"SFUEI DAL FRIÛL LIBAR - IL GIORNALE DEL FRIULI LIBERO". INDIRIZZO INTERNET http://www.ilgiornaledelfriuli.net EDIZIONE ON LINE DELLA TESTATA ISCRITTA COME GIORNALE QUOTIDIANO ON LINE, A STAMPA, RADIOFONICO E TELEVISIVO NEL REGISTRO DEL TRIBUNALE DI UDINE IN DATA 8 APRILE 2009 AL N. 9/2009. Si pubblica dal 25 novembre 2008. Proprietario: Alberto di Caporiacco. Direttore responsabile: Alberto di Caporiacco. Sede di rappresentanza in Udine, piazza S. Giacomo 11/16, 2. piano.

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mercoledì 8 aprile 2009

RASSEGNA STAMPA: MESSAGGERO VENETO, IL GAZZETTINO, IL PICCOLO

Cominciamo con la prima pagina di Messaggero Veneto

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Allestite le prime tendopoli per gli sfollati, già operativa quella del Fvg.
I senzacasa sono venticinquemila
Un incubo senza fine
La terra continua a tremare in Abruzzo. Nuova scossa distruttiva, ancora crolli e paura
Tragica conta: le vittime salgono a 235. Ragazza estratta viva dopo 43 ore

L’AQUILA. Incubo senza fine in Abruzzo. I bilancio del sisma che l’ha devastato nella notte tra domenica e lunedì è arrivato a 235. I corpi sono allineati nell’hangar della scuola sottufficiali della Guardia di finanza dove è allestito l’obitorio. Secondo quanto riferito dal premier Silvio Berlusconi, sono 150 le persone estratte vive dalle macerie. Ieri dopo 43 ore è stata trovata viva una ragazza. Sempre ieri un’altra scossa, violentissima, ha riaperto ulteriori ferite nel cuore dell’Aquila. Il sisma è esploso di nuovo quando alle 19.48: L’Aquila ha tremato per una manciata di secondi. Magnitudo 5,3 della scala Richter, diranno i sismografi. Sono crollati un edificio pericolante vicino alla stazione e un altro pezzo della cupola della basilica delle Anime sante. Un’altra fetta del centro dell’Aquila. Intanto la Procura ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. Per ora non ci sono indagati, il fascicolo è a carico di ignoti. Ma potrebbero esserci sviluppi.


Al via la sottoscrizione di Messaggero e Ana
Ecco i cinque conti per i versamenti

UDINE. Sono cinque gli sportelli bancari cui può rivolgersi chi intende versare le offerte a favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Parte infatti oggi la sottoscrizione voluta dal MessaggeroVeneto assieme alla sezione Ana di Udine, uniti nel comitato «Il Friuli per l’Abruzzo». Gli alpini dei singoli gruppi hanno già assicurato loro adesione con entusiasmo. Nei prossimi giorni daremo conto dei primi versamenti effettuati, attraverso la pubblicazione dei nomi dei donatori.
Gli istituti di credito che hanno aperto conti corrente per la causa dell’Abruzzo aderendo all’iniziativa del MessaggeroVeneto e delle penne nere friulane sono dunque cinque: la Cassa di risparmio del Friuli Venezia Giulia, la Banca di Cividale, la Banca popolare di Vicenza, l’Unicredit e il Credito Emiliano. Basterà dunque entrare in una delle filiali di queste banche per fare la propria offerta di solidarietà con riferimento ai numeri di conto corrente che pubblichiamo nella tabella a fianco.La redazione, la tipografia, l’amministrazione e tutti i dipendenti del MessaggeroVeneto si stanno già mobilitando e presto sarano raccolti i primi versamenti. E ovviamente ha cominciato a mobilitarsi anche la grande famiglia alpina. L’altra sera c’è stata una prima riunione nella sede Ana di viale Trieste, assieme ad alcuni consiglieri e a rappresentanti dei giovani dei vari gruppi. Il presidente di sezione Dante Soravito ha informato dell’iniziativa e ieri mattina sono partite le lettere per far conoscere la sottoscrizione a ciascun singolo gruppo. «Abbiamo già ricevuto diverse telefonate da parte chi aveva letto l’articolo sul giornale – fa sapere Soravito – e già questi primi gruppi hanno promesso di aderire». Facile, pertanto, supporre che il passaparola farà il resto. Nel frattempo sono stati avviati i primi contatti con la sezione consorella “degli Abruzzi”, che raggruppa le sezioni dei capoluoghi di provincia, L’Aquila, Pescara, Teramo e Chieti e che ha sede proprio nel capoluogo. «Abbiamo informato della sottoscrizione – dice ancora il presidente degli alpini udinesi – il consigliere nazionale responsabile dei gruppi Ana del Centro Italia, Ornello Capannolo, e il presidente della sezione Abruzzi, Antonio Purificati. Entrambi si sono detti molto riconoscenti per quanto si intende fare anche se è ovviamente ancora presto per dare indicazioni circa dove si intende devolvere la somma che sarà raccolta».Gli alpini non hanno mai fatto mancare la loro generosità e disponibilità specie nei momenti più difficili e sicuramente neppure stavolta resteranno a guardare. Ma anche i lettori del giornale si sono distinti per grandi gesti di solidarietà di fonte alle catastrofi degli ultimi anni. Sarà sicuramente così anche stavolta.

