Il 3 aprile 1077 è per tutti noi friulani, sia di stirpe che di adozione, una data fondante e di assoluto valore storico e politico. Ho appena finito di leggere con molto interesse l’intervista del Prof. D’Aronco sul Messaggero del 1° aprile e non ho resistito alla forte tentazione di mettere per iscritto il mio pensiero. Fa piacere leggere D’Aronco quando dice testualmente: “Ci vorrebbe un leader giovane che abbia le idee chiare e che non cerchi il bene particolare immediato”. Poi aggiunge: “Ma non lo vedo”. Qui mi permetto di dissentire dall’illustre esponente autonomista e vorrei aggiungere qualche concetto per arrivare al nocciolo della questione. Essendo ancora giovane(’81) e avendo gravitato nell’orbita della galassia autonomista, parlo per esperienza diretta e con cognizione di causa. Io sono convinto che di giovani con la voglia di dare un contributo alla causa autonomista ce ne siano e non pochi. Il problema sostanziale è che il mondo dell’autonomismo friulano rappresenta un fortino inaccessibile per i giovani che vi si avvicinano. Mi spiego, l’autonomia in Friûl è composta principalmente da personalità che tanto hanno dato alla propria terra, grazie al loro bagaglio di idee e battaglie hanno creato una coscienza friulana…tanti anni fa però. Ora è calma piatta, è mancato il ricambio generazionale che avrebbe dovuto portare quella carica di energia che solo la giovinezza può dare. Solamente il giusto mix tra esperienza ed entusiasmo potrebbe far rinascere l’Autonomismo nella Piccola Patria, purtroppo la volontà non c’è e per il futuro non vedo segnali che vadano controtendenza. Per attirare i giovani, non basta presentarsi 6 mesi prima delle elezioni e sperare che la gioventù arrivi quasi per miracolo, al contrario bisogna lavorare sul territorio con un progetto a lungo termine e avvicinare i nuovi friulani con la forza delle idee, facendoli crescere e dando loro gli strumenti per farlo. Come scrissi e chiesi tempo fa, gli esponenti autonomisti dovrebbero dare un segnale di apertura e di discontinuità, potendo così rendersi conto che anche i giovani si faranno vicino. Ho paura che una volta ancora il mio appello resterà inascoltato, a noi giovani non resterà che creare qualcosa di nuovo da soli, ma non è facile a meno di non chiamarsi Berlusconi e partorire un grande partito dall’oggi al domani. Dalla nostra abbiamo solo la voglia e l’entusiasmo di servire il Friûl e far si che i friulani stiano a mento alto e non con il cappello in mano di fronte ai vari politicanti, con le loro penose e sempre uguali promesse elettorali, prendiamoci da soli quello che ci spetta!Non disperdiamo tutto questo…sarebbe un delitto. Questa festa ci appartiene, è tutta nostra, andiamo fieri di sentirci parte di una terra meravigliosa con una storia millenaria così importante.
Augûrs di cûr furlans
DANIELE IACOBUZIO
Faedis
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