"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

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martedì 10 marzo 2009

RASSEGNA STAMPA: MESSAGGERO VENETO, IL GAZZETTINO, IL PICCOLO

MESSAGGERO VENETO

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Vertice fiume con Tondo, varato un programma di 857 opere pubbliche.
Altri 8 milioni di euro stanziati per le attività produttive
Berlusconi: «Non ci sarà miseria» E sulla casa decideranno le Regioni
Bossi: niente favori agli immigrati
Fvg, cantieri anti-crisi per 311 milioni
La Regione accelera gli appalti per fronteggiare la recessione. Entro l’anno i lavori per ponti, strade e edifici L’Ue vede nero: la ripresa solo nel 2010. E scatta l’allarme per la disoccupazione
UDINE. Sblocco immediato di 857 progetti per un totale di 311 milioni di euro di lavori da cantierare entro il 2009. E’ questa la prima risposta operativa della giunta regionale riunitasi ieri pomeriggio a Udine per discutere il piano anti-crisi. Piano che approderà in aula la prossima settimana, quando l’esecutivo presenterà una legge omnibus. Dei 311 milioni sbloccati fanno parte, tra l’altro, restauri di scuole e chiese, realizzazione di opere di urbanizzazione, di impianti di depurazione e acquedotti, recupero definitivo di edifici distrutti dal sisma. La cifra riporta stanziamenti già approvati in Finanziaria. Ora, dunque, è corsa contro il tempo. La tempistica effettiva dipenderà anche dei beneficiari dei contributi che non sono direttamente i soggetti privati. Intanto l’Ue continua a vedere nero: la ripresa ci sarà solo nel 2010. E ora è allarme anche per l’occupazione in forte calo.

Delitto Maurizio Diplotti avvelenato nel settembre 2007
Inflitti 30 anni all’ex fidanzata e al suo amante Movente dell’omicidio furono i soldi
L’udinese ucciso a Santo Domingo Due condanne
UDINE. Sono stati condannati a trent’anni di reclusione ciascuno due dei tre sospettati dell’omicidio a Santo Domingo dell’udinese Maurizio Diplotti. L’imprenditore originario di Baldasseria fu avvelenato e picchiato il 15 settembre 2007 a Esperanza, la cittadina nel nord dell’isola dominicana in cui viveva. Per quel delitto il tribunale del paese caraibico ha processato Jesus Maria Lopez e Xiomara Mora Peña: quest’ultima era stata fidanzata e convivente di Diplotti

Bocciato Petruccioli
De Bortoli dice no alla presidenza Rai Duello premier-Pd
ROMA. Inizia con un no e si chiude con un no la giornata di confronto sul futuro presidente della Rai, e l’effetto è lo stesso: riportare in alto mare la trattativa tra i poli. Il primo no viene in mattinata da Ferruccio De Bortoli, che rifiuta l’offerta di Dario Franceschini e Gianni Letta di ricoprire il ruolo di presidente a Viale Mazzini. Il secondo, in serata, quando il Pd rende noto che il governo, tramite Letta, ha rifiutato la sua proposta di riconfermare Claudio Petruccioli.La trattativa tra maggioranza e opposizione sul nome del futuro presidente della Rai riparte quindi da zero e si allunga di almeno un’altra settimana. Il presidente della commissione di Vigilanza Sergio Zavoli aveva provato con determinazione ad abbreviare i tempi della politica che da otto mesi rincorre l’obiettivo di dare un nuovo vertice alla Rai. La Vigilanza viene infatti convocata per domani sera alle 20.30 con all’ordine del giorno quel voto di gradimento al presidente di Viale Mazzini che secondo la legge Gasparri necessita di almeno due terzi dei suoi quaranta componenti, tra deputati e senatori.Ma sulla giornata, illuminata dall’annunciato accordo tra Pd e Pdl sul nome di Ferruccio De Bortoli, cala la notte già la mattina quando il diretto interessato si ritira. Ringrazia per l’offerta di presiedere la Rai. «Dopo attenta riflessione - spiega - ho deciso di restare dove sono: a fare solo il giornalista». Insomma, aveva detto sì ma ci ha ripensato e si rincorrono le voci sulle motivazioni che avrebbero portato a questa scelta il direttore del Sole 24Ore: dalla contrarietà di ritrovarsi l’organigramma delle future nomine già pronto, all’ipotesi di nuovi incarichi editoriali nel suo futuro.«Ora il nome del nuovo candidato ce lo devono dare i signori della sinistra», taglia corto il premier Silvio Berlusconi a fine mattinata, lanciando la palla in campo avversario. «La legge impone la ricerca faticosa di un nome condiviso, ma se Berlusconi intende dire che accetterà qualsiasi nome dall’opposizione, ho molte idee in proposito», replica Franceschini. Il riferimento è a Claudio Petruccioli, che era stato il candidato della prima ora, poi messo da parte per un veto mai del tutto esplicitato dal centro-destra. Pare dovuto a malumori della maggioranza legati alla sua gestione decisa nel periodo di presidenza delle complesse vicende di Agostino Saccà e di Angelo Maria Petroni nell’ultimo mandato del Cda.La giornata è dalla mattina tutta un rincorrersi di indiscrezioni sul silenzio blindato dei protagonisti. Letta per il Pdl e Franceschini per il Pd si parlano spesso e il sottosegretario si affaccia anche due volte nella sede del Partito democratico. Il nome che nel via vai della trattativa sarebbe rimasto sempre fermo è quello di Petruccioli, ma ambienti del centro-destra parlano subito di una strada in salita: lo stop verrebbe dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ma si attende la decisione di Berlusconi.Una decisione che arriva dopo le 21, comunicata da una nota del Pd che esplicita il no del governo. «Il contrasto è stridente con le parole del presidente del Consiglio - spiega il partito di Franceschini - che poche ore fa aveva detto di attendere dall’opposizione l’indicazione di un nome». Convinti che «il no a Petruccioli e le parole di Berlusconi rendono ancora più difficile l’individuazione di un nome condiviso, previsto dalla legge».Un veto, insomma, che complica le cose, e allunga di molto i tempi come fa intendere subito dopo anche il capogruppo Pd in Vigilanza Fabrizio Morri: «Se non viene rimosso credo francamente che sarà ben difficile che un qualsiasi candidato possa essere condiviso da maggioranza e opposizione come vuole la legge».Ora, quindi, si ricomincia da zero, o forse dalle indiscrezioni su quei nomi che, anche ieri, la partita a carte scoperte sul nome di Petruccioli non aveva placato: da Stefano Folli a Paolo Ruffini, da Pierluigi Celli a Fabiano Fabiani.

