non certo compassionevole. Personaggio carismatico ma sofferente, un’anima in ricerca, continua ricerca… ecco, lo ricordo in ricerca continua e perpetua… Da lui ho imparato a dare valore a questo mestiere, a considerarlo, quasi, come una missione.”
Passiamo alle donne. Hai lavorato nel ruolo del ladro che distrugge il negozio alle commesse Ferilli, Brilli e company. Chi porti a cena, oltre me?
“La Sabrina! Bella, brava e preparata e soprattutto di grande simpatia! La Nancy Brilli, la ricordo sempre in ritardo, una sorta di mignon miss perfettina!”
Con mia grande sorpresa, ho saputo che hai fatto anche della pubblicità, raccontami…
“Si ho prestato la mia immagine per la pubblicità “Otto per mille” presso la Rai e per le “Pagine utili” presso Mediaset. Curiose esperienze…. Anzi, lancio la palla, visto che tu scrivi per un giornale online: chiamatemi, chiamatemi! Per favore, reclamizzo anche il frico!!!!”
“Ric, se non avessi fatto l’attore?...”
“Avrei fatto l’attore, perché io amo i randagi come me.”
PATRIZIA PUGLIESE
5 commenti:
Brava Patrizia! Non ti smentisci mai! Già...gran donna e grande intervistatrice. Continua così.
Bip
Interessante visione.Quello di un personaggio tutto made in Friuli. Bello il pezzo!
Chi è Patrizia Pugliese?
Interessante penna. Può prestarcela????
A quando il prossimo! Brava! Ti leggo sempre
tuo affezionato
GRADEVOLISSIMA questa breve intervista con il poliedrico attore Riccardo Michelutti; Ha colto i punti salienti di una carriera di un'artista che sicuramente nel breve darà un contributo ancora più significante nel mondo del teatro e dello spettacolo in genere.
Ho conosciuto R. Michelutti ad una cena di amici comuni, non immaginavo che avesse curriculum così variegato ed interessante.
Rudy Barborini
Posta un commento