Colletta da parte dei lavoratori Safilo in crisi.
Universitario udinese all’Aquila: sono fuggito mentre crollava tutto
Il grande cuore dei volontari friulani
Le squadre già al lavoro tra le macerie. Pronti a partire altri 500 uomini

LA TRAGEDIA E L’IMPONDERABILE
MA L’UOMO PUO’ FARE DI PIU’ di ALBERTO GARLINI
Il premier dice sì agli aiuti esteri

Santa Maria la Longa Incidente sulla Udine-Palmanova. L’uomo si è scontrato con un’auto Schianto in moto, muore un imprenditore
La vittima è Marco Cocetta, di 35 anni. Gestiva un agriturismo a Santo Stefano

SANTAMARIA LA LONGA. Incidente mortale ieri pomeriggio a Santa Maria la Longa. L’urto tra una golf grigia e una moto Honda è costato la vita a Marco Cocetta (nella foto) di Santo Stefano Udinese, un giovane imprenditore di 35 anni che gestiva un agriturismo a Santo Stefano Udinese. L’incidente è avvenuto all’incrocio tra via Ellero e la strada regionale 352 Udine-Palmanova. La moto proveniva da Udine e l’auto da Palmanova. Le dinamiche del sinistro sono ancora al vaglio degli inquirenti.


Il clima Un’analoga anomalia era stata registrata in Friuli mezzo secolo fa
Udine città più calda d’Italia
Temperatura a 24 gradi, record nazionale del fuori stagione

UDINE. Da due giorni a questa parte Udine è la città più calda d’Italia: la temperatura massima ha superato i 24 gradi sia lunedì che ieri, un caldo eccezionale per il periodo.


COSTRUIRE CASE ANTISISMICHE
SAGGEZZA E POPULISMO di ALFREDO RECANATESI

Ora è facile esibire saggezza proponendo di inserire nel decreto per il sostegno dell’edilizia clausole che vincolino le agevolazioni all’applicazione di tecniche antisismiche: proporre rimedi sull’onda emotiva dell’ultima tragedia che il paese ha vissuto e sta vivendo è quasi un riflesso condizionato. Quando, poi, sono le forze politiche a esibire questa tardiva saggezza c’è anche il rischio di cadere nel populismo. È populismo, sì, perché un conto è la reazione alle evidenti carenze del passato emblematicamente condensate nell’inagibilità di un ospedale inaugurato – non ne abbiamo memoria, ma possiamo ben immaginare con quanta solennità e prosopopea – da pochi anni, altro conto è recuperare i valori di una politica organica, coerente, programmata nel tempo, di rispetto per i vincoli posti dall’ambiente, dalla natura e da ogni sua possibile manifestazione. Costruire un ospedale e tanti altri edifici pubblici e privati in zone sismiche come l’Appennino ignorando del tutto le tecniche edilizie ovunque ben conosciute per resistere a terremoti anche di forte entità è un chiaro esempio di dissennatezza. Ma di questa dissennatezza sono esempi altrettanto evidenti le urbanizzazioni di tanti territori che la natura ha riservato per l’esondazione di fiumi e torrenti o di costoni franosi, fino alla deturpazione di tesori paesaggistici e archeologici che non spezzano vite umane, ma sono uno sperpero del patrimonio che madre natura ci ha regalato e che potrebbe essere impiegato per ben altri e più produttivi impieghi.In presenza di tante vite spezzate e di tanta gente che in pochi secondi ha perso ogni bene può sembrare fuori luogo fermarsi su considerazioni economiche e finanziarie. E tuttavia può salvare tante vite negli anni futuri una cultura – purtroppo tutta da costruire – che consideri le pur ingenti spese per il risanamento ambientale del nostro paese come un investimento con un ritorno economico oltre che, beninteso, umanitario. Un edificio che si sgretola dopo neppure vent’anni di vita è uno spreco di denaro e di lavoro. Ricostruire edifici realizzati nelle epoche passate costa molto più che averli messi in sicurezza con le tecniche oggi disponibili e applicabili – secondo i tecnici – a molti di essi. E non parliamo degli edifici storici e delle chiese parzialmente o totalmente perduti. Ogni volta che si verifica una tragedia in seguito a frane, alluvioni, terremoti si mobilita tutto l’apparato dello Stato, si stanziano miliardi (ci mancherebbe!), si fa un decreto, si promette impegno, ricostruzione, assistenza. Ma dura poco. Quand’anche si agisca rapidamente (ma in Umbria c’è chi vive nei container da più di vent’anni) finisce li: si tampona un’emergenza, magari la si risolve pure. Ma una politica sistematica, coerente, volta a prevenire più che a rimediare come in tanti paesi anche meno evoluti del nostro è stata adottata e seguita, in Italia non si è mai vista e neppure oggi viene ancora prospettata.