Martedì Englaro presenterà il movimento a palazzo Madama
Parte la fondazione “Per Eluana” Da Udine il manifesto per la vita
di TOMMASO CERNO
UDINE. Beppino Englaro lancia la fondazione “Per Eluana” e fa partire da Udine la battaglia sul biotestamento alla vigilia della discussione in Senato della bozza Calabrò. Il movimento sarà presieduto dallo stesso Englaro e verrà presentato martedì prossimo a palazzo Madama assieme a Giandomenico Borasio, il primario di Monaco che per primo ha attuato il distacco della nutrizione forzata in Europa. L’associazione lavora a «un manifesto per la vita, che dia dignità anche alla morte naturale».
La conferma che tutto è pronto per dare vita al movimento scientifico nato attorno a papà Beppino e al gruppo friulano che lo ha sostenuto nella sua battaglia per dare voce alla figlia arriva a un mese esatto dalla morte di Eluana, il 9 febbraio scorso, alla clinica di Udine La Quiete dove era stata trasferita il 3 febbraio. «Resto un cittadino che lotta per le sue libertà – spiega Englaro – ma non entro in nessun partito. Se sarà necessario però promuoveremo il referendum». Dell’associazione faranno parte anche la cugina di Eluana, Germana Englaro, il primario Amato De Monte che ha guidato l’equipe che ha accompagnato la donna in stato vegetativo per diciassette anni nel suo ultimo viaggio, dall’ex parlamentare Aldo Gabriele Renzulli, molti medici fra cui anche alcuni nomi di caratura internazionale, da Borasio – appunto – a Umberto Veronesi e Ignazio Marino.L’associazione è pronta a promuovere una legge sulle direttive anticipate di fine vita «di spirito anglosassone», spiegano i promotori da Udine. «Nel caso in cui, invece, la legge approvata dal Parlamento vietasse lo stop alla nutrizione e idratazione forzate saremo in campo per promuovere il referendum e per abrogare quella norma.Cinque i pilastri del documento. Englaro e Borasio chiedono «una società in cui la medicina si impegni ai migliori presidi diagnostici sempre nel rispetto del consenso informato», ovvero stabilendo che «solo il paziente può decidere sulle cure e sulle terapie cui viene sottoposto» per evitare stati non voluti dal malato.Altro tema sarà la «finitezza della vita umana e della medicina», che deve coinvolgere il malato in tutte le scelte. E ancora la promozione delle informazioni sui diritti «a conservare la dignità in caso di malattia», compresa la possibilità di scegliere per le proprie terapie. Infine la richiesta di «cure palliative di alta qualità per arrivare alla buona morte nei casi di malattia terminale».Intanto, ieri, l’avvocato Giuseppe Campeis è tornato a parlare del procedimento penale che vede Englaro, De Monte e altri 12 infermieri indagati per omicidio volontario: «Lo stato d’animo di papà Beppino a un mese dalla morte di Eluana è sereno – spiega il legale di Englaro –. E l’ho visto anche deciso a procedere contro coloro che hanno ecceduto nei confronti suoi e di sua figlia senza sconti per nessuno». Sull’esito della vicenda Campeis ha detto di confidare che «il Pm - una volta ricevuti gli esiti delle consulenze e esaminati tutti gli esposti e le denunce che sono arrivati sul suo tavolo - faccia una richiesta generalizzata di archiviazione nei confronti di Englaro e degli altri indagati». Per quanto riguarda l’associazione Eluana, il legale ha reso noto che verrà modificato lo scopo, la sua struttura e lo statuto e sarà aperta a contributi di tutti, prevederà a un comitato scientifico e si proporrà l’obiettivo di portare avanti il discorso di Beppino Englaro in assoluta indipendenza politica.

LA TELEVISIONE DI STATO
UNA POLTRONA SENZA PRESTIGIO di MINO FUCCILLO
La presidenza della Rai è incarico prestigioso. Ma non proprio l’Everest delle istituzioni. Quindi, quanto a prestigio, irresistibilmente attrae chi non molto ha scalato l’Himalaya dello Stato e della società. Il presidente della Rai è ben retribuito, ma non più e non quanto un manager di grande azienda o un direttore di un grande giornale. Quindi non lo si fa per soldi se si è già ben retribuiti altrimenti. Governare la Rai è un’affascinante e nobile impresa. La maggior, potenzialmente, industria culturale del paese.L’azienda con più difetti e virtù. Un compito entusiasmante. Alla sola condizione che te lo facciano fare o almeno provare. Questa condizione da tempo immemorabile, anche se te la promettono, non c’è.

