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martedì 10 marzo 2009

SPECIALE RIGASSIFICATORI. NONA PARTE (SERVIZIO di MARCO TORBIANELLI)



Dopo aver evidenziato alcune delle posizioni contrarie ai rigassificatori, nell’ottica del pluralismo del nostro giornale vogliamo oggi parlare di chi invece sostiene i progetti.
Ci riferiamo in particolar modo al Comune di Trieste, agli industriali e all’associazione “Tecnosophia”.
Il Comune di Trieste, per bocca del sindaco Roberto Dipiazza, spinge affinché nella gestione dell’impianto di Zaule venga fatta entrare la multiutility ACEGAS-APS, di cui è socio di maggioranza, con una percentuale di azioni di almeno il 15-20%. In ogni caso il Comune sottolinea con forza sia la creazione di nuovi posti di lavoro che l’impianto comporterà, sia la bonifica di parte del Sito Inquinato di Interesse Nazionale, sia la richiesta fatta nei confronti della società proponente Gas Natural delle cosiddette “royalties”, un emolumento fisso da versare nelle casse del Comune ogni metro cubo di gas prodotto.
Riguardo a questi presunti aspetti positivi, non è ancora chiaro però se come “contropartita” per tenersi il mostro in casa ne deriverebbe una diminuzione del prezzo del gas per gli utenti privati.
Per quanto riguarda il punto di vista degli industriali, vengono messi sul piatto due aspetti principali: il primo è la creazione di una cosiddetta “catena del freddo”, ovverosia la creazione di nuove industrie che possano sfruttare, con opportuni accorgimenti, il freddo generato dall’impianto per rigassificare il GNL. La seconda – non certo di minore importanza – è la possibilità di avere il gas ad un prezzo concorrenziale, elemento che andrebbe ad incidere in maniera positiva sulle spese relative ai processi produttivi.
Infine citiamo l’associazione triestina ONLUS “Tecnosophia” presieduta da Christina Sponza. L’associazione, “fermo restando che debbano essere scrupolosamente ottemperate tutte le condizioni di rispetto delle normative ambientali e di sicurezza” ritiene utile “ribadire la necessità per l’Italia di sfruttare gas proveniente da Paesi il più possibile diversificati, al fine di sottrarci dall’univoco legame con gli attuali principali fornitori (Algeria e Russia);sostenere la diffusione di impianti di rigassificazione che consentano di utilizzare il Gas Naturale Liquefatto, più facilmente trasportabile anche da Stati non collegati tramite gasdotto;responsabilizzare, con la nostra testimonianza, gli enti locali ed i cittadini affinché non prevalgano logiche “non nel mio giardino” ma si collabori agli interessi dell’intera nazione”.
A livello istituzionale va detto comunque che per il rigassificatore di Zaule il Ministero dell’Ambiente ha già dato il suo assenso, così come la Capitaneria di Porto di Trieste e la Soprintendenza, anche se in quest’ultimo caso va comunque detto che il parere positivo – risalente al 4 dicembre 2008 – è condizionato da alcune prescrizioni: i due serbatoi andranno spostati dalle aree verdi presenti e andranno parzialmente interrati in modo da non superare l’altezza fuori terra di venti metri, mentre la linea di costa non potrà essere modificata e conseguentemente le opere a mare andranno arretrate riducendo in tal modo la loro lunghezza di circa la metà. In ogni caso la stessa Soprintendenza ha ribadito che andrà rispettata anche la volontà della Slovenia, che si è però ampiamente opposta al progetto.

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