Secondo giorno del Salone, aperto fino al 6 aprile
A VINITALY ANALISI DELLE STRATEGIE PER L’EXPORT
Guardare oltre il momento contingente, proseguendo un lavoro di promozione all’estero iniziato da anni, ma che può migliorare facendo squadra. L’importanza della formazione per far conoscere e rendere comprensibile ai consumatori dei nuovi mercati la ricchezza dell’offerta enologica italiana.
Verona, 3 aprile 2009 – Conquistare mercati, promuovere il made in Italy viticolo all’estero: sì, ma come? Queste la domanda alla quale trovare risposta al 43° Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati in corso a Verona fino al 6 aprile e che ha ospitato oggi il ministro Luca Zaia in visita.
Delle potenzialità dell’export enologico italiano ha parlato Adolfo Urso, sottosegretario al Commercio con l’estero, intervenendo oggi all’incontro organizzato da Fedagri-Confcooperative dal titolo “Il piacere del bere bene”: “Seguo il commercio con l’estero dal 2001, il mio è un punto d’osservazione privilegiato. Posso dire che oggi il messaggio è senz’altro rassicurante. Il settore alimentare, come quello farmaceutico, è anticiclico, cioè cresce quando altri settori soffrono. I dati del 2008, in questo senso, sono incoraggianti: il settore alimentare vale oggi 26 miliardi di euro ed è la principale voce del made in Italy, prima della moda e del design, con il vino a fare da traino. In Usa non abbiamo rivali, ma soprattutto riusciamo ad imporci nei nuovi mercati, come Corea e Russia”.
“Dobbiamo però costituire una cabina di regia unica – ha detto Urso -, attraverso l’Ice e con la collaborazione di Buonitalia, che coinvolga pure le Regioni, anche alla luce delle nuove risorse messe a disposizione dall’Europa, che fino al 2013 riserva all’Italia oltre 100 milioni di euro. Abbiamo un prodotto di qualità conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, perché i nostri produttori sono stati bravi a puntare sui vitigni autoctoni, hanno saputo internazionalizzarsi ed esportare la nostra immagine, sono riusciti a fare del vino la bandiera del made in Italy”.
Per il presidente dell’Ice Umberto Vattani, in visita oggi a Vinitaly, ”bisogna sempre più legare il vino al territorio, mettendolo in relazione con la storia e la cultura nel nostro Paese. Durante il Rinascimento, l’Italia imponeva il suo stile all’Europa e oggi la storia non è cambiata; il nostro Pese continua ad avere un ruolo leader nello stile e nell’eleganza, e i nostri produttori sono stati bravi a far passare questo messaggio, soprattutto nei Paesi emergenti e oggi più interessanti per il futuro, come Cina, Malaysia, Vietnam”.
“Registriamo in questi giorni fra le associazioni dei produttori quali Uiv, Federvini e Fedagri, grazie anche all’importante ruolo di Buonitalia e del Ministero per le politiche agricole, una progressiva solida convergenza sul progetto di realizzare un sistema di promozione del vino italiano nel mondo”, ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. “In tale contesto – ha proseguito - Vinitaly World Tour si mette a disposizione di tutto il sistema di promozione per un’ulteriore fase di sviluppo che integri anche il lavoro prezioso delle Regioni, dell’Ice e del Ministero per il commercio con l’estero.
Sulla necessità di lavorare tutti insieme concorda Walter Brunello, presidente di Buonitalia. “Mai come adesso – ha affermato Brunello durante la presentazione del progetto ‘Area Media’ di Uiv – è necessario fare squadra. Ne è convinto anche il ministro Luca Zaia, perché lavorare insieme significa valorizzare tutto l’agroalimentare e la ricchezza dell’offerta italiana. Per questo il programma di promozione da 50 milioni di euro approvato tre giorni fa dal consiglio di amministrazione di Buonitalia è stato concordato con le istituzioni rappresentative del settore, compresa l’Uiv”.
Per promuovere efficacemente bisogna saper comunicare, fare cultura del prodotto e far capire la grande varietà dei vini italiani, specialmente in quei mercati dove il consumo di vino è agli inizi. È il necessario supporto alla fase commerciale, in un’ottica di servizio a tutte le imprese.
Mettere in rete le informazioni per condividere linguaggi e obiettivi è quello che si propone l’Uiv con il progetto ‘Area Media’. Viste le ampie competenze acquisite in oltre 100 anni di attività, l’Unione Italiana Vini si pone l’obiettivo di fare formazione e informazione sul vino. Varie le aree di azione individuate, innovativo l’approccio – come lo ha definito il presidente della Commissione agricoltura della Camera Paolo Russo -, che si basa sulle più avanzate strategie di marketing.
Tra le tematiche che verranno affrontate quella del consumo consapevole, con un progetto formativo nelle scuole per un approccio al vino basato sul piacere del gusto. Ci sono poi iniziative mirate più alla fase commerciale e alla promozione all’estero, come la realizzazione di protocolli di prodotto con la gdo, per rendere comprensivo il concetto di qualità a chi compra vino, o la realizzazione, insieme a Vinitaly, di un Centro studi sui mercati che metta a confronto i dati forniti dalle istituzioni (Ice, Ismea, ecc.) con le informazioni fornite dalle aziende per analizzarne lo scostamento.
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