BANCHE E IMPRESE
IL CREDITO NON E’ ROSA di MARCELLA CORSI
L’accesso al credito da parte delle donne appare caratterizzato da una condizione paradossale: da un lato le banche considerano le donne un utente di particolare interesse per quanto riguarda le diverse forme di “credito al consumo”, tanto che alcune hanno lanciato prodotti espressamente rivolti a questo segmento di potenziale clientela. Dall’altro, le donne accedono in misura limitata ai crediti per attività di impresa e di investimento. Un recente studio promosso dalla Regione Lazio ha cercato di mettere a fuoco l’entità e le forme della difficoltà di accesso al credito.Lo studio ha l’obiettivo di individuare le migliori pratiche da intraprendere per introdurre nuovi servizi e attuare quelli già esistenti. Ma anche di arrivare alla creazione di di strumenti innovativi, non solo finanziari, capaci di agevolare la nascita e lo sviluppo di progetti imprenditoriali al femminile.Nell’ambito del progetto, un’indagine socioeconomica ha ricercato eventuali forme di discriminazione di genere nell’accesso al credito, utilizzando un campione di 600 donne di età compresa tra i 20 e i 49 anni, occupate nella provincia di Roma in qualità di titolari di ditte individuali o come libere professioniste, nonché un campione di controllo di 100 uomini con le stesse caratteristiche. Alcuni risultati sono degni di nota. Ben due terzi delle intervistate hanno dichiarato di non aver vissuto esperienze di discriminazione finanziaria per il fatto di essere donna. Quando, invece, si sono sentite discriminate è stato soprattutto a causa della loro professione e per ragioni diverse, legate prevalentemente alla disponibilità economica, al reddito, al volume d’affari, alla scarsa solidità patrimoniale o alle garanzie offerte. Sono in particolare le donne titolari di una ditta individuale, non le libere professioniste, ad avere sperimentato queste forme di discriminazione. Col crescere dell’età aumenta la percentuale di donne che si è sentita discriminata finanziariamente: si passa dal 27% circa tra le donne dai 20 ai 35 anni al 31% tra quelle dai 43 ai 49. Non è poi da trascurare quel 23% che attribuisce all’incapacità dell’intermediario finanziario la responsabilità di non saper cogliere le esigenze del cliente. Il dato è di un certo rilievo se lo si associa alla risposta al quesito in cui si chiedeva alle intervistate se ritenessero che un intermediario attento alle specifiche esigenze delle donne avrebbe potuto ridurre il fenomeno delle discriminazioni finanziarie: ben il 37% ha risposto positivamente. Ma ciò che più interessa rilevare è che, nonostante nella domanda non si facesse riferimento al genere dell’intermediario, le intervistate hanno pensato a una donna per quel ruolo. Infatti, tra le ragioni dell’opportunità di introdurre una siffatta figura professionale, le intervistate hanno indicato: perché le donne sono più sensibili, attente; perché un intermediario donna sarebbe più comprensivo e affidabile; perché le donne sono più decise, determinate e di parola; perché le donne hanno buone capacità di mediazione, propensione all’ascolto e sono abili nell’ottenere informazioni. Le donne sanno creare rapporti di fiducia, trasmettono sicurezza e affidabilità.In una domanda aperta, si è cercato di rilevare in che modo la discriminazione finanziaria fosse intesa dalle intervistate. Innanzi tutto per discriminazione finanziaria si intendono tutte le forme di diversità nel trattamento della clientela che si realizzano in occasione della richiesta di servizi bancari a carattere creditizio. Verso quali soggetti, dunque, si realizza la discriminazione finanziaria? Chi sono le persone contro cui si dirige? A detta delle intervistate, le forme della discriminazione finanziaria possono avere un duplice ordine di ragioni: di tipo socioeconomico e di tipo individuale. Le prime riguardano lo status sociale ed economico del cliente, dati dal suo reddito, dal suo patrimonio, dalla sua capacità di fornire adeguate garanzie a sostegno della richiesta di credito diretta alla banca. Quanto più l’attività svolta è esposta a rischi economico-finanziari tanto meno il cliente sarà considerato affidabile.Il secondo ordine di ragioni attiene maggiormente alle caratteristiche di genere del cliente, alla sua nazionalità, alla sua età. Essere donna anziché uomo, straniero anziché italiano, avanti con gli anni anziché (relativamente) giovane sembrerebbe creare problemi nelle opportunità di accesso al credito. Tuttavia, queste caratteristiche sono sempre indicate come secondarie, specie il genere, rispetto a quelle relative alla condizione socio-economica dei clienti.Le risultanze dell’indagine consentono di mettere a fuoco alcuni interessanti aspetti del rapporto tra donne e credito.Le maggiori criticità tra le donne e il sistema bancario risiedono non tanto nel rapporto diretto con la banca, nel rapporto di sportello o di servizio generico, quanto nella capacità delle banche di negoziare con le clienti le condizioni di accesso al credito. È questo che fa sentire le donne fuori dal gioco, non accompagnate nella realizzazione dei loro progetti.A questo tema si lega quello della figura dell’intermediario finanziario che gioca un ruolo davvero cruciale all’interno del sistema. Nonostante la maggior parte delle intervistate (e degli intervistati) affermi l’irrilevanza del genere dell’intermediario, tutto lascia pensare che in realtà questo elemento non sia affatto indifferente nell’ostacolare o nel contenere fenomeni di discriminazione nell’accesso al credito. Le caratteristiche che un intermediario finanziario dovrebbe avere sono tutte riconducibili alla specificità femminile: capacità di mediazione, di relazione, di ascolto, comprensione, pazienza e così via. Ciò non significa escludere dal ruolo gli uomini, ma mette in luce l’opportunità di considerare la presenza di almeno un operatore bancario di genere femminile, deputato ad ascoltare le istanze di imprenditrici e professioniste.(Tratto da www.lavoce.info)

Precipita dal silo: è gravissimo
Ricoverato l’imprenditore Gino Tonello di 57 anni
Infortunio in una ditta di sedie chiusa da pochi mesi
SAN GIOVANNI AL NATISONE. E’ stato ricoverato in condizioni disperate all’ospedale di Udine Gino Tonello, di anni 57, titolare dell’omonima ditta artigiana, caduto ieri pomeriggio dal silo della sua fabbrica a Cascina Rinaldi. L’infortunio è parso subito grave ai soccorritori e al personale del 118 giunti sul posto con un’autoambulanza e l’automedica. Gino Tonello era intento a smantellare il silo della sua fabbrica, ormai da qualche mese chiusa per la nota crisi.

Uefa: russi in arrivo, friulani ancora tiepidi
Attesi almeno mille tifosi ospiti, mentre in città la prevendita va a rilento
Giovedì al Friuli match di andata: lo Zenit di San Pietroburgo già oggi a Udine
UDINE. Per il momento i biglietti venduti sono circa 600, ma il numero dei supporter dello Zenit in arrivo per la sfida di giovedì potrebbe aumentare.

Udine lancerà il Giro del Friuli per i dilettanti
UDINE. La 47ª edizione del Giro internazionale del Friuli Vg è pronta. Sulla carta il disegno c’è, ma un inverno con tanta neve impedisce agli organizzatori della corsa a tappe più antica del calendario dilettantistico italiano in programma dal 6 al 10 maggio di definire alcune frazioni, la seconda, in particolare, che potrebbe rivelarsi decisiva. «La neve in quota - spiega il patron della corsa, Giovanni Cappanera - ci ha impedito i sopralluoghi necessari, per cui stiamo valutando la possibilità di apportare qualche cambiamento senza per questo stravolgere il progetto originale». Salvo cambiamenti queste saranno le tappe del giro che prenderà il via da Udine e si concluderà a Buja: Udine-Ronchi dei Legionari, Forgaria-Arta Terme, Tolmezzo-Pordenone, Brugnera-Ormelle, Motta di Livenza-Buja.
Omaggio. «Dopo 11 anni la corsa ripartirà da Udine, la città che è stata la culla di questa corsa - osserva Cappanera -. Arriveremo a Ronchi dei Legionari, un omaggio al Pedale Ronchese il club che è un punto fermo del ciclismo nell'Isontino». Saranno 150 km quasi tutti pianeggianti con la salita del Faro, a Trieste, il San Michele e il San Martino prima di giungere all'arrivo che potrebbero creare qualche difficoltà agli uomini veloci. Il giorno dopo si ripartirà da Forgaria per giungere ad Arta Terme, dove il giro approdò nelle edizioni del 1991 (vittoria di tappa e del Giro di Gilberto Simoni) e del 1993 (affermazione di Mauro Bettin e del Giro di Gilberto Simoni). É questa la frazione più delicata che prevede la salita di sella Carnizza dal val Resia se la strada in quota, ora ricoperta dalla neve, sarà agibile.Sconfinamento. La terza frazione si correrà da Tolmezzo a Pordenone con l’ipotesi dello scollinamento del passo Val Calda, del Rest e di parte della salita della Bornass prima di giungere al traguardo. Sabato 9 maggio il giro, che ripartirà da Brugnera, sconfinerà nel Veneto per giungere a Ormelle, in provincia di Treviso, da dove nel 2008 prese il via la 46ª edizione. In questa tappa dovrebbe essere inserito un tratto sterrato. Si tratta di due segmenti di strada bianca lunghi 3,5 km da attraversare sulle Grave del Piave, tra Negrisia e la località Borgo Mulino-Stabiuzzo. La tappa vi transiterà una prima volta dopo il primo passaggio sotto il traguardo di Ormelle giungendo da Brugnera e nel finale, dopo aver affrontato il tratto più impegnativo che porterà i corridori ad affrontare le ondulazioni tra Susegana e Collalto. Sarà pane per passisti-veloci, ma anche l’occasione per i colpi di mano con l’incognita, però, del doppio passaggio sullo sterrato.Richieste. Chiusura domenica 10 maggio (in concomitanza con la prima tappa del Giro d’Italia Lido di Jesolo-Trieste) con la Motta di Livenza-Buja. Da ricordare che il comune collinare, dove la corsa si concluderà, ospitò la partenza della terza edizione del giro, quella del 1964 che fu vinta dal padovano Giovanni De Franceschi. Il patron Giovanni Cappanera ha già ricevuto la richiesta di partecipazione di 64 team internazionali, otto dei quali Professional Continental. Anche quest’anno sarà massiccia la presenza straniera: sette squadre arriveranno dalla Germania e altre da Croazia, Slovenia, Romania, Estonia, Austria, Repubblica Ceca, Olanda, Spagna, Norvegia e Ungheria.Giovanni Casella

