
CANTO PER FALLUJA: “METAFORA DELLA GUERRA CHE PRENDE IN OSTAGGIO CIVILI E COSTRINGE INTERE FAMIGLIE A LASCIARE TUTTA LA LORO STORIA”
SCRITTO PER IL TEATRO DA FRANCESCO NICCOLINI E DIRETTO DA RITA MAFFEI LO SPETTACOLO SARÀ IN SCENA, VENERDÌ 13 MARZO, AL TEATRO S.GIORGIO, UDINE (ORE 21)
Dopo l’anteprima, presentata alla rassegna vicino/lontano 2008, debutta a Teatro Contatto Canto per Falluja al Teatro S. Giorgio, venerdì 13 marzo (ore 21). Canto per Falluja nasce dalla tenace volontà di Simona Torretta che, con l’associazione Un ponte per..., dopo la drammatica esperienza del suo sequestro a Baghdad, ha voluto accompagnare Francesco Niccolini, Roberta Biagiarelli e la regista Rita Maffei alla ricerca delle storie, delle parole, dei volti e delle emozioni di chi ha vissuto sulla propria pelle i terribili momenti dell’assedio e dell’occupazione della città di Falluja, tragicamente nota anche per essere stata colpita dalle bombe al fosforo.
Sulla base di studi, ricerche e incontri con i sopravvissuti nei campi profughi, Francesco Niccolini - autore di un teatro civile e di memoria storica al servizio di interpreti come Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Cederna - racconta la vicenda della città di Falluja attraverso il disgraziato incontro tra un marine statunitense e una donna irachena, personaggi di una tragedia contemporanea in cui riecheggiano il mito e la poesia. La vicenda è ambientata in una casa di Falluja, a 50 km a ovest di Baghdad, nell’arco di una notte del novembre 2004. Durante l’assedio delle forze della coalizione occidentale, un soldato USA vittima di un’imboscata e unico superstite del suo reparto ripara in una casa nella città semideserta e tiene una donna irachena sotto la minaccia delle armi. Costretti dalla situazione, i due riescono a poco a poco a scambiarsi ragioni, ricordi e posizioni su una guerra devastante, sul passato recente dell’Irak come sulla realtà sociale dell’America in recessione che marcia sul mito della guerra al terrorismo, su Saddam come sull’uso genocida delle bombe al fosforo.
“Sono avvenimenti così vicini a noi, nel tempo e nello spazio, che ci sembra difficile riuscire ad avere la lucidità e la distanza per poterli raccontare. Sono talmente forti le immagini che ci inseguono dai giornali, dalle televisioni, dai siti internet a raccontarci l’orrore di questa guerra mai finita, che non possiamo far altro che narrarla, che evocarne le atrocità attraverso la parola, come nelle tragedie greche potevano essere solo narrate dal messaggero” dichiara la regista Rita Maffei.
In scena un trio di attori per tre intensi personaggi – la donna, Roberta Biagiarelli, il soldato, Paolo Fagiolo e un angelo, Adriana Vasques, diretti con sguardo sensibile e rigoroso da Rita Maffei regista nuovamente impegnata in un lavoro di teatro civile assieme alla scenografa Luigina Tusini. Questo racconto, sfuggendo il rischio della mera denuncia giornalistica, ha due facce, come due sono i personaggi, come due sono le parti del mondo che qui si incontrano, nei diversi punti di vista su di un’unica tragedia, e accanto ai fatti prendono posto le emozioni, la poesia.
Ufficio stampa e comunicazione del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG:
Fabrizia Maggi (fabriziamaggi@cssudine.it) – Luisa Schiratti (luisaschiratti@cssudine.it) – Irene Stumpo (comunicazione@cssudine.it)
tel. 0432504765 www.cssudine.it
SCRITTO PER IL TEATRO DA FRANCESCO NICCOLINI E DIRETTO DA RITA MAFFEI LO SPETTACOLO SARÀ IN SCENA, VENERDÌ 13 MARZO, AL TEATRO S.GIORGIO, UDINE (ORE 21)
Dopo l’anteprima, presentata alla rassegna vicino/lontano 2008, debutta a Teatro Contatto Canto per Falluja al Teatro S. Giorgio, venerdì 13 marzo (ore 21). Canto per Falluja nasce dalla tenace volontà di Simona Torretta che, con l’associazione Un ponte per..., dopo la drammatica esperienza del suo sequestro a Baghdad, ha voluto accompagnare Francesco Niccolini, Roberta Biagiarelli e la regista Rita Maffei alla ricerca delle storie, delle parole, dei volti e delle emozioni di chi ha vissuto sulla propria pelle i terribili momenti dell’assedio e dell’occupazione della città di Falluja, tragicamente nota anche per essere stata colpita dalle bombe al fosforo.
Sulla base di studi, ricerche e incontri con i sopravvissuti nei campi profughi, Francesco Niccolini - autore di un teatro civile e di memoria storica al servizio di interpreti come Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Cederna - racconta la vicenda della città di Falluja attraverso il disgraziato incontro tra un marine statunitense e una donna irachena, personaggi di una tragedia contemporanea in cui riecheggiano il mito e la poesia. La vicenda è ambientata in una casa di Falluja, a 50 km a ovest di Baghdad, nell’arco di una notte del novembre 2004. Durante l’assedio delle forze della coalizione occidentale, un soldato USA vittima di un’imboscata e unico superstite del suo reparto ripara in una casa nella città semideserta e tiene una donna irachena sotto la minaccia delle armi. Costretti dalla situazione, i due riescono a poco a poco a scambiarsi ragioni, ricordi e posizioni su una guerra devastante, sul passato recente dell’Irak come sulla realtà sociale dell’America in recessione che marcia sul mito della guerra al terrorismo, su Saddam come sull’uso genocida delle bombe al fosforo.
“Sono avvenimenti così vicini a noi, nel tempo e nello spazio, che ci sembra difficile riuscire ad avere la lucidità e la distanza per poterli raccontare. Sono talmente forti le immagini che ci inseguono dai giornali, dalle televisioni, dai siti internet a raccontarci l’orrore di questa guerra mai finita, che non possiamo far altro che narrarla, che evocarne le atrocità attraverso la parola, come nelle tragedie greche potevano essere solo narrate dal messaggero” dichiara la regista Rita Maffei.
In scena un trio di attori per tre intensi personaggi – la donna, Roberta Biagiarelli, il soldato, Paolo Fagiolo e un angelo, Adriana Vasques, diretti con sguardo sensibile e rigoroso da Rita Maffei regista nuovamente impegnata in un lavoro di teatro civile assieme alla scenografa Luigina Tusini. Questo racconto, sfuggendo il rischio della mera denuncia giornalistica, ha due facce, come due sono i personaggi, come due sono le parti del mondo che qui si incontrano, nei diversi punti di vista su di un’unica tragedia, e accanto ai fatti prendono posto le emozioni, la poesia.
Ufficio stampa e comunicazione del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG:
Fabrizia Maggi (fabriziamaggi@cssudine.it) – Luisa Schiratti (luisaschiratti@cssudine.it) – Irene Stumpo (comunicazione@cssudine.it)
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