
La protesta
Caro ticket: + 14% le visite mediche
Codacons:“La gente non va più a curarsi”
Al sit-in pacifico del Codacons all’ospedale di Udine distribuiti stamattina centinaia di volantini
La gente rassegnata agli aumenti, ma il Codacons sprona a reagire:
“Il caro ticket è ingiustificato. Si trovano soldi per la mega-gerla in Carnia e per le auto del presidente della Regione, e non per la sanità? Chiederemo a Tondo un’ordinanza di revoca del provvedimento”
Centinaia di persone sono state fermate stamattina dinanzi l’entrata dell’ospedale di Udine dal Codacons, che ha promosso un sit-in pacifico di protesta contro il caro ticket.
I rappresentanti del Codacons, armati di bandiere, striscioni e volantini, hanno informato gli utenti del nosocomio dell’ingiustificato – secondo l’associazione per la tutela dei diritti del malato - adeguamento delle tariffe delle prestazioni sanitarie, diagnostiche e ambulatoriali, ritoccate all’inizio dell’anno del 3,5% di media, e ben del +14% nelle visite mediche.
“E’ una vergogna - ha detto il presidente regionale Codacons Vitto Claut - che in tempi di simili ristrettezze si spendano 500mila euro per una megagerla, si acquistino auto per il presidente della Regione e il suo vice e che poi si aumenti il ticket a chi non può permettersi le visite mediche private, dando anche il beffardo contentino della social card. La gente non va più a curarsi, ecco il risultato, e visti i tempi di attesa di alcuni esami urgenti c’è chi intanto muore “di ritardo”.
Il Codacons punta il dito anche alle lunghe liste di attesa: da una prima indagine tra gli utenti svolta proprio durante il sit-in, risulta che sempre più spesso si è costretti a ricorrere agli specialisti scavalcando la mutua: “meno male che mi sono arrangiata da sola - ha dichiarato una signora all’uscita del nosocomio udinese -, mi avevano prescritto una mammografia urgente, ma avrei dovuto attendere un mese. Così ho eseguito l’esame privatamente, e meno male, perché dopo pochi giorni ero in ospedale a togliere un carcinoma, ed ora sono in chemio”. Una signora di 65 anni ha atteso 6 mesi per una colonscopia, mentre una donna, sconfortata dai tempi lunghi, stamani è passata alla visita privata spendendo ben 200 euro: “Sono 400mila delle vecchie lire, ci rendiamo conto? Mica li andiamo a rubare i soldi”, ha commentato indignata.
“Bisogna stringere sugli sperperi, non speculare sulle necessità della gente - ha ribadito il responsabile regionale Codacons dei servizi socio-sanitari Bruno Peres -, tagliare su iniziative inutili e pensare invece alla salute dei friulani”. In realtà si è notata parecchia rassegnazione tra gli utenti: quasi tutti accettano, malvolentieri, gli aumenti perché “tanto ormai così è”. Non ci sta però il Codacons, che andrà avanti con la sua protesta: “Chiederemo a Tondo un’ordinanza di revoca del provvedimento”, annuncia Claut. “Vanno rivisiti i tempi di attesa - aggiunge il presidente provinciale Codacons Pierluigi Chiarla -, c’è chi semplicemente rivolgendosi a un’altra struttura, magari a pochi chilometri di distanza, viene ricevuto mesi prima. Ora somministreremo alla gente, probabilmente in collaborazione con l’Ass4, dei questionari per effettuare indagini conoscitive allo scopo di testare la soddisfazione degli utenti sulla sanità, compreso anche il livello di gradimento del comportamento del personale in ospedale.
“Gireremo i reclami alla direzione - annuncia Claut -, auspicando l’’organizzazione di corsi interni per migliorare la relazione dei dipendenti con il pubblico. Fermo restando che sappiamo che vi sono anche molti medici, infermieri e operatori capaci di offrire grande umanità e disponibilità”.
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