Staminali, Obama elimina i divieti Il Vaticano: l’embrione va difeso
WASHINGTON. Si apre una nuova era per la ricerca sulle staminali negli Stati Uniti. Il presidente Barack Obama ha rimosso i limiti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, decisi nel 2001 dal George W. Bush. Obama ha ribadito un fermo no alla clonazione umana per fini riproduttivi. Una decisione che trova la ferma contrarietà della Chiesa.
L’ordine esecutivo firmato alla Casa Bianca, segna una svolta rivoluzionaria rispetto all’era Bush, ma lascia alcune zone d’ombra che dovranno essere esplorate dal congresso circa l'ampiezza della ricerca consentita con i fondi pubblici. Al momento infatti Obama consente la ricerca federale su tutte le colonie di staminali già esistenti, ma non, ad esempio, l’estrazione di nuove staminali dagli embrioni sovrannumerari.L’ordine esecutivo assegna 120 giorni al National Institute of Health per mettere a punto le linee guida delle modalità con cui verranno distribuiti i finanziamenti federali. «Gli scienziati ritengono che queste minuscole cellule abbiamo il potenziale di farci capire e forse curare alcune delle malattie più devastanti che conosciamo. Rigenerare un midollo spinale e sollevare una persona da una sedia a rotelle; aumentare la produzione di insulina e liberare un bambino da una vita di iniezioni. Curare il Parkinson, il cancro, le malattie di cuore ed altre che colpiscono milioni di americani e i loro cari» ha continuato il presidente Usa.Obama ha sottolineato di non poter «promettere che troveremo i trattamenti e le cure che cerchiamo», ma ha garantito che la sua amministrazione farà tutto il possibile per favorire la ricerca, agendo «in modo attivo, responsabile, e con l’urgenza necessaria per recuperare il tempo perduto». Il leader Usa ha aggiunto che il governo americano sosterrà anche le «ricerche promettenti» sulle cellule staminali adulte.Quello immaginato da Obama è un mondo in cui si possa dare risposta «alla speranza e rispondere a quelle molte preghiere ai capezzali, di cercare il giorno in cui parole come “terminale” o “incurabili” scompariranno finalmente dal nostro vocabolario».«Una bella notizia. L’auspicio è che anche da noi ci sia una svolta, a vantaggio della libertà di ricerca e quindi in definitiva della salute di tutti noi» commenta la senatrice a vita Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina. Dura invece la reazione della Conferenza dei vescovi americani che, per bocca del cardinale di Filadelfia, Justin Rigali, parla di «una triste vittoria della politica sulla scienza e l’etica». Mentre sulle colonne l’Osservatore Romano scriverà oggi: «Il riconoscimento della dignità personale deve essere esteso a tutte le fasi dell’esistenza dell'essere umano: su questa maturità del pensiero si fonda una reale democrazia, capace di riconoscere l’uguaglianza di tutti gli uomini e di impedire ogni ingiusta discriminazione basata sul loro sviluppo o sulla loro condizione di salute».

Udine-Trieste, sfida sui fondi: premiato chi produce di più
UDINE. Il rettore chiama, Tondo risponde. E l’ateneo di Udine, da sempre sottofinanziato dallo Stato fino a ricevere 12 milioni di euro in meno l’anno, finalmente potrà ricevere i fondi regionali per quanto vale, visto che la Regione entro l’anno istituirà un Fondo unico di circa 6 milioni di euro da ripartire sulla base di criteri di valutazione e non più seguendo la regola del 50% fra Udine e Trieste.

LIGNANO
Mariotti: sarò scagionato dalle intercettazioni

CODROIPO
Incidente: perde la vita un’insegnante

UDINE
5 in condotta Solidarietà alla preside

HINTERLAND
Elettrodotto Giallo sui poteri della Regione

Insiel, offerta d’acquisto dal Friuli Vg
Cordata

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IL GAZZETTINO

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In regione una norma simile a quella nazionale, ma la cubatura aumenterà in genere "solo" del 5%
Casa, meno regole anche in Friuli
L’assessore Seganti sta lavorando a una legge che cancella molte autorizzazioni

Trieste Regole edilizie più "liberali", meno burocratiche e soprattutto più a misura di famiglia e di piccola impresa. La Regione, forte della competenza primaria che le deriva dallo Statuto speciale, non applicherà "tout court" il pacchetto di norme che il Governo Berlusconi si appresta a licenziare, ma perfezionerà il proprio nuovo Codice dell’edilizia stabilendo parametri di intelligenza, come li definisce l’assessore all’Urbanistica Federica Seganti. L’obiettivo è ridurre la burocrazia per i piccoli lavori di ristrutturazione o ampliamento: famiglie e microimprese saranno agevolate dall’eliminazione di alcune pratiche. Il criterio generale resterà quello di un aumento della cubatura del 5 per cento estendibile in casi specifici al 20 per cento, spiega l’assessore. «Stiamo pensando a un limite attorno al 20 per cento fino a un massimo di 50 metri cubi», ma anche a un’altra opzione: «Stabilire un limite del 20 per cento di cubatura in più fino a mille metri cubi complessivi e del 5 per cento, invece, oltre i mille cubi». In base alle linee generali del Codice edilizio in gestazione, sarà possibile eseguire senza vincoli qualsiasi intervento di manutenzione ordinaria, di eliminazione di barriere architettoniche o anche di scavo con finalità di ricerca nel sottosuolo. Parimenti liberalizzata la realizzazione di bussole, verande, tettoie, depositi di attrezzi, purché si tratti sempre di pertinenze di un edificio già esistente e a condizione che si rispettino i limiti di aumento di cubatura. Libertà anche nella collocazione d’impianti fotovoltaici o pannelli solari, come pure per costruire canne fumarie, opere murarie di recinzione e cancelli, a condizione che non interessino aree aperte al pubblico. Infine saranno liberati dai vincoli burocratici i magazzini e depositi merci da realizzare in aree produttive che figurino previste nei Piani regolatori comunali.


