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mercoledì 8 aprile 2009

LA TERRA TREMA... ARRIVANO GLI ANGELI (ARTICOLO di MARCO TORBIANELLI)



6 aprile 2009, L’Aquila, Abruzzo, ore 3:32, preannunciata da giorni e giorni eccola che arriva, drammaticamente forte, dannatamente impetuosa, disgraziatamente distruttiva. La scossa di terremoto più forte segna 5,8 di magnitudo sulla scala Richter e coglie tutti nel sonno, nel loro letto, nella loro casa, sotto quel tetto che è sempre sinonimo di sicurezza, di calore, di famiglia.
Noi il terremoto lo conosciamo bene, dalla mia generazione in avanti abbiamo tutti ben chiaro nella testa, negli occhi e nelle orecchie cosa sia il terremoto, quanto possa far male, quale sensazione di impotenza ti crei dentro: avevo solo quattro anni in quel lontano 1976 quando oltre mille persone persero la vita nel terremoto del Friuli.
In Abruzzo il bilancio attuale è già di duecentocinquanta persone morte, quasi duemila i feriti, oltre centomila gli sfollati costretti a pernottare da amici e parenti o nella loro auto, in attesa che gli splendidi volontari della Protezione Civile allestiscano le prime tendopoli. Case vecchie crollate, ma anche abitazioni recenti, edifici di nuova concezione che dovrebbero esser stati costruiti secondo le norme antisismiche e che invece le immagini dei telegiornali ci restituiscono con profonde ferite, tetti crollati, pareti spostate.
Ma per le polemiche e le responsabilità c’è tempo, ora è il momento dell’emergenza e della solidarietà.
Questo inferno che ancora oggi non lascia tranquillo nessuno, con la terra che ancora sussulta, lascia intravedere due angeli, due persone che nonostante il dramma non si sono persi d’animo e si sono rimboccati le maniche per aiutare il prossimo.
Questi angeli si chiamano Mimmo e Marco.
Mimmo è dell’Aquila, ha una panetteria nella centralissima Piazza Duomo, uno dei punti più colpiti dal sisma. La sua casa è inagibile, il suo forno quasi, ma lui non si abbatte. Dorme nel furgone e la mattina si alza prestissimo, accende il forno e sforna quintali di pane che distribuisce gratuitamente ai suoi concittadini: "Ho due forni in città, entrambi stanno lavorando per dare il pane ai miei concittadini. Così sto facendo oggi e così farò anche domani" – ha commentato Mimmo all’ADN Kronos.
Marco è di Treviolo, un paesino in provincia di Bergamo, fa il vigile del fuoco da 27 anni, è caposquadra di stanza presso il Comando Provinciale di Bergamo. Lunedì mattina è partito immediatamente per l’Aquila con la sua squadra, specializzata in recupero di persone sotto le macerie. Appena giunto sul luogo del disastro è stato colto da infarto ed è morto durante il trasporto in ospedale.
Mimmo e Marco, due storie diverse, entrambe ricche di spunti ma soprattutto entrambe da ricordare: da un lato Mimmo e la sua voglia di reagire, dall’altro Marco e il suo spirito altruistico, sopra ogni cosa. Due persone, due italiani, due eroi del nostro tempo la cui esperienza deve essere d’esempio per tutti noi.

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