Debutta con questo articolo la giovanissima Arianna Pace (18 anni), studentessa dell'ultimo anno dello Stellini di Udine.
Nel primo pomeriggio di lunedì 6 aprile il liceo classico “J. Stellini” ha accolto la scrittrice Antonella Sbuelz che ha presentato il suo nuovo libro (da febbraio nelle librerie, pp. 352 € 19,50 Frassinelli editore).
L'autrice ha esordito descrivendo l'ambientazione che fa da cornice alla vicenda: la Fiume di D'Annunzio, tra il settembre 1919 e il Natale del 1920. Al giorno d'oggi i libri di storia presentano il capitolo di Fiume in poche righe, semplificando e assimilando in schematismi, che ovviamente non permettono di comprendere la vera complessità dell'evento, e superficialmente assimilandola al fascismo che stava per prendere il potere in Italia.
Ma non è della storia dei libri di scuola che si occupa Antonella Sbuelz. Iniziata la sua ricerca storica e culturale per motivi personali (racconta di aver passato dei momenti felicissimi nella sua infanzia ad Abbazia, città vicina a Fiume), è stata poi trascinata a proseguire dal fascino intellettuale che ha esercitato su di lei questo momento storico.
“In quegli anni l'Europa stava rinascendo dalle sue ceneri dopo il suicidio della prima guerra mondiale e come nel cubo di Rubik ogni mossa apre una varietà inaspettata di possibilità, così anche la vicenda di Fiume avrebbe potuto fino all'ultimo concludersi in qualsiasi altro modo e influenzare tutta la storia successiva” (parafrasando parole della scrittrice).
I suoi protagonisti risentono di questa totipotenzialità che l'esperienza fiumana forniva alla storia che stava per essere scritta: le scelte che sono obbligati a compiere sono strettamente collegate a ciò che sta avvenendo attorno a loro.
Greta è una ragazza di 18 anni che, affascinata dagli avvenimenti, per il desiderio di capirli e comprenderli – nel libro capire è il verbo più frequentemente associato a Greta - scappa da una finestra del collegio fiumano dove studia. Uscita dal suo istituto, incontra e si innamora di Tullio, giovane di 26 anni, ex aviatore, che sta cercando di superare i “quattro anni di vita disumana” vissuti in prima persona nella Grande Guerra - l'autrice stessa è a tal punto toccata da questa tremenda pagina della storia mondiale da “sentirsi in imbarazzo a parlarne” - credendo in qualcosa di nuovo, in una palingenesi sociale.
E Fiume è stato proprio qualcosa di nuovo, un “laboratorio di controsocietà”, un simbolo e un mito. Ma la conclusione drammatica della vicenda fiumana nel Natale di Sangue influirà tragicamente anche sul destino di Greta e Tullio, di tutti quelli che come loro avevano creduto in questa avventura, in questa città dove c'era “un artista al potere”.
I ragazzi presenti hanno ascoltato con interesse e partecipazione, intervenendo con domande e proponendo letture scelte di brani del libro. Non tutti i giorni si può avere la fortuna di incontrare una scrittrice preparatissima ed interessata a far apprezzare la particolarità di quel momento storico e i suoi protagonisti più che esclusivamente il suo romanzo.
ARIANNA PACE
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