REGIONE
La Giunta Tondo vara il piano anti-crisi: subito i cantieri

La Giunta regionale si prepara a varare la legge anti-crisi che sarà presentata in Aula nella seduta straordinaria del 17 marzo. Il piano prevede due asset: misure di sostegno al reddito e finanziamento delle opere pubbliche immediatamente cantierabili


POLITICA
Sanità, poli divisi al loro interno sulla proposta della Lega

L’idea di tornare al sistema sanitario nazionale continua a suscitare reazioni all’interno dei partiti. Nel centrosinistra i Cittadini si mostrano contrari, mentre Rifondazione applaude Narduzzi. L’assessore regionale Kosic boccia la proposta del Carroccio


Reintegrato dal giudice in Comune dopo 12 anni

Dopo dodici anni dal suo licenziamento un ex dipendente del Comune di Udine (nella foto, il municipio) ha ricevuto la comunicazione della decisione del Consiglio di Stato che annulla l’atto con cui Palazzo D’Aronco, nel ’97, dichiarò risolto il suo contratto. Così ora Claudio Pividore, che era assistito dagli avvocati Luciana Criaco di Udine e Luigi Albisinni di Roma, secondo i suoi legali ha diritto non solo a riavere il posto di lavoro, ma anche a ricevere le retribuzioni e i contributi previdenziali arretrati. Perché, come spiega l’avvocato Criaco, «la decisione del Consiglio di Stato ha annullato l’atto di licenziamento per un vizio di legittimità. È un diritto del mio assistito ricevere tutte le retribuzioni e i contributi dal ’97 ad oggi: dopo la decisione del Consiglio di Stato, è come se non fosse mai stato licenziato».


DOCUMENTARI
Nascono in regione i film che racconteranno l’Italia all’estero

Successo professionale per un’azienda della nostra regione. Rai International ha coinvolto la pordenonese Care - Comunicazione integrale - in un progetto per la realizzazione di 20 documentari di 30 minuti ciascuno per raccontare l’Italia. Si tratterà di una carrellata su territorio, cultura, tradizione e storia di altrettante località con una finalità precisa: ritrasmettere al mondo intero, il più fedelmente possibile, emozioni e sensazioni provenienti dal nostro Paese. Care Srl realizzerà una prima tranche di audiovisivi che sarà girata in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Alto Adige. I dettagli e il contestuale affidamento dell’incarico sono stati definiti venerdì scorso a Roma. A Marco Muran, socio dell’azienda, la regia dei documentari. «Il piano dei lavori è particolarmente impegnativo e serrato – commenta Muran – ma la nostra struttura annovera esperienze analoghe a questa, sicuramente nell’approccio organizzativo, una delle ragioni per cui siamo stati individuati, valutati e scelti, oltre che per l’aspetto qualitativo e artistico. Ci metteremo il massimo dell’impegno, come sempre, curando con attenzione quasi maniacale ogni dettaglio. Siamo convinti di poter realizzare ottimi prodotti di comunicazione. Altri dettagli, per ora, non posso divulgarli». Secondo Massimo Boni, anch’egli socio di Care, «l’incarico premia l’alto livello di produzione riscontrabile negli audiovisivi realizzati per conto della Camera di commercio di Udine, sulla Nautica da diporto in Friuli Venezia Giulia e sul Made in Friuli, nonché il documentario sulla Città di Pordenone (www.pordenoneunacitta.eu) presentato a dicembre. Siamo presenti anche nel segmento imprese, con realizzazioni per Casagrande Group, Cimolai Spa, Trend, Udinese Calcio e Illy Caffè, Dalex, Unindustria Pordenone, solo per citarne alcuni». Sempre per la Cciaa di Udine la società di comunicazione integrata pordenonese, che si occupa anche della progettazione e realizzazione di siti web, dell’organizzazione di grandi eventi e della gestione di uffici stampa-pubbliche relazioni, sta concludendo un prodotto sul Triangolo della sedia di Manzano. Per i primi mesi del 2010 è prevista, infine, la consegna del documentario sul Consorzio dei Colli Orientali del Friuli.


UNIVERSITÀ
Compagno-Honsell nuovo strappo
Il rettore legge 13 pagine e non cita mai il suo predecessore

Udine Si è parlato di tanti problemi noti, ieri all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Udine: dalla crisi finanziaria che rischia di mettere in crisi l’intero sistema universitario alla distribuzione dei fondi tra l’ateneo del Friuli e quello di Trieste. Ma forse le cose più importanti sono quelle non dette dal rettore Cristiana Compagno, alla sua prima volta da numero 1 dell’Ateneo alla cerimonia in piazzale Kolbe. A partire dal sindaco ed ex rettore Furio Honsell mai citato dalla relazione della Compagno, «messo in panchina» nel giorno più importante dell’anno per l’Università. Il rettore non lesina ringraziamenti per il sostegno dimostrato all’università friulana in un momento di grande difficoltà: “sua Eccellenza signor ambasciatore Antonio Zanardi Landi, signor presidente della regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo, autorità, colleghi, studenti, signore e signori”. Nella sua relazione d’apertura Compagno cita tutti: i rettori ospiti degli atenei stranieri vengono presentati uno ad uno, ma il sindaco di Udine Furio Honsell che ha guidato l’università per più di sette anni, rimane seduto in silenzio fra gli ospiti: il suo intervento non è previsto, non secondo il cerimoniale, anche se l’anno passato l’allora sindaco Sergio Cecotti era stato invitato a intervenire.


Salito su un silo dell’azienda che stavano smantellando, è caduto da un’altezza di cinque metri
Precipita, imprenditore grave
La vittima dell’infortunio è Gino Tonello di San Giovanni al Natisone

San Giovanni al Natisone Gino Tonello, 57 anni, noto imprenditore di San Giovanni al Natisone, è stato accolto in gravi condizioni all’ospedale di Udine. Ieri pomeriggio è caduto da un’altezza di cinque metri, mentre controllava i lavori di smantellamento di un silo nella sua azienda di via Sotto Rive. Soccorso dal personale del 118, è stato accolto nel reparto di terapia intensiva: la prognosi è riservata. Sulla dinamica dell’infortunio sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri di San Giovanni al Natisone.


Auto contro platano sulla Pontebbana Muore una maestra

Codroipo Aldina Presotto, 57 anni, insegnante di scuola materna residente a Casarsa, ha perso la vita ieri pomeriggio sulla Pontebbana, a Codroipo, davanti agli stabilimenti della Rhoss. La donna è uscita di strada da sola e si è schiantata contro un platano.


Lanciata molotov contro un negozio di Cividale

Cividale Una bottiglia incendiaria è stata lanciata ieri notte contro il negozio di fiori che si trova davanti al cimitero di Cividale. La molotov conteneva benzina: non è esplosa perchè le fiamme appiccate allo straccio con cui era stata confezionata si sono spente immediatamente.