GEMONA
Via libera all’ampliamento dell’ospedale

UDINE
Safilo, oggi il piano industriale Ci saranno tagli

CIVIDALE
Tre giorni di festa per gli alpini tornati da Herat

UDINE
«Non chiudete i locali a causa dei rumori» Mobilitazione sul web

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Proseguiamo con la prima pagina de Il Gazzettino, edizione Friuli

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L’aggiornamento delle regole è già stato approvato dalla giunta Tondo. Ieri scossa di 2.9° Richter in Carnia
Terremoto, norme più rigide per le case
La Regione sta per varare la legge di riforma: criteri antisismici severi in tutte le nuove abitazioni

Trieste Una legge più rigorosa, che comporti subito l’obbligo di applicare le nuove norme antisismiche, sta per essere varata dal Friuli Venezia Giulia, senza aspettare che scada - appena il 30 giugno 2010 - il regime transitorio imposto dalla norma nazionale. Il disegno di legge, che reca la firma dell’assessore regionale Vanni Lenna, è stato licenziato dalla Giunta Tondo e nei prossimi giorni approderà in Commissione, al Consiglio regionale. Il voto finale è atteso entro giugno. Il documento legislativo, prescrive che a tutte le nuove costruzioni si applichi l’imperativo di adottare le norme nazionali in "freezer" dal 2005, che apprestano maggiori garanzie di stabilità e resistenza alle accelerazioni sismiche e ai movimenti strutturali provocati dalle scosse. In tutti questi casi il progetto dovrà essere sottoposto a verifica da parte di una commissione tecnica istituita su base provinciale. La bozza conferma, naturalmente, anche l’obbligo, che già è efficace, di verificare i progetti delle strutture di primaria valenza strategica come gli ospedali, le scuole, i municipi, le caserme. L’obbligo non riguarderà l’intero Friuli Venezia Giulia ma una sua larghissima misura: tutti i territori comunali che la mappa del rischio sismico classifica con il livello 1 o il livello 2. Intanto ieri una scossa di terremoto di magnitudo 2.9 gradi della scala Richter è stata segnalata in Friuli. Lo ha reso noto la Protezione Civile precisando che l'epicentro è stato localizzato tra i paesi di Villa Santina e Tolmezzo, in Carnia. La scossa, registrata alle 12.24 è stata avvertita dalla popolazione. Non si segnalano danni.


La crisi del basket di vertice friulano
La Snaidero a un passo dalla retrocessione deve ritrovare dignità e rispetto per la sua storia
Due allenatori sostituiti non sono bastati a rimediare alle scelte errate dei giocatori
di Umberto Sarcinelli

