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martedì 24 marzo 2009

NATI IN CASA IL 26 MARZO AL TEATRO PASOLINI DI CERVIGNANO



Cervignano, Teatro Pasolini, ore 21.00
26 marzo
NATI IN CASA
di Giuliana Musso e Massimo Somaglino
con Giuliana Musso
regia Massimo Somaglino


Nati in casa, lo spettacolo che ha segnato la carriera di attrice di Giuliana Musso rivelandone lo straordinario talento di narratrice, torna in scena al Teatro Pasolini di Cervignano del Friuli giovedì 26 marzo (ore 21.00), nuovo appuntamento della stagione di prosa promossa dall’Associazione culturale Teatro Pasolini, dal Comune di Cervignano, in collaborazione con CSS Teatro stabile di innovazione del FVG.
Si nasceva in casa, una volta. Nei paesi c’era sempre una donna che faceva partorire le donne. La “comare”, la chiamavano, era la levatrice, l’ostetrica insomma.
Nati in casa racconta la storia di una donna che fu levatrice in un paese di provincia di un nord-est italiano ancora rurale. Scritto a quattro mani da Massimo Somagliano e da Giuliana Musso, che ne è anche l’interprete, lo spettacolo si basa su un catalogo di racconti di vita, incontri, aneddoti, memorie di fatti eccezionali per chi li vive. L’arrivo di una giovane madre in pieno travaglio in uno dei nostri moderni ospedali pieni di monitor e flebo, diventa l’occasione per fare un salto all’indietro ai tempi in cui di notte suonava un campanello e per la levatrice era sempre una corsa, a piedi, col calesse, in bicicletta e persino a dorso d’asino. Storie di donne coraggiose, di mamme e di bambini venuti al mondo nelle circostanze più avventurose...
Storia tutta al femminile, dunque, storia di una dedizione costante e quasi sommessa al destino di una gente, che dura una vita e che non si risolve mai in un unico eroico gesto ma che rivoluziona il mondo dal di dentro, piano piano. Infatti questa vicenda non si trova nei libri di storia ma nel ricordo delle persone.
Eventi straordinari di vita quotidiana. O eventi quotidiani di una vita straordinaria. Come nascere. Prima la testa, poi le spalle…e sei nato. Attraverso la memoria, lo spettacolo riesce a essere al tempo stesso un’analisi della maternità di oggigiorno, in decalogo – serio ma anche molto divertente e ironico - sui modi, i tempi, i luoghi, fra figure professionali e protagonisti reali.

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