Fini sabato a Trieste a conferenza sulla droga

Sarà il presidente della Camera Gianfranco Fini a concludere, sabato, alla Stazione marittima di Trieste, la quinta edizione della Conferenza nazionale sulle droghe promossa dalla Presidenza del Consiglio. Oltre a Fini, alla convention parteciperanno anche il ministro Giorgia Meloni, il sottosegretario Carlo Giovanardi e il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri.


CAMPIONATI ITALIANI
Il più bravo nel Sudoku è ancora lui, Gabriele Simionato Ai nazionali di Lucca il giovane di Torviscosa sul podio

Gabriele Simionato, residente a Torviscosa, si è confermato campione italiano di sudoku nella gara recentemente tenutasi a Lucca. Il ventottenne torzuinese, già primo classificato ai campionati nazionali del 2008, si è ripetuto superando la concorrenza tutta al femminile di Elena Mazzini, posizionatasi seconda, e Giulia Franceschini, giunta terza. Per giungere a quest’importante risultato, che lo porterà a rappresentare l’Italia ai prossimi campionati mondiali, Simionato è emerso da una rosa di novantasei candidati, giunti a Lucca aspirando al prestigioso titolo. Tra questi, dopo una fase di qualificazione nella quale tutti i concorrenti hanno dovuto risolvere una serie di sudoku di vario tipo, sono stati individuati gli otto finalisti. A questo punto ha avuto inizio la fase ad eliminazione, culminata nella semifinale e nella finalissima, dove i migliori quattro sono stati messi alla prova con l’ostico sudoku blackout. Gabriele Simionato ha vinto anche i campionati del 2008: tornato a Torviscosa, aveva potuto festeggiare la sua vittoria festeggiata in maniera molto adatta all’impresa appena compiuta. Per accoglierlo al suo rientro, difatti, era stata preparata una torta particolare: sulla superficie del dolce, infatti, era stato riprodotto uno degli schemi di Sudoku Blackout della finale. L’anno scorso Simionato non partecipò con la nazionale italiana ai mondiali tenutisi a Goa, in India, per motivi personali. Ora, per l’operaio di Torviscosa si ripropone quest’interessante opportunità. A conferma dell’abilità di Simionato con i giochi logici, spiccano i risultati ottenuti in un’altra specialità di quest’ambito, il “puzzle”. Si tratta di una serie di giochi ispirati alla logica del sudoku, applicata a varianti come la battaglia navale, le griglie e il mosaico. Simone Bearzot


AMBIENTE
Elettrodotto, la Provincia scrive alla Regione


PRECENICCO
Alla Sàfilo giornate d’ansia per le trecento operaie


UDINESE
D’Agostino: «Possiamo anche vincere la Uefa»

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IL PICCOLO

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INFRASTRUTTURE
Quei 50 milioni in bilico che frenano il decollo della Piattaforma logistica
Non è ancora nota la somma che il Cipe destinerà allo sviluppo del Porto di Trieste
TRIESTE All’appello mancano 50 milioni di euro, ma al momento l’unica risposta che l’Autorità portuale ha ricevuto dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) e dal ministero delle Infrastrutture è stata: «Ci sono ancora delle ipotesi da accertare su Trieste».

BORSE ANCORA GIÙ, MILANO LA PEGGIORE. IN FVG VARATO IL PACCHETTO DI AIUTI «Tra un anno altri 6 milioni senza lavoro»
Allarme occupazione della Ue. L’economista Cipolletta: «Scenario già visto nel ’74»
ROMA Crisi economica, nel 2009 nessun segnale di ripresa: la previsione nefasta arriva dall’Unione europea che invece lancia l’allarme occupazione: «Fra un anno stimiamo che ci saranno altri 6 milioni di persone senza lavoro». Ieri altra giornata nera per le borse, Piazza Affari la peggiore. Il premier Berlusconi: «Crisi pesante ma non ci sarà miseria». L’analisi dell’economista Innocenzo Cipolletta: «Lo scenario attuale è molto simile a quello degli anni Settanta».

ALLE RADICI DELLA CRISI
LE MANI DEI SERBI di PAOLO RUMIZ
Perché cade a pezzi la civiltà dei consumi? Perché crolla il nostro mondo di celluloide? Vi daranno tante risposte economiche, imperniate sul Pil o sull'indice Nasdaq. Vi diranno del deficit americano e delle tigri asiatiche dai piedi d'argilla. Vi parleranno dei titoli di Stato e della nostra insufficiente propensione al consumo. Io azzardo un'altra risposta.Siamo a remengo perché abbiamo dimenticato le mani. Siamo una civiltà che ha perso le mani e il senso della fatica. Non sappiamo più fare quasi nulla in cui non ci sia di mezzo un pulsante. Lasciamo stare i pianisti o i suonatori di violino. Consideriamo le mani dell'uomo qualunque. Non hanno più alcun segno. Sono mani qualunque.Ce le hanno amputate. Persino il gesto di infilare le chiavi sulla toppa dell'automobile ci viene negato. Persino quello di abbassare il finestrino con una manovella. Per tenere in piedi i consumi ci impongono strumenti elettronici che non servono a nulla, sono fatalmente destinati a guastarsi a ripetizione e quindi a essere ricomprati all'infinito.Siamo uomini di plastica, che vivono di cibi confezionati nella plastica, uomini che hanno il terrore della terra e dei frutti sporchi di terra. Nell'Azienda Italia questi uomini finti trionfano. Uomini scelti sulla base di criteri estetici. Rasati, bionici, freddi, arroganti. Uomini palestrati che vanno dall'estetista, dal parrucchiere o dal manicure. Bipedi con i muscoli, ma con mani lisce senza carattere. Ed ecco il risultato.I nostri giornali, persino nelle pagine di economia, hanno smesso di rappresentare la fatica. Solo fotografie degli uomini di plastica di cui sopra, incravattati e gessati. Mancano le mani dell'operaio, del pastore, del contadino. Manca il gesto di Abramo, che sgobba e tiene in piedi il mondo che Dio gli ha dato in uso. Quel gesto è diventato vergognoso, roba da immigrati. E' quasi solo agli immigrati che abbiamo affidato l'uso delle mani.Ma se un mondo non viene rappresentato, significa che gli neghiamo la dignità di esistere. Ed è questo che succede. Un esempio: sommergiamo di divieti igienisti la pastorizia italiana che fu per millenni la ricchezza del Paese, la spingiamo al fallimento, ma spalanchiamo le nostre importazioni alla carne d'agnello neo-zelandese. Il nostro è un mondo dove comanda la grande distribuzione, non chi produce.

GLI STUDENTI AVEVANO DENUNCIATO IL DEGRADO
Crolla il soffitto sulla cattedra, paura al liceo
All’Oberdan di Trieste una pioggia di calcinacci. Salva la prof: era alla lavagna
TRIESTE Un pezzo di soffitto di oltre due metri quadri di superficie è crollato al liceo Oberdan di Trieste, nell’aula che ospita la terza I dove era in corso una lezione di matematica. È successo ieri alle 9.45, pochi minuti prima della ricreazione. In classe sedevano 26 tra ragazzi e ragazze. Nessuno è rimasto ferito. Ma si è trattato di una fortunatissima coincidenza di tempi. L’insegnante Marija Beck è stata infatti soltanto sfiorata da una pioggia di calcinacci delle dimensioni di grossi sassi che sono finiti sulla cattedra e sui primi banchi. Lei in quel momento era distante dalla cattedra quanto bastava: stava scrivendo alla lavagna e aveva le spalle girate alla classe.


SVOLTA IN AMERICA
Staminali, Obama cancella i divieti Chiesa all’attacco
WASHINGTON Svolta per la ricerca scientifica negli Usa: il presidente Barack Obama abolisce i divieti di spermementazione sulle cellule staminali. Resiste solo il «no» alla clonazione umana. La Chiesa: «Triste vittoria della politica sull’etica».

San Giusto, il tramonto del park gioiello
Dopo il Comune si ritira anche Amt. Doveva essere la soluzione al nodo posti auto in centro
TRIESTE Doveva essere la soluzione a buona parte dei problemi di parcheggio in centro. Un po’ struttura di servizio, un po’ attrazione turistica, col suo ascensore interno che avrebbe collegato in pochi secondi la via del Teatro romano col colle di San Giusto, costituiva l’uovo di Colombo per l’affannata mobilità cittadina. Su Park San Giusto, però, tornano ad addensarsi i nuvoloni del dubbio, sebbene il Comune abbia tirato fuori un cronoprogramma che parla, con ogni probabilità ottimisticamente, di consegna nel luglio 2013. E a frenare sono proprio i teorici realizzatori. La fine delle certezze è incominciata nel dicembre scorso, con la scelta del Comune di uscire dalla società che dovrebbe realizzare il progetto.

Si mobilita il popolo di Facebook «Ai giovani la Sala Tripcovich» di CARLO MUSCATELLO
Che fare della Sala Tripcovich? Nel dibattito irrompe la comunicazione virtuale - ma dai contenuti concretissimi - di Facebook, il social network molto diffuso non soltanto fra i giovanissimi. È qui che si stanno organizzando quanti si oppongono alla recente ondata di divieti e conseguenti chiusure di quello che fino a pochi mesi fa era il vitalissimo circuito off cittadino. Locali e localini musicali che negli ultimi anni avevano dato una vigorosa scossa alla sonnacchiosa città di San Giusto, facendo sperare in una primavera musicale che ora rischia di non superare la prima gelata.Ma c’è chi dice no. Per esempio i promotori del gruppo «L’anima di Trieste 2015», lanciato qualche mese fa da Alan Travaglio, Andrea Rodriguez, Francesco Comotti, Maurizio Cavazzoni e Federico Stopani. Oltre duemila iscritti impegnati a elaborare e discutere in rete le loro proposte per il futuro e il rilancio della città. Che sognano «pulita, divertente, gioiosa, giocosa, collaborativa, innovativa, tecnologica, artistica, musicale, sportiva, produttiva, laboriosa, marittima, portuale, turistica...».A questo «gruppo madre» se ne sono aggiunti nelle scorse settimane degli altri: «La Trieste che vorremmo» (oltre ottocento iscritti), «Contro la chiusura dell’Etnoblog» (il più affollato, a quota 2500 iscritti), «Tetris» (un migliaio di iscritti), «Pro Wi-Fi a Trieste» (altro migliaio), ma soprattutto «Sala Tri*pop*vich», nato da poco ma che viaggia velocemente verso i duemila iscritti, che propone l’uso dell’ex stazione della autocorriere «per attività musicali e giovanili legate alla musica e altre arti nobili».Ma leggiamo cosa scrivono i promotori del Comitato Nuova Tripcovich: «La musica, anche quella non classica, è Cultura e in quanto tale può ambire a spazi e contributi, con pari dignità rispetto alla musica classica. Un utilizzo della Sala Tripcovich con queste finalità sarebbe un passo concreto per fare di Trieste una città a misura di giovane e non solo la città degli anziani, sui gusti dei quali è attualmente plasmata la gran parte dell'offerta culturale della città».Perché la Tripcovich? «Il primo punto di forza della Tripcovich - spiegano - è la posizione: è in una zona centrale ma non residenziale e ciò garantisce la possibilità di far affluire un certo numero di persone senza che ciò comporti disagi per i residenti. Non si porrebbe quindi il problema della forzata convivenza di spazi di aggregazione e abitazione private e delle rispettive, legittime istanze».Rispetto dunque per le esigenze di quella parte della popolazione le cui proteste hanno portato ai ripetuti «raid anti-rumore» nei confronti dei locali che di conseguenza sono entrati in difficoltà. Alla Tripcovich, a due passi dal Porto vecchio, questi problemi non esistono. E poi «la zona è servitissima dai mezzi pubblici - aggiungono - ed è a due passi dalla stazione dei treni: ciò consente di raggiungerla con facilità, anche da fuori Trieste, senza l'uso di mezzi privati e quindi riducendo il rischio che qualcuno si metta alla guida dopo aver bevuto».Un altro pregio della soluzione ”Tripcovich ai giovani” sta nella dimensione: «A Trieste esistono spazi ideali per manifestazioni da 3-4000 persone, eccellenti location per concerti da cento spettatori ma per le soluzioni intermedie non c'è nessuno luogo adatto».I promotori non stanno con le mani in mano: alcuni progettisti stanno lavorando a un’ipotesi di trasformazione dell'attuale struttura in un contenitore in grado di ospitare concerti ma anche mostre, performance, conferenze, presentazioni. E ancora: sale dedicate alla didattica, sale di registrazione per i gruppi locali, spazi per la socialità. Insomma, un contenitore polifunzionale che in effetti a Trieste manca del tutto. Idea sposata anche dall’assessore comunale allo sviluppo economico: «La Tripcovich potrebbe diventare una sala ”multiespressiva” - spiega Paolo Rovis -. Un luogo di aggregazione e socialità da utilizzare 7 giorni su 7 con attività rivolte tanto ai giovani quanto agli anziani, da gestire prendendo a modello quanto fatto alla Casa della Musica».Qualcuno segnala poi che il progetto Sala Tripcovich «significa anche lavoro: ci sarebbe la capacità di formare nuove figure professionali nel campo dell'Intrattenimento, della musica, della comunicazione. E poi dobbiamo cominciare a far venire la gente a Trieste e mettere fine alla fuga, specialmente dei giovani, fosse anche solo per il week-end. Trieste deve diventare un polo di attrazione, non una città-fantasma dalla quale fuggire...». Una proposta che potrebbe essere affrontata in giunta comunale già lunedì prossimo. È stata rinviata a quella data infatti l’approvazione della delibera, firmata dall’assessore al Patrimonio Claudio Giacomelli, sul rinnovo della convenzione tra Comune e Teatro Verdi. Convenzione che assegnerebbe per altri nove anni all’ente lirico la possibilità di utilizzare la sala Tripcovich per concerti e spettacoli. A meno che, appunto, l’appello lanciato dal popolo di Facebook non spinga a rivedere i piani.

NIENTE PRESIDENZA PER IL DIRETTORE DEL SOLE 24 ORE
De Bortoli-Rai, il gran rifiuto: «Resto dove sono»

Ritorna l’avvocato Rocco Tasca A Trieste le riprese della quarta serie
TRIESTE Ancora il set della città di Trieste per le avventure dell’avvocato Rocco Tasca, impersonato dalla star del piccolo schermo Sebastiano Somma.Le riprese della fortunata fiction «Un caso di coscienza», che poi andrà in onda su Raiuno in prima serata, sono ricominciate ieri alla Stazione ferroviaria. La quarta serie del ciclo prevede fin dalla prima puntata una svolta drammatica nella sceneggiatura: Tasca-Somma proverà sulla propria pelle un evento terribile che farà conoscere ai telespettatori anche il suo lato più personale. Ieri bagno di folla per l’attore, impegnato a stringere mani e a firmare autografi ai fan giunti numerosi ad assistere ai primi ciak. Dietro la macchina da presa ancora l’esperto Luigi Perelli, il regista che ha firmato anche «La Piovra».

Grillo caustico: «Ha detto no perché la tv è in agonia» di ROBERTA GIANI
TRIESTE «Ferruccio De Bortoli ha rifiutato? Certo, non è mica scemo. La Rai, a meno che non vada su Sky, chiude». Viale Mazzini perde il suo presidente «in pectore», i giochi si riaprono, i partiti si scaldano, ma Beppe Grillo non si stupisce. Né si accalora: il comico genovese, all’indomani della convention fiorentina in cui ha lanciato le liste civiche «a cinque stelle», sentenzia la fine della tv pubblica. E dei partiti che si scannano sulle sue spoglie. Ma il «profeta» della rete, il blogger cliccatissimo finito su Forbes, non salva nemmeno Mediaset: «La sua agonia, semplicemente, è più lenta». Riserva una chance solo a Sky: «Rupert Murdoch è un caimano furbo e, a differenza dello psiconano, ha capito che la rete è il futuro».Partiamo dall’ennesimo caso Rai?Perché, esiste un caso Rai?Non si trova il presidente. De Bortoli ha rifiutato.Certo.Se l’aspettava?L’attendente di Confindustria è furbo. Cerca un posto per la vecchiaia. Ma il posto che gli hanno offerto invecchia più precocemente di lui: la Rai, a meno che non vada su Sky, chiude.Addirittura?È già in agonia. È finito il mezzo. E sono finiti i due canali di approvvigionamento finanziario: la Rai si basa su un canone che nessuno paga più e su una pubblicità che sta subendo un travaso vertiginoso sulla rete.Beh, qualcuno paga ancora il canone.L’iniziativa «Cancelliamo il canone Rai» ha già raccolto, in una ventina di giorni, più di 850 mila adesioni su Facebook. D’altronde, perché un cittadino deve pagare per assistere ai conflitti tra politici e partiti che si fanno pubblicità a sue spese?Quando chiude, a suo avviso, la Rai?Langue da tempo. Ma è giusto così: ha solo tre o quattro programmi meritevoli, i giovani dai 15 ai 40 anni non la guardano più, preferiscono YouTube, e anche gli anziani smetteranno di guardarla non appena avranno un modo più semplice di collegarsi alla rete, accedendovi direttamente tramite il televisore. Una della nostre battaglie, come liste civiche «a cinque stelle», è proprio quella di garantire a tutti i cittadini la connessione libera e gratuita alla rete.Ma, se la Rai è condannata, perché i partiti si interessano tanto alle nomine?I partiti sono scomparsi. Finiti. Non capiscono la rivoluzione che sta avvenendo con la rete, i social network, Facebook, Myspace, i blog. Ma mettono i loro uomini nel cda della Rai.Lottizzano.Ma è possibile? La Rai dovrebbe controllare i partiti e invece i partiti controllano la Rai. I danni sono incalcolabili: una tv normale, in mano a giornalisti veri, avrebbe limitato i disastri della catastrofe economica. Penso solo al caso Parmalat: quante famiglie si sarebbero salvate se la tv avesse detto la verità?Il ministro Sandro Bondi propone una rete senza pubblicità. Non è un passo avanti?Se si toglie la pubblicità, se i partiti si levano di mezzo e se la stupida tassa attuale diventa un canone sul modello della Bbc e di molti paesi civili, allora la Rai può sopravvivere più a lungo. Avere un’agonia più piacevole.Rapporti Rai-Mediaset. «Raiset» esiste già?Sì, ma non cambia nulla. È come mettere in società un cimitero e un obitorio: un bel dialogo tra morti anche se uno, la Rai, morirà un po’ prima.Ma Mediaset finirà come la Rai?Lo dice la Borsa. E comunque tutti i grandi editori, è notizia di oggi, sono sull’orlo del fallimento. L’unico che resiste è Murdoch.Come se lo spiega?Sky è un colosso mondiale. E Murdoch è un caimano furbo: non ha comprato Endemol, ma MySpace, perché ha capito che la rete è il futuro. Cosa che lo psiconano non ha capito. A meno che non abbia l’idea di comprarsi Telecom...Ce l’ha?Se si andrà allo scorporo di Telecom, sicuramente ci sarà da stare in guardia. Se Berlusconi acquistasse la rete, controllerebbe il 99% dell’accesso alle telecomunicazioni: un pericolo da scongiurare.E il digitale? Non può favorire il pluralismo?È una finta. Una truffetta. In Italia il digitale è nato per vendere i decoder del fratello di Berlusconi e gli abbonamenti a cose inesistenti.Ma Grillo chi nominerebbe presidente della Rai?Non mi interessa. Non rientra nei miei schemi. E comunque, a decidere, dovrebbero essere i cittadini. Non i partiti.A proposito di partiti, a Firenze ha lanciato le liste civiche «a cinque stelle» per le amministrative. Debutteranno anche in Friuli Venezia Giulia?Sono pronto a dare una mano se ci saranno liste civiche che si presenteranno alle comunali anche in Friuli Venezia Giulia purché rispondano ai requisiti che ci siamo dati. Requisiti di buon senso come il fatto di essere incensurati. Eppoi, in una regione speciale come la vostra, i cittadini possono promuovere referendum propositivi. Dal basso. Non hanno bisogno di politici intermediari, a destra o a sinistra, per parlare di acqua. Di rifiuti zero. Di energie rinnovabili. Di trasporti pubblici. Di wifi. Insomma, di cose vere, quelle che abbiamo inserito nei nostri programmi.

Il caso Il futuro dell’ex autostazione

Fiction Primo ciak per «Un caso di coscienza»

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