
Questione di equilibrio…
Mi sento di dover urlare in silenzio che non abbiamo bisogno di essere educati o indirizzati sulla vicenda Eluana, tanto meno dai giornali…e mi riferisco in primis al giornale per cui scrivo, che si è apertamente schierato per la vita ad ogni costo. Un breve articolo il mio, difficilissimo da scrivere, perché mai avrei voluto occuparmi di questa tristissima vicenda, è argomento delicato e avrei preferito potermene stare in silenzio. Ma vorrei anche dare voce a chi magari capita sul sito del Giornale del Friuli, e non si trova per nulla d’accordo con l’idea sposata a riguardo, con loghi cuoriciosi e fiorellosi a favore della sofferenza ad ogni costo. Ho sempre pensato che Cristo sulla croce fosse una metafora, non un’imposizione. E che prima di tutto venga il libero arbitrio, e subito dopo la pietà e la comprensione. E non avrei mai pensato (dieci anni fa) di trovarmi ora a vivere in uno stato in cui le istituzioni non sono più certe, in cui una povera cerebrolesa possa essere un pretesto del Governo per sovvertire le leggi base della nostra Repubblica, le procedure istituzionali e la ragionevolezza democratica e giudiziaria…il tutto nascondendosi dietro il grande paravento della morale cattolica.
Ognuno la pensi a modo suo, certo, e avrà il mio rispetto. Ma personalmente mi dissocio dalla linea seguita dal giornale. Perché? Beh, osservate una persona cara in coma per 4 mesi: io l’ho fatto, era mio padre. E sapete cos’era diventato? Un mostro, una trasfigurazione di ciò che è “umano”. Il pomeriggio del giorno in cui è morto ho pregato che morisse, desiderio esaudito in serata. E’ stato il più bel regalo che Dio (o chi per lui) potesse fare a mio padre e a me per il mio compleanno: la dignità dell’essere umano.
GIOIA MOLINARI
Abbiamo pubblicato il 5 febbraio una lettera della nostra collaboratrice Terry Masera e ora anche questa lettera della collaboratrice Gioia Molinari, dimostrando che all'interno del giornale esiste la piena facoltà di esprimere le proprie opinioni.
Ci permettiamo però di dire che non siamo d'accordo con le opinioni - che rispettiamo e valorizziamo, tant'è che le pubblichiamo - delle nostre collaboratrici.
E ciò per un semplicissimo motivo: non è lecito, a nostro parere, considerare 'normale' la nostra efficienza cerebrale, fisica e quant'altro e 'anormale' (e dunque, annullabile con la morte) l'esistenza di altri esseri, siano essi umani o appartengano ad altri generi.
E questo per un semplicissimo ragionamento: la nostra limitatezza ci porta a considerare che il mondo si riduca al piccolo pianeta Terra, il quale non è che un granello di un infinito universo nel quale il concetto di vita e di esistenza certamente non può ricondursi alla nostra limitatezza di uomini che considerano la vita e il concetto di 'normalità' in base alla quotidiana esperienza.
Tornando alla 'piccola' storia dell'umanità, essa è piena di tristi episodi che ci ricordano una costante: alcuni uomini si sono arrogati il diritto di compiere una selezione, tra gli esseri umani, suddividendoli in idonei e omologati e in 'carne da macello'. A Roma esisteva la Rupe Tarpea, dalla quale erano lanciati i deformi, a Sparta guerriera similmente coloro i quali erano inidonei alla pugna, erano subitaneamente soppressi. Poco più di una sessantina di anni fa in Germania un signore coi baffi decise che gli ebrei erano una razza inferiore e furono fatti morire in vari modi nei campi di concentramento, anche privandoli del nutrimento così come oggi avviene nei confronti di Eluana Englaro per opera di medici, che ritenevamo sostenessero i malati con sostanze, nutrizioni e medicamenti e non li privassero di essi.
Non vorremmo che sotto la specie di non far soffrire quella che consideriamo una 'poverina', appagassimo soltanto il nostro egoismo di uomini che, per poter vivere serenamente, debbono far finta che le tante Eluane Englaro, forme di vita al di fuori dei parametri della normalità, non esistano.
Se muore Eluana, ci saranno altri 3799 affetti da SVP (stato vegetativo permanente) in Italia. Pensiamo di risolvere il problema 'rimuovendo' dal consorzio umano la povera Eluana? Di certo zittiremo il chiassoso signor Beppino e ci sembrerà che il problema non esista più, stante che 3799 famiglie - dignitosamente - tacciono e accettano, con quotidiana sofferenza e amorevole dedizione, i loro familiari affetti da una 'vita scomoda', ma pur sempre vita.
Un'ultima notazione: non si scambi, per cortesia, la posizione del direttore per una posizione da 'pasdaran' cattolico.
Il direttore frequenta le chiese solo come opere d'arte e ha un concetto di 'assoluto' tutto suo e si considera un battezzato cattolico ma un pessimo, anzi nullo, praticante.
Alberto di Caporiacco
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