I MINISTRI IN CONCERTO AL DEPOSITO GIORDANI NAONIANCITHALL
La misteriosa rivelazione del rock indipendente sul palco del Deposito Giordani domenica 12 aprile 2009.
La rivelazione indie-rock del 2008: tre disperati vestiti da Napoleone che hanno stupito pubblico e critica con “I Soldi Sono Finiti” (Otorecords) – il primo album della storia con i soldi dentro. Un esordio fulminante che li ha portati a esibirsi su palchi prestigiosi – dal main stage del Mi Ami, di Italia Wave e dello Spaziale Festival, sino all’apertura del tour italiano dei dEUS – e a collezionare più di cento sudatissimi concerti in due anni.
I Ministri del rock duro, tra business e pollai
Il terzetto milanese ha messo sull'album d'esordio un euro per
dire che «I soldi sono finiti». Il sogno? Conquistare il Giappone
Prima erano in quattro, avevano un tastierista e si chiamavano Ministri del Tempo. Ora sono in tre – Federico Dragogna alla chitarra, Davide Autelitano alla voce e al basso e Michele Esposito alla batteria – e si chiamano Ministri. Cos’è cambiato? «Quando dobbiamo prendere una decisione c’è sempre una maggioranza. Merce rara oggigiorno», risponde la band milanese. Età media 23 anni e mezzo, i Ministri stanno facendo parlare di sé per un’iniziativa provocatoria: sulla copertina del cd d’esordio «I soldi sono finiti» hanno piazzato un euro in bella vista. «I soldi sono finiti - spiegano -. Non ci interessa stabilire se sia colpa delle major spendaccione o degli scaricatori abusivi. Sappiamo solo che non abbiamo intenzione di rinunciare a fare musica per questo. E per dimostrarlo, dei soldi – dei pochi che ci rimangono – ce ne siamo sbarazzati, salutando ogni possibile guadagno derivante dalle vendite del disco».
Trovata coraggiosa. E non è l’unica: nel booklet, al posto dei testi delle canzoni e dei soliti ringraziamenti, si trova il business plan dell'album. «Un modo per ricordare a tutti che perché si parli di business ci deve essere la previsione di un guadagno. In Italia, purtroppo, per guadagnare qualcosa con la musica bisogna rivolgersi al Mago di Oz». E così ecco lo slogan su cui si incentra la title-track: «Suoniamo per non lavorare mai, ma i soldi sono finiti». Parole urlate su un rock energico di buona fattura, che il terzetto definisce scherzosamente «la colonna sonora per una rapina in un pollaio». Sarà. Di certo dalla musica dei Ministri traspare una certa rabbia. Tanto che in parecchi li hanno paragonati agli Afterhours più «cattivi». Ma loro non amano parlare di modelli: «Servono solo a scaricare le proprie responsabilità. Da quando abbiamo 18 anni ci firmiamo le giustificazioni da soli: tutto quello che abbiamo fatto, facciamo e faremo è solo ed esclusivamente colpa nostra». Parlano più volentieri dei loro testi, in cui toccano anche temi di attualità. Ne «I muri di cinta», per esempio, affrontano il problema dei Centri di Permanenza Temporanea: «Una vergogna che l’Italia tiene nel giardino sul retro, come la spazzatura», commentano. Mentre ne «La sacra quiete della sera» si discute di droghe leggere: «Un tentativo di togliere il velo di Maya da questa questione: fumare erba è un vizio che non ha bisogno di celebrazioni né di criminalizzazioni. Non è che uno dei tanti – e dei meno dannosi – modi con cui l’uomo decide consapevolmente di rendere più piacevole il proprio vuoto».
http://www.myspace.com/ministri
I MINISTRI in concerto
Deposito Giordani Naoniancityhall
Domenica 12 aprile
Apertura ore 21
Ingresso euro 8
NB parte dell’incasso del bar durante la serata unito a una sottoscrizione pubblica presso il deposito, verrano devoluti per aiutare le popolazioni terremotate dell’Abruzzo.
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