Dieci anni arancione in serie A sono a cinque partite dalla retrocessione in Legadue. Anzi, quattro, perchè una di queste è impossibile da vincere, quella con Siena. Quattro miracoli, quindi, potrebbero non bastare per salvare la Snaidero: occorrerebbe che le altre concorrenti dirette perdessero sempre. Ma per compiere i miracoli ci vuole l’intercessione dei santi. Che non sembrano frequentare di questi tempi il Carnera. Tutto è andato male in questa stagione, a cominciare dal fatto che le scelte di giocatori e allenatori hanno avuto un peccato originale che affonda le sue radici nelle gestioni tecnico sportive degli anni precedenti. Mancanza di risorse economiche adeguate, sfortuna, imperizia... mettete in uno shaker tutte le negatività possibili nel basket italiano, agitate bene e servite con tanto ghiaccio: avrete il cocktail amaro della Snaidero 2008/2009. La società ha provato a cambiare ingredienti, soprattutto nella panchina. Ha iniziato Attilio Caja, brava persona, tecnico eccellente, ma con il vizio di non trasformare l’acqua in vino. Ha proseguito Romeo Sacchetti, ruspante coach dai trascorsi importanti come giocatore e dalla fama di uomo pratico. Ha inanellato sconfitte come fossero focacce, gli hanno affiancato un uomo di mondo e basket come Mario Blasone, il tutor che tutti vorrebbero accanto. Alla fine si è vergognato della squadra. Quindi proprio al "professore" che ha predicato efficacemente nel deserto (infatti ha vinto scudetti in Egitto e Arabia) è stato affidato ora il compito di accompagnare Jerome Allen nella transizione da giocatore di esperienza, classe e carisma, ma dal fisico logoro, in un coach. L’ultimo tentativo. Dovuto, fortissimamente voluto dalla società che giustamente non accetta la retrocessione senza lottare fino all’ultimo secondo dell’ultima partita del campionato. E’ questa disperazione, questa rinuncia ad arrendersi all’evidenza di una stagione fallimentare che, paradossalmente, sta riscattando la Snaidero. Retrocedere non è un disonore, fa parte degli accadimenti dello sport, può anche rappresentare una salutare ripartenza, un bagno purificatore per la rinascita. Ma occorre farlo con dignità e rispetto per se stessi e la propria storia. La Snaidero e il basket friulano lo meritano e lo pretendono. Toccherà a Allen (e il nome ai vecchi amanti della pallalcesto udinese non può non far venire un brivido nel ricordo del grande Joe) e a Blasone ottenere dai giocatori un sussulto d’orgoglio. Toccherà ai tifosi friulani trattenere rabbia e delusione e attaccarsi a quell’arancione che è il loro colore del basket. Queste ultime cinque partite diranno se la Legadue sarà per la Snaidero un purgatorio per rinascere in paradiso o un inferno senza ritorno.


Ieri incontro con Honsell
Lo strappo della Sinistra a Udine

Udine (cdm) In aula lunedì si è consumato lo "strappo" del gruppo Per la sinistra. Prima che arrivasse il momento di votare, i consiglieri del gruppo, capitanati da Anna Paola Peratoner, sono usciti dall’aula. Il motivo lo spiega la stessa Peratoner: «Eravamo in conflitto sulla questione che riguarda il piano per l’area Domenichelli. Avremmo votato contro. Così, per non mettere in crisi la nostra maggioranza siamo usciti. Ci è stato fatto presente in consiglio, infatti, che era un pessimo segno di disunità. Così ce ne siamo andati. Non abbiamo votato neanche sui patti parasociali di Amga. Abbiamo colto la palla al balzo per dare un segnale: è sotto gli occhi di tutti che in maggioranza le tensioni ci sono». Un segnale che ha dato ai suoi frutti. «Il sindaco l’ha raccolto - dice Peratoner - e questa mattina (ieri ndr) abbiamo avuto un incontro». Risolutivo? «Interlocutorio. Abbiamo avuto delle risposte, delle altre le aspettiamo. Vedremo di imbastire un modo per tornare in sintonia con la maggioranza». Si sa che il gruppo vorrebbe un assessore, dal momento che non si sente rappresentato più da Kristian Franzil (che è di Rifondazione, che non aderisce al percorso di "Per la sinistra"). «L’assessore è uno dei punti sul tavolo della discussione, non "il" punto. In questo momento stiamo ritrattando il patto politico», aggiunge Peratoner. Ma perché Per la sinistra era contro il piano Domenichelli? «Avevamo delle perplessità su tutto. In commissione il nostro commissario Pirone è dovuto uscire prima e non ha potuto esprimerle. Non abbiamo apprezzato che ci sia stato l’ok di Honsell e della giunta senza che il sindaco ne discutesse prima in maggioranza. L’idea di dare il via libera a una nuova area commerciale, poi, ci sembra un pessimo segnale in un momento di crisi come questo, che vede i negozi chiudere».


Un festival mitteleuropeo come antipasto di Friuli Doc

L’amministrazione Honsell sta lavorando all’idea di "raddoppiare" Friuli Doc. Un "antipasto" a giugno con una sorta di festival dei sapori della Mitteleuropa, il "piatto forte" a settembre con la tradizionale kermesse. In questo modo la manifestazione autunnale potrebbe essere più incentrata sul Friuli e i suoi prodotti mentre gli standisti carinziani e stiriani sarebbero protagonisti del festival di inizio estate, assieme ai colleghi sloveni e, in futuro, anche a quelli bavaresi. L’assessore Reitani sta già sondando la disponibilità degli operatori austriaci, ma tiene a precisare che non c’è ancora nulla di deciso e che si tratta di un’ipotesi, di «un percorso su cui ragionare». Intanto, però, Reitani apre all’idea di monsignor Nobile, l’arciprete del Duomo che ha suggerito di fare concerti corali o organistici nelle chiese del centro durante la festa settembrina.


Mancate bonifiche alla Caffaro il Ministero presenta l’elenco

La partita della Caffaro si gioca ormai sulle cifre e sui costi che la società può mettere in campo per trovare una soluzione col Ministero dell’Ambiente finalizzata a raggiungere un accordo di programma. L’ultima offerta è stata fatta lunedì scorso da Snia Spa, Caffaro Srl e Caffaro Chimica Srl (le Srl sono in liquidazione) e verte su 16 milioni di euro più tutti i beni mobili e immobili delle ultime due società. Ma cosa vanno a coprire questi soldi? Lo svela un documento del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio inviato alle Avvocature dello Stato di Brescia, Trieste, Milano e Roma. L’oggetto è chiaro: “Siti di bonifica di interesse nazionale di “Brescia-Caffaro” e “Laguna di Grado e Marano. Inadempimento degli obblighi di bonifica a carico di Caffaro Srl e Caffaro Chimica Srl. Azioni di rivalsa e di risarcimento del danno ambientale”.


Tragedia a ll’incrocio sulla Palmarina nei pressi di Santo Stefano Udinese. Ferito lievemente il conducente della Golf coinvolta nello scontro
Schianto in moto, muore un agricoltore
Marco Cocetta, 35 anni, del luogo, gestiva una frasca ed era organista. Il racconto del primo soccorritore

Santa Maria La Longa Un’altra croce sulla statale palmarina 352 e a perdere la vita è stato un motociclista, Marco Cocetta, 35 anni, di Santo Stefano Udinese. Ieri verso le 19 l'uomo era in sella alla sua moto Honda, quando, per cause al vaglio della polizia stradale di Udine, è andato a sbattere contro una Golf fuoriuscita da un incrocio. L'impatto è stato devastante e il centauro, dopo aver urtato sulla fiancata dell'automobile, è caduto a terra. Fra i primi soccorritori un automobilista, Olsi Celaj di Aiello, che ha provato a verificare le condizioni del giovane: «Gli ho toccato il collo, non aveva battito. Allora ho preso una coperta in macchina per coprirlo. Attorno a me c’erano bambini e gente che urlava. Sono ancora sconvolto, mi sono sentito così impotente, sono vicino alla famiglia di questo sfortunato ragazzo». Sul posto sono giunti i sanitari del 118 con l'elicottero e un'ambulanza. Il personale non ha potuto fare altro che constatare il decesso del motociclista. Lievemente ferito il conducente della Golf di Santa Maria alla Longa, Fabio Beltrame. L'incidente è avvenuto in un tratto rettilineo alle porte di Santo Stefano Udinese. Un tratto di strada dove in passato si sono verificati altri gravi incidenti. Marco Cocetta, agricoltore, titolare di un'azienda agricola e gestore di una frasca a Santo Stefano Udinese, lascia i genitori Vittorino, la mamma Roberta Pavia, una sorella e la fidanzata che abita a Trivignano Udinese. Cocetta era organista per conto della corale trivignanese e si era distinto in zona per la coltivazione di kiwi. Daniele Paroni


IL METEO
Sfiorati i 25 gradi, record per aprile da almeno 23 anni A Pasqua si preannunciano temporali ma resta l’incertezza

Caldo record ieri, giornata quasi estiva, più che primaverile, che ha messo in difficoltà i friulani che non hanno osato la manica corta. Sia ieri che lunedì le massime hanno raggiunto i 24 gradi, valore che nella prima decade di aprile ha ben pochi precedenti. Come precisa Sergio Nordio, dell’Osservatorio meteorologico regionale dell’Arpa, la colonnina del mercurio toccò quelle temperature il 10 aprile del 1961 e, più recentemente, l’8 aprile del 1986, ventitrè anni fa. E c’è da dire che ieri il record dei 24 gradi sembra essere anche stato battuto. Non se ne sono accorti però tanti amministratori di condomini che hanno lasciato i riscaldamenti accesi come niente fosse, in barba al risparmio energetico. Questo caldo sopra la media di almeno cinque o sei gradi, sia nei valori massimi che in quelli minimi, dà l’impressione di essere un mese avanti e la sensazione è acuita dalla brusca impennata dei valori che si è avuta. Anche le piante, dopo aver potuto beneficiare della pioggia, hanno avuto una fioritura "esplosiva" grazie al clima mite. E pensare che tanti friulani proprio in questi giorni sono alle prese ancora con disturbi simil-influenzali con febbre alta... Una domanda a questo punto è scontata: durerà? Il bel tempo dovrebbe andare avanti, anche se con temperature in leggero calo, stando a quanto prevede l’Osmer, fino a venerdì. Più in là cresce l’incertezza. I modelli matematici sembrano indicare per sabato e per la domenica di Pasqua un peggioramento, che potrebbe portare rovesci e temporali soprattutto al pomeriggio, ma non è ancora possibile azzardare una previsione vera e propria a così lunga distanza e in una stagione caratterizzata da estrema variabilità come questa. Non resta che sperare.

TOLMEZZO
Tribunale a rischio?"Interrogato" il ministro

MARTIGNACCO
"Città Fiera" pronta a triplicare i suoi spazi commerciali

UDINESE
Quagliarella e D'Agostino puntano tutto su Sanchez

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Infine la prima pagina de Il Piccolo

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I DATI INPS SULLA CRISI
Cassa integrazione: marzo boom: +925% Allarme esuberi alla Fiat
In regione Friulia sblocca il Piano da 50 milioni per aiutare le Pmi

ROMA Le aziende riducono la produzione per fronteggiare la crisi e aumentano il ricorso alla cassa integrazione. A marzo - secondo i dati diffusi ieri dall'Inps - la cassa integrazione nel complesso (compresa l'edilizia) è aumentata del 292% rispetto allo stesso mese del 2008 ma se si considera solo la gestione ordinaria (quella prevista per affrontare situazioni temporanee di mercato) nell'industria l'aumento ha raggiunto il 925%. L'aumento a marzo è stato più pesante per gli impiegati (+1108%) rispetto agli operai (+895%). L'intervento straordinario è cresciuto nell'industria nel mese del 102%. Sono aumentate anche le domande di disoccupazione e mobilità raggiungendo nel trimestre quota 750.000 unità a fronte delle 520.000 richieste dello stesso periodo del 2008 (+45%).Intanto tra i colletti bianchi della Fiat Auto, della Powertrain e dell'Iveco incombe il rischio di un migliaio di esuberi. È l'allarme lanciato dai sindacati, dopo l'annuncio di 13 settimane consecutive di cassa integrazione a zero ore, dal 4 maggio al 2 agosto, per 973 impiegati. Quattro mesi, se si considerano anche le ferie, fuori dal quartiere generale dell'Auto, da quegli uffici dove si progettano i nuovi modelli, sospesi a causa della crisi. Il posto è a rischio per 478 impiegati di Mirafiori, 240 della Powertrain e 255 dell'Iveco. Altri 1.069 dell'Iveco, colpita dal persistere della crisi del mercato dei veicoli industriali e commerciali (in calo del 25,6% a marzo), faranno sei settimane, ma non consecutive: dall'11 al 24 maggio, dall'8 al 21 giugno e dal 6 al 19 luglio. Per 4.530 dipendenti, in grande maggioranza impiegati, di Fiat Group Automobiles e di Powertrain la cassa durerà una settimana, dal 18 al 24 maggio.Tornando ai dati dell’Inps nel trimestre il ricorso alla cassa integrazione ordinaria nell'industria è aumentato del 589% mentre la straordinaria è cresciuta del 51%. Nel complesso (compresa l'edilizia) nel trimestre la cassa integrazione è aumentata del 184%. Nei primi tre mesi del 2009 sono stati spesi per la cassa integrazione ordinaria 800 milioni di euro.Le ore autorizzate di cig ordinaria (78,8 milioni) - spiega l'Inps «mostrano un incremento eccezionale» mentre quelle di cassa straordinaria (39,7 milioni, ai livelli del 2003) «crescono a un ritmo compatibile con le dinamiche degli anni recenti». Le ore di cassa straordinaria nei primi tre mesi di quest'anno - ricorda l'Istituto - sono circa la metà di quelle degli analoghi periodi della prima metà degli anni Novanta (nel '93 furono 80 milioni) mentre sono «imparagonabili» con quelle di tutto il ciclo economico degli anni Ottanta (nell'85 furono autorizzate 144 milioni di ore di cigs nel primo trimestre dell'anno).Restano invece considerevoli gli aumenti di ricorso alla cassa nella gestione ordinaria: i settori con i maggiori incrementi rispetto al mese di marzo 2008 sono stati il meccanico (+1262%), il metallurgico (+7004%), il chimico (+1345%) e il legno (+1728%). Nell'edilizia si è passati dai 2,9 milioni di ore del marzo 2008 ai 5,9 milioni del marzo 2009 (+100%).L'Inps sottolinea che non c'è «nessuna incertezza circa la sostenibilità della crisi. »Il ricorso alla cig ordinaria da parte delle aziende - afferma l'Istituto - è inscritto in situazioni di crisi congiunturali, dove non si profila lo spettro della drastica ristrutturazione o della chiusura, ma solo la definizione di piani di sostegno di fronte a una congiuntura sfavorevole, senza intaccare i livelli occupazionali.A fronte di queste uscite si sono calcolate risorse disponibili per 12 miliardi di euro sia per il 2009 che per il 2010. In totale 24 miliardi in due anni: cifre che sembrano essere capienti per sostenere i numeri della crisi in atto, anche se questo non fosse ancora il punto più basso«.Infine l'Inps sottolinea che le risorse per la cigs messe in campo per questo primo trimestre dell'anno sono state di 250 milioni di euro per gli interventi non in deroga e poco meno di 130 milioni per quelli in deroga.

TERREMOTO IN ABRUZZO: IL DRAMMA DEI 20 MILA SFOLLATI.
BERLUSCONI: SÌ AGLI AIUTI ESTERI
Estratta viva dalle macerie dopo 42 ore
Tra i soccorritori un pompiere triestino col suo cane. Forte scossa ieri sera.
Le vittime sono salite a 235

IL PACCHETTO SICUREZZA
Via libera alle ronde, la Regione anticipa Roma
In Consiglio passa il disegno di legge voluto dalla Lega. Ostruzionismo del Pd alla Camera

TRIESTE Il Friuli Venezia Giulia anticipa Roma sulle ronde. Mentre alla Camera il dibattito si è prolungato con l’ostruzionismo dell’opposizione, e in particolare lo scontro tra lega e Pd, in Consiglio regionale l’articolo sui volontari del ddl sicurezza è passato con i voti della maggioranza compatta e la contrarietà dell’opposizione.


L’OSPEDALE COSTRUITO NEL 2000
EDILIZIA, LE REGOLE SOTTO LE ROVINE di ALFREDO RECANATESI

Ora è facile esibire saggezza proponendo di inserire nel decreto per il sostegno dell’edilizia clausole che vincolino le agevolazioni alla applicazione di tecniche antisismiche: proporre rimedi sull’onda emotiva dell’ultima tragedia che il Paese ha vissuto e sta vivendo è quasi un riflesso condizionato. Quando, poi, sono le forze politiche ad esibire questa tardiva saggezza c’è anche il rischio di cadere nel populismo. È populismo, si, perché un conto è la reazione alle evidenti carenze del passato emblematicamente condensate nell’inagibilità di un ospedale inaugurato - non ne abbiamo memoria, ma possiamo ben immaginare con quanta solennità e prosopopea - da pochi anni, altro conto è recuperare i valori di una politica organica, coerente, programmata nel tempo, di rispetto per i vincoli posti dall’ambiente, dalla natura e da ogni sua possibile manifestazione.Costruire un ospedale, e tanti altri edifici pubblici e privati, in zone sismiche come l’Appennino ignorando del tutto le tecniche edilizie ovunque ben conosciute per resistere a terremoti anche di forte entità è un chiaro esempio di dissennatezza. Ma di questa dissennatezza sono esempi altrettanto evidenti le urbanizzazioni di tanti territori che la natura ha riservato per la esondazione di fiumi e torrenti, o di costoni franosi, fino alla deturpazione di tesori paesaggistici ed archeologico che non spezza vite umane, ma è uno sperpero del patrimonio che madre natura ci ha regalato e che potrebbe essere impiegato per ben altri e più produttivi impieghi.In presenza di tante vite spezzate e di tanta gente che in pochi secondi ha perso ogni bene può sembrare fuori luogo fermarsi su considerazioni economiche e finanziarie. E tuttavia, può salvare tante vite negli anni futuri una cultura - purtroppo tutta da costruire - che consideri le pur ingenti spese che il risanamento ambientale del nostro Paese come un investimento con un ritorno economico oltre che, beninteso, umanitario. Un edificio che si sgretola dopo neppure vent’anni di vita è uno spreco di denaro e di lavoro. Ricostruire edifici realizzati nelle epoche passate costa molto più che averli messi in sicurezza con le tecniche oggi disponibili ed applicabili - secondo i tecnici - a molti di essi. E non parliamo degli edifici storici e delle chiese parzialmente o totalmente perduti.
Ogni volta che si verifica una tragedia in seguito a frane, alluvioni, terremoti si mobilita tutto l’apparato dello Stato, si stanziano miliardi (cui mancherebbe!), si fa un decreto, si promette impegno, ricostruzione, assistenza. Ma dura poco. Quand’anche si agisca rapidamente (ma in Umbria c’è chi vive nei container da più di vent’anni) finisce lì: si tampona una emergenza, magari la si risolve pure. Ma una politica sistematica, coerente volta a prevenire più che a rimediare, come in tanti Paesi anche meno evoluti del nostro è stata adottata e seguita, in Italia non si è mai vista e neppure oggi viene ancora prospettata.Alfredo Recanatesi


SONDAGGIO SWG
I triestini: il futuro è nel Porto Ferriera, il 56% la vuole chiusa

TRIESTE I politici si azzuffano? I cittadini non più. Gli schieramenti tirano la propria rete? I triestini sembrano aver scelto la terza via: basta accapigliarsi. Quel che serve è già chiaro. Restano sfumature di giudizio, opzioni predilette o neglette, ma la «città divisa» per definizione sembra tramontata con l’inverno, almeno sulle grandi questioni. Lo sviluppo della città è nel porto: consenso generale, molto più ampio che per altri settori, al 34% (era del 21% nel ’97). Lo pensano il centrodestra (34%), il centrosinistra (31%), il centro (29%) e i non collocati politicamente (39%). Poi la Ferriera: meglio chiuderla. Lo dice in media il 56% dei cittadini, con un picco nel centro (67%) e a destra (62%), col centrosinistra al 52% e i non collocati al 50. Prima di tutto, i cittadini però vogliono «una gestione della cosa pubblica onesta e trasparente». Quasi un plebiscito.


Ragazzo azzannato da un cane-guida
Ferito al viso. Si era avvicinato alla giovane padrona dell’animale addestrato per assisterla

TRIESTE Azzannato in viso da un meticcio di taglia media. E non da un randagio o da un esemplare particolarmente aggressivo, bensì da un cane guida addestrato ad assistere la sua giovane padrona, affetta da seri problemi fisici. Padrona che forse l’animale, con la sua reazione improvvisa e violenta, ha cercato di difendere dopo aver magari scambiato una forma particolarmente affettuosa di saluto per una manifestazione di pericolo. Vittima dell’aggressione un ragazzino di 15 anni, al quale i medici del Pronto soccorso del Burlo hanno dovuto praticare diversi punti su un labbro, lacerato dai morsi del cane. Tutto è accaduto l’altro pomeriggio attorno alle 18 in via Ghiberti, a pochi metri dalla sede dell’Inpdap.


Dietro il grande schermo il lato oscuro della società di SLAVOJ ŽIŽEK

Da “Lacrimae rerum” di Slavoj Žižek pubblichiamo la parte iniziale del saggio “La teologia materialista di Krzysztof Kieslowski”, per gentile concessione di Libri Scheiwiller.Fino a che punto il Decalogo di Kieslowski rispetta la sequenza dei dieci comandamenti? La maggior parte dei critici si rifugia nell’apparente ambiguità del rapporto tra comandamenti ed episodi, affermando che non bisogna legare ogni singolo film a un solo comandamento.

Illycaffè stringe l’alleanza anticrisi con la Coca Cola

Neonato affogato Arrestata la madre: «Perché l’ho fatto?»

Visita a sorpresa di Obama in Iraq «Pace possibile»

Contenzioso sui confini L’Unione europea rinuncia a mediare

MEMORIA E FUTURO: INCONTRO TOTH-BUDIN
Esuli e minoranza slovena, la svolta

TRIESTE Il dibattito “Memorie a confronto. Nuove prospettive a 70 anni della guerra” che ha gremito con trecento persone ieri pomeriggio una sala troppo piccola della Stazione Marittima, ha segnato un punto di svolta nell’atavica contrapposizione etnica e politica cittadina tra esuli e sloveni. A confronto - pungolati dai direttori del Piccolo, Paolo Possamai e del Primorski Dnevnik, Dusan Udovic - Lucio Toth, presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Milos Budin, politico della minoranza slovena a Trieste.

Cultura
I grandi registi “letti” dal